ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/12593

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 881 del 06/11/2017
Firmatari
Primo firmatario: GINEFRA DARIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 31/10/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PELILLO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 31/10/2017


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 31/10/2017
Stato iter:
22/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/11/2017
Resoconto BELLANOVA TERESA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 22/11/2017
Resoconto PELILLO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 22/11/2017
Resoconto BELLANOVA TERESA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
DICHIARAZIONE INTERROGANTE 22/11/2017
Resoconto PELILLO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/11/2017

DISCUSSIONE IL 22/11/2017

SVOLTO IL 22/11/2017

CONCLUSO IL 22/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12593
presentato da
GINEFRA Dario
testo di
Lunedì 6 novembre 2017, seduta n. 881

   GINEFRA e PELILLO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 10 novembre 2017 è prevista la presentazione del documento finale sulla nuova Strategia energetica nazionale, che è stata preceduta da una fase di consultazione pubblica conclusa il 12 settembre 2017;

   uno dei principali propositi del documento posto in consultazione consiste nella decarbonizzazione, rispetto al quale sono stati presentati due scenari, che ne fissano la data di raggiungimento al 2025 o al 2030, con relativa stima degli investimenti diretti aggiuntivi e delle azioni da mettere in atto;

   a margine della presentazione del rapporto «Greenitaly 2017» il 24 ottobre 2017, il Ministro interrogato ha dichiarato che «L'obiettivo è di far uscire l'Italia dal carbone entro il 2025»;

   un traguardo così ambizioso implica l'adozione di misure che investano in modo coerente, trasversale e integrato diversi settori;

   sotto questo aspetto, la strategia relativa al futuro del complesso industriale del gruppo Ilva avrebbe potuto rappresentare una importante occasione –:

   come e attraverso quali iniziative il Ministro interrogato intenda raggiungere l'obiettivo della decarbonizzazione entro il 2025 e per quali ragioni non solo non sia stato considerato l'obiettivo della decarbonizzazione tra i requisiti per l'aggiudicazione della gara relativa al complesso industriale del gruppo Ilva ma sia risultato aggiudicatario un soggetto il cui piano di acquisizione non prevedeva tale prospettiva.
(5-12593)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 22 novembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-12593

  Il percorso di decarbonizzazione è un processo ampio, confermato dagli accordi di Parigi della COP 21, che interesserà anche il nostro Paese, con fasi e orizzonti temporali fissati al 2030 e poi al 2050, e caratterizzerà anche l'evoluzione del settore energetico.
  La SEN 2017 – nel definire la strategia per raggiungere gli obiettivi generali della sicurezza, competitività e qualità ambientale del settore energetico – ha messo in campo varie leve per la decarbonizzazione, tra cui l'incremento delle energie rinnovabili, la promozione dell'efficienza energetica, gli investimenti verso la ricerca e le tecnologie innovative.
  Un'azione specifica riguarda inoltre il processo di phase-out dal carbone per la produzione di energia elettrica al 2025 che, ovviamente, non esaurisce il processo di decarbonizzazione, anche se ne rappresenta un importante capitolo.
  Le possibili modalità di attuazione del phase out sono illustrate chiaramente nella sezione specifica (Capitolo 6) della versione della SEN 2017 revisionata in esito alla consultazione pubblica che ha, peraltro, ampiamente condiviso questa specifica proposta.
   Il testo della Strategia è stato approvato con decreto dei Ministri Calenda e Galletti in data 10 novembre 2017 ed è ora disponibile sui siti web istituzionali dei citati Ministeri, sia nella versione integrale che in quella sintetica.
  La premessa fondamentale, ribadita dai Ministri anche in occasione della presentazione della SEN alle Commissioni Parlamentari, è che l'impegno a cessare l'uso del carbone nella generazione elettrica non possa prescindere dalla realizzazione delle opere di rete o di generazione sostitutiva, valutate indispensabili per ragioni di sicurezza.
  In tal senso è precisato, peraltro, che la maggior parte di tali opere si renderebbe comunque necessaria anche per sostenere la forte crescita delle energie rinnovabili che, nel settore elettrico, sono destinate ad arrivare al 55 per cento nel 2030.
  La SEN prevede, quindi, che si apra un confronto su questi aspetti con Regioni e Autonomie locali; in esito al confronto, sarà proposta l'adozione di un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e d'intesa con la Conferenza Unificata, identifichi le necessità minime di realizzazione o di ampliamento di impianti e infrastrutture al fine di conseguire gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti, incluso il phase out.
  Per altri aspetti, la SEN evidenzia varie leve adottabili, alla luce del dibattito ancora in corso in ambito comunitario. In questo quadro, sarà favorita la possibile riconversione dei siti attualmente interessati dalla produzione a carbone in poli innovativi di produzione energetica, consolidando così i livelli occupazionali.
  Naturalmente, i Ministeri dello sviluppo e dell'ambiente, insieme alle Regioni, promuoveranno anche un confronto con gli operatori interessati e con i sindacati per delineare le modalità e i tempi per la possibile riconversione dei siti e le garanzie di riqualificazione e ricollocazione del personale.
  A riguardo del quesito relativo all'ILVA, preliminarmente evidenzio che quest'ultima, come noto, in quanto società esercente uno stabilimento di interesse strategico nazionale, è stata oggetto di una speciale disciplina (ai sensi degli articoli 1 e 2 del d.l. 61/2013 convertito con modificazioni dalla L. 3 agosto 2013, n. 89) che ne ha disposto il Commissariamento, prevedendo la prosecuzione dell'attività produttiva funzionale alla conservazione della continuità aziendale ed alla destinazione prioritaria delle risorse aziendali alla copertura dei costi necessari, nonché la predisposizione di un piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria, disciplinante le azioni ed i tempi necessari per garantire il rispetto delle prescrizioni di legge e dell'AIA.
  Tale piano è stato adottato con DPCM del 14 marzo 2014.
  Considerato il complessivo quadro di riferimento, la ricollocazione sul mercato del complesso industriale ILVA è stato strutturato secondo un procedimento complesso che fosse idoneo a coniugare e garantirne la compatibilità, con le regole europee, con l'esigenza di realizzazione di un piano di misure ambientali e, infine, con le finalità della amministrazione straordinaria, cui la stessa è stata sottoposta all'inizio del 2015.
  Al riguardo, è importante sottolineare l'inquadramento giuridico dell'operazione di vendita concernente l'ILVA, in quanto società privata, in condizione di insolvenza e soggetta ad una procedura concorsuale:
   il procedimento di gara per il trasferimento dei complessi aziendali del Gruppo Ilva in amministrazione straordinaria, è stato avviato nel corso del 2016 e si inserisce nell'ambito di una procedura concorsuale conservativa, quale l'amministrazione straordinaria, che prevede come soluzioni per uno sbocco della procedura o l'adozione di un programma di ristrutturazione economica e finanziaria, che consenta la definizione della situazione debitoria, ovvero la ricollocazione sul mercato dell'azienda in funzionamento e la distribuzione del realizzo ai creditori;
   il relativo procedimento è stato, pertanto, improntato nel rispetto delle norme sulla concorrenza, secondo una procedura «di mercato», pubblica, trasparente e non discriminatoria, formulata secondo uno schema che impone unicamente i vincoli derivanti dalla normativa nazionale ed europea.

