ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/11981

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 842 del 26/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: ZOGGIA DAVIDE
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 26/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ZACCAGNINI ADRIANO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 26/07/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 26/07/2017
Stato iter:
28/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 28/07/2017
Resoconto ZOGGIA DAVIDE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
 
RISPOSTA GOVERNO 28/07/2017
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 28/07/2017
Resoconto ZOGGIA DAVIDE ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 28/07/2017

SVOLTO IL 28/07/2017

CONCLUSO IL 28/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11981
presentato da
ZOGGIA Davide
testo di
Mercoledì 26 luglio 2017, seduta n. 842

   ZOGGIA e ZACCAGNINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   gli accordi internazionali sul clima finalizzati alla riduzione di emissioni di anidride carbonica, ed in particolare quello di Parigi Cop21, non prevedono disposizioni vincolanti per Stati sottoscrittori;
   tale situazione ha prodotto e continua a produrre uno squilibrio di competitività e concorrenza nel mercato globale tra i produttori di Paesi che hanno adottato misure finalizzate alla riduzione delle emissioni e gli altri Paesi, che rischia di aggravarsi ancora di più a seguito della denuncia formale degli accordi sul clima da parte dell'amministrazione degli Stati Uniti;
   la produzione industriale europea è gravemente penalizzata dal costo energetico e ambientale nei confronti dei competitori internazionali e a dimostrarlo sono le crescenti delocalizzazioni degli impianti e le percentuali dell'importazione di beni prodotti da razioni ormai industrializzate, che sono, di fatto, anche dei «paradisi emissivi»;
   la bilancia commerciale europea, nel decennio 2002-2012, ha più che raddoppiato la propria negatività, importando 2,2 volte quello che importava all'inizio millennio; la Cina ha incrementato le proprie esportazioni del 459 per cento e la Russia del 253 per cento;
   i Paesi industrializzati esportano nei Paesi in via di sviluppo percentuali significative di servizi, cioè attività con un basso impatto di inquinamento e beni prodotti con alti livelli di efficienza energetica e percentuali significative di fonti rinnovabili. Diversamente, importano soprattutto beni fabbricati da opifici non efficienti e che si approvvigionano con vettori energetici fossili: la Cina, ad esempio, produce oltre l'80 per cento della propria elettricità con il carbone;
   tra i Paesi più virtuosi, quindi paradossalmente più colpiti, c’è proprio l'Italia che, con una leadership su efficienza energetica e produzione rinnovabile, vede i propri settori energivori, come acciaio, carta, cantieri navali, vetro e alluminio, perdere costantemente competitività sul mercato mondiale  –:
   se il Governo non ritenga di assumere iniziative per l'individuazione di misure direttamente applicabili a livello nazionale che agiscano come leva di fiscalità ambientale, tramite la modulazione delle aliquote Iva, prevedendo altresì un'imposta agevolata per i prodotti realizzati con metodi finalizzati alla riduzione di emissioni di anidride carbonica e un'imposta maggiorata per i prodotti realizzati con tecniche che non tengono conto degli impegni internazionali sul clima. (5-11981)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 28 luglio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-11981

  Con il question time in esame viene chiesto di valutare l'opportunità di modulare le aliquote IVA allo scopo di agevolare i prodotti realizzati con tecnologie a basse emissioni inquinanti e scoraggiare la produzione con tecnologie ad alte emissioni inquinanti, al fine di garantire un recupero di competitività alle imprese nazionali che si impegnano al rispetto degli accordi internazionali sul clima effettuando investimenti finalizzati all'efficienza energetica e all'utilizzo di fonti rinnovabili.
  Al riguardo, occorre premettere che l'auspicata introduzione di misure fiscali nell'ambito del sistema dell'imposta sul valore aggiunto è subordinata ai vincoli imposti dalla normativa comunitaria.
  In particolare, in base alle disposizioni della Direttiva 2006/112/CE che disciplinano l'applicazione e la misura delle aliquote IVA (cfr. articoli 93 e seguenti), gli Stati membri applicano un'aliquota IVA «normale» e una o due aliquote ridotte.
  L'applicazione di aliquote in misura diversa rispetto a quella ordinaria per determinate cessioni di beni e prestazioni di servizi è ammessa – ai sensi dell'articolo 98 della Direttiva 2006/112/CE – limitatamente alle cessioni di beni ed alle prestazioni di servizi tassativamente elencate nell'allegato III della medesima Direttiva 2006/112/CE.
  Pertanto, come riferisce l'Agenzia delle entrate, la modulazione delle aliquote IVA determinata in base alle tecniche di produzione dei beni e, in particolare, in funzione delle caratteristiche, in termini di impatto ambientale, dei processi produttivi, proposta dagli onorevoli Interroganti, ovvero l'introduzione di un'imposta maggiorata (rectius, aliquota maggiorata) o agevolata (rectius, aliquota ridotta), non è compatibile con la citata normativa comunitaria in materia di imposta sul valore aggiunto.
  Occorre, altresì, rilevare che la politica ambientale, che è una delle priorità del Governo, sia in ambito nazionale che in ambito internazionale, è stata perseguita fino ad oggi con gli strumenti individuati per realizzare l'obiettivo della crescita sostenibile non attraverso la modulazione delle aliquote IVA, che è un'imposta armonizzata a livello europeo, ma nell'introduzione della carbon tax e nella creazione e regolamentazione di mercati per i permessi di emissione negoziabili (in ambito UE lo European Union Emission Trading System).
  Infine, occorre rilevare che gli Uffici dell'Amministrazione finanziaria hanno rappresentato che, allo stato, non è possibile procedere ad una valutazione tecnica circa l'opportunità di adottare le misure suggerite, né è possibile stimarne eventuali effetti quantitativi in termini di gettito, in quanto ciò sarebbe possibile in presenza di una concreta proposta volta ad un intervento nel senso auspicato dagli interroganti; intervento che necessiterebbe, comunque, di un approfondito studio.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lotta contro l'inquinamento

protezione dell'ambiente

esportazione comunitaria