ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/12179

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 850 del 14/09/2017
Firmatari
Primo firmatario: SIBILIA CARLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/09/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 14/09/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 14/09/2017
Stato iter:
28/09/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/09/2017
Resoconto CASERO LUIGI ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 28/09/2017
Resoconto BERNARDO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO
 
REPLICA 28/09/2017
Resoconto D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/09/2017

DISCUSSIONE IL 28/09/2017

SVOLTO IL 28/09/2017

CONCLUSO IL 28/09/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-12179
presentato da
SIBILIA Carlo
testo di
Giovedì 14 settembre 2017, seduta n. 850

   SIBILIA e D'INCÀ. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   dalle intercettazioni acquisite dalla Procura di Roma, diffuse di recente dal «Corriere delle Alpi», si apprende che l'avvocato Massimo Malvestio abbia disquisito con Massimo Lembo, dirigente di Veneto Banca, di un'operazione finanziaria da 400 milioni di euro posta in essere dalla Banca popolare di Vicenza che finanziava la società «Optimum» di diritto lussemburghese affinché sottoscrivesse azioni della medesima banca, intestando formalmente le stesse a fondi amministrati da una consociata nell'isola di Malta; per le connesse violazioni normative intervengono la Banca centrale europea e la Consob e si apprende che le autorità maltesi hanno revocato la «licenza ad operare» alla società che gestisce i fondi Optimum; l'avvocato Malvestio dichiara altresì che la stessa operazione è stata proposta anche a Veneto Banca e che gli è stato asserito che l'operazione avrebbe «l'appoggio della Vigilanza»; infine lo stesso Malvestio dichiara che il rifiuto di Veneto Banca a porre in essere l'operazione descritta «(...) sia stato all'origine dei guai con il dottor Barbagallo»;

   quanto dichiarato dall'avvocato Malvestio — qualora dovesse essere confermato, ivi compreso il riferimento al dottor Barbagallo, Capo del Dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d'Italia – rappresenta ad avviso degli interroganti non solo una grave violazione delle disposizioni normative di settore, ma altresì una non corretta gestione dei compiti di vigilanza attribuiti alla Banca d'Italia da parte dei propri esponenti, con gravi conseguenze sulla stabilità e sull'efficienza del sistema bancario e finanziario –:

   nel caso in cui il Capo del Dipartimento di vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d'Italia dottor Carmelo Barbagallo non abbia esercitato correttamente le proprie competenze in termini di vigilanza in merito alla descritta operazione finanziaria di 400 milioni di euro posta in essere da Banca popolare di Vicenza e qualora dovesse essere confermata l'eventuale interferenza del medesimo – così come dichiarato dall'avvocato Malvestio – nei confronti di Veneto Banca, determinandone l'instabilità economica-finanziaria, se non si intendano avviare le procedure per la revoca del Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ai sensi del comma 8 dell'articolo 19 della legge n. 262 del 2005.
(5-12179)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 28 settembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-12179

