ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10939

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 765 del 23/03/2017
Abbinamenti
Atto 5/10905 abbinato in data 30/05/2017
Firmatari
Primo firmatario: DI STEFANO MANLIO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 23/03/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2017
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2017
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2017
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2017
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 23/03/2017


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 23/03/2017
Stato iter:
30/05/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 30/05/2017
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 30/05/2017
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 23/03/2017

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 30/05/2017

DISCUSSIONE IL 30/05/2017

SVOLTO IL 30/05/2017

CONCLUSO IL 30/05/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10939
presentato da
DI STEFANO Manlio
testo di
Giovedì 23 marzo 2017, seduta n. 765

   MANLIO DI STEFANO, SCAGLIUSI, SPADONI, DEL GROSSO, GRANDE e DI BATTISTA. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   in base a una e-mail ricevuta dagli interroganti contenente una lettera aperta firmata da due presidenti dei Comites e indirizzata al Ministro interrogato, peraltro pubblicata anche sul sito ItaliachiamaItalia.it, risulta che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) intenda vendere proprietà immobiliari site a Monaco di Baviera: la prestigiosa sede del Consolato generale, una villa costruita nel 1901 per la famiglia Kustermann e sede diplomatica italiana dal 1951, sotto tutela storica; la sede dell'Istituto italiano di cultura, costruita nei primi anni ’50 e significativamente segnalata nelle riviste tedesche di architettura; la villa, con giardino, utilizzata fino a alcuni anni, fa dai servizi segreti italiani, ormai inutilizzata e passata di proprietà al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel 2012;
   la vendita degli immobili, si legge nella citata lettera, porterebbe probabilmente alla chiusura della rappresentanza diplomatica e culturale italiana a Monaco di Baviera, ovvero al trasferimento delle sedi di rappresentanza altrove;
   i firmatari della missiva al Ministro interrogato fanno presente che, qualora si dovesse determinare la scelta della chiusura, la Baviera è il Land di gran lunga più influente e ricco della Germania e rappresenta, da solo, uno dei maggiori partner commerciali dell'Italia (tra l'altro interessata da anni a un rapporto più stretto col bacino adriatico italiano in alternativa al porto di Amburgo) e riveste un ruolo strategico nel quadro del rilancio dell'Unione europea;
   inoltre, essi precisano che se, invece, si volesse mantenere la rappresentanza diplomatica e culturale dove è oggi, il mercato immobiliare a Monaco di Baviera è da anni in incalzante espansione (i prezzi vanno da 9.000 a 20.000 euro al metro quadro) e tutte previsioni a breve e medio termine indicherebbero un'ulteriore accelerazione della crescita dei prezzi. In queste condizioni, vendere degli immobili pregiati per acquistarne degli altri rischierebbe, dunque, di diventare un'operazione a perdere; peraltro, l'eventuale ipotesi alternativa di affittare dei locali vanificherebbe in pochi anni gli introiti della vendita degli immobili (i costi d'affitto per gli spazi necessari si aggirerebbero intorno a diverse decine di migliaia di euro mensili);
   in definitiva, si legge ancora nella citata lettera, sia nell'ipotesi di acquisto sia in quella di ricorrere all'affitto di nuovi locali, il rischio di un danno all'erario non risulterebbe affatto trascurabile –:
   quali determinazioni intenda adottare, nel caso della paventata chiusura citata in premessa, per mantenere i buoni rapporti con la Baviera, vista l'importanza che questo Land continuerebbe comunque a avere nell'ambito dei rapporti italo-tedeschi e europei;
   nel caso il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale intendesse acquistare/affittare nuove sedi di rappresentanza, se siano state fatte tutte le dovute valutazioni della situazione, con una analisi dei costi e dei benefici dell'operazione di eliminazione degli immobili attuali e dell'acquisto o affitto di nuovi locali, tenuto anche conto dell'andamento del mercato immobiliare di Monaco;
   come si intenda procedere alla stima dei valori dei beni da alienare e di quelli da acquistare; se siano stati considerati anche gli introiti derivanti dalle attività in corso o previste presso l'Istituto italiano di cultura (corsi, affitto sale e altro), introiti che potrebbero venire a mancare se i nuovi locali non permettessero tali attività;
   come si intendano valutare le esigenze del Consolato e dell'Istituto italiano di cultura nella ricerca dei nuovi locali (sale per uffici e per archivi, aule per corsi e manifestazioni, e altro). (5-10939)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Martedì 30 maggio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-10939

