ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/11171

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 781 del 19/04/2017
Firmatari
Primo firmatario: FOSSATI FILIPPO
Gruppo: ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Data firma: 19/04/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NICCHI MARISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/04/2017
MURER DELIA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/04/2017
FONTANELLI PAOLO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA 19/04/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 19/04/2017
Stato iter:
20/04/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 20/04/2017
Resoconto FOSSATI FILIPPO ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
 
RISPOSTA GOVERNO 20/04/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 20/04/2017
Resoconto NICCHI MARISA ARTICOLO 1-MOVIMENTO DEMOCRATICO E PROGRESSISTA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 20/04/2017

SVOLTO IL 20/04/2017

CONCLUSO IL 20/04/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-11171
presentato da
FOSSATI Filippo
testo di
Mercoledì 19 aprile 2017, seduta n. 781

   FOSSATI, NICCHI, MURER e FONTANELLI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la legge n. 194 del 1978, sull'interruzione volontaria di gravidanza, prevede la possibilità di utilizzare metodi abortivi in alternativa all'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) chirurgica, laddove l'articolo 15 cita la possibilità di «aggiornamenti sull'uso delle tecniche più moderne, più rispettose dell'integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l'interruzione della gravidanza»;
   il miferpristone (RU 486) è il farmaco attualmente utilizzato in quasi tutti i Paesi del mondo, ove l'aborto è legale. L'aborto farmacologico è considerato dall'Organizzazione mondiale della sanità un metodo sicuro ed efficace;
   dal 2009 l'Agenzia italiana del farmaco ha autorizzato l'immissione in commercio della Ru486, per l'interruzione volontaria di gravidanza farmacologica, ma a distanza di anni solo una minima percentuale delle donne, ha potuto interrompere la gravidanza con il metodo farmacologico;
   a parere degli interroganti è indispensabile che l'aborto farmacologico sia maggiormente e più diffusamente proposto su tutto il territorio nazionale come valida opzione alle donne, mettendole così in condizione di poter scegliere liberamente quale percorso intraprendere, garantendo e favorendo la sua somministrazione nell'ambito della stessa rete, dei consultori;
   nell'ambito del suo piano di riorganizzazione della sanità, la regione Lazio si sta attivando per rendere l'accesso a quanto disposto dalla legge n. 194 del 1978 il meno gravoso possibile per le donne, anche attraverso la possibilità di effettuare le interruzioni di gravidanza con la Ru486 nei consultori familiari;
   si tratta di un salto in avanti, visto che, in gran parte d'Italia, l'aborto farmacologico non è considerato una pratica ambulatoriale, anzi è consentito in day-hospital soltanto in cinque regioni. Sarà una sperimentazione all'interno di un programma di rilancio globale dei consultori;
   anche in Toscana, a Firenze, sulla base del parere n. 47 del 2014 sul «Protocollo operativo IVG farmacologica» dell'ordine dei medici di Firenze, si sono realizzate alcune esperienze per l'interruzione di gravidanza farmacologica fuori dai reparti di degenza ospedalieri –:
   se non ritenga necessario promuovere l'estensione delle citate esperienze del Lazio, della Toscana e di altre realtà, e avviare tutte le iniziative di competenza utili affinché sia implementato e facilitato, su tutto il territorio nazionale, l'accesso all'aborto con il metodo farmacologico in regime di day hospital e, dove possibile, nei consultori familiari e nei poliambulatori, come previsto dall'articolo 8 della legge n. 194 del 1978, e se non intenda avviare già in occasione del 22 aprile 2017, Giornata per la salute della donna, una campagna informativa sull'uso della Ru486, quale valida alternativa all'interruzione volontaria di gravidanza chirurgica.
   (5-11171)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 aprile 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-11171

