ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00018

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 22 del 23/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: GRIBAUDO CHIARA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PARIS VALENTINA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2013
MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2013
GNECCHI MARIALUISA PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2013
GREGORI MONICA PARTITO DEMOCRATICO 25/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 25/06/2013
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
FEDRIGA MASSIMILIANO LEGA NORD E AUTONOMIE
PIZZOLANTE SERGIO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 09/07/2013
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
 
ILLUSTRAZIONE 16/07/2013
GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/09/2013
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE
PARIS VALENTINA PARTITO DEMOCRATICO
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE
ZAPPULLA GIUSEPPE PARTITO DEMOCRATICO
AIRAUDO GIORGIO SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
PIZZOLANTE SERGIO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
DI SALVO TITTI SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE
 
INTERVENTO GOVERNO 10/09/2013
SANTELLI JOLE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 10/09/2013
DAMIANO CESARE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 25/06/2013

DISCUSSIONE IL 25/06/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 25/06/2013

DISCUSSIONE IL 09/07/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 09/07/2013

DISCUSSIONE IL 16/07/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 16/07/2013

DISCUSSIONE IL 10/09/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 10/09/2013

Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00018
presentato da
GRIBAUDO Chiara
testo di
Martedì 25 giugno 2013, seduta n. 40

   La XI Commissione,
premesso che:
l'articolo 36 della Costituzione stabilisce che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa;
troppo spesso il dettato costituzionale viene disatteso o malamente applicato, la realtà dei fatti in cui si imbattono quotidianamente migliaia di lavoratrici e lavoratori è caratterizzata da dinamiche non sempre rispondenti a criteri di giustizia e di equità; sono, infatti, sempre più numerose le categorie soggette a deboli tutele contrattuali e costrette, pur di non essere espulse dal mercato del lavoro, ad accettare retribuzioni inique e poco dignitose;
il sistema rischia di assumere forme patologiche; a subirne le conseguenze sono soprattutto i giovani, esposti in misura esponenziale a una condizione di fragilità lavorativa – sia in termini remunerativi che di tutele – che frequentemente condiziona il percorso professionale per tutto il resto della vita;
a tale riguardo i dati – aggiornati alla fine del 2011 – attinenti alle retribuzioni medie dei lavoratori impiegati con contratti di collaborazione a progetto, iscritti in via esclusiva alla gestione separata Inps, sono esemplificativi: la retribuzione media di tali lavoratori è stata pari a 8.290 euro, una cifra assolutamente non rispondente alla qualità e alla tipologie di prestazione fornite e di gran lunga insufficiente a garantire livelli di vita decorosi; tale dato risulta ancor più sconfortante se si tiene conto dell'alto livello di scolarizzazione degli interessati – nella gran parte dei casi titolari di un diploma di laurea – e soprattutto se si considera che tale valore medio è il risultato di un divario tra uomini e donne è di circa 4 mila euro a sfavore delle lavoratrici;
il recente provvedimento di riforma del mercato del lavoro, legge 28 giugno 2012, n. 92, ha effettuato un primo intervento volto a meglio regolamentare la disciplina dei corrispettivi dei contratti a progetto, modificando l'articolo 65 del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 e stabilendo che la retribuzione non possa essere inferiore ai minimi stabiliti in modo specifico per ciascun settore di attività e che in assenza di contrattazione collettiva specifica, il compenso non possa essere inferiore, a parità di estensione temporale dell'attività oggetto della prestazione, alle retribuzioni minime previste dai contratti collettivi nazionali di categoria applicati nel settore di riferimento alle figure professionali il cui profilo di competenza e di esperienza sia analogo a quello del collaboratore a progetto;
nel frattempo, l'Istat, nel rapporto annuale 2013, appena pubblicato, individua nella caduta del reddito disponibile, che ha causato una profonda contrazione dei consumi delle famiglie, una delle principali determinanti dell'attuale recessione; nel 2012 il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito del 4,8 per cento; si tratta, sempre stando alla pubblicazione dell'Istituto, di una caduta di intensità eccezionale, che giunge dopo un quadriennio caratterizzato da una continua flessione;