  Vorrei rispondere partendo da una premessa che sta alla base del caso segnalato dagli Onorevoli interroganti. Razionalizzare le proprietà immobiliari dello Stato all'estero è una delle priorità che la legge ha assegnato alla Farnesina. Una priorità che comporta obiettivi impegnativi che coinvolgono il MAECI nel raggiungimento dei previsti saldi di finanza pubblica e nella riduzione del debito e impongono necessariamente una revisione della politica sugli immobili demaniali.
  Dapprima, la legge di stabilità 2016 ha stabilito che il MAECI versi all'entrata del bilancio dello Stato 20 milioni di euro per il 2016 e 10 milioni di euro sia per il 2017 sia per il 2018 tramite operazioni di dismissione immobiliare di beni non più utili per le finalità istituzionali. Successivamente, la legge di bilancio 2017 ha incrementato tali cifre, stabilendo che il MAECI dovrà conseguire dalle dismissioni immobiliari proventi per 26 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018, mentre per il 2019 è stato inserito un target di 16 milioni di euro.
  Con le medesime disposizioni, la legge ha altresì previsto che, nel caso di mancato raggiungimento dei suddetti obiettivi, siano decurtati i fondi, per un ammontare corrispondente, destinati all'Agenzia Italiana per la Cooperazione alla Sviluppo. Poiché a nessuno sfugge l'importanza che l'attività di cooperazione ha per la politica di questo Ministero, comprenderete come la dismissione del patrimonio immobiliare abbia conseguenze ben più ampie di quanto si possa immaginare.
  Venendo alla situazione particolare a Monaco di Baviera, ci tengo innanzitutto a sottolineare – e vorrei che fosse chiaro – come non sia mai stata presa in considerazione una limitazione delle attività del Consolato Generale né tantomeno una sua chiusura. Non sarebbe del resto possibile in considerazione della grande collettività italiana ivi residente e dell'importanza della città di Monaco di Baviera e del Land Baviera in generale non solo nel contesto tedesco ma anche in ambito europeo.
  Altra cosa è lo stabile che ospita il Consolato Generale. Occorre prendere atto che esso non è totalmente funzionale alle attività istituzionali, a causa delle sue condizioni e della necessità di interventi strutturali. Per tali ragioni, nel 2015 è stata esplorata la possibilità – con avviso pubblico – di permuta con conguaglio ma la procedura è stata temporaneamente accantonata, non avendo prodotto i risultati sperati. Si continua tuttavia a ritenere che sia nell'interesse pubblico procedere all'alienazione dell'immobile, tenuto conto del valore di mercato dello stabile e delle necessità istituzionali.
  Vorrei rassicurarvi sul fatto che un'eventuale vendita sarà comunque subordinata alla preventiva individuazione di locali idonei e altrettanto funzionali dove ricollocare le strutture.
  Nella scelta del nuovo edificio si terrà inoltre conto di aspetti importanti come la centralità della Sede, la sua accessibilità al pubblico, le garanzie di sicurezza sul lavoro e gli standard di efficienza energetica.
  Quanto alla convenienza dell'operazione immobiliare, per la perizia dell'immobile si è provveduto secondo quanto previsto dalla Legge n. 183/2011, avvalendosi di expertise locale, in condizioni di indipendenza ed assenza di interesse. Allo stesso modo, in caso di acquisto, si procederebbe per valutare l'investimento su un nuovo immobile per i servizi consolari, tenendo conto delle specificità locali. Ogni ipotesi di alienazione o di permuta dell'edificio ha tenuto e terrà conto delle opzioni di mercato, della necessità di interventi di investimento e del valore dell'immobile. Non si ravvisa, quindi, possibilità alcuna di danno all'erario, ma solo benefìci, sia in termini di allocazione più funzionale e moderna degli uffici, sia di possibile entrata al bilancio dello Stato.
  Per quanto riguarda l'immobile di Monaco di Baviera già in uso ai servizi informativi e attualmente libero, dopo un'asta del 2016 andata deserta, si è svolta una procedura per manifestare interesse all'acquisto, i cui atti erano consultabili sulla sezione «Amministrazione Trasparente» del sito istituzionale della Farnesina. La procedura per manifestazione di interesse ha avuto esito negativo. È stato quindi indicato alla Sede di dare la massima pubblicità alla vendita per poi procedere a trattativa privata.
  Concludo dicendo che le notizie su una possibile vendita dell'edificio che ospita l'Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera sono infondate. Non vi è alcuna istruzione della Farnesina in tal senso, tanto più che la manifestazione di interesse ad acquistare l'immobile dell'Istituto, esternata da parte di un soggetto privato locale, non è stata presa in considerazione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

locazione immobiliare

vendita

rischio sanitario