ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00087

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 68 del 08/08/2013
Firmatari
Primo firmatario: OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 08/08/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COVELLO STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
VALIANTE SIMONE PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
ANTEZZA MARIA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
MONGIELLO COLOMBA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
FERRARI ALAN PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
TENTORI VERONICA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
PALMA GIOVANNA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
ZANIN GIORGIO PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013
VENITTELLI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 08/08/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00087
presentato da
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno
testo di
Giovedì 8 agosto 2013, seduta n. 68

   La XIII Commissione,
   premesso che:
    il processo di programmazione comunitaria 2014-2020 prevede una serie di tappe. La Commissione europea dovrà approvare, in concomitanza con i nuovi regolamenti un quadro strategico comune (QSC) che tradurrà gli obiettivi generali e specifici delle priorità dell'Unione in azioni chiave per i Fondi del QSC (FEASR, FSE, FESR, FEAMP). All'interno del quadro saranno, inoltre, individuati i meccanismi di coordinamento tra i Fondi ed altri strumenti e politiche dell'Unione europea (ad esempio, gli strumenti finanziari della BEI, i programmi quadro in materia di ricerca, il meccanismo per collegare l'Europa e le reti transeuropee, il programma quadro per la competitività e l'innovazione);
    ogni Stato membro dovrà poi farsi approvare dalla Commissione stessa un contratto (o accordo) di partenariato (CP), che fisserà la strategia nazionale, gli obiettivi e le regole della programmazione nazionale. Tale Contratto costituirà un livello supplementare di programmazione che incoraggerà una spesa orientata ai risultati e agli obiettivi specifici condivisi. In concomitanza con il contratto di partenariato verranno inoltre predisposti gli specifici programmi operativi dei diversi fondi (nel caso del FEASR, i programmi di sviluppo rurale);
    la programmazione per lo sviluppo rurale 2014-2020, dunque, sarà per la prima volta sottoposta ad un iter politico ed amministrativo volto a favore l'integrazione con le altre azioni sostenute dall'Unione europea (politica di coesione, politica di sviluppo regionale, eccetera). Il QSC, declinato a livello degli Stati membri in un CP con la Commissione, avrà il compito di riunire gli interventi dei cinque fondi comunitari al fine di realizzare un forte coordinamento di tutte le politiche europee, indispensabile per l'attuazione della strategia Europa 2020;
    questo nuovo approccio per l'utilizzo dei Fondi del QSC è volto a garantire impatti economici, ambientali e sociali di lunga durata. Infatti, il forte allineamento con le priorità politiche dell'agenda Europa 2020, le condizionalità macroeconomiche ed ex ante, la concentrazione tematica e gli incentivi legati al conseguimento di risultati attuano principi che si traducono concretamente in una spesa più efficace. I Fondi QSC costituiranno quindi un'importante fonte d'investimento pubblico e fungeranno da catalizzatore per la crescita sostenibile e l'occupazione supportando gli investimenti in capitale fisico e umano;
    i programmi di sviluppo rurale dovrebbero iniziare ufficialmente a partire dal 1o gennaio 2014, seppure con una serie di problematiche. Nonostante il quadro giuridico comunitario non sia ancora definito, le regioni – che in Italia hanno la competenza sulla politica di sviluppo rurale – devono avviare da subito il processo di predisposizione dei PSR, consapevoli che si tratta di una programmazione molto importante, visto che avrà una durata di ben sette anni, dal 2014 al 2020. Infatti, molte regioni italiane stanno già lavorando nella predisposizione dei nuovi PSR 2014-2020, almeno per quanto riguarda le strategie;
