ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/12282

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 859 del 27/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 27/09/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 27/09/2017
MAESTRI ANDREA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 27/09/2017
PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 27/09/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 27/09/2017
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 27/09/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12282
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Mercoledì 27 settembre 2017, seduta n. 859

   BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI e PASTORINO. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da un articolo apparso su La Stampa il 23 settembre 2017, relativo al Ministero della salute, si apprende che un dossier riservato svelerebbe che il bilancio della sanità ha un deficit di circa 1,5 miliardi di euro;

   il bilancio, parrebbe ripianato grazie all'aumento delle tasse e al taglio di servizi, personale e macchinari e quindi in attivo per 312 milioni di euro;

   la Corte dei conti solo tre mesi fa, annunciava che le asl e gli ospedali, dopo anni di crisi e di spending review, finalmente potevano contare su un bilancio positivo;

   dunque, secondo il dossier, asl e ospedali sono passati da una perdita di 5,7 miliardi di euro a un attivo di quasi 400 milioni di euro;

   ciò però non sarebbe dovuto alla corretta e opportuna «lotta agli sprechi», bensì al contestuale aumento del 59 per cento delle addizionali regionali sull'Irpef con un incremento di costi di 158 euro a persona;

   tuttavia, dal dossier ministeriale parrebbe che nelle sole aziende ospedaliere pubbliche c'è una perdita da un miliardo e mezzo di euro, ripartito tra quarantadue strutture, mentre altre nove avrebbero i conteggi in ordine pur non potendo garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea) e che le perdite sono state quantificate valutando le entrate e il valore delle prestazioni sanitarie;

   la regione Campania ha un passivo di oltre 350 milioni di euro, 102 dei quali del solo Cardarelli di Napoli, seguita dal Lazio, con 257 milioni, e dalla Sicilia, con 231 milioni di euro;

   si deduce dunque che le tre suindicate regioni generano più della metà del deficit ospedaliero nazionale;

   la mancanza di personale rende difficoltoso il corretto rapporto tra il personale medico e infermieristico e i pazienti, poiché il personale è sottoposto a turni interminabili, peggiorando di conseguenza la qualità del lavoro del personale medesimo e la qualità delle prestazioni ai cittadini;

   infatti, dal 2010 al 2016 la spesa per il personale dipendente si è ridotta di 2,3 miliardi di euro e, rispetto al 2009, a fine 2015 erano impiegate nelle sanità quaranta mila persone in meno;

   i tagli lineari messi in atto dal Ministero della salute hanno comportato, secondo gli interroganti, un progressivo peggioramento del diritto alla salute dei cittadini –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto descritto in premessa e pubblicato su La Stampa;

   se trovi conferma l'esistenza del dossier riservato di cui in premessa e, in caso affermativo, perché non sia mai stato divulgato;

   considerato che, ove quanto scritto nel dossier e affermato dall'articolo corrispondesse al vero, si tratterebbe di una situazione gravissima, quali siano i motivi che hanno portato a non far emergere i dati negativi in cui versano economicamente le strutture ospedaliere e sanitarie presenti nel Paese;

   se non ritenga di assumere iniziative per evitare «tagli» sul capitale umano, sia in termini quantitativi sia qualitativi, a discapito dei pazienti;

   se corrisponda al vero che nei bilanci ospedalieri si nascondano contributi regionali, come quelli sulle funzioni non tariffabili che in molti casi non corrispondono al valore delle prestazioni erogate;

   se corrisponda al vero che le tariffe per ricoveri e interventi chirurgici varino fortemente da una regione all'altra;

   se la norma inserita nella legge di stabilità del 2016 che obbligava i manager degli ospedali con un deficit superiore al 7 per cento del bilancio a predisporre piani di rientro triennali – pena la perdita del ruolo di direttore generale – abbia concretamente portato a un abbattimento dei costi sanitari superflui, oppure, come ritengono gli interroganti, sia stata una norma che abbia comportato solo riduzioni di servizi e un peggioramento dei livelli essenziali di assistenza.
(5-12282)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aiuto regionale

penuria di manodopera

bilancio