ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/11430

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 802 del 23/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: SARTI GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/05/2017


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 23/05/2017
Stato iter:
24/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 24/05/2017
Resoconto SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 24/05/2017
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 24/05/2017
Resoconto SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 24/05/2017

SVOLTO IL 24/05/2017

CONCLUSO IL 24/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11430
presentato da
SARTI Giulia
testo di
Martedì 23 maggio 2017, seduta n. 802

   SARTI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   l'articolo di Fabrizio Gatti su  L'Espresso del 3 aprile 2017 ha portato all'attenzione dell'opinione pubblica la figura di due individui che, attualmente, sono indagati dalla procura di Milano per l'omicidio del procuratore capo di Torino Bruno Caccia: Rosario Pio Cattafi e Demetrio Latella;
   il primo, scrive Gatti, 65 anni, estremista della destra eversiva, pregiudicato, faccendiere tra industrie italiane e governi esteri nella compravendita di armamenti, massone dalle conoscenze gelliane, sospettato di essere l'ambasciatore degli affari di Stato nel clan Santapaola o viceversa, attualmente è imputato in un procedimento per associazione mafiosa; il secondo, 63 anni, già inquietante fornitore di pezzi di ricambio di strumentazioni e armi delle FFAA, già killer calabrese al servizio dei catanesi a Milano e Torino;
   Latella, già membro della banda del boss catanese Angelo Epaminonda, fu condannato nel 1988 alla pena dell'ergastolo per omicidio. Nonostante tale condanna, le accuse a suo carico di svariati collaboratori di giustizia tra gli anni Novanta e gli anni Duemila e, da ultima, la scoperta della sua partecipazione, mai confessata prima, al sequestro di Cristina Mazzotti, Latella è stato premiato con la semilibertà nel 2001 e, addirittura, con la libertà condizionale nel 2007;
   Cattafi, alle spalle diverse sentenze di condanna passate in giudicato per lesioni, porto e detenzione abusivi di arma, cessione di sostanze stupefacenti e calunnia, il 24 luglio 2012 è stato oggetto di misura cautelare in carcere, con applicazione del regime del 41-bis, richiesta a seguito della conclusione delle indagini dalle quali è scaturito a Messina il processo «Gotha 3», che vede Cattafi imputato del reato di associazione mafiosa. Il 5 dicembre 2015, pochi giorni dopo la sentenza di condanna per associazione mafiosa nel processo di appello, Cattafi transita, in maniera sorprendente, dal 41-bis alla libertà;
   nel 2013 i familiari del procuratore Caccia, oggi assistiti dal consulente Mario Vaudano, magistrato legato alle indagini più delicate contro criminalità e corruzione, presentano una denuncia alla procura di Milano indicando come uno dei mandanti ed uno degli esecutori dell'omicidio, rispettivamente Rosario Cattafi e Demetrio Latella, i quali, nonostante quanto riportato, sono, ad oggi, in stato di libertà –:
   se sia a conoscenza dei fatti riportati in premessa e se intenda valutare se sussistono i presupposti per avviare iniziative ispettive presso gli uffici giudiziari di cui in premessa ai fini dell'eventuale esercizio di tutti i poteri di competenza. (5-11430)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 24 maggio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-11430

  Con l'atto di sindacato ispettivo in discussione, l'onorevole interrogante, dopo aver citato un articolo di stampa nel corpo del quale si dà atto dell'esistenza di indagini a carico di Rosario Pio Cattafi e Demetrio Latella per l'omicidio del procuratore di Torino, Bruno Caccia, richiede a questo Ministero di accertare i motivi per cui i due individui, peraltro «connotati da un curriculum di assoluto spessore criminale», siano in stato di libertà.
  In riferimento alla posizione giuridica dei predetti, le competenti articolazioni ministeriali hanno comunicato che gli stessi si trovano, attualmente, in regime di libertà.
  Il Cattafi, arrestato in data 24 luglio 2012 in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare in carcere adottata dal Giudice per le indagini preliminari di Messina per associazione per delinquere di tipo mafioso, è stato scarcerato dalla Corte di Appello di Messina in data 4 dicembre 2015, in seguito alla sentenza di condanna che, in parziale riforma della pronuncia di primo grado, ne ha rideterminato la pena in anni 7 di reclusione.
  Quanto a Demetrio Latella, il medesimo – già in precedenza ammesso al regime di semilibertà – è stato dimesso dal carcere di Novara, dove si trovava detenuto in espiazione pena, il 13 febbraio 2007 a seguito di liberazione condizionale disposta dal Tribunale di Sorveglianza di Torino in data 7 febbraio 2007.
  In riferimento, invece, al coinvolgimento dei predetti nell'omicidio di Bruno Caccia, avvenuto il 26 giugno 1983, il Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Milano ha ricostruito il tenore degli accertamenti svolti.
  Dopo aver osservato come l'articolo citato nell'interrogazione riporti in modo ampio e fedele il contenuto delle denunce presentate dal legale della famiglia Caccia, che hanno dato origine al procedimento, l'ufficio ha comunicato che le articolate indagini avviate hanno portato all'applicazione di misure cautelari ed all'esercizio dell'azione penale nei confronti di uno degli esecutori materiali del delitto, Rocco Schirripa, a carico del quale il processo pende, attualmente, in fase conclusiva innanzi alla Corte d'assise.
  La stessa denuncia – prosegue il pubblico ministero – ha portato all'avvio di approfonditi accertamenti volti a verificare il ruolo di Cattafi e Latella nell'ideazione e nell'esecuzione del delitto.
  La procura di Milano ha, tuttavia, precisato che all'esito delle indagini la mancata richiesta ed adozione di misure cautelari nei confronti di Rosario Pio Cattafi e Demetrio Latella è derivata dall'accertata inidoneità del quadro accusatorio a sostenere nei loro confronti l'accusa di concorso nell'omicidio del procuratore di Torino, carenza di elementi probatori che ha indotto l'ufficio giudiziario ad avanzare richiesta di archiviazione.
  La richiesta è tuttora pendente, avendo le persone offese proposto opposizione all'archiviazione e, in quella sede, potranno essere ulteriormente valutati gli elementi acquisiti ed, eventualmente, individuati nuovi temi d'indagine.
  La mancata adozione di misure cautelari nei confronti dei soggetti, pur gravati da precedenti penali e processuali di rilievo, non può che essere ricondotta alla ritenuta inidoneità, allo stato, degli elementi probatori a loro carico in relazione all'efferato delitto.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

arma personale

mafia

omicidio