    le dotazioni finanziarie del FEASR per l'Italia ammontano a 9,2 miliardi di euro per il periodo di programmazione 2014-2020, a cui aggiungere il cofinanziamento nazionale che porterà le risorse pubbliche a circa 18,5 miliardi di euro;
    la politica di sviluppo rurale prevede tre obiettivi strategici di lungo periodo (economico, ambientale e sociale) che consistono nel contribuire alla competitività dell'agricoltura, alla gestione sostenibile delle risorse naturali, all'azione per il clima e allo sviluppo equilibrato delle zone rurali. In linea con la strategia Europa 2020, i tre obiettivi generali del sostegno allo sviluppo rurale per il periodo 2014-2020 si traducono più concretamente in sei priorità, con una maggiore enfasi ad alcuni temi principali: innovazione, ambiente e cambiamento climatico:
     a) stimolare il trasferimento di conoscenze e l'innovazione;
     b) rafforzare la competitività in tutti i tipi d'agricoltura e la gestione sostenibile delle foreste;
     c) promuovere l'organizzazione, trasformazione e commercializzazione incluse, nonché la gestione del rischio della filiera agroalimentare;
     d) ripristinare, tutelare e migliorare gli ecosistemi;
     e) promuovere l'efficienza delle risorse e la transizione a un'economia a basse emissioni di CO2;
     f) promuovere l'inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali;
    gli Stati membri saranno tenuti a riservare almeno il 30 per cento degli stanziamenti provenienti dal bilancio dell'UE per lo sviluppo rurale a determinate misure di gestione delle terre e alla lotta contro i cambiamenti climatici, e almeno il 5 per cento all'approccio LEADER;
    nel nuovo periodo di programmazione gli Stati membri o le regioni avranno anche la possibilità di mettere a punto sottoprogrammi tematici per concentrarsi meglio sulle esigenze dei giovani e dei piccoli agricoltori, delle zone montane, delle donne nelle zone rurali, della mitigazione dei cambiamenti climatici e dell'adattamento ai medesimi, della biodiversità nonché delle filiere agroalimentari corte;
    vi sono possibilità di sviluppo dell'imprenditoria in ambito agricolo che spesso non vengono sfruttate dagli interessati poiché esse richiedono delle specifiche conoscenze e competenze che non sono di facile acquisizione;
    è in corso una notevole diversificazione e differenziazione delle attività agricole, sia in ambito Unione europea che extra-Ue, che può rappresentare uno spunto per lo sviluppo di nuove attività, nonché per il miglioramento di quelle già presenti, all'interno delle aziende agricole italiane;
    in Italia è presente un elevata dotazione di foreste e boschi ad elevato valore naturalistico e ambientale che possono rappresentare uno strumento per lo sviluppo e il miglioramento dell'attività imprenditoriale sotto diversi aspetti;
    l'Italia è un Paese caratterizzato da un elevato patrimonio di prodotti agroalimentari di qualità che contribuiscono in maniera considerevole alla formazione al PIL italiano. Questi vengono spesso copiati e contraffatti illegittimamente, con un danno che coinvolge sia i produttori che tutto il sistema economico ad essi connesso. Inoltre, i prodotti agroalimentari di qualità rappresentano uno strumento di valorizzazione della produzione agricola, nonché possono contribuire al miglioramento del reddito degli agricoltori;
    il territorio italiano è dotato di un'elevata presenza di territori svantaggiati, caratterizzati da una scarsa dotazione di servizi per le imprese e per la popolazione residente. Allo stesso tempo, tali territori rappresentano una risorsa soprattutto dal punto di vista turistico ed è essenziale quindi mantenerne la vitalità;
    i cambianti climatici che si stanno verificando nel corso degli ultimi anni provocano fenomeni meteorologici di notevole intensità, come alluvioni o allagamenti, che generano gravi danni sul territorio;
