Legislatura: 17Seduta di annuncio: 19 del 20/05/2013
Primo firmatario: BERNINI MASSIMILIANO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/05/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 20/05/2013 LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 20/05/2013 BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 20/05/2013 GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 20/05/2013 PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 20/05/2013 ZACCAGNINI ADRIANO MOVIMENTO 5 STELLE 20/05/2013 L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 20/05/2013
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Partecipanti allo svolgimento/discussione INTERVENTO PARLAMENTARE 21/05/2013 CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE FAENZI MONICA IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE INTERVENTO GOVERNO 21/05/2013 CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI) INTERVENTO PARLAMENTARE 21/05/2013 TARICCO MINO PARTITO DEMOCRATICO SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO CATANIA MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO RUSSO PAOLO IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
DISCUSSIONE IL 21/05/2013
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 21/05/2013
RITIRATO IL 29/05/2013
CONCLUSO IL 29/05/2013
La XIII Commissione,
premesso che:
le criticità determinate dai danni causati all'agricoltura e alla zootecnia da alcune specie di fauna selvatica o inselvatichita, hanno assunto negli ultimi anni dimensioni importanti, con ripercussioni negative che incidono, oltre che sui bilanci economici delle aziende agricole, sull'equilibrata coesistenza tra attività umane e specie animali;
la consistenza del fenomeno ha già indotto la Commissione agricoltura della Camera dei deputati a svolgere, nel corso della XVI legislatura, una specifica indagine conoscitiva, alla quale ha fatto seguito l'avvio dell'esame di proposte di legge volte ad adeguare il quadro normativo vigente, che non è giunto a conclusione entro la fine della legislatura;
nelle aree ad alta vocazione agricola si registra un incremento della frequenza di attacchi da parte di lupi, e di altri canidi selvatici, agli allevamenti di ovini che ha causato un inasprimento della tensione sociale, soprattutto tra gli allevatori, nonché gravi danni al patrimonio zootecnico, con la conseguente cessazione dell'attività per molte aziende operanti nel settore, specie nelle aree interne ed economicamente più svantaggiate;
per quanto riguarda in particolare la specie lupo, secondo il documento della Conferenza delle regioni e delle province, i danni rifusi nel periodo 2005-2009 per i capi predati ammontano allo 0,13 per cento dei danni registrati nel comparto zootecnico e in detta percentuale non è specificato se i capi predati sono tutti ascrivibili a predazione da lupo oppure anche ad altri animali (cane, volpe, e altri), e che quindi non esiste una disponibilità di dati puntuale e approfondita non solo sui danni arrecati da canidi ma più in generale sui danni arrecati dalla fauna selvatica;
la presenza degli ibridi, confermata da analisi di laboratorio svolte in diverse aree rurali, pone anche il difficile problema di assicurare la piena applicazione della direttiva habitat sopra indicata, che richiede di proteggere le specie dalla competizione con varietà simili e dall'inquinamento della loro identità genetica;
sarebbe opportuno che le politiche locali incentivassero l'applicazione della legge n. 281 del 1991, limitando il randagismo e l'abbandono dei cani padronali, e quindi i danni commessi dai cosiddetti «ibridi» e dai cani rinselvatichiti;
l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), attraverso l'elaborazione di specifiche ricerche, ha rilevato che nel nostro Paese, i lupi dopo aver rischiato l'estinzione, si sono riadattati a sopravvivere in raggruppamenti, localizzabili in alcune aree isolate dell'Appennino centrale e meridionale, riapparendo successivamente in vaste zone lungo l'intera dorsale appenninica e sulle Alpi marittime, interessando anche aree con grande vocazione rurale e da attività zootecniche;
i dati su tale fenomeno, archiviati presso di enti competenti, sono piuttosto lacunosi, tanto è vero che l'ISPRA in occasione della stesura della «banca dati ungulati» ha interrogato i vari enti su diversi aspetti legati ai danni (specie/colture/cifre, erogate/area) ricevendo come risposta nella maggior parte dei casi solo la cifra complessivamente erogata per specie;
esiste l'oggettiva difficoltà degli enti preposti alla verifica dell'indennizzo del danno che varia da regione a regione, ad esempio, in alcune la regione/provincia (Emilia Romagna, Marche, Toscana) ha la competenza nelle aree dove vige il divieto di caccio, gli ATC nei territori di loro competenza; in altri casi (Lombardia) la provincia verifica il danno e paga per il 90 per cento mentre il resto viene pagato dall'ATC/CA; in altri casi ancoro (Abruzzo, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia) la competenza è per intero della provincia. Nelle aree protette nazionali i danni sono indennizzati dagli enti gestori;
le misure da adottare in relazione a specifiche esigenze devono essere valutate successivamente all'analisi dei dati raccolti anche al fine di consentire abbattimento di specie protette, ma che tale possibilità è difficilmente percorribile sul piano normativo, oltreché condannabile sul piano culturale e ambientale;
il fenomeno dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche assume, in molti così denunciati dagli agricoltori, i connotati di una vero e propria emergenza, che sollecita l'avvio urgente di iniziative da parte delle istituzioni pubbliche, volte a prevedere un sistema adeguato di misure preventive e di contrasto,
impegna il Governo:
ad avviare un'approfondita ricerca sullo distribuzione del lupo su tutto il territorio nazionale al fine di creare una banca dati puntuale sui danni arrecati da questa specie nel comparto zootecnico attraverso un unico protocollo di ricerca, messo a punto e coordinato dall'ISPRA;
a valutare la possibilità di attivare con urgenza, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, un piano di indennizzo nazionale per gli agricoltori danneggiati previa verifica dei danni realmente provocati alle coltivazioni dalla fauna selvatico;
ad incentivare l'applicazione di metodi ecologici per ridurre i danni, quali vigilanza del bestiame, reti, dissuasori e bande che limitino la velocità dei veicoli in strada dove l'attraversamento della fauna selvatica è un rischio reale;
a promuovere, nelle opportune sedi comunitarie, strategie preventive ed iniziative di analisi e di ricerca anche congiuntamente alle autorità regionali e alle associazioni interessate, per assicurare la sostenibilità delle attività agricole e zootecniche nel rispetto delle esigenze di tutela delle specie animali ed al fine di migliorare il loro stato di conservazione.
(7-00012) «Massimiliano Bernini, Gagnarli, Lupo, Benedetti, Gallinella, Parentela, Zaccagnini, L'Abbate».
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