ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/10444

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 734 del 01/02/2017
Firmatari
Primo firmatario: SPADONI MARIA EDERA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 01/02/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2017
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2017
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2017
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2017
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 01/02/2017


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 01/02/2017
Stato iter:
02/02/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 02/02/2017
Resoconto SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE
 
RISPOSTA GOVERNO 02/02/2017
Resoconto GIRO MARIO ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 02/02/2017
Resoconto SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 02/02/2017

SVOLTO IL 02/02/2017

CONCLUSO IL 02/02/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-10444
presentato da
SPADONI Maria Edera
testo di
Mercoledì 1 febbraio 2017, seduta n. 734

   SPADONI, MANLIO DI STEFANO, DI BATTISTA, SCAGLIUSI, GRANDE e DEL GROSSO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   il 26 ottobre 2016, l'allora Ministro Paolo Gentiloni, nel corso del question time n. 3-02584 in Assemblea a prima firma del primo firmatario del presente atto, relativo all'effettiva autorizzazione del transito e dell'esportazione di armamenti dall'Italia verso l'Arabia Saudita, aveva replicato che l'Arabia Saudita non è oggetto di alcuna forma di embargo, sanzione restrizione internazionale nel settore delle vendite di armamenti e che: «Naturalmente, ove in sede Nazioni Unite o Unione europea fossero accertate eventuali violazioni, l'Italia si adeguerebbe immediatamente a prescrizioni o divieti»;
   l'Arabia Saudita è impegnata da troppo tempo in una campagna di bombardamenti in Yemen contro i civili che, secondo stime ONU, ha causato finora quasi 7 mila morti, oltre 35 mila feriti e almeno 3 milioni di sfollati; 
   secondo Amnesty International e Human Rights Watch, l'Arabia Saudita commette «gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani» all'estero e all'interno del Paese e sfrutta la propria posizione all'interno del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per ostacolare efficacemente la ricerca della giustizia per i possibili crimini di guerra nello Yemen;
   ai sensi dell'articolo 1, comma 6, della legge 9 luglio 1990, n. 185, l'esportazione ed il transito di materiali di armamento sono vietati verso i Paesi in stato di conflitto armato, i cui Governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani;
   sono triplicate tutte le esportazioni di armamenti, passate da 2,9 miliardi di euro nel 2014 a oltre 8,2 miliardi di euro nel 2015; questa cifra comprende sia le esportazioni per programmi di cooperazione intergovernativa, armi esportate a Paesi dell'Unione europea o della NATO, sia le autorizzazioni all'esportazione di sistemi militari ad altri Paesi, che hanno raggiunto i 4,7 miliardi di euro, tra cui anche l'Arabia Saudita;
   durante l'audizione del 9 novembre 2016, presso il Comitato permanente sull'attuazione dell'Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile della Commissione affari esteri, il Vice Ministro pro tempore Mario Giro ha sostenuto: «la mia personale opinione è che non vanno vendute armi ai Paesi in guerra» –:
   come intenda sanare quello che agli interroganti appare un evidente contrasto tra la politica italiana di export di armi verso Paesi in guerra, o che commettono gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di civili, e la politica di finanziamento delle agenzie dell'ONU, come l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), per crisi umanitarie causate anche dalla stessa vendita di armi italiane. (5-10444)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 2 febbraio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-10444

  Vorrei rispondere all'Onorevole interrogante facendo innanzitutto presente che abbiamo una legge (la n. 185 del 1990) molto rigorosa, che mira ad evitare che si verifichi una mancanza di coerenza quale quella prefigurata dall'On. Spadoni.
  Come sapete, la legge disciplina le movimentazioni dei materiali di armamento, prevedendo un sistema di controllo e di autorizzazione rigoroso ed articolato che, in materia di armamenti convenzionali, è tra i più avanzati in ambito europeo ed internazionale. L'applicazione del disposto normativo viene scrupolosamente garantita da un sistema di concertazione interministeriale, che, oltre al Ministero degli affari esteri e della Cooperazione internazionale, coinvolge direttamente i Ministeri della difesa, dello sviluppo economico, dell'economia e delle finanze, dell'ambiente, dell'interno, l'Agenzia delle Dogane e la Presidenza del Consiglio.
  Già nella sua concreta attuazione, specie in caso di esportazione di materiali d'armamento verso destinazioni sensibili in termini di sicurezza e stabilità interna e regionale – e qui vengo al quesito posto dall'Onorevole interrogante – vengono svolte le opportune considerazioni, nonché ottenute le adeguate garanzie, non solo in merito all'utilizzatore finale dei beni, ma anche in ordine all'impiego finale dei materiali esportati.
  Tali considerazioni, oltre che alla base del procedimento autorizzativo delineato dalla legge n. 185 del 1990, sono espressamente previste dalla Posizione Comune 2008/944/PESC del Consiglio Europeo dell'8 dicembre 2008 («Norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari»). Gli otto criteri cui fa riferimento la Posizione Comune implicano una serie di valutazioni in merito alla situazione interna e regionale dei Paesi destinatari delle forniture, tra le quali il rispetto di obblighi ed impegni internazionali, l'eventuale rischio di sviamenti o cessione a terzi, il rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale da parte dei Governi destinatari.
  Stringenti valutazioni vengono sistematicamente condotte «caso per caso» ogniqualvolta le esportazioni di materiali d'armamento riguardino destinazioni sensibili, acquisendo tutte le necessarie informazioni e garanzie.
  La legge e la sua applicazione quindi fornisce tutte le adeguate garanzie in ambito di esportazione di armamenti. Quanto infine al caso dell'Arabia Saudita, citata dall'Onorevole interrogante, ribadisco che, a differenza di altri Paesi, non è oggetto di alcuna forma di embargo, sanzione o restrizione internazionale nel settore delle vendite di armamenti. Naturalmente, ove in sede ONU o UE fossero accertate eventuali violazioni, l'Italia si adeguerebbe prontamente al dispositivo precettivo internazionale adottato.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

esportazione comunitaria

diritti umani

commercio di armi