    il patrimonio boschivo italiano rappresenta una risorsa fondamentale per l'economia. Infatti, esso può essere sfruttato sia direttamente, attraverso un utilizzo sostenibile della risorsa, che indirettamente, tramite un'incentivazione dell'attività turistica ed escursionistica. Per sfruttare al meglio questa risorsa è essenziale mantenere i boschi ad un elevato livello qualitativo, evitando l'insorgere di fitopatie, infestazioni parassitarie, eventi catastrofici ed eventi climatici; in particolare, in Italia nel 2012 sono bruciati circa 46 mila ettari di bosco, con enormi danni per l'ambiente. Tali fenomeni spesso rischiano di minacciare anche le abitazioni nonché le attività produttive;
    è aumentato il rischio che si verifichino lunghi periodi di siccità durante la stagione estiva, che possono danneggiare in maniera gravissima le produzioni delle aziende agricole che non sono raggiunte sistemi di distribuzione dell'acqua o che non sono dotate di sistemi di stoccaggio privato;
    in seguito all'abbandono da parte dell'Unione europea della politica di garanzia, che mirava a mantenere una certa stabilità all'interno dei mercati dei prodotti agricoli, si è verificato il fenomeno della «volatilità» dei prezzi dei prodotti agricoli. Tale fenomeno ha generato, nel corso degli ultimi anni, notevoli problematiche per tutti gli operatori della filiera ed in particolare per gli agricoltori. L'Unione europea in seguito ai problemi che la politica di garanzia ha generato e agli accordi presi in sede di WTO, non intende ritornare alla vecchia politica di garanzia ma promuove, soprattutto attraverso la nuova Pac per il periodo 2014-2020, un maggior utilizzo degli strumenti che non intervengono in maniera diretta sul mercato ma sugli attori di questo;
    le richieste del mercato e della società in materia di prodotti di origine animale sono cambiate, dal momento in cui vengono sempre più richiesti prodotti che siano il più possibile rispettosi della vita degli animali e dell'ambiente; diviene essenziale adottare delle misure mirate alla tutela della qualità della vita degli animali. Tale approccio può essere anche una leva di mercato, poiché rappresenta uno strumento per la differenziazione dei prodotti;
    i rischi connessi all'attività agricola sono in continuo aumento e possono essere dovuti sia da avvenimenti di carattere climatico e atmosferico, sia da fattori di carattere sanitario. Tali rischi possono, in alcuni casi, minare la stabilità delle aziende agricole e l'integrità di determinati sistemi economici. Inoltre, l'incidenza dei rischi è aumentata nel tempo anche perché in ambito europeo si è cercato di orientare le aziende agricole al mercato, smantellando gli strumenti diretti di sostegno al reddito; diventa così fondamentale per le aziende realizzare prodotti con elevate caratteristiche qualitative che siano collocabili sul mercato;
    la remunerazione dell'imprenditore agricolo può essere estremamente variabile nel corso degli anni e non sono rari i periodi in cui si assiste ad una sottoremunerazione dell'attività. Considerando l'importanza di mantenere il presidio dell'uomo nel territorio e evitare un ulteriore innalzamento della disoccupazione, è fondamentale assicurare agli agricoltori degli strumenti in grado di assicurare una maggiore stabilità del reddito;
    la politica di sviluppo rurale, oramai identificata con il secondo pilastro della PAC, nel prossimo futuro intende ambiziosamente rilanciare le sfide della gestione sostenibile delle risorse territoriali e paesaggistiche ed della valorizzazione delle risorse endogene attraverso un diretto coinvolgimento delle popolazioni locali (approccio bottom-up);
    il compito della futura PAC sarà quello di offrire un'adeguata remunerazione agli agricoltori per la produzione dei beni pubblici garantendo così il mantenimento di una equilibrata vitalità socio-economica nei territori rurali europei;
    gli studi realizzati dall'Agenzia europea per l'ambiente attestano un degrado costante e accelerato della biodiversità agricola, una scomparsa di ecosistemi e una perdita di una parte del patrimonio genetico europeo che interessa in particolar modo le aree del bacino del Mediterraneo (Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo);
