ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/12334

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 861 del 29/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: MANZI IRENE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/09/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 29/09/2017
Stato iter:
09/11/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/11/2017
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 09/11/2017
Resoconto MANZI IRENE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 29/09/2017

DISCUSSIONE IL 09/11/2017

SVOLTO IL 09/11/2017

CONCLUSO IL 09/11/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12334
presentato da
MANZI Irene
testo di
Venerdì 29 settembre 2017, seduta n. 861

   MANZI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

   un articolo pubblicato di recente dal Corriere Adriatico ha richiamato l'attenzione sullo stato di conservazione dei beni ecclesiastici, salvati dalle macerie di chiese e monasteri delle Marche, a seguito degli eventi sismici del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre 2016;

   si tratta di quadri, arredi, statue, crocifissi lignei, spesso di grande valore storico-artistico, che sono ancora conservati in imballaggi provvisori e spesso ammassati nei magazzini delle diocesi terremotate, lì dove furono posti in salvo, anche a rischio della propria vita, dal personale specializzato delle forze dell'ordine e del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo o anche da volontari;

   tali luoghi, spesso con problemi di aerazione, non mettono chiaramente al riparo i beni in questione da umidità e tarli, con il rischio di comprometterne lo stato;

   sempre secondo quanto riportato nell'articolo, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo era già reso disponibile ad individuare luoghi di conservazione più adatti alla messa in sicurezza e alla conservazione dei beni ecclesiastici, sul modello seguito per le opere d'arte ricoverate nei magazzini della Mole Vanvitelliana di Ancona, ma ancora nulla è stato fatto –:

   se quanto sopra esposto corrisponda al vero e, in caso affermativo, se il Ministro interrogato ritenga opportuno assumere iniziative, per quanto di competenza, per individuare aree e metodi di messa in sicurezza e di conservazione delle opere ecclesiastiche, salvate dal terremoto, in virtù del grande valore non solo religioso, ma anche storico-artistico che le stesse rivestono, non solo nelle Marche, ma per l'intero Paese.
(5-12334)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 novembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-12334

  L'Onorevole Manzi richiede a questo Ministero notizie sullo stato di conservazione dei beni ecclesiastici salvati dalle macerie di chiese e monasteri delle Marche all'indomani del sisma.
  Vorrei precisare, a tale proposito, che l'attività di messa in sicurezza del patrimonio culturale mobile, oltre alla messa in sicurezza in situ con coperture provvisionali o appositi presidi atti a preservare i beni da agenti esterni dannosi, è stata attuata anche con la rimozione e il collocamento dei beni in depositi temporanei.
  La necessaria messa in sicurezza delle opere recuperate dal sisma, con modalità analoghe a quelle già utilizzate in occasione dei precedenti eventi sismici dell'Aquila e dell'Emilia, è infatti uno dei compiti che la Direttiva del 23 aprile 2015 del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo «Procedure per la gestione delle attività di messa in sicurezza e salvaguardia del patrimonio culturale in caso di emergenze derivanti da calamità naturali» assegna agli Istituti centrali e periferici del Ministero.
  Tale attività è attualmente in corso per l'Umbria nel Deposito di Spoleto, per il Lazio nei depositi di Cittaducale e Rieti e per le Marche nella Mole vanvitelliana di Ancona.
  Nello specifico la gravità dei danni che ha subito il territorio delle Marche, ben si comprende nei numeri sia degli edifici danneggiati che nelle opere mobili recuperate che superano le 10.000 unità.
  Vorrei precisare che il Ministero procede in due direzioni procedendo al recupero e al restauro del beni danneggiati (che in questo sisma sono stati circa 1.000) ma anche alla messa in sicurezza di quei beni che, pur non essendo stati fisicamente deteriorati, sono tuttavia presenti in edifici danneggiati o rimasti isolati o aperti e quindi a rischio di trafugamento (circa 9.000).
  È proprio la quantità delle opere ad aver impedito la possibilità di concentrare tutti i beni recuperati (danneggiati o meno) presso i depositi gestiti direttamente dal Ministero. A quei beni ai quali doveva essere garantita la sicurezza si è comunque assicurato il ricovero.
  In attuazione quindi di quanto previsto al punto 2.1 della Direttiva sopra citata e ai sensi dell'articolo 6 comma 5 del decreto del Presidente della Repubblica 4 febbraio 2005, n. 78 «Esecuzione dell'intesa tra il Ministro per i beni e le attività culturali ed il Presidente della Conferenza episcopale italiana, firmata il 26 gennaio 2005, relativa alla tutela dei beni culturali di interesse religioso appartenenti a enti e istituzioni ecclesiastiche.» e dell'articolo 4 del protocollo attuativo del 4 dicembre 2014, e in considerazione delle condizioni di urgenza dettate dalla situazione emergenziale, molte Diocesi hanno «attivato» una serie di depositi in cui ricoverare i propri beni.
  Non tutti i luoghi individuati effettivamente hanno i requisiti necessari e in ogni caso l'enorme quantità di beni in essi riversati, non sempre permette una corretta conservazione sia pure temporanea del patrimonio.
  Pertanto quanto sopra evidenziato ha determinato il problema di garantire condizioni idonee anche a tutte le opere collocate in depositi non MiBACT.
  Il Segretario generale del MiBACT ha pertanto disposto che, per le Marche, l'Istituto Superiore di Conservazione e Restauro assumesse il compito di partecipare alla sistemazione anche dei depositi individuati dalle diocesi e dagli enti locali in accordo con la Soprintendenza territoriale competente.
  A tale scopo l'Istituto Superiore di Conservazione e Restauro, in stretta sinergia con gli uffici periferici del MiBACT, sta provvedendo, in tali depositi, alla progettazione e sistemazione di idonee infrastrutture (box e scaffalature) e alla ordinata ricollocazione dei beni, secondo criteri che garantiscano la corretta conservazione del patrimonio recuperato.
  Nei depositi marchigiani sono attualmente coinvolte non soltanto professionalità esperte nei ruoli dell'Istituto ma anche restauratori neodiplomati e allievi, con il compito di curare una prima ricollocazione delle opere, l'avviamento delle attività di pronto intervento e la messa in sicurezza delle stesse.
  L'attenzione e la professionalità dei funzionari addetti alle operazione offrono a noi la certezza che si sta facendo bene, Onorevole Manzi, mi permetta quindi rassicurarla a mia volta assicurandole che il presidio della Soprintendenza speciale per le aree colpite dal sisma è attento e competente.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

opera d'arte

istituzione religiosa

sisma