  In tale quadro, il Governo, al fine di assicurare massima centralità al tema della tutela ambientale nell'ambito della procedura di gara, ha previsto – con il decreto-legge 98/2016 – di anticipare, rispetto all'aggiudicazione, la valutazione delle proposte di modifica presentate dagli offerenti sul Piano ambientale di cui al DPCM 14.03.14.
  Nello specifico, le offerte modificative o integrative del suddetto Piano ambientale sono state sottoposte all'istruttoria del Comitato di esperti, all'uopo nominato dal Ministero dell'ambiente, ed al parere di quest'ultimo, sentito anche il Ministero dello sviluppo economico.
  Sono state pertanto presentate le offerte vincolanti e definitive dei partecipanti alla gara corredate dei relativi piani ambientali redatti sulla base ed in conformità a tale parere.
  Ne consegue che, ancor prima della aggiudicazione, le proposte dei partecipanti alla gara sono state sottoposte ad una approfondita fase di verifica sotto il profilo della tutela ambientale.
  All'esito della gara, la Società AM InvestCo Italy è stata individuata, sulla base dei criteri di legge (corrispettivo offerto e piano industriale e ambientale), quale miglior offerente, e dunque aggiudicataria dei complessi aziendali del Gruppo Ilva. Il relativo piano ambientale è stato adottato con DPCM del 29 settembre 2017.
  Quanto sopra premesso, segnalo che, nell'ambito del decreto di aggiudicazione in data 5 giugno 2017, il Ministro dello sviluppo economico ha richiesto ai Commissari straordinari di perseguire, nell'ambito della negoziazione in esclusiva con l'aggiudicatario, tra l'altro, anche un’«adeguata finalizzazione dell'impegno offerto da AM ad individuare e perseguire le soluzioni tecnologiche più sostenibili ed efficienti e con il minor impatto ambientale, anche valutando l'impiego della tecnologia DRI e le condizioni della sua sostenibilità economica».
  La società AM si è, infatti, impegnata contrattualmente a «continuare a valutare l'utilizzo della tecnologia DRI e dell'implementazione di tale tecnologia presso l'impianto di Taranto allorquando tale tecnologia si dimostri tecnicamente preferibile rispetto alla tecnologia attualmente in uso presso il medesimo impianto anche a fini ambientali ed a condizione che si verifichino le condizioni di sostenibilità economica, coerenti con il Piano industriale».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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