ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00006

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 17 del 16/05/2013
Firmatari
Primo firmatario: PINI GIANLUCA
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 16/05/2013


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00006
presentato da
PINI Gianluca
testo di
Giovedì 16 maggio 2013, seduta n. 17

   La III Commissione,
   premesso che:
    si osserva con sgomento l'intensità delle violenze in atto in Siria, ad opera sia delle forze lealiste rimaste fedeli al presidente Bashar al-Assad che di parte delle organizzazioni paramilitari che vi si oppongono, di cui sta pagando i costi maggiori la popolazione civile locale, spesso presa tra i due fuochi;
    secondo stime elaborate da autorevoli istituzioni ed organizzazioni internazionali, il numero delle persone morte nel conflitto civile siriano scoppiato agli inizi del 2011 è ormai superiore ad 80mila;
    si esprime preoccupazione per il protrarsi delle ostilità e la difficoltà persistente che le parti in lotta incontrano nell'individuare una base negoziale dalla quale partire per pervenire alla composizione del conflitto, anche a causa dell'evidente coinvolgimento nelle dinamiche della guerra civile di Stati e soggetti terzi – dall'Iran all'Hezbollah libanese, scesi a fianco del presidente Bashar al-Assad, passando per la galassia jihadista transnazionale che combatte invece contro il regime di Damasco;
    si rilevano, tuttavia, con interesse, alcuni elementi nuovi che stanno palesandosi sulla scena internazionale, in particolare l'accordo apparentemente raggiunto da Stati Uniti e Federazione Russa per promuovere la convocazione di una nuova conferenza sul modello di quella svoltasi a Ginevra il 30 giugno 2012 e la disponibilità manifestata da alcuni degli Stati costituenti il cosiddetto «Quartetto» musulmano – Arabia Saudita, Egitto, Iran e Turchia – a riunirsi per discutere del conflitto in atto in Siria e del modo di porvi fine;
    appare notevole anche il ruolo svolto nelle ultime settimane da Israele che, dopo le scuse offerte alla Turchia per i fatti del 2010 concernenti l'assalto alla motonave Mavi Marmara, in cui rimasero uccisi alcuni cittadini turchi, pare ora riavvicinarsi anche ad alcuni Stati arabi, lasciando intravedere la possibilità che alla soluzione del conflitto civile siriano possa abbinarsi anche la ripresa del processo di pace israelo-palestinese;
    Stati Uniti e Russia paiono aver raggiunto un'intesa circa la desiderabilità di un accordo di riconciliazione il più inclusivo possibile, che tuttavia non prevedrebbe alcun ruolo politico futuro per il presidente Bashar al-Assad, seppure Mosca e Washington paiano divergere sui tempi e le modalità dell'uscita di scena del Rais;
    c’è un accordo di fondo sull'opportunità di non includere nella riconciliazione le forze dell'insurrezione in qualche modo inequivocabilmente apparentate ad al Qaeda o comunque in odore di terrorismo, alle quali dovrebbe essere preclusa la possibilità di approvvigionarsi di armi sui mercati internazionali;
    è comunque sul tappeto anche la possibilità che l'accordo venga invece raggiunto intorno alla cantonalizzazione della Siria, se non addirittura sulla sua frammentazione in una molteplicità di nuovi Stati sovrani;
    va evidenziata la posizione di particolare vulnerabilità delle minoranze cristiane, storicamente protette dal regime di Damasco e quindi esposte al rischio di ritorsioni e rappresaglie qualora emergesse dal conflitto un ordine politico di tipo rigorosamente shariatico,

impegna il Governo:

   a favorire, in ogni possibile sede competente ed altresì anche nell'ambito della futura conferenza internazionale che si prospetta sulla Siria, l'avvio di un negoziato che conduca in Siria ad un'autentica riconciliazione nazionale, nella quale possano trovare adeguate garanzie tutte le minoranze, a partire da quella confessionale costituita dai cristiani;
   a privilegiare in prima battuta le ipotesi di riconciliazione basate sulla preservazione del carattere unitario dello Stato siriano e, solo se queste si rivelassero inaccessibili, a considerare anche forme più o meno incisive di cantonalizzazione del Paese, che tuttavia non dovrebbero in nessun caso contemplare la creazione di entità non in grado di sopravvivere;
   a considerare in ogni caso come elementi di riferimento prioritari nella definizione della posizione dell'Italia sulla soluzione da dare al conflitto civile siriano l'affermazione dei diritti umani in Siria e la solidità geopolitica del compromesso che potrà essere raggiunto;
   ad assecondare l'eventuale congiunzione degli sforzi di pace in Siria con la ripresa del processo di pace israelo-palestinese.
(7-00006) «Gianluca Pini».

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