    un recente rapporto FAO ha evidenziato che la scarsezza d'acqua sta mettendo a rischio in tutto il mondo interi sistemi produttivi e l'agricoltura intensiva e industrializzata è una delle principali cause di questo fenomeno, poiché rappresenta il 70 per cento del consumo di acqua a livello mondiale, nonché al contempo rappresenta un settore strategico per un uso sostenibile delle risorse idriche;
    secondo l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), la desertificazione interessa già, nelle sue forme estreme, oltre 100 Paesi, e minaccia la sopravvivenza di più di un miliardo di persone e in particolare, il nostro Paese è soggetto, per oltre un terzo del suo territorio, al degrado del suolo, con situazioni di particolare rischio nelle regioni meridionali, ma con scenari preoccupanti anche al centro e al nord;
    una diversa gestione delle attività agricole è essenziale per contrastare la desertificazione, sia intervenendo sui rischi di contaminazione, che riducendo la pressione sul suolo e lo spreco delle risorse idriche e, inoltre, garantire la continuità dell'agricoltura, laddove sostenibile, può contribuire alla protezione dei territori, dal momento che il loro abbandono si traduce spesso in processi di degrado e di erosione;
    secondo le statistiche ufficiali italiane nel 2010 l'85 per cento dell'approvvigionamento in agricoltura (compreso il comparto agroalimentare) era da addebitare alla voce «energia fossile» e il 15 per cento alla voce «energia elettrica», mentre le biomasse partecipano con una copertura sui consumi totali di energia del 2,7 per cento (dati ENEA, ENEL, Coldiretti);
    anche l'agricoltura rilascia gas serra nell'atmosfera, anche se in misura minore rispetto ad altri settori economici, infatti le emissioni del settore primari dell'UE-27 rappresentano circa il 9 per cento delle emissioni totali di gas serra dell'Unione europea;
    l'agricoltura emette difficilmente CO2 – il gas serra più diffuso – poiché i terreni agricoli, che occupano più della metà del territorio dell'UE, possiedono ampie riserve di carbonio che contribuiscono a ridurre l'anidride carbonica nell'atmosfera;
    tutte le regioni dell'Unione europea sono sempre più soggette agli effetti negativi dei cambiamenti climatici, ma alcune aree saranno più esposte di altre, come l'Europa meridionale e il bacino del Mediterraneo che subiranno l'effetto combinato di aumenti significativi della temperatura e di una riduzione nelle precipitazioni;
    i cambiamenti climatici aumenteranno le differenze regionali in Europa in termini di risorse naturali, la forte spinta all'urbanizzazione, causata dalla contemporanea presenza di attività produttive e insediative fortemente competitive nei confronti del settore primario, sottrae continuamente all'agricoltura risorse naturali, umane ed imprenditoriali;
    è necessario che le imprese agricole si attivino responsabilmente in difesa dell'interesse generale promuovendo una gestione delle risorse socio-economiche ed ambientali, in ottemperanza alla legislazione comunitaria e nazionale ma anche aderendo consapevolmente alla mission della PAC;
    gli imprenditori agricoli saranno chiamati a mettere in atto interventi per la conservazione dei beni pubblici ambientali, energetici, culturali, sociali e territoriali, in un contesto di cambiamento climatico che sta generando fenomeni di dissesto idrogeologico e di concentrazione di siccità e piovosità, creando ulteriori elementi di incertezza per il sistema produttivo primario;
    occorre condividere con l'Unione europea l'importanza attribuita alla politica agricola e ad uno sviluppo rurale rivolto sempre più al rispetto della sostenibilità e di un equilibrato sviluppo territoriale;
    è importante riconoscere all'imprenditore agricolo il ruolo di principale soggetto gestore del territorio e delle sue risorse naturali in un'ottica di equilibrio fra mondo urbano e rurale, a presidio della qualità delle risorse naturali e della vitalità socio-economica delle aree rurali; oggi, invece, la forte compressione della redditività delle imprese agricole accelera fenomeni di abbandono, degrado e dissesto in montagna e collina peggiorando la già grave situazione della pianura urbanizzata,

