ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/11412

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 801 del 22/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: QUARTAPELLE PROCOPIO LIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/05/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FEDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 22/05/2017
CHAOUKI KHALID PARTITO DEMOCRATICO 22/05/2017
GARAVINI LAURA PARTITO DEMOCRATICO 22/05/2017
TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO 22/05/2017
TACCONI ALESSIO PARTITO DEMOCRATICO 22/05/2017
LA MARCA FRANCESCA PARTITO DEMOCRATICO 22/05/2017


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 22/05/2017
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 22/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-11412
presentato da
QUARTAPELLE PROCOPIO Lia
testo di
Lunedì 22 maggio 2017, seduta n. 801

   QUARTAPELLE PROCOPIO, FEDI, CHAOUKI, GARAVINI, TIDEI, TACCONI e LA MARCA. — Al Ministro della giustizia, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   il 16 maggio 2017, SkyTG24 ha mandato in onda uno speciale di approfondimento nel quale evidenziava la facilità, soprattutto per chi parla arabo, di reperire tramite Youtube materiale di propaganda jihadista come ad esempio: tutorial sull'ideologia del Califfato, notiziari della radio ufficiale dell'Isis (Al Bayan), filmati di esecuzioni a freddo, decapitazioni di ostaggi, uccisioni sommarie con relativi hate speech nei confronti dell'occidente;
   la questione dei video di propaganda dell'ISIS caricati sulle principali piattaforme web e rilanciati attraverso i social network ha portato diversi media italiani e stranieri, da Rai a Mediaset a Sky Italia a le Monde e la Croix in Francia, ad adottare negli anni una linea di non diffusione dei medesimi sia per rispetto delle vittime, che per non agire da cassa di risonanza;
   nelle scorse settimane Youtube è stato criticato per aver inserito pubblicità dello Stato Islamico in mezzo alle clip, che sarebbero state rimosse solo dopo le proteste da parte degli utenti della rete, ma lasciando ancora disponibili i filmati;
   ciò che si imputa alla piattaforma è uno scarso controllo, una mancanza di intervento in casi di propaganda terroristica ovvero hate speech, mentre essa sarebbe rapidissima nel rimuovere video musicali o immagini che violino il copyright;
   allo stato, la procedura per bloccare questa tipologia di video si è rivelata palesemente inefficace, basandosi su segnalazioni degli utenti e su quelle della polizia che, una volta indicata la violazione, può solo aspettare che Youtube rimuova il video in questione senza aver alcun potere coercitivo o sanzionatorio;
   a seguito del servizio di SkyTg24, il 17 maggio 2017 il Codacons ha annunciato una denuncia alla procura di Roma e alla polizia postale nei confronti di Google (proprietaria di Youtube) per favoreggiamento del terrorismo, spiegando nel comunicato stampa, le ragioni della mancata rimozione dei video con un incremento delle entrate della società americana derivante dall'aumento dei visitatori;
   il 25 aprile 2017 la Camera dei comuni ha pubblicato un'inchiesta parlamentare sull’«hate crime» in cui si imputa a Twitter, Facebook e Youtube di fare «ingenti profitti continuando a ospitare contenuti illegali e pericolosi, contando poi che siano i contribuenti a pagarne le conseguenze». Ad oggi il parlamento inglese non ha ancora ricevuto alcuna risposta da parte delle major dell'economia digitale;
   sul medesimo tema, un Paese come la Germania si è detto pronto ad individuare norme più restrittive contro i social network perché non possono continuare a sottovalutare il problema;
   nell'audizione parlamentare del 2 febbraio 2017 il Ministro della giustizia Andrea Orlando ha confermato l'impegno da parte del Governo «all'implementazione, nel nostro Paese, delle misure previste dal Codice di condotta sull'illecito incitamento all'odio on line» adottato nel maggio 2016 dalla Commissione europea proprio su forte impulso tra gli altri, anche del nostro Paese;
   tale atto promuove un'azione congiunta tra le grandi piattaforme di internet, le autorità statuali e le organizzazioni della società civile per far fronte all'insieme degli illeciti che si realizzano sulla rete, visto che, come ha ammesso lo stesso Ministro Orlando nell'audizione: «gli strumenti della giurisdizione da soli non riescono» a causa dell’«incertezza delle competenze, l'indeterminatezza degli autori e infine per la velocità con la quale si diffondono a livello virale e permangono sul web» –:
   se risulti al Governo quanto esposto in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere, anche di concerto con altri partner europei, perché Google, proprietaria di Youtube, ma anche altre piattaforme informatiche, non finiscano per moltiplicare la propaganda jihadista. (5-11412)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

terrorismo

codice di condotta

economia della conoscenza