ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00178

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 123 del 21/11/2013
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/11/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
PELILLO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
SCALFAROTTO IVAN PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
BELLANOVA TERESA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
LOSACCO ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
VENTRICELLI LILIANA PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013
CAPONE SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 21/11/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
09/01/2014
Fasi iter:

RITIRATO IL 09/01/2014

CONCLUSO IL 09/01/2014

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00178
presentato da
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
testo di
Giovedì 21 novembre 2013, seduta n. 123

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    nel Salento, in particolare nella zona di Gallipoli, si sta propagando un preoccupante fenomeno denominato «Complesso del disseccamento rapido dell'olivo» (CDRO) una minaccia ecologica che ha recentemente suscitato grandi preoccupazioni tra gli addetti ai lavori e i semplici ammiratori di queste piante secolari;
    si tratta di una malattia che si manifesta con il disseccamento della chioma a zone, estendendosi via via a tutto l'albero e terminando con la morte della pianta;
    sull'effettività della natura e del livello di potenziale diffusione di tale malattia non si hanno ancora dati oggettivi ripetibili e scientificamente provati ma dalle prime verifiche sembra di poter presumere che si possa trattare di una piaga assai seria e insidiosa;
    invero, si riscontra che la moria degli ulivi è cominciata quasi silenziosa nel Salento leccese, nell'area intorno a Gallipoli, circa due anni fa. I primi focolai, di modesta estensione, erano stati scambiati per attacchi di una malattia localmente endemica, nota come «lebbra delle olive», causata da un fungo. Il CDRO è invece esploso improvvisamente negli ultimi mesi, interessando, al momento, un'area di circa 80 chilometri quadrati;
    i ricercatori fitopatologi dell'università e del CNR di Bari stanno svolgendo delle indagini sulla causa della malattia, da quanto riportano dalla pubblicistica specializzata (http://www.nationaleeographic.it), i ricercatori in questione, in particolare il capo del laboratorio che si sta occupando della natura della malattia, avrebbero dichiarato che sembrerebbe verosimile che quanto sta accadendo possa essere il risultato dell'azione di tre diversi attori: il lepidottero Zeuzera pyrina (rodilegno giallo), le cui larve scavano delle gallerie nel tronco e nei rami dell'olivo che facilitano l'ingresso del secondo attore, un complesso di funghi microscopici del genere Phaeoacremonium. Il terzo attore è il batterio Xylella fastidiosa;
    la sintomatologia e la rapidità della diffusione della malattia avevano portato i predetti ricercatori a ritenere probabile il coinvolgimento del batterio Xilella fastidiosa e di fatto le analisi molecolari effettuate avevano confermato tale presunzione. La presenza del batterio nei tessuti fogliari degli olivi malati è stata successivamente confermata da osservazioni al microscopio elettronico che lo hanno identificato nei vasi legnosi;
    di certo, al momento non è possibile fornire rapporti inconfutabili al riguardo e appare necessario effettuare ulteriori e più ampie analisi;
    sulla specifica azione del batterio Xilella fastidiosa sono state incentrate le maggiori attenzioni degli organi regionali e nazionali competenti in materia di sicurezza sanitaria ed ambientale anche al fine di prevenire possibili stati epidemici difficilmente gestibili con il rischio di compromettere la sopravvivenza degli uliveti interessati;
    il servizio fitosanitario della regione Puglia ha segnalato, a partire dall'inizio del mese di ottobre 2013, al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali la presenza di un focolaio del batterio patogeno;
    il batterio è portato da alcuni insetti, i cicadellidi, tra cui una piccola cicala, i quali diffondono a breve e medio raggio lo stesso batterio. La diffusione su lunghe distanze è da correlarsi ad attività umane come il commercio di materiale di moltiplicazione infetto. La presenza del batterio impedisce l'idratazione della pianta, provocando dapprima il disseccamento della chioma, poi l'imbrunimento del legno fino alla morte della pianta;
    il fitopatogeno è un batterio inserito nella lista comunitaria degli organismi nocivi da quarantena, mai precedentemente riscontrato in Europa. In America, areale di origine del batterio, è causa di numerose patologie a carico di molteplici colture vegetali e con conseguenze economiche rilevanti;
    il servizio fitosanitario della regione Puglia ha avviato le necessarie indagini in collaborazione con gli esperti di patologia vegetale dell'università di Bari e dell'istituto di virologia vegetale del CNR di Bari;
    si stima che circa 600 mila alberi di ulivo potrebbero dover essere sradicati e che in caso di malattia conclamata, i danni potrebbero ammontare a decine di milioni di euro; la sola buona notizia, ad ogni modo, è che non ci sarebbero conseguenze sulle olive e sull'olio d'annata perché il batterio è un patogeno del legno;
    in Puglia ci sono oltre sessanta milioni di piante di ulivo e l'intero Mezzogiorno d'Italia è l'area europea dove maggiore è la densità degli ulivi;
    riscontri del sintomo di bruscatura delle foglie si hanno, a nord della provincia di Lecce, in altre piante di ulivi di alcuni territori delle provincie di Bari e Foggia e, a Sud, nel litorale jonico del Nord della Calabria;
    considerata la grave minaccia per le produzioni agricole pugliesi nonché per l'intero territorio nazionale, la questione è stata immediatamente affrontata dal comitato fitosanitario nazionale il quale, in data 22 ottobre 2013, ha definito le misure fitosanitarie da adottare in via prioritaria per evitare la diffusione;
    la giunta regionale ha vietato la movimentazione a qualsiasi titolo delle piante e del materiale di propagazione sensibile al patogeno, contrastando l'estensione della malattia ad altri territori attraverso l'attività vivaistica e ha disciplinato le misure di monitoraggio e di eradicazione della batteriosi nelle aree contaminate;
    il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha stanziato per le prime emergenze nella provincia di Lecce e in aree limitrofe la somma di euro 200 mila per garantire sul territorio una task force di 25 tecnici per l'attività urgente di campionamento;
    la regione Puglia coopererà alla copertura delle analisi per un costo stimato di euro 300.000;
    il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha portato all'attenzione delle istituzioni europee la problematica affinché possa essere adottata ogni utile misura di intervento in linea con le disposizioni comunitarie in materia fitosanitaria e per concordare le modalità di accesso al cofinanziamento dell'Unione europea per la lotta agli organismi nocivi ai vegetali;
    in casi analoghi, come quello occorso in Portogallo con la propagazione del bursaphelenchus xylophilus (Steiner et Buhrer) Nickle et al.(nematode del pino), la Commissione europea, con la decisione 2006/923/CE, ha approvato un programma di misure per l'estirpazione dell'agente patogeno, accordando un contributo finanziario che ha coperto fino al 75 per cento delle spese rimborsabili;
    il 5 novembre 2013 con il direttore della direzione generale per la salute e i consumatori della Commissione europea è stato definito un primo programma di intervento per il quale l'Unione europea potrebbe accordare un cofinanziamento al 50 per cento dei costi che, in caso di effettiva presenza della malattia, dovranno essere sostenuti dall'Italia per il monitoraggio e l'eradicazione della batteriosi;
    resta il fatto che il batterio in questione rientra tra le fattispecie delle fitopatie o infestazioni parassitarie, causate alle produzioni vegetali da organismi nocivi per i quali non esistono efficaci metodi di lotta e per cui, in caso di sua attività, si deve ricorrere all'abbattimento ed eventuale distruzione delle piante colpite. In tali circostanze gli agricoltori devono sottostare agli obblighi di quarantena, ossia ad un isolamento forzato delle coltivazioni colpite al fine di limitare la diffusione dello stato pericoloso;
    come sopra riportato, ancora non sono chiari l'origine e la natura del fenomeno in questione e, se si trattasse del batterio della Xylella fastidiosa, non è noto come esso possa esser entrato nelle coltivazioni olivicole pugliesi. In tal caso, non si potrebbe scartare anche l'ipotesi di introduzione tramite innesti o piantumazione di nuove piante o talee di olivo importate. In tal caso andrebbe ad ogni modo effettuata una Campagna di indagini e di rintracciabilità volta ad accertare la possibile provenienza e l'eventuale livello di distribuzione effettuata;
    nelle circostanze attuali non si è ancora in grado di poter esprimere giudizi definitivi e ripetibili sulla causa effettiva della moria degli olivi salentini, pur potendo presumere che il maggior indiziato sia effettivamente il batterio Xylella fastidiosa, ma l'allarme dev'essere alto e le misure di prevenzione devono ad ogni ad ogni modo essere adottate,

