ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10789

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 756 del 09/03/2017
Firmatari
Primo firmatario: VILLAROSA ALESSIO MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 09/03/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/03/2017
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 09/03/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 09/03/2017
Stato iter:
23/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/03/2017
Resoconto BARETTA PIER PAOLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 23/03/2017
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/03/2017

DISCUSSIONE IL 23/03/2017

SVOLTO IL 23/03/2017

CONCLUSO IL 23/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10789
presentato da
VILLAROSA Alessio Mattia
testo di
Giovedì 9 marzo 2017, seduta n. 756

   VILLAROSA, CANCELLERI e SIBILIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   in Sicilia la riscossione pubblica dei tributi avviene tramite Riscossione Sicilia s.p.a.; la regione Sicilia detiene il 99,885 per cento delle azioni di Riscossione Sicilia, mentre il restante pacchetto azionario, pari allo 0,115 per cento è comunque in capo a Equitalia S.p.A. a sua volta detenuta da Inps e Agenzia delle Entrate;
   recentemente, il CEO di Riscossione Sicilia, Fiumefreddo, audito a Roma in commissione antimafia lo scorso il 15 febbraio 2017, ha dichiarato: «Riscossione Sicilia negli ultimi 10 anni non ha riscosso 52 miliardi di euro, ho trovato una società con dati devastanti: al 2015 Riscossione siciliana, che dovrebbe incassare 5 miliardi e 700 milioni l'anno, ne incassava 480 milioni ovvero l'8 per cento di quanto avrebbe dovuto riscuotere. Percentuale che diventa ancora più scandalosa man mano che si sale di reddito: per chi dichiarava più di mezzo milione di euro, la riscossione era ferma al 3,66 per cento, con un vulnus incredibile rispetto anche al resto del Paese»;
   sempre in commissione antimafia, Fiumefreddo ha altresì dichiarato di aver «segnalato all'Anac la irregolarità di tutti gli appalti siciliani. In Sicilia gli appalti pubblici, qualunque sia la stazione appaltante, si tengono con autocertificazioni relative alla cosiddetta regolarità fiscale in quanto non è mai pervenuta l'istanza di regolarizzazione fiscale. Per questa ragione, abbiamo segnalato la necessità di chiedere il certificato all'esattoria»;
   a partire dal 2 marzo 2017, i giornali nazionali hanno riferito che ben 9 dipendenti di Riscossione Sicilia non facevano pagare le tasse ad alcuni politici regionali di rilievo; i 9 dipendenti in questione di Riscossione Sicilia sono ora indagati dalla Procura della Repubblica di Catania;
   lo Stato detiene un pacchetto azionario, sia pur minimale, di Riscossione Sicilia e, comunque, le entrate erariali derivanti dalla Riscossione in Sicilia sono a dir poco deludenti per la Repubblica italiana;
   il Ministero dell'economia e delle finanze, come dicastero vigilante, azionista indiretto e interessato al buon flusso delle entrate riscosse, avrebbe tutto l'interesse a far chiarezza sulla grave situazione denunciata da Fiumefreddo e sui favori riservati a politici ed esponenti della criminalità organizzata, con la sospensione fittizia della riscossione –:
   se siano mai state intraprese attività di audit e di vigilanza su Equitalia, Riscossione Sicilia Spa e, in genere, sui concessionari della riscossione, anche in regioni diverse dalla Sicilia, al fine di verificare la presenza di situazioni che garantiscono privilegi ad esponenti politici, nonché a persone fisiche e giuridiche connesse alla mafie e al crimine organizzato. (5-10789)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 23 marzo 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-10789

