ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/11827

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 832 del 12/07/2017
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/07/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCHIRO' GEA PARTITO DEMOCRATICO 12/07/2017


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 12/07/2017
Stato iter:
13/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/07/2017
Resoconto SCHIRO' GEA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 13/07/2017
Resoconto GIRO MARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 13/07/2017
Resoconto QUARTAPELLE PROCOPIO LIA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/07/2017

SVOLTO IL 13/07/2017

CONCLUSO IL 13/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11827
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Mercoledì 12 luglio 2017, seduta n. 832

   QUARTAPELLE PROCOPIO e SCHIRÒ. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   l'Italia è il quarto Paese di destinazione dell’export turco ed il quinto Paese fornitore, secondo in Europa alla sola Germania;
   da decenni, Italia e Turchia aderiscono alla Nato, nonché partecipano ad una rilevante istituzione sovranazionale come il Consiglio d'Europa;
   l'Accordo di associazione Unione europea-Turchia è stato firmato nel 1963, ma i negoziati di adesione, per i continui rinvii della Commissione, il veto di qualche Paese membro e il deterioramento della situazione politica, sono di fatto interrotti;
   nelle ultime settimane la situazione è venuta ulteriormente deteriorandosi dopo l'arresto di diversi membri del Parlamento appartamenti al Partito democratico dei popoli, l'Hdp, e con la condanna a 25 anni e il conseguente arresto, il 15 giugno scorso, di Enis Berberoğlu, deputato e vicepresidente del Partito Popolare Repubblicano, principale partito di opposizione del Paese, il laico CHP, accusato di aver fornito al quotidiano di opposizione Cumhuriyet, documentazione video sulla consegna di armi da parte dell’intelligence turca ai ribelli jihadisti anti Assad;
   questo arresto ha suscitato indignazione nel CHP e nella società civile turca. Il segretario del CHP Kilicdaroglu si è posto alla testa di una marcia non violenta come gesto di disobbedienza civile per la libertà, la tutela dei diritti civili e il ripristino dello Stato di diritto. La marcia partita da Ankara con poche migliaia di persone è giunta il 9 luglio dopo 25 giorni a Istanbul dove, in prossimità del luogo di detenzione del deputato del CHP, si è tenuto un comizio con circa un milione di persone;
   ci sono altri arresti ancora che suscitano preoccupazione e allarme nell'opinione pubblica internazionale, come quello del giudice turco presso l'Onu, Aydin Sedaf Akay, che sebbene sia protetto da immunità diplomatica, rischia una condanna di 15 anni, e degli oltre 230 giornalisti in stato di arresto a partire dal fallito golpe dello scorso luglio;
   a tale proposito e in prossimità del primo anniversario proprio del fallito colpo di Stato, il Governo di Ankara intenderebbe celebrare la ricorrenza, forte anche del risultato del contestato referendum costituzionale, cercando una palese legittimazione internazionale –:
   quali iniziative intenda adottare al fine di monitorare le iniziative bilaterali e multilaterali del Governo turco, cooperando affinché siano garantiti, attraverso un ruolo attivo della comunità internazionale e in primis dell'Unione europea, i diritti dei cittadini, delle minoranze e delle opposizioni parlamentari, anche con riferimento alle possibili celebrazioni del 15 luglio 2017. (5-11827)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 13 luglio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-11827