  L'interrogazione in esame fa riferimento a vicende apprese dalle intercettazioni acquisite dalla Procura di Roma relative ad un'operazione finanziaria da 400 milioni di euro posta in essere dalla Banca Popolare di Vicenza per finanziare la società «Optimum» di diritto lussemburghese, affinché sottoscrivesse azioni della medesima banca, intestando formalmente le stesse a fondi amministrati da una consociata nell'isola di Malta.
  Al riguardo si chiede «se non si intendano avviare le procedure per la revoca del Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, ai sensi del comma 8 dell'articolo 19 della legge n. 262 del 2005» nel caso in cui venga accertato che il Capo del Dipartimento di Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d'Italia dottor C. Barbagallo non abbia esercitato correttamente le proprie competenze in termini di vigilanza in merito alla descritta operazione e qualora dovesse essere confermata l'eventuale interferenza del medesimo nei confronti di Veneto Banca per proporre a quest'ultima la stessa operazione.
  La Banca d'Italia, sentita sulla questione, ha precisato, preliminarmente, che l'operazione di investimento nei fondi gestiti dalla Optimum SGR, posta in essere dalla Banca Popolare di Vicenza, il cui ammontare, peraltro, è pari a 250 milioni, è stata esaminata nel corso di accertamenti ispettivi condotti presso la stessa Banca Popolare di Vicenza e, inoltre, è stata oggetto di informativa al mercato da parte della banca nella documentazione di bilancio relativa agli ultimi esercizi.
  Al riguardo anche la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa ha fornito informazioni relative alla descritta operazione finanziaria tra Banca Popolare di Vicenza e la società Optimum, come riportato nel Prospetto Informativo per l'aumento di capitale e l'ammissione alla negoziazione delle azioni sul segmento MTA di Borsa Italiana, pubblicato in data 21 aprile 2016.
  Come indicato nel citato Prospetto, nel corso degli accertamenti ispettivi che la BCE ha svolto su Banca Popolare di Vicenza, unitamente a un team di ispettori di Banca d'Italia, dal 26 febbraio 2015 al 3 luglio 2015, sono emersi profili di anomalia relativi agli investimenti della Banca nei Fondi Lussemburghesi Athena e Optimum.
  La Consob ritiene utile riportare uno stralcio del citato paragrafo del Prospetto, nel quale la Banca ha riportato il contenuto del rilievo formalizzato dalla BCE nel rapporto ispettivo in merito ai suddetti investimenti:
  RILIEVO N. 11
   Gli investimenti di 350 milioni di euro in 3 Fondi (Optimum Evolution Multi Strategy I e II, Athena Capital Balanced Fund) sono stati realizzati in modo imprudente e poco chiaro. Il Consiglio di Amministrazione ha stabilito delle linee guida sulle politiche d'investimento molto ampie che ha rivisto solo due volte limitandosi ad accettare i livelli di rischio insiti negli asset presenti nei fondi; tali livelli di rischio erano ben al di sopra di quelli inizialmente previsti e non completamente coerenti con quelli del restante portafoglio. In aggiunta, il Consiglio di Amministrazione non ha chiesto una reportistica specifica per valutare la coerenza tra gli asset sottostanti i fondi e gli obiettivi di investimento definiti, in questo modo non si è reso conto che tali investimenti non erano stati intrapresi con l'obiettivo di generare una stabilità nei ritorni, come affermato dallo stesso Consiglio di Amministrazione. In ultimo, il Consiglio di Amministrazione non ha richiesto un miglioramento della reportistica, nonostante l'incremento dell'ammontare e del profilo di rischio dei Fondi, così come la comunicazione dell'ammontare di azioni Banca Popolare di Vicenza detenute dai Fondi (più di 50 milioni di euro).
  La decisione di investire nei fondi, attribuibile essenzialmente ad alcuni esponenti del management Gruppo, non era stata supportata da analisi documentate e strutturate e dalla valutazione dei relativi gestori o da precise linee guida circa le politiche d'investimento, i relativi profili di rischio/redditività e clausole di recesso. Il Comitato Investimenti, definito dal Regolamento del Fondo «Optimum», dove Banca Popolare di Vicenza ha il diritto di nominare due dei tre componenti, non è mai stato attivato; di conseguenza, Banca Popolare di Vicenza ha deciso di non consolidare tali fondi nella propria informativa economico-finanziaria. L'impegno del top management nell'ottenere adeguate informazioni circa gli asset sottostanti, al fine di comprendere i rischi e la correttezza delle valutazioni, non è stato coerente con la posizione di Banca Popolare di Vicenza la quale deteneva la quasi totalità delle quote.
  Solo durante l'ispezione, la Banca è stata capace di raccogliere tutte le informazioni rilevanti relative agli asset sottostanti i suoi investimenti. Con questa finalità, l’Internal Audit ha intrapreso una analisi, che ha coinvolto anche il Risk Management e la Divisione Crediti, al fine di valutare la componente finanziaria e creditizia degli asset sottostanti.
  I risultati sono i seguenti:
   le norme interne, le policies e le procedure sono state aggirate tramite questi veicoli;
   attraverso una valutazione effettuata internamente, le sopracitate funzioni hanno evidenziato una svalutazione di 103,2 milioni di euro (circa il 29,5 per cento del valore contabile);
   i fondi sono stati utilizzati per acquistare azioni Banca Popolare di Vicenza dal Fondo Acquisto Azioni Proprie;
   c’è stato un significativo incremento dell'esposizione della Banca verso un limitato numero di importanti gruppi di clienti collegati con un basso merito di credito, mediante strumenti di capitale e di debito;
   c’è stato un significativo incremento del rischio reputazionale a causa di relazioni opache tra il top management di Banca Popolare di Vicenza e i gestori dei fondi e gli emittenti gli strumenti sottoscritti dai fondi stessi; e
   c’è ancora un rischio effettivo di ulteriori perdite connesse con il processo di rimborso dei fondi: ciò è dovuto principalmente a peculiari vincoli legali nei regolamenti dei fondi (ad esempio, penalità, clausole di blocco).

