ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/11829

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 832 del 12/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Data firma: 12/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FASSINA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/07/2017
MARCON GIULIO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/07/2017
MAESTRI ANDREA SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/07/2017
PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/07/2017
COSTANTINO CELESTE SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE 12/07/2017


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/07/2017
Stato iter:
13/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/07/2017
Resoconto FASSINA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
 
RISPOSTA GOVERNO 13/07/2017
Resoconto GIRO MARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 13/07/2017
Resoconto FASSINA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' - POSSIBILE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/07/2017

SVOLTO IL 13/07/2017

CONCLUSO IL 13/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11829
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Mercoledì 12 luglio 2017, seduta n. 832

   PALAZZOTTO, FASSINA, MARCON, ANDREA MAESTRI, PAGLIA e COSTANTINO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   122 Paesi membri dell'ONU hanno appena sottoscritto il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari che costituisce impulso giuridico, politico, morale e culturale nella direzione del disarmo nucleare;
   la società civile a livello internazionale è stato l'agente determinante che ha consentito di raggiungere questo obiettivo, prendendo parte attivamente ai negoziati;
   ai negoziati non hanno partecipato 70 Paesi e, tra questi, tutte le potenze nucleari e i Paesi aderenti alla Nato, con l'eccezione dell'Olanda, che però ha espresso l'unico voto contrario;
   il trattato non è detto, tuttavia, che produca risultati concreti. Dal 1970, quando entrò in vigore il Trattato di non proliferazione, gli ordigni nucleari sono passati da 30 mila a 70 mila e negli anni ’80 ci fu una grande corsa al riarmo nucleare;
   Norberto Bobbio, evocando l'inesistenza di un ruolo dell'Onu durante la Guerra Fredda, diede ad un suo libro di saggi sul disarmo il titolo «Il terzo assente»;
   da Bush senior in poi l'Onu è stata messa «fuori gioco», emarginata a favore dell'unilateralismo, della Nato e dell'instabile gioco delle grandi potenze;
   anche il Trattato dell'Onu sul commercio delle armi, entrato in vigore tre anni fa, non ha impedito all'Italia di violare la legge n. 185 del 1990 e di vendere armi all'Arabia Saudita (in guerra in Yemen) e al Qatar (sostenitore del terrorismo);
   l'Italia non ha partecipato ai negoziati, assecondando le decisioni prese dalla Nato;
   in questi decenni, i Governi italiani si sono sempre rifiutati di fornire qualsivoglia informazione sugli ordigni nucleari presenti in Italia. Tutti sanno che ci sono missili nucleari nei depositi di Aviano e di Ghedi, pronti per essere montati sui caccia americani, ma tutti negano;
   a fine luglio 2017 Camera e Senato dovrebbero votare mozioni che chiedono al Governo a non dare la disponibilità ad installare sugli F35 i «mini ordigni» nucleari, detti B61;
   è indispensabile che anche l'Italia sottoscriva, ratifichi e si faccia parte proattiva per il rispetto del Trattato;
   servirebbe quella che Carlo Cassola definì, nel 1983, una vera «rivoluzione disarmista», però concreta, fatta di smantellamento degli arsenali e di riduzione delle spese militari che ammontano nel mondo, ogni anno, a 1.700 miliardi di dollari –:
   se il Governo intenda assumere le iniziative di competenza per sottoscrivere, ratificare e attuare il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari, chiarendo le ragioni per le quali non ha partecipato al negoziato e le azioni che intende intraprendere sul disarmo nucleare. (5-11829)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 luglio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-11829