  Anche con riferimento alle possibili celebrazioni del prossimo 15 luglio, il Governo italiano, insieme alle Istituzioni europee e ai Paesi partner dell'UE, segue con grande attenzione l'evolversi della situazione interna in Turchia e le conseguenze del perdurante stato di emergenza, che sta comportando numerose forzature degli standard internazionali in tema di diritti fondamentali e di stato di diritto.
  Come dichiarato di recente dal Ministro Alfano, tra Italia e Turchia si conferma «l'amicizia, l'alleanza in chiave Nato e la partnership commerciale, e l'amicizia presuppone chiarezza. Un conto è la cooperazione di comune interesse per esempio sull'anti-terrorismo e nella Nato. Altro conto è condividerne alcune metodologie». In ogni occasione di incontro con le autorità turche viene espressa preoccupazione per la proroga dello stato di emergenza e per la vasta portata dei decreti applicativi. Il Governo ribadisce costantemente alle autorità di Ankara la necessità di mantenere la risposta al tentativo di colpo di Stato all'interno delle procedure di legge, nel pieno rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali e del diritto ad un equo processo.
  In tale contesto, il Governo ha espresso in più occasioni alle autorità turche, nel corso di recenti incontri istituzionali, profonda preoccupazione per il volume dei provvedimenti adottati in base allo stato di emergenza e sottolineato il rischio dell'uso politico della revoca dell'immunità parlamentare, facendo appello al più rapido ripristino della normalità ponendo fine allo stato di emergenza.
  Oltre che sul piano dei rapporti bilaterali, il Governo italiano segue con attenzione anche in ambito multilaterale la situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Turchia, incluse la libertà di espressione e di stampa, anche in coordinamento con gli altri partner europei.
  In qualità di parlamentari, saprete forse anche meglio di me che l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa ha deciso lo scorso aprile il reinserimento della Turchia tra i Paesi sottoposti alla procedura di monitoraggio, a cui la Turchia era stata già soggetta dal 1996 al 2004. Tale procedura prevede visite regolari da parte di una Commissione di monitoraggio, in dialogo con le Autorità nazionali, e lo svolgimento di dibattiti in sede plenaria dell'Assemblea Parlamentare sugli sviluppi della situazione. La procedura di monitoraggio costituisce uno strumento che permetterà di seguire con attenzione ancora maggiore la situazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Turchia, con spirito costruttivo e collaborativo.
  Sempre in ambito Consiglio di Europa, la «Commissione di Venezia», della quale l'Italia detiene la Presidenza, ha formulato nel marzo scorso un proprio parere sulla riforma costituzionale turca. Secondo tale Commissione, la riforma non risponderebbe ad un modello di sistema presidenziale democratico basato sulla separazione dei poteri, in particolare per le criticità legate all'assenza di meccanismi di controllo, equilibrio e salvaguardia discendenti dalla riforma.
  Con riferimento alla specifica questione dell'arresto dei parlamentari dell'HDP ricordo che il Governo italiano è stato tra i primi in Europa a reagire agli arresti in Turchia. Abbiamo sottolineato che il contrasto alle azioni del PKK non può giustificare la negazione dei diritti delle opposizioni parlamentari e che gli arresti sono misure che rischiano di pregiudicare ogni dialogo democratico e costruttivo con la componente curda della Nazione. Il Governo ha fatto appello alle autorità turche affinché tutelino adeguatamente le libertà civili, democratiche e lo stato di diritto, essenziali per la prosecuzione del percorso europeo del Paese.
  Gli arresti della leadership dell'HDP, che seguono quelli anche di giornalisti, con la chiusura di testate giornalistiche, sono particolarmente gravi, perché investono direttamente uno dei nodi della crisi turca: la possibilità o meno che si attivi un percorso politico per risolvere la questione curda. L'interlocutore naturale di questo tentativo è proprio l'HDP, che tuttavia deve riuscire a prendere le distanze dai metodi violenti del PKK per valorizzare la propria scelta, netta e inequivocabile, di pieno inserimento nel circuito istituzionale.
  In conclusione, nell'attuale complesso frangente riteniamo importante mantenere aperto con Ankara un canale di dialogo e di confronto. La Turchia resta un alleato strategico nella regione, in particolare nei settori delle migrazioni, dell'energia, della lotta al terrorismo, del commercio. Ed il percorso europeo della Turchia rappresenta per noi un'ipotesi da tenere aperta nel rispetto delle regole europee che sono molto chiare e corrispondono a valori di libertà, di rispetto dello Stato di diritto e di tutela dei diritti umani.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

accordo di associazione CE

diritti delle minoranze

diritto dell'individuo