ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/11631

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 818 del 21/06/2017
Firmatari
Primo firmatario: LENZI DONATA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/06/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOLDRINI PAOLA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
D'INCECCO VITTORIA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
PATRIARCA EDOARDO PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
AMATO MARIA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
MARIANO ELISA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
PIAZZONI ILEANA CATHIA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
GELLI FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 21/06/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 21/06/2017
Stato iter:
22/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/06/2017
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 22/06/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 22/06/2017
Resoconto LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/06/2017

SVOLTO IL 22/06/2017

CONCLUSO IL 22/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11631
presentato da
LENZI Donata
testo di
Mercoledì 21 giugno 2017, seduta n. 818

   LENZI, PAOLA BOLDRINI, D'INCECCO, SBROLLINI, PATRIARCA, GRASSI, BENI, AMATO, CARNEVALI, MARIANO, GHIZZONI, PIAZZONI, GELLI e INCERTI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   in questi giorni ricercatori precari della sanità pubblica sono scesi in piazza contro la recente approvazione della riforma del testo unico sul pubblico impiego che esclude dal piano di stabilizzazione della Pubblica Amministrazione gran parte di queste figure altamente specializzate ed alle quali non possono più essere applicati i contratti atipici;
   in particolare, 3500 ricercatori precari della ricerca nei 21 istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs) pubblici rischiano di restare senza lavoro dal 1o gennaio 2018, con gravissime ricadute sulla sostenibilità e sul futuro della ricerca sanitaria pubblica;
   negli ultimi 20 anni la ricerca sanitaria pubblica si è avvalsa ampiamente di queste figure altamente specializzate che hanno contribuito in maniera significativa alle eccellenze raggiunte dagli Irccs, eccellenze raggiunte, purtroppo, attraverso il ricorso a forme contrattuali atipiche come contratti di collaborazione coordinate e continuativa, contratti di collaborazione a progetto, partite iva e borse di studio, creando così una condizione di precariato che negli anni è diventata strutturale sia per i lavoratori che per la ricerca stessa;
   se il Jobs Act già nel 2015 ha eliminato la possibilità di ricorrere a queste forme contrattuali atipiche, il testo unico sul pubblico impiego approvato di recente prevede un piano di stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione escludendo però quelli della ricerca sanitaria che, a fine anno, resteranno così senza lavoro con grave nocumento per la ricerca pubblica indipendente e l'eccellenza di cure e servizi degli Irccs in cui lavorano per la ricerca, la prevenzione, la diagnosi e la terapia di malattie gravi, complesse e rare;
   nella situazione attuale risultano molto difficile una programmazione lavorativa e lo svolgimento di progetti a medio e lungo termine, facendo sì che fra qualche anno questi enti potrebbero perdere quell'eccellenza al servizio di tutti, con i ricercatori costretti ad andare in istituti privati, industrie o addirittura all'estero, mentre questo patrimonio di risorse, competenze ed agire scientifico non deve essere mortificato, ma valorizzato attraverso un piano programmatico nazionale per la ricerca sanitaria pubblica che preveda l'integrazione nei ruoli sanitari delle diverse professionalità rappresentate nel mondo del precariato –:
   quali iniziative urgenti, normative e finanziarie, il Ministro interrogato intenda adottare affinché possa essere definitiva in maniera duratura la posizione professionale dei 3500 lavoratori precari della ricerca sanitari italiana anche al file di garantire gli Irccs pubblici quale realtà di alta specializzazione. (5-11631)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 22 giugno 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-11631

  Ringrazio gli onorevoli interroganti per aver affrontato un tema, quello dei precari della ricerca, da sempre molto caro al Ministero della salute e per avermi così offerto l'opportunità di illustrare le iniziative che lo stesso Ministero sta intentando al fine di addivenire alla risoluzione della complessa problematica relativa al personale di ricerca sanitaria degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).
  Come già evidenziato dagli onorevoli interroganti, dal 1o gennaio di quest'anno vige anche per le pubbliche amministrazioni il divieto posto dal decreto legislativo n. 81 del 2015 (cosiddetta Jobs Act) di stipulare contratti di collaborazione continuativa, le cui modalità esecutive sono organizzate dal committente.
  Anche volendo ammettere il ricorso alle procedure di stabilizzazione previste dall'articolo 20 comma 10 del Testo unico sul pubblico impiego recentemente approvato, è opportuno far presente che le stesse solo in minima parte risolverebbero il problema, atteso che il personale di ricerca degli IRCCS (e degli IZS) non è assunto sulla base della pianta organica ma per specifiche esigenze dell'attività di ricerca, con contratti atipici, nel tempo rinnovati, per la conduzione di ulteriori approfondimenti nelle stesse linee di ricerca. Né si rende facile addivenire ad un ipotetico ampliamento della pianta organica degli Istituti in esame attesa la necessità di mantenere per tale personale un certo grado di flessibilità, mobilità e competitività che rappresentano caratteristiche connaturate al contesto della ricerca, in piena sintonia con il sistema internazionale altamente concorrenziale in cui agiscono gli enti di ricerca.
  Inoltre, la possibilità – che pure è ancora prevista dallo stesso Testo unico – di ricorrere a forme di lavoro flessibile, è riferita al solo personale medico, infermieristico e tecnico professionale del SSN: ciò, peraltro, nell'esclusiva finalità di far fronte a condizioni di criticità nell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza.
  Fatta questa necessaria e generale panoramica sulle oggettive difficoltà riscontrate anche in relazione alle suddette novità normative, ritengo doveroso comunicare che il Ministero della salute – in ragione proprio delle specificità delle esigenze del personale in parola – aveva già avviato, e sta ora definendo, una proposta normativa volta al definitivo riconoscimento del personale di ricerca sanitaria.
  In particolare, mi preme evidenziare che con tale proposta normativa si tende ad un decisivo miglioramento della qualità e dell'efficienza dell'attività di ricerca sanitaria, introducendo all'interno del Servizio Sanitario Nazionale i principi della Carta europea dei ricercatori, di cui alla legge n. 124 del 2015 (cosiddetta legge Madia), relativi al personale operante negli enti pubblici di ricerca.
  Inoltre, con tale proposta si renderà possibile, per detti Istituti, continuare ad avvalersi del personale che ha ormai acquisito notevole competenza nel settore della ricerca.
  A tal riguardo, il Ministero della salute ha già avviato una rilevazione delle diverse figure professionali coinvolte nell'ambito dell'attività di ricerca sanitaria; sono state, pertanto, definite due distinte aree del personale di ricerca: l'area «ricercatore» e l'area «professionalità della ricerca». È stata, altresì, attivata una ricognizione puntuale di tutto il personale di ricerca reclutato dagli IRCCS (e degli IZS) con contratti di lavoro a tempo determinato atipici, quali co.co.co, co.co.pro, assegni di ricerca ecc.
  Ritengo opportuno sottolineare che la norma in questione delinea per tale personale un percorso di sviluppo professionale che, se concluso positivamente, permetterà l'ingresso nei ruoli del SSN.
  Alla luce di quanto esposto, mi sento di poter rassicurare gli onorevoli interroganti sull'impegno profuso attivamente dal Ministero della salute al fine di pervenire, attraverso detto intervento normativo, che confido possa essere presto esaminato ed approvato dal Parlamento, ad una definitiva risoluzione della problematica in esame.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

ricerca medica

ricerca scientifica

lavoro atipico