  RACCOMANDAZIONE N. 11

  Si richiede all'Emittente di definire ed implementare adeguati processi e procedure organizzative riguardanti gli investimenti in strumenti finanziari. In particolare:
   chiara allocazione dei ruoli e responsabilità;
   descrizione dei processi di approvazione;
   caratteristiche del reporting;
   procedure di escalation;
   effettiva separazione di ruoli e responsabilità nell'ambito dei soggetti coinvolti nel processo di investimento in strumenti finanziari.

  Si richiede all'Emittente di effettuare una valutazione indipendente delle posizioni nei fondi di investimento Lussemburghesi.
  Per effetto di tali rilievi e raccomandazioni, a partire da luglio 2015 l'Emittente ha intrapreso una ampia revisione del proprio sistema di Risk Management, in particolare con riferimento al rischio di mercato. La revisione si è basata in particolare sulle risultanze dell'ispezione che sono state presentate dalla BCE durante il meeting finale il 1o luglio 2015. Elementi fondanti di questo processo di rinnovamento sono:
   nomina del nuovo responsabile della Divisione Finanza;
   nomina del nuovo responsabile della Direzione Risk Management;
   revisione del Risk Appetite Framework (approvato dal Consiglio di Amministrazione il 22 dicembre 2015); e
   revisione dell'organizzazione della Divisione Finanza (approvato dal Consigliere Delegato il 18 febbraio 2016).

  Il Risk Management ha aggiornato il valore delle esposizioni in fondi Lussemburghesi e le relative risultanze sono state incluse già nell'ambito della relazione semestrale del 2015 e successivamente nel bilancio al 31 dicembre 2015. Le metodologie utilizzate per la valutazione sono state riviste e validate da una società indipendente».
  Nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2015 della Banca gli investimenti nei Fondi Lussemburghesi Athena e Optimum sono stati iscritti sulla base dei valori di presumibile realizzo dei singoli asset sottostanti, in luogo della valorizzazione al NAV comunicato dalla società di gestione, contabilizzando rettifiche di valore per complessivi 142,3 milioni di Euro.
  Inoltre, si rappresenta che l'Assemblea degli azionisti di Banca Popolare di Vicenza in data 13 dicembre 2016 ha deliberato di promuovere l'azione di responsabilità nei confronti di ex amministratori, ex componenti della Direzione generale ed ex sindaci, sulla base di alcune fattispecie censurabili che comprendono anche le vicende relative agli investimenti nei Fondi Optimum. Come riportato nella Relazione Illustrativa degli Amministratori per l'Assemblea ordinaria degli azionisti del 13 dicembre 2016: «Una prima fattispecie censurabile riscontrata riguarda gli investimenti effettuati tra il 2012 e il 2013 da BPVi e dalla controllata BPVi Finance nei fondi «Optimun Evolution Multi Strategy I-II» e «Athena Capital Balanced Fund» (nel seguito, i «Fondi Athena e Optimum»), per un importo complessivo di circa 350 milioni di euro.
  L'analisi ha messo in luce l'elevato grado di imprudenza e opacità che ha caratterizzato l'utilizzo di così ingenti risorse economiche della Banca.
  In particolare, è stato rilevato che la decisione di effettuare tali investimenti è stata assunta in assenza di adeguata istruttoria e senza che il consiglio di amministrazione in carica all'epoca, che pure, negli anni, nonostante i flussi informativi si fossero limitati alla comunicazione del solo nozionale degli investimenti sottoscritti, aveva incrementato la consistenza e il profilo di rischio dei fondi, avesse mai richiesto verifiche di sorta.
  Inoltre, le operazioni effettuate non risultano coerenti con i livelli di rischio previsti nelle linee guida sugli investimenti approvate dal consiglio di amministrazione, atteso che, come emerso dagli accertamenti svolti dalle funzioni interne della Banca, i Fondi Athena e Optimum erano stati impiegati:
   i) per finanziare, attraverso la sottoscrizione di strumenti finanziari di debito (cosiddetto «private placement») di nuova emissione, società caratterizzate da basso merito creditizio e appartenenti a gruppi già pesantemente esposti con la Banca;
   ii) per acquistare ingenti partecipazioni in altrettante società appartenenti agli stessi gruppi indebitati con la Banca, nonché iii) per acquistare azioni BPVi.