  La questione del disarmo nucleare è seguita con grande attenzione dal Governo nel complesso quadro degli impegni internazionali assunti dal nostro Paese. Nei consessi internazionali di riferimento, l'Italia, unitamente ai Paesi militarmente non nucleari dell'Alleanza Atlantica, nonché a Giappone, Australia e Corea del Sud, intende continuare a promuovere l'obiettivo di un mondo privo di armi nucleari, da raggiungere attraverso un «approccio progressivo» e inclusivo al disarmo.
  Tale approccio è associato al riconoscimento della centralità del Trattato di Non Proliferazione nucleare, alla sua universalizzazione e all'interdipendenza dei suoi tre pilastri (disarmo, non-proliferazione e uso pacifico dell'energia nucleare). Esso è coerente sia con l'articolo VI del medesimo, il quale impegna gli Stati parte ad intraprendere in buona fede negoziati su misure relative al disarmo nucleare, sia con gli obblighi assunti in seno all'Alleanza Atlantica, la cui dottrina di deterrenza è stata confermata al Vertice di Varsavia del 2016.
  Su queste basi, assieme ai Paesi che condividono la nostra posizione, l'Italia continua a promuovere e sostenere delle iniziative che costituiscono i tasselli di un percorso, graduale e realistico, atto a favorire un processo di disarmo nucleare irreversibile, trasparente e verificabile.
  Gli obiettivi di queste iniziative sono l'entrata in vigore del Trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari; la conclusione di un Trattato sulla messa al bando del materiale fissile idoneo alla fabbricazione di armi nucleari; l'approfondimento degli strumenti e del ruolo delle verifiche nei processi di disarmo nucleare, in un'ottica inclusiva che preveda il coinvolgimento di Paesi non militarmente nucleari; la creazione di Zone libere da armi nucleari, soprattutto in Medio Oriente; una maggiore trasparenza degli Stati militarmente nucleari.
  Tale posizione ha ispirato la Presidenza italiana della riunione dei Ministri degli Esteri del G7, tenutasi a Lucca il 10 e 11 aprile scorsi, il cui Comunicato Congiunto menziona i principali elementi dell'approccio progressivo e ricorda, compatibilmente con le varie sensibilità rappresentate dai partner, l'obiettivo di un mondo senza armi nucleari.
  L'anno precedente, peraltro, l'Italia aveva sostenuto la Dichiarazione di Hiroshima dei Ministri degli Esteri del G7 che, con forte valenza simbolica, riaffermava l'impegno a creare le condizioni di un mondo privo di armi nucleari, in un quadro di stabilità internazionale, e la piena applicazione del Trattato di Non Proliferazione in tutte le sue componenti, disarmo incluso.
  Inoltre, l'Italia partecipa al processo preparatorio della Conferenza di riesame del Trattato di Non Proliferazione del 2020 che, avviatosi a inizio maggio a Vienna, è occasione per riaffermare la centralità del Trattato e il merito di un approccio progressivo al disarmo.
  Il nostro Paese ha altresì preso parte agli eventi organizzati negli ultimi anni nel quadro della «Campagna sull'impatto umanitario dell'arma nucleare», ma non ha aderito alla Risoluzione della 71ma Assemblea Generale delle Nazioni Unite «Taking forward multilateral disarmament negotiations», in forza della quale è stata avviata la Conferenza delle Nazioni Unite per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari.
  Non si è infatti ritenuto opportuno sostenere un'iniziativa suscettibile di portare ad una forte contrapposizione in seno alla Comunità Internazionale su una questione che richiede un impegno universale e il pieno coinvolgimento anche dei Paesi militarmente nucleari.
  La bozza di Trattato scaturita dalla Conferenza avvalora le perplessità che sono alla base della posizione italiana. Alcune sue disposizioni cruciali appaiono potenzialmente in grado di indebolire il regime di non proliferazione esistente, sollevando dubbi circa la reale capacità del Trattato di porsi quale strumento di disarmo nucleare irreversibile, trasparente e verificabile.
  Qualche esempio: la bozza in parola ipotizza standard di verifiche minime inferiori rispetto a quelli che si stanno affermando nel quadro del TNP, dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (AIEA) e, da ultimo, dell'accordo sul programma nucleare iraniano; essa non chiarisce a sufficienza i rapporti tra il Trattato e il TNP, lasciando libero uno Stato di aderire al nuovo trattato dopo essersi ritirato dal TNP e di sottrarsi, così, a controlli internazionali più stringenti; il divieto di esperimenti nucleari incluso nella bozza non contempla alcun sistema di controllo e verifiche analogo a quello previsto dal Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), diminuendo le sue prospettive di auspicata entrata in vigore.
  Per queste ragioni, il Governo non ha preso parte alla Conferenza per negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari e, in coerenza con la linea sin qui seguita, non intende sottoscrivere la bozza di Trattato da quest'ultima prodotta.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

non proliferazione di armi nucleari

arma nucleare

commercio di armi