ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/12342

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 862 del 02/10/2017
Firmatari
Primo firmatario: IANNUZZI CRISTIAN
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 02/10/2017


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 02/10/2017
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 02/10/2017
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 11/10/2017
Stato iter:
15/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/11/2017
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 15/11/2017
Resoconto IANNUZZI CRISTIAN MISTO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 02/10/2017

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 11/10/2017

DISCUSSIONE IL 15/11/2017

SVOLTO IL 15/11/2017

CONCLUSO IL 15/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12342
presentato da
IANNUZZI Cristian
testo di
Lunedì 2 ottobre 2017, seduta n. 862

   CRISTIAN IANNUZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   il 1º ottobre 2017 in Spagna si è svolto un referendum per votare sull'indipendenza della Catalogna: è stato promosso dalla Generalitat de Catalunya indetto da una legge del Parlamento della Catalogna, secondo cui il voto dovrebbe avere natura vincolante, ma è invece stato contrastato dal Governo spagnolo, secondo cui la Costituzione della Spagna non consentirebbe di votare sull'indipendenza di alcuna regione spagnola, e la consultazione sarebbe quindi illegale in quanto radicalmente incostituzionale;

   la giornata è stata segnata da scontri, violenze e dall'intervento costante e diffuso della polizia nazionale per impedire lo svolgimento della consultazione, sgomberare i seggi e sequestrare le urne;

   la policia nacional e la guardia civil sono intervenute per fermare il voto per l'indipendenza e sequestrare le urne: tafferugli, cariche e persino spari con proiettili di gomma. La folla è stata spostata con la forza e la sindaca di Barcellona riferisce di più di 761 feriti. Le autorità catalane parlano di «repressione franchista»;

   sui social network girano numerosi filmati che mostrano come la polizia spagnola ha usato proiettili di gomma contro le persone che protestavano a causa dell'intervento degli agenti contro le operazioni di voto in Catalogna;

   il prefetto Enric Millo, ha giustificato l'intervento della polizia spagnola nei seggi perché, ha affermato, quella catalana – i Mossos – «ha anteposto criteri politici a quelli professionali». «Siamo stati costretti a fare quello che non volevamo fare» ha detto. Le pattuglie dei Mossos, la polizia di Barcellona, si sono limitate solamente alla verifica senza chiudere i seggi, né sequestrare le urne. Dopo qualche minuto di controlli, gli agenti avevano lasciato gli edifici tra gli applausi della popolazione. La guardia civil sta identificando gli agenti che per la loro «passività» e per non aver rispettato il mandato del giudice ora rischiano di incorrere nel reato di disobbedienza. Anche i vigili del fuoco, categoria che è dichiarata a favore del referendum, sono stati aggrediti dalla polizia nazionale a calci e colpi di manganello durante le operazioni di sgombero di un seggio;

   occorrerebbe che le autorità spagnole spiegassero la violenza ingiustificata e ingiustificabile contro la popolazione indifesa – tra cui anziani e bambini – che ha opposto resistenza passiva –:

   quali iniziative intenda promuovere, per quanto di competenza, in sede europea e internazionale, per far cessare tale spirale di violenza e favorire il processo democratico in Spagna, a partire dal rispetto dei diritti umani e della libertà di pensiero;

   se il Governo intenda assumere iniziative di competenza per sostenere l'avvio di un dialogo interno alla Spagna che consenta al popolo catalano di pronunciarsi legalmente sul proprio futuro.
(5-12342)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 15 novembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-12342

  Il Governo segue con grande attenzione l'evolversi della situazione in Spagna in relazione alla vicenda catalana, in particolare dopo il voto del 1o ottobre scorso, che aveva reso evidente la grave frattura sociale e politica creatasi all'interno di uno dei principali Paesi dell'Unione Europea.
  Da allora è proseguita, fortunatamente senza gravi episodi di violenza, l’escalation sfociata nella dichiarazione di indipendenza del Parlament catalano e la successiva applicazione dell'articolo 155 della Costituzione spagnola, o cosiddetto «commissariamento» della Catalogna. Il 27 ottobre scorso, il Governo spagnolo ha infatti proceduto a: sospendere dalle funzioni il Presidente del Governo catalano e i Ministri, poi incriminati per reati di ribellione, sedizione e malversazione di fondi pubblici; limitare le funzioni del Parlament catalano; indire il voto regionale anticipato al 21 dicembre prossimo. Il Governo Rajoy ha quindi mantenuto la tesi di fondo della totale illegittimità costituzionale della dichiarazione di indipendenza catalana.
  In relazione a tali eventi, desidero innanzitutto ribadire, come già dichiarato anche dal Ministro Alfano in Aula, che il Governo italiano non intende entrare nel merito di una questione interna spagnola. In varie occasioni abbiamo espresso la nostra convinzione che il Governo spagnolo sarà pienamente in grado di proteggere il legittimo ordine costituzionale e, conseguentemente, assicurare il rispetto dei diritti di tutti i cittadini spagnoli, catalani inclusi.
  Nell'associarci alla posizione assunta dall'Unione europea, non possiamo riconoscere la dichiarazione unilaterale di indipendenza della Catalogna. Al tempo stesso, manteniamo l'auspicio che si possa ripristinare un dialogo inclusivo, nel rispetto della Costituzione spagnola.
  Siamo certi che tutte le forze democratiche in Spagna lavoreranno insieme al fine di garantire il superamento della crisi in Catalogna, salvaguardando l'unità del Paese e rispettando le prerogative di autonomia previste dalla Costituzione spagnola.
  Siamo certi inoltre che le elezioni catalane del 21 dicembre si svolgeranno, com’è abitudine per una democrazia europea matura come quella spagnola, nel rispetto delle garanzie di libertà di espressione e che il processo elettorale sarà inclusivo e regolato in modo trasparente ed equo.
  Permettetemi di concludere ricordando la vicinanza culturale e i solidi rapporti di amicizia che ci legano alla Spagna, Paese con il quale condividiamo un dialogo profondo, che viene da lontano e con il quale siamo uniti da un comune, storia, identità, religione in larga misura condivisa. Se esiste una cosa di cui l'Europa ha veramente bisogno oggi è l'unità, non divisione e frammentazione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sequestro di beni

polizia

diritti umani