impegna il Governo:

   ad adottare, in collaborazione con le regioni, segnatamente la regione Puglia e le altre regioni a vocazione olivicola, nonché con i servizi fitosanitari interessati e gli enti di ricerca competenti in materia, ogni più utile ed urgente iniziativa volta a fare chiarezza sul fenomeno del disseccamento rapido e della moria degli olivi, attualmente presente nel territorio del Salento ed in altre aree olivicole pugliesi;
   a provvedere affinché siano urgentemente attivate e sostenute politiche di controllo alle frontiere ed interventi di profilassi, nonché azioni di monitoraggio e di rintracciabilità volte sia ad accertare l'eventuale avvenuta introduzione dall'estero del batterio Xylella fastidiosa e sia ad impedirne, in caso di verifica positiva, il rischio di veicolazione;
   a prevedere azioni e misure preventive e di sostegno per gli agricoltori e le aziende olivicole pugliesi interessate, facendo fronte ai possibili danni al tessuto economico regionale statuendo in caso le indagini scientifiche in corso accertassero la presenza e l'attività del parassita Xylella fastidiosa, e statuendo conseguentemente l'obbligo dell'attuazione delle prescrizioni di prevenzione e lotta obbligatoria con relativa estirpazione e distruzione degli alberi malati;
   a verificare la possibilità che l'Unione europea intervenga finanziariamente, se del caso coprendo oltre il 50 per cento delle spese sostenute nell'ambito del programma d'intervento che sarà concordato, affinché siano attivati appositi studi e ricerche sulle cause della malattia che sta colpendo gli olivi del Salento e siano definite le modalità di risarcimento volte a compensare, almeno parzialmente, il danno patito dai singoli produttori a fronte di un interesse collettivo di prevenzione e tutela.
(7-00178) «Oliverio, Mongiello, Terrosi, Tentori, Valiante, Cenni, Pelillo, Venittelli, Scalfarotto, Cova, Bellanova, Losacco, Ventricelli, Capone».

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

SALENTO

EUROVOC :

controllo della qualita' dei prodotti agricoli

malattia vegetale

produzione vegetale

rischio sanitario

malattia infettiva

oliva