ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/11513

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 809 del 06/06/2017
Firmatari
Primo firmatario: MARANTELLI DANIELE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/06/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XIV COMMISSIONE (POLITICHE DELL'UNIONE EUROPEA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 06/06/2017
Stato iter:
19/07/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 19/07/2017
Resoconto GOZI SANDRO SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
 
REPLICA 19/07/2017
Resoconto MARANTELLI DANIELE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/06/2017

DISCUSSIONE IL 19/07/2017

SVOLTO IL 19/07/2017

CONCLUSO IL 19/07/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-11513
presentato da
MARANTELLI Daniele
testo di
Martedì 6 giugno 2017, seduta n. 809

   MARANTELLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   la questione circa il peso degli italiani nelle istituzioni europee e il posizionamento dei funzionari nazionali nelle più alte cariche negli organismi dell'Unione europea, può diventare cruciale in futuro anche in relazione agli scenari apertisi con il negoziato «Brexit», laddove insieme alla pars destruens occorrerà ripensarne la costruens, per una decisa ripresa del progetto europeo;
   il protagonismo dell'Italia in ambito europeo si misurerà anche sul posizionamento del nostro Paese, non solo numerico, in posti chiave delle istituzioni comunitarie. Una forte rappresentanza degli interessi italiani contribuirebbe a rispondere alla disaffezione dei cittadini italiani sempre più propensi a vedere l'Unione europea come matrigna e non come la propria casa;
   in occasione dell'audizione (XIV Commissione, Camera 18 gennaio 2017) il rappresentante permanente d'Italia presso l'Unione europea, ambasciatore Maurizio Massari, ha fotografato la presenza italiana in alcune istituzioni europee (Parlamento europeo, SEAE e Commissione), ricordando come in seguito alla nomina a presidente del Parlamento europeo dell'Onorevole Tajani, gli italiani risultano nelle tre massime cariche (Parlamento europeo, Banca centrale europea e Alto rappresentante per la politica estera); nella Commissione europea l'Italia è seconda, dopo la Germania per quanto riguarda le posizioni apicali, con 4 direttori generali, 2 vicedirettori generali (di cui uno acquisito in una posizione molto importante, presso la Direzione generale del bilancio) 30 direttori e 116 capi unità. Anche al Parlamento europeo siamo secondi dopo la Germania, con 3 direttori generali, 4 direttori e 30 capi unità. Per quanto riguarda il SEAE, il Servizio relazioni esterne presieduto dall'Alto rappresentante Mogherini, siamo sempre secondi, in questo caso dopo la Francia, con 2 direttori generali, 2 direttori, 13 capi missione nelle varie delegazioni dell'Unione europea nel mondo, e 4 di questi 13 provengono dalla Farnesina;
   da tale quadro emerge, almeno dal punto di vista numerico, una rappresentazione dell'Italia soddisfacente, il miglior risultato dalla fine del 2014. E tuttavia, va sottolineata l'esigenza di consolidare i successi, più che sulla quantità, sulla qualità delle posizioni ricoperte – su cui lo stesso ambasciatore Massari si è soffermato – per far sì che i funzionari italiani nelle posizioni apicali siano più presenti in quelle direzioni generali della Commissione maggiormente delicate per gli interessi nazionali (come la direzione generale home, che si occupa di affari interni o la Direzione generale per la concorrenza, che si occupa dell'Unione economica e monetaria);
   tra le numerose conseguenze della «Brexit», con l'avvio della procedura ex articolo 50 del Trattato sull'Unione europea (TUE), va segnalata anche quella relativa alle posizioni occupate dagli alti funzionari britannici che vedranno il venir meno, nei prossimi anni, il requisito per ricoprire tali ruoli, ossia «essere cittadino di uno degli stati membri»;
   anche se le istituzioni europee non hanno ancora affrontato, almeno pubblicamente, la questione per le evidenti incertezze, in qualche modo un riposizionamento della burocrazia europea sta già avvenendo; secondo un recente studio del Think-tank Bruegel.org, a Bruxelles sono tedeschi il 16 per cento dei capi e dei capi vicegabinetto, il 12 per cento dei direttori generali, il 18 per cento dei presidenti di commissione del Parlamento europeo e il 20 per cento dei coordinatori di commissione nominati dai gruppi politici. Con l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, si aprirà la questione circa i possibili e ulteriori riposizionamenti e l'incertezza sugli orientamenti già in atto –:
   quali siano a tutt'oggi tutte le posizioni dei funzionari italiani a livello apicale nelle istituzioni e negli organismi europei, nelle diverse articolazioni, comprensive di uffici e agenzie europee, quali quelle occupate attualmente da funzionari britannici e quali di queste rientrino fra gli interessi strategici del nostro Paese.
   (5-11513)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 19 luglio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XIV (Unione europea)
5-11513
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

istituzione dell'Unione europea

funzionario europeo

trattato sull'Unione europea