  L'interrogazione in oggetto riguarda la riscossione dei tributi in Sicilia, affidata a «Riscossione Sicilia s.p.a.», società partecipata al 99,885 per cento dalla Regione siciliana e per lo 0,115 per cento da Equitalia s.p.a.
  Gli Onorevoli interroganti richiamano dichiarazioni del CEO di Riscossione Sicilia, rilasciate il 15 febbraio scorso presso la Commissione Antimafia, tra le quali si denuncia la mancata riscossione di circa 52 miliardi di euro nel corso di un decennio.
  Nell'atto di sindacato ispettivo vengono altresì riportate notizie di stampa nazionale sul comportamento di alcuni dipendenti della Società in questione, i quali avrebbero agevolato alcuni «esponenti politici regionali di rilievo».
  Gli interroganti lamentano, inoltre, dati deludenti sulla riscossione delle entrate erariali ed invocano una vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze, quale azionista indiretto ed interessato al buon flusso delle entrate riscosse.
  Viene dunque richiesto se e quali iniziative di audit e vigilanza siano state intraprese «su Equitalia, Riscossione Sicilia s.p.a. e, in genere, sui concessionari della riscossione anche in regioni diverse dalla Sicilia, al fine di verificare la presenza di situazioni che garantiscono privilegi ad esponenti politici nonché a persone fisiche e giuridiche connesse alle mafie e al crimine organizzato».
  In materia, la legge regionale n. 19 del 22 dicembre 2005 ha stabilito, in conformità a quanto previsto a livello nazionale dall'articolo 3 del decreto-legge n. 203 del 2005, convertito con modificazioni, dalla legge n. 248 del 2 dicembre 2005, che le funzioni relative alla riscossione in Sicilia siano esercitate dalla Regione mediante la società Riscossione Sicilia S.p.a., società pubblica controllata dalla Regione stessa, la quale, sia dal punto di vista societario (detiene la quasi totalità delle azioni), sia dal punto di vista organizzativo e strategico, governa e controlla la società.
  Detta società, inoltre, ai sensi di quanto previsto dal comma 29-bis del citato articolo 3, svolge in Sicilia l'attività di riscossione anche con riferimento alle altre entrate non di spettanza regionale (ad esempio entrate contributive INPS).
  Per quanto concerne, in particolare, la problematica sollevata dall'Amministratore delegato di Riscossione Sicilia, si fa presente che agli atti del Dipartimento delle finanze non risulta essere stata trasmessa alcuna segnalazione dai comuni in gestione riguardo ad irregolarità nella trattazione della riscossione dei ruoli dei tributi locali.
  Il Dipartimento delle finanze ha di recente provveduto a richiedere alla Riscossione Sicilia S.p.A. una dettagliata relazione in ordine alla situazione della riscossione dei tributi locali nei confronti dei comuni.
  Giova precisare che in base all'articolo 3, co. 32, del citato decreto-legge n. 203 del 2005, convertito con modificazioni dalla legge n. 248 del 2005, nei confronti delle società partecipate da Equitalia s.p.a. non si applicano le disposizioni di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 13 aprile 1999 n. 112, che prevedono la vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze sui concessionari della riscossione, anche con l'ausilio della Guardia di finanza e per mezzo di ispezioni ed acquisizione di copie di atti e documenti, al fine di assicurare la regolarità, la tempestività, l'efficienza e l'efficacia del servizio della riscossione.
  Quanto ai poteri di controllo e vigilanza su Equitalia s.p.a., pur se la vigente normativa di settore prevede una sostanziale uniformità per quanto riguarda gli strumenti, gli obblighi e i diritti degli Agenti della riscossione, è opportuno precisare che i soggetti preposti alla riscossione a livello nazionale e regionale sono distinti, così come restano distinte le prerogative e le responsabilità delle strutture di governo e controllo.
  Come noto, il citato decreto-legge n. 203 del 2005 ha operato un radicale mutamento nel settore della riscossione, abolendo il precedente sistema basato sull'affidamento in concessione del servizio a soggetti privati e riportando in mano pubblica l'esercizio della funzione di riscossione nazionale, affidata all'Agenzia delle entrate che la esercita per il tramite di Equitalia s.p.a.
  Rispetto al quadro di riferimento descritto, Equitalia s.p.a. è uno strumento, necessario per espressa previsione normativa quale articolazione organizzativa dei maggiori enti creditori erariali, attraverso il quale l'Agenzia delle entrate esercita la propria pubblica funzione.
  I poteri, pur incisivi, che derivano all'Agenzia delle entrate dalla sua qualità di socio pubblico di maggioranza, non esauriscono la sfera di intervento che l'Agenzia esercita su Equitalia s.p.a., che si esplica anche sul piano pubblicistico a mezzo di poteri di coordinamento dell'esercizio della funzione pubblica della riscossione nazionale.
  Il modello fatto proprio con il decreto-legge n. 203 del 2005, nel quale due soggetti, formalmente distinti, sono accomunati dal necessario perseguimento di pubbliche finalità a tutela del superiore interesse del buon andamento della riscossione, ha consentito una profonda e necessaria evoluzione del concetto di controllo che, nel rigoroso rispetto e verifica della legalità dei comportamenti, valuti anche in termini di efficienza ed efficacia l'attività di Equitalia s.p.a.
  Equitalia s.p.a. è però dotata di una funzione di Internal Audit, che svolge attività di controllo e verifica su tutte le società del gruppo, sia in chiave di prevenzione che di repressione delle condotte fraudolente, oltreché nell'ottica di analisi e miglioramento dei processi operativi e di governance; su base convenzionale sono altresì effettuate verifiche congiunte con l'Agenzia delle entrate.
  Infatti, il concreto esplicarsi di tale controllo è regolato tra le parti a mezzo di un'apposita Convenzione, che disciplina un sistema articolato su un costante scambio di dati, automatico o su richiesta, e su necessari momenti di confronto per la verifica dei risultati della gestione e dell'attività di riscossione.
  Nel delineato quadro generale dei rapporti tra l'Agenzia delle entrate ed Equitalia S.p.a., la funzione di audit, verifica la presenza di possibili disfunzioni o carenze organizzative, che riguardino l'attività svolta sia dalla holding che dagli Agenti della Riscossione.
  A tal proposito, sia nell'ambito convenzionale sia di appositi protocolli d'intesa, sono stati rafforzati i flussi informativi esistenti in ordine ad eventuali criticità che riguardino i processi della riscossione coattiva e sono stati previsti appositi interventi congiunti di audit, finalizzati anche a trasferire le metodologie e le esperienze reciproche.
  In particolare, con riguardo a quanto indicato nell'atto di sindacato ispettivo, Equitalia rappresenta che le verifiche di audit, condotte autonomamente e congiuntamente su base convenzionale, non hanno fatto emergere le situazioni descritte che possano garantire posizioni di qualsivoglia privilegio.
  Per completezza si fa rilevare che, come noto, l'articolo 1 del decreto-legge n. 193 del 2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 225 del 2016, scioglie dal 1o luglio 2017 le società del gruppo Equitalia; da tale data l'esercizio delle funzioni in tema di riscossione nazionale sarà attribuito all'Agenzia delle entrate e svolto dall'ente pubblico economico ad essa strumentale.
  Detto Ente sarà sottoposto all'indirizzo ed alla vigilanza del Ministero dell'economia e delle finanze; inoltre l'Agenzia delle entrate provvederà al costante monitoraggio dell'attività di riscossione, secondo i principi di trasparenza e pubblicità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

azione

criminalita' organizzata

commissione parlamentare