ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/11431

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 802 del 23/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/05/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRATTI ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 23/05/2017
NARDUOLO GIULIA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2017
ZARDINI DIEGO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2017
GINATO FEDERICO PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2017
SBROLLINI DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 24/05/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 23/05/2017
Stato iter:
24/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 24/05/2017
Resoconto REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 24/05/2017
Resoconto VELO SILVIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
 
REPLICA 24/05/2017
Resoconto REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 24/05/2017

DISCUSSIONE IL 24/05/2017

SVOLTO IL 24/05/2017

CONCLUSO IL 24/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11431
presentato da
REALACCI Ermete
testo presentato
Martedì 23 maggio 2017
modificato
Mercoledì 24 maggio 2017, seduta n. 803

   REALACCI, BRATTI, NARDUOLO, ZARDINI, GINATO, SBROLLINI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   come si evince da articoli apparsi su stampa nazionale e locale, così come da ripetuti allarmi lanciati da associazioni ambientaliste, quali Legambiente, Legambiente Veneto, Greenpeace e dal comitato «Acqua Libera dai PFAS», a partire dal 2013 in seguito ad eventi verificatisi negli USA con il caso Dupont, anche in Europa vennero avviate ricerche su queste sostanze chimiche presenti nell'acqua ad uso umano e agricolo;
   secondo la relazione del febbraio 2017 sull'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, in Italia, tali sostanze sono da «tenere sotto controllo» per la loro pericolosità perché bio-accumulabili e nocive;
   uno studio del Cnr determinò la presenza di Pfas in molte aree d'Italia, in particolare in Veneto. Ben trenta comuni distribuiti tra le province di Vicenza, Verona e Padova sono interessati da tale inquinamento. Per questo motivo la regione Veneto e l'Arpav sono state invitate illo tempore dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ad intraprendere una campagna di determinazione di queste sostanze dannose per l'ambiente e per la salute umana e a svolgere un'attenta analisi della loro diffusione;
   a seguito degli studi intrapresi è stata individuata l'azienda «Miteni», nel comune di Trissino, come principale fonte di contaminazione, essendo l'unica azienda in tutto il Nord-est a produrre sostanze perfluoroalchiliche. Nel medesimo territorio insistono poi grandi insediamenti conciari e industrie farmaceutiche;
   secondo Legambiente e Greenpeace più di 200 mila persone in Veneto nel 2016 «sono state esposte ad acqua potabile non considerata sicura per la salute umana» per la presenza dei Pfas;
   anche la relazione sul «Veneto» elaborata dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati ha confermato il grave inquinamento da Pfas nel Vicentino e nel Padovano –:
   se il Ministro interrogato non intenda adottare, di concerto con le regioni coinvolte, un'iniziativa urgente per individuare ed eventualmente vietare tutti gli scarichi di Pfas nelle aree colpite dalla contaminazione al di sopra di determinate concentrazioni, assicurando altre fonti di approvvigionamento idrico ad uso potabile e, quindi, se non si intenda mettere in campo un piano di controllo delle acque potabili e ad uso agricolo con la ricerca dei sopraddetti inquinanti, quali ad esempio i Pfas, in tutto il territorio nazionale, estendendola anche ai fanghi di depurazione. (5-11431)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 24 maggio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VIII (Ambiente)
5-11431

  La problematica dei PFAS è una questione che il Ministero dell'ambiente segue ormai da tempo per supportare le Regioni, quali autorità competenti in materia di autorizzazione agli scarichi. Già a partire dal 2013 ha istituito un gruppo di lavoro tecnico, che prevede anche il coinvolgimento di tutti gli Istituti Scientifici di riferimento di tutti gli Enti territoriali interessati. Inoltre, tenuto conto che tali composti vengono utilizzati in molti settori produttivi, il Ministero dell'ambiente ha esteso a livello nazionale gli approfondimenti circa l'estensione e l'entità del fenomeno di contaminazione delle acque e l'individuazione delle eventuali fonti di inquinamento, al fine di predisporre programmi di monitoraggio ad hoc. Sta, di pari passo, procedendo con la valutazione del danno ambientale ed è impegnato nella revisione della regolamentazione REACH.
  Sulla questione in argomento, l'ARPAV ha effettuato puntuali analisi con campionamenti nei punti di prelievo delle acque potabili, confermando la presenza delle sostanze perfluoro-alchiliche in concentrazioni non trascurabili.
  La Regione Veneto ha fatto presente di aver coinvolto i Gestori del servizio idrico, le Aziende sanitarie locali e l'Autorità Giudiziaria ed ha, altresì, evidenziato di aver avviato un piano di monitoraggio e controllo su tutto il territorio regionale. Nella zona interessata sono state intraprese azioni per ridurre le concentrazioni di PFAS riscontrate e sono state attivate azioni per addurre l'acqua da fonti più sicure. La Regione ha, inoltre, approvato nel 2014 i primi indirizzi operativi anche per l'utilizzo dei pozzi privati nei Comuni interessati ed ha imposto specifici limiti con riguardo allo scarico del collettore del Consorzio ARICA.
  Con specifico riferimento alle questioni poste, il 28 marzo 2017, la Regione ha dato, inoltre, formale incarico alla società Veneto Acque S.p.A. di coordinare i nuovi interventi di interconnessione acquedottistica per prelevare l'acqua da nuove fonti sicure e libere da PFAS, in collaborazione con i Gestori del servizio idrico. Tale attività ha già prodotto un Piano di interventi, volto alla definitiva sostituzione delle fonti di approvvigionamento idropotabile contaminate, per un costo complessivo pari a oltre 500 milioni di Euro. Da ultimo, si evidenzia che è stato sottoscritto dal Ministero dell'ambiente e dagli Enti e Associazioni di categoria interessati un Accordo di Programma Novativo per il disinquinamento del Bacino Fratta-Gorzone che prevede, tra l'altro, l'erogazione di fondi per l'estensione delle reti di acquedotto. Si tratta di un Accordo che rappresenta un punto di partenza sostanziale in termini di quadro programmatico e strategico, volto anche a corresponsabilizzare tutti i soggetti di fronte ad una questione così rilevante.
  Ad ogni modo, si fa presente che, per quanto di competenza, il Ministero continuerà a tenersi informato e a svolgere le proprie attività, senza ridurre il livello di attenzione sulla tematica.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

protezione dell'ambiente

approvvigionamento

sicurezza d'approvvigionamento