Legislatura: 17Seduta di annuncio: 855 del 21/09/2017
Primo firmatario: MAESTRI ANDREA
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 21/09/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CIVATI GIUSEPPE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 21/09/2017 BRIGNONE BEATRICE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 21/09/2017 PASTORINO LUCA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 21/09/2017
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 21/09/2017
MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/09/2017
SOLLECITO IL 08/11/2017
ANDREA MAESTRI, CIVATI, BRIGNONE e PASTORINO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
l'8 settembre 2017 il Comitato per la prevenzione della tortura, l'organismo del Consiglio d'Europa che monitora gli abusi commessi dalle autorità di polizia e negli istituti penitenziari verso i cittadini di vari Paesi, ha pubblicato un rapporto di 70 pagine diretto all'Italia sulla situazione delle carceri italiane;
dopo la condanna del 2013 della Corte europea dei diritti umani di Strasburgo per trattamento inumano e degradante di sette carcerati detenuti nel carcere di Busto Arsizio e in quello di Piacenza, e l'invito della Corte a porre rimedio immediatamente al sovraffollamento carcerario, in seguito alle ispezioni compiute nell'aprile del 2016, il nostro Paese è stato nuovamente sollecitato ad affrontare in modo risolutivo la questione, dato che molti istituti di pena operano ancora al di sopra delle proprie capacità;
nonostante l'Italia fosse riuscita nel 2015 a ridurre il numero dei reclusi di 11.000 unità e aumentato la capacità delle carceri di 2.500 posti, dall'inizio del 2016, la popolazione carceraria ha ripreso a crescere – da 52.164 nel 2015 a 56.181 persone detenute al 26 marzo 2017 – con un aumento in particolare dei cittadini stranieri. Persiste pertanto la condizione di sovraffollamento, con il 16 per cento dei detenuti che hanno a disposizione meno di 4 metri quadri a testa, quando dovrebbero essere invece sei metri per due nelle celle singole e 4 metri per due nelle celle condivise con altri detenuti;
distante a questi rilievi, il Governo ha spiegato di essersi già attivato per adottare misure al riguardo come quella di trasferire i detenuti stranieri per scontare il residuo della pena nei loro Paesi d'origine, e di ricorrere con maggiore frequenza alle misure alternative alla detenzione;
a tale riguardo, gli interroganti rilevano gli impegni presi dal Governo in data 23 febbraio 2017, nella seduta n. 747, in sede di discussione delle mozioni «concernenti iniziative volte ad agevolare il trasferimento di detenuti stranieri nei Paesi d'origine»;
in particolare si fa riferimento all'impegno accolto della mozione 1-01517, presentata dal primo firmatario del presente atto che stabiliva di «assumere iniziative per dare seguito a quanto emerso dal documento finale degli Stati generali sull'esecuzione penale riguardo alla popolazione carceraria straniera, rimuovendo quegli ostacoli che impediscono alla stessa pari diritti di accesso al reinserimento sociale». Da allora sono trascorsi 6 mesi e, dalla risposta che il Governo ha dato al Comitato per la prevenzione della tortura, si evince che lo stesso non si sia ancora attivato con misure adeguate a favore dei detenuti stranieri;
per le motivazioni precedentemente addotte il Comitato per la prevenzione della tortura ritiene che la legge italiana n. 110 del 14 luglio 2017 sul reato di tortura sia inadeguata, perché non rispetta i precetti della Convenzione Onu contro la tortura del 1984 e, così com'è, «non affronta adeguatamente le questioni sollevate dalla Corte europea dei Diritti dell'Uomo» nelle sentenze sui fatti del G8 di Genova –:
come il Governo intenda far fronte, in tempi brevi, alle criticità del sistema penitenziario italiano, promuovendo misure efficaci ed efficienti, nel pieno rispetto di quanto stabilito dall'articolo 10 della Costituzione e dall'articolo 3 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e delle norme internazionali in materia;
se non ritenga urgente e opportuno assumere iniziative volte a prevedere una modifica alla legge sul reato di tortura recentemente varata, colmando così l'inadeguatezza rilevata dal Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d'Europa.
(5-12249)
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):detenuto
trattamento crudele e degradante
trasferimento di detenuti