  In relazione all'interrogazione in parola, devo preliminarmente segnalare che il Ministero della salute si attiene tuttora, fino a nuove, ulteriori evidenze scientifiche, alle «Linee di indirizzo sull'interruzione volontaria di gravidanza con Mifepristone e Prostaglandine» del 24 giugno 2010.
  Tali Linee di indirizzo hanno recepito quanto proposto dal Consiglio Superiore di Sanità con il parere espresso in data 18 marzo 2010 e, al fine di assicurare la massima sicurezza nel percorso di IVG con il ricorso al metodo farmacologico, prevedono il ricovero ordinario della donna, fino alla verifica della completa espulsione del prodotto del concepimento.
  Infatti, come avviene per ogni intervento all'interno del Servizio Sanitario Nazionale, anche le procedure di IVG debbono seguire adeguati criteri di appropriatezza clinica e debbono svolgersi in condizioni di sicurezza sanitaria.
  A tale riguardo, non può sempre ritenersi la procedura abortiva per via farmacologica come meno gravosa per le donne rispetto alle altre genericamente indicate come «chirurgiche» (dal raschiamento, all'isterosuzione, al metodo Karman).
  L'aborto farmacologico costituisce, infatti, una differente procedura di IVG, che presenta le sue indicazioni e controindicazioni.
  Occorre ricordare, innanzitutto, che la pratica del ricorso a Mifepristone (pillola RU486) e a Prostaglandine, non consente di stabilire con esattezza la tempistica dell'aborto.
  L'espulsione dell'embrione può avvenire immediatamente – nel caso del primo prodotto: la pillola RU486 – o entro tre giorni – nel caso del Prostaglandine – mentre percentuali non trascurabili di donne abortiranno nei giorni successivi o necessiteranno, comunque, dell'intervento chirurgico per completare o effettuare l'IVG, nel caso in cui essa non venga completata o sia fallita in esito al percorso farmacologico.
  Durante tale percorso, che appare non prevedibile, possono presentarsi anche effetti collaterali, differenti da donna a donna, tra i quali emorragie di importanza variabile.
  La delicatezza della tematica è, peraltro, comprovata da tre successivi pareri del Consiglio Superiore di Sanità, del 2004, del 2005, e del 2010, che hanno esaminato ed approfondito il metodo abortivo farmacologico, sottolineando la necessità che l'intero percorso avvenga «in ambito ospedaliero» (CSS 2004), «in ospedale pubblico o in altra struttura prevista» dalla legge n.194/1978 (CSS 2005) e cioè «in regime di ricovero ordinario» (CSS 2010); è stato evidenziato, inoltre, che la donna debba essere trattenuta nella struttura sanitaria «fino ad aborto avvenuto» (CSS 2005) e cioè «fino alla verifica della completa espulsione del prodotto del concepimento» (CSS 2010).
  In questi ultimi anni, peraltro, non essendo cambiate né la normativa sull'aborto né la procedura farmacologica mediante RU486 insieme a Prostaglandine, non paiono emergere evidenze scientifiche o disposizioni tali da giustificare una revisione di tali pareri.
  Ferma restando la vigente legge n. 194/1978, i suddetti pareri del Consiglio Superiore di Sanità, e le citate Linee di indirizzo relativamente all'aborto farmacologico, ogni Regione ha, dunque, predisposto, entro gli ambiti di competenza, la propria offerta nel servizio IVG, con il ricorso alle diverse procedure attualmente disponibili.
  In conclusione, devo precisare che fra le strutture indicate nell'articolo 8 della legge n. 194/1978, all'interno delle quali è consentito effettuare interventi abortivi (strutture ospedaliere, case di cura autorizzate, poliambulatori) non sono compresi i consultori.
  Questi ultimi, ai sensi della legislazione vigente (articolo 2 della legge 194), costituiscono, infatti, il luogo in cui la donna in stato di gravidanza viene assistita ed informata sui suoi diritti, sulla tutela per la lavoratrice gestante, sui servizi socio-sanitari ed assistenziali offerti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aborto

ordine professionale

organizzazione della professione