impegna il Governo:

   a predisporre del contratto di partenariato al fine di concertare le criticità e le priorità strategiche che saranno affrontate nei prossimi sette anni con le risorse finanziarie dei fondi comunitari, con particolare riferimento al FEASR;
   a condividere con il Parlamento e le regioni delle priorità strategiche dei futuri programmi di sviluppo rurale 2007-2013, anche tenendo conto delle raccomandazioni della Commissione all'Italia sulla necessità di affrontare quattro criticità: ambiente sfavorevole all'innovazione delle imprese; lacune infrastrutturali; basso livello di occupazione; amministrazione pubblica burocratica e inefficiente;
   a garantire alcune priorità della nuova programmazione, quali: promuovere l'imprenditorialità; ridurre gli oneri amministrativi per le imprese; migliorare la dotazione infrastrutturale nel nostro Paese; sostenere la filiera corta e rafforzare le filiere agricole e agroalimentari;
   a finanziare attività di informazione, consulenza e innovazione rivolte a coloro che intendono avviare o incrementare un'attività imprenditoriale in ambito agro-alimentare, attraverso una dotazione finanziaria pari ad almeno il 5 per cento dello stanziamento dei PSR, con l'intento di offrire un adeguato grado di conoscenze, di trasferimento della ricerca applicata e introduzioni di innovazioni tecniche e organizzative;
   a realizzare un fondo per il cofinanziamento di viaggi di istruzione e visite interaziendali, sia europei che non, con l'intento di individuare spunti per lo sviluppo dell'imprenditorialità agroalimentare in Italia;
   a investire maggiori risorse per un miglior controllo sulla contraffazione dei prodotti agroalimentari di qualità italiani;
   a cofinanziare per l'acquisto di attrezzature di nuova generazione destinate all'attività selvicolturale che siano rispettosi dell'ambiente, della risorsa boschiva e che contribuiscano al mantenimento nel tempo della risorsa;
   a incentivare le attività connesse ad uno sfruttamento sostenibile della risorsa boschiva per le attività ricreative realizzate da parte delle aziende agricole;
   a incentivare le misure operate da soggetti privati atte a contenere il rischio di fitopatie e parassiti che possono compromettere l'integrità dei boschi e quindi il valore del patrimonio boschivo;
   a incentivare i servizi per i territori svantaggiati, a vantaggio delle imprese e dei cittadini, soprattutto per quanto riguarda la comunicazione con gli enti e con la pubblica amministrazione;
   a individuare adeguate risorse finanziarie per la costruzione di invasi artificiali all'interno delle aziende agricole da utilizzare nel caso di incendi e per l'irrigazione durante la stagione estiva, al fine di evitare elevate perdite produttive alle aziende agricole;
   a incentivare opere di riassetto idrogeologico di fiumi e torrenti a rischio di esondazione operate dalle aziende agricole con l'intento di ampliare le attività svolte dalle aziende agricole e di migliorare la sicurezza del territorio;
   a individuare una soglia minima dimensionale per le associazioni dei produttori, in relazione alle dimensioni del mercato del prodotto, con l'intento di conferire un maggior potere di mercato agli associati, evitando una troppo elevata polverizzazione del sostegno e una conseguente perdita di efficacia dello strumento;
   ad incentivare la produzione di prodotti di origine animale che garantiscano il benessere degli animali, anche attraverso l'adozione di opportuni riconoscimenti e marchi, in modo da comunicare al consumatore che il processo produttivo rispetta determinati standard e requisiti;
   a introdurre incentivi rivolti agli agricoltori per la sottoscrizione di assicurazioni sul raccolto, sugli animali e sulle piante, al fine di ridurre i danni che possono verificarsi per la presenza di avversità climatiche e fitosanitarie;
   a predisporre un programma di sviluppo rurale nazionale per le misure di gestione del rischio, al fine di dare continuità e omogeneità nazionale alla positiva esperienza dell'articolo 68 del Reg. 73/2009 sulla gestione del rischio in agricoltura;
   alla destinazione al suddetto programma di almeno 200 milioni di euro annui, pari a circa il 7 per cento delle risorse nazionali;
   a promuovere la costituzione di fondi di mutualizzazione, stimolando anche lo studio sulle modalità di applicazione e considerando anche un eventuale interazione con il sistema delle assicurazioni, con l'intento di andare ad interessare anche i settori per i quali non è prevista una copertura da parte delle compagnie assicurative;
   a predisporre un piano di coordinamento nazionale che armonizzi gli importi del sostegno a valere sulle misure dei futuri Programmi di sviluppo rurale azioni volte ad un miglioramento della redditività delle aree forestali di particolare rilevanza per la salvaguardia, il ripristino e la valorizzazione degli ecosistemi dipendenti dall'agricoltura e dalle foreste;
   ad adottare un programma nazionale, alla cui implementazione destinare un importo non inferiore al 5 per cento dello stanziamento della politica di sviluppo rurale, che individui i principali fabbisogni infrastrutturali che limitano lo sviluppo economico delle imprese agricole nelle aree rurali delle cinque principali macro-regioni nazionali (Nord-est, Nord-ovest, Centro, Sud, Isole), al fine di orientare e indirizzare la redazione dei Psr regionali e la conseguente erogazione del sostegno, operando al contempo un importante coordinamento fra regioni limitrofe;
   a finanziare un piano di monitoraggio dei costi aggiuntivi derivanti dall'attuazione del metodo di produzione biologica in Italia o dall'applicazione delle direttive 92/43/CEE, 2009/147/CE e 2000/60/CE su terreni agricoli e forestali, al fine di armonizzare l'importo del sostegno fornito agli agricoltori biologici che beneficeranno della specifica misura prevista nei prossimi Psr regionali, evitando laddove possibile di creare squilibri eccessivi fra i vari territori agricoli nazionali;
   a provvedere alla pubblicazione di linee guida nazionali che forniscano indicazioni di carattere generale nonché specifico a coloro che svolgeranno attività di consulenza ai beneficiari dei pagamenti agro-climatici-ambientali, al fine di operare un coordinamento nazionale delle conoscenze e delle informazioni necessarie per la promozione dell'uso efficiente delle risorse e del passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale.
(7-00087) «Oliverio, Luciano Agostini, Zanin, Venittelli, Covello, Valiante, Anzaldi, Antezza, Taricco, Mongiello, Carra, Cova, Dal Moro, Marrocu, Ferrari, Tentori, Terrosi, Palma, Fiorio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

sviluppo rurale

politica agricola comune

prodotto agricolo

settore agricolo

gestione