ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10570

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 741 del 14/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: SIBILIA CARLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 14/02/2017


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 14/02/2017
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 14/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10570
presentato da
SIBILIA Carlo
testo di
Martedì 14 febbraio 2017, seduta n. 741

   SIBILIA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   da quanto disposto dai princìpi contabili internazionali IAS 7.6, si desume che la «cassa» risulti costituita da contanti (monete e banconote) e da depositi bancari. L'Autorità bancaria europea (EBA) definisce la moneta bancaria come « fiat currency» considerando la stessa – implicitamente – avente corso legale, in quanto accettata dalla banca centrale e dalle autorità statali;
   le banche possono creare moneta «bancaria» dal nulla. Tale facoltà sembrerebbe esser stata riconosciuta legittima dal tribunale di Bolzano (6 settembre 2016 – RG2016/14), in quanto non contraria e non vietata dalla normativa europea e nazionale;
   da quanto si desume dalle dichiarazioni degli esponenti della Banca centrale europea e di importanti società di consulenza come KPMG, le banche di credito creano moneta all'atto di erogazione dei prestiti, quindi non prestano moneta prelevandola dalla raccolta o dalle riserve, bensì la generano ex nihilo, aumentando con ciò il money supply e realizzando un «allungamento» del proprio bilancio. Nell'ordinanza 6 settembre 2016 dell'esecuzione immobiliare 216/2014 il GE di Bolzano ha osservato che gli articoli 127 e 128 del Trattato di Lisbona riservano al Sistema europeo delle banche centrali l'emissione solo dell'euro cartaceo e metallico, non anche di quello scritturale creato dalle banche di credito. Il 7 luglio 2016 a Madrid, in Spagna, il vice presidente della Banca centrale europea ha dichiarato: «Una motivazione fondamentale per la regolamentazione bancaria si riferisce al fatto che, quando concedono credito, le banche creano denaro creando un deposito corrispondente. Questa attività, che è al centro del nostro sistema di moneta-credito, comporta una significativa trasformazione di liquidità poiché i depositi sono molto più liquidi dei crediti»;
   la circostanza sopra descritta è stata ammessa ultimamente dalla Banca popolare dell'Alto Adige nel procedimento esecutivo immobiliare 216/2014; il giudice ha ritenuto che questa prassi sia effettiva e legittima, asserendo nell'ordinanza 6 luglio 2016 quanto segue: «quanto, invece, alla violazione dell'articolo 127 (ex articolo 105) del trattato istitutivo dell'Unione Europea, non si capisce per quale motivo la creazione di moneta attraverso il sistema bancario possa violare tale norma, che nulla dispone in tal senso, come è assolutamente irrilevante il riferimento all'articolo 10 TUB, che non vieta tale sistema, posto che comunque l'Euro è una moneta non rappresentativa, per cui non è richiesto un controvalore per ogni biglietto stampato come all'era del sistema aureo (...)». La banca aveva dichiarato: «Il Trattato di Maastricht non riserva alla BCE la creazione di moneta, ma testualmente l'emissione di banconote ed il conio di monete. Il codice civile non conosce affatto soltanto la moneta legale (se fosse così, in base alla normativa antiriciclaggio, oggi sarebbe vietato qualsiasi affare che prevedesse il pagamento di un prezzo pari o superiore ad euro 3.000; simili limiti sono peraltro in vigore nella maggioranza dei paesi dell'Unione Europea) (...) La “creazione di moneta” da parte delle banche commerciali, l'esistenza di “moneta scritturale”, il fenomeno della “riserva frazionaria” sono caratteristiche assolutamente lecite del nostro sistema economico e monetario ed espressione della libertà contrattuale. Se una banca eroga un mutuo ad un cliente, si ha un semplice fenomeno di espansione dello stato patrimoniale»;
   questa realtà è stata ultimamente confermata anche dal rapporto di KPMG sulla creazione di denaro mediante il prestito, presentato al Primo Ministro dell'Islanda il 5 settembre 2016 che scrive: «La predominante fonte di moneta nel presente Sistema monetario è il prestito bancario, in cui i depositi sono creati nel processo del prestare. La creazione monetaria nel presente sistema monetario, perciò, espande i bilanci delle banche e accresce l'indebitamento di famiglie e imprese»;
   la possibilità per le banche di creare denaro si basa sul fatto che le banche, reciprocamente, si riconoscono e accreditano identicamente alla moneta legale la moneta così creata e trasferita mediante bonifici o altro. Tale moneta scritturale è, giuridicamente, uno strumento di debito, ossia una promessa di pagamento, emessa dalla banca pagante nei confronti della banca destinataria; quindi la moneta scritturale creditizia consiste in una rete di reciproche promesse di pagamento accettate, per convenzione, come moneta finale, estintiva del debito, la condizione di solvibilità o insolvibilità di una banca dipendendo essenzialmente dalla volontà delle altre banche di accertarne i pagamenti –:
   se, in conformità con quanto asserito in premessa, intenda assumere le opportune iniziative di competenza al fine di modificare, i criteri di solvibilità delle banche escludendo ogni ipotesi di liquidazione e di interventi di «bail-in» e «bail-out», consentendo alle banche una continuità operativa nell'ambito del sistema interbancario, ed individuando criteri di gestione delle crisi bancarie finalizzati alla soluzione esclusiva delle cause e delle responsabilità degli organi di amministrazione e controllo che hanno generato una eccessiva esposizione della medesima banca. (5-10570)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

banca

credito

Banca centrale europea