durante questo periodo il reddito delle famiglie, al netto dell'inflazione, è diminuito di quasi il 10 per cento, ritornando a un livello pari a quello di venti anni fa;
anche la precarizzazione e il mancato riconoscimento economico della attività professionale conducono a forme di progressivo depauperamento di intere categorie sociali e generazionali, favorendo la crescita di un fenomeno che ha ormai assunto dimensioni degne di una emergenza: nel 2013 il numero dei «poveri» supererà i 4 milioni (più del 6 per cento della popolazione);
nella situazione attuale, contrassegnata dalla più lunga e profonda crisi economica e sociale che il Paese abbia conosciuto dalla fine della guerra, si avverte la necessità di reagire a questo apparentemente inarrestabile processo di deterioramento delle condizioni di vita di una vasta fascia di popolazione, ponendosi l'obiettivo di un ritorno alla crescita armonico e solidale, all'interno di una cornice di riaffermazione dei diritti e della legalità;
come autorevolmente dichiarato dal Presidente del Consiglio dei ministri Letta il 29 aprile 2013, nel discorso di insediamento alla Camera dei deputati, le questioni attinenti al lavoro devono essere «la prima priorità del Governo»;
nel medesimo periodo anche il Governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, in occasione della cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in Scienze Politiche da parte dell'Università LUISS «Guido Carli», svoltasi il 6 maggio 2013, ha ribadito, ai fini della sostenibilità della crescita, l'importanza della distribuzione del reddito, sostenendo che «da quasi vent'anni, è in atto una tendenza alla concentrazione dei redditi delle famiglie in Europa che penalizza i più deboli, come testimoniano le statistiche pubblicate dall'Eurostat. Una più equa partecipazione ai frutti della produzione della ricchezza nazionale contribuisce a diffondere la cultura del risparmio e, dunque, della compartecipazione. Sentirsi parte integrante della nazione e cointeressati alle sue sorti economiche aumenta la coesione sociale e incentiva comportamenti economici individuali che conducono, nell'aggregato, al successo economico della collettività»;
l'adozione da parte del Governo di interventi volti a promuovere l'equità retributiva rappresenterebbe un segnale altamente indicativo della reale volontà di incidere profondamente, mitigandole, sulle distorsioni che attualmente caratterizzano il mondo del lavoro;
un primo passo verso un restringimento delle disuguaglianze originate da un mercato del lavoro eccessivamente frammentato e spesso foriero di ingiustizie deve essere compiuto anche mediante l'adozione di politiche volte a rendere più eque e proporzionali le retribuzioni; le vaste differenze attualmente esistenti tra lavoratori impegnati in prestazioni di carattere analogo non possono più essere tollerate;
relativamente alle varie tipologie lavorative, sussistono ancora aree settoriali non regolate dalla contrattazione collettiva, per le quali non vige alcuna forma di disciplina delle retribuzioni – affidate, quindi, alla libera contrattazione delle parti – con evidenti asimmetrie tra i contraenti;
primi confortanti segnali in direzione di una presa di coscienza del problema e della possibilità di incamminarsi su un percorso virtuoso provengono dalla recente approvazione della legge 31 dicembre 2012, n. 233, istituente l'equo compenso nel settore giornalistico, finalizzata a promuovere l'equità retributiva dei giornalisti iscritti all'albo;
l'obiettivo di garantire a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori la corresponsione di una remunerazione realmente proporzionata alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenuto conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche della prestazione svolta, consentirebbe, finalmente, di dare attuazione alla volontà dei costituenti,

impegna il Governo

ad assumere le necessarie iniziative volte a istituire, presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, una Commissione per la valutazione dell'equo compenso, nei settori o per le modalità lavorative nei quali non esiste una specifica disciplina contrattuale delle retribuzioni, che abbia il compito di definire l'equo compenso dei lavoratori subordinati, o autonomi ovvero professionisti, avuto riguardo alla natura e alle caratteristiche della prestazione nonché in coerenza con i trattamenti previsti dalla contrattazione collettiva nazionale di categoria in favore dei titolari di un rapporto di lavoro subordinato di settori contigui ovvero equivalenti.
(7-00018) «Gribaudo, Paris, Madia, Gnecchi, Gregori».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

retribuzione del lavoro

reddito delle famiglie

contratto di lavoro

salario minimo

parita' retributiva

contrattazione collettiva

mercato del lavoro