  Alla luce delle verifiche effettuate, pertanto, è stata riscontrata la sussistenza di profili specifici di responsabilità imputabili, oltre che ai manager che hanno direttamente condotto e gestito gli investimenti, anche a componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale in carica all'epoca dei fatti.
  Quanto al danno, l'utilizzo del plafond stanziato dal consiglio di amministrazione ha cagionato un evidente pregiudizio alla Banca.
  Al riguardo, avuta conoscenza della composizione degli asset sottostanti i predetti fondi, le competenti funzioni aziendali della Banca hanno provveduto alla disamina delle posizioni detenute nei fondi in oggetto, dalla quale è emerso che gli investimenti nei tre fondi, alla data del 30 giugno 2015, avevano determinato per il Gruppo una perdita di 103,2 milioni di euro rispetto al valore dell'investimento iniziale.
  Alla luce di ciò, sono state avviate delle trattative, alcune delle quali sono ancora in corso, con i gestori dei fondi, volte a trovare soluzioni per rientrare o, quanto meno, limitare l'ingente perdita.
  In particolare, con riferimento al Fondo «Athena Balanced Fund», all'inizio del 2016 è stato sottoscritto un accordo transattivo, in forza del quale la Banca (che già aveva ricevuto un parziale rimborso di 30 milioni di euro dal fondo) ha ottenuto la restituzione, a fronte del totale disinvestimento, di ulteriori Euro 34 milioni, oltre ad azioni della Banca stessa detenute dal fondo (n. 258.533 azioni).
  Il pregiudizio economico in capo alla Banca (a titolo di solo «danno emergente»), e limitatamente al Fondo « Athena Balanced Fund», può perciò essere quantificato in circa 33 milioni di euro, rispetto a un investimento iniziale di 100 milioni di euro.
  Al contempo, nelle more delle trattative in corso con il gestore dei fondi «Optimum Multistrategy I e II», l'investimento complessivo iniziale (di BPVi e di BPVi Finance) in tali fondi, pari ad euro 250 milioni, è stato significativamente svalutato (per circa 115 milioni di euro) e iscritto nel bilancio consolidato al 31 dicembre 2015 per un importo pari a circa 135 milioni di Euro (circa 90 milioni di Euro per BPVI Finance e circa 45 milioni di Euro per BPVi). Nel bilancio semestrale consolidato al 30 giugno 2016, l'investimento nei fondi «Optimum Multistrategy I e II» è stato oggetto di ulteriore svalutazione per complessivi 23,6 milioni di Euro (circa 6,2 milioni di Euro per BPVi e circa 17,4 milioni di Euro per BPVI Finance).»

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza e sorveglianza

banca

banca popolare