ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/10241

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 722 del 11/01/2017
Abbinamenti
Atto 5/10239 abbinato in data 12/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: RONDINI MARCO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
Data firma: 11/01/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/01/2017
Stato iter:
12/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/01/2017
Resoconto RONDINI MARCO LEGA NORD E AUTONOMIE - LEGA DEI POPOLI - NOI CON SALVINI
 
RISPOSTA GOVERNO 12/01/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 12/01/2017
Resoconto BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/01/2017

DISCUSSIONE IL 12/01/2017

SVOLTO IL 12/01/2017

CONCLUSO IL 12/01/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-10241
presentato da
RONDINI Marco
testo di
Mercoledì 11 gennaio 2017, seduta n. 722

   RONDINI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   in Toscana in questo momento, nella cosiddetta «Valle dell'Arno», vi è un'epidemia che si sta protraendo più a lungo e colpisce anche persone che non hanno niente in comune tra loro, soprattutto nella fascia degli over 50, come invece avviene con questo tipo di meningite;
   la meningite in Toscana sta colpendo persone con età al di sopra dei 50 anni ed in particolare intorno ai 58-60, considerati non a rischio e comunque non per il meningococco. Una delle spiegazioni per l'incidenza dei casi in questa fascia di età sembra risiedere nel fatto che i soggetti appartenenti alla popolazione tradizionalmente più a rischio, e cioè bambini, adolescenti e anche giovani adulti, sono stati protetti con la vaccinazione contro il meningococco C, batterio che tende quindi a «spostarsi» verso nuovi soggetti non immunizzati, come quelli appartenenti alle fasce più alte di età;
   l'epidemia inoltre si sta protraendo più a lungo, coinvolgendo anche persone che non hanno niente in comune tra loro, in un periodo non particolarmente freddo come avviene invece con questo tipo di meningite;
   la meningite meningococcica è una malattia infettiva grave. La meningite meningococcica ha una mortalità del 10-15 per cento (dovuta in genere a sepsi), e un rischio dell'11-19 per cento di gravi complicanze, quali ritardo mentale, malattie del sistema nervoso, sordità, disturbi della sfera psico-affettiva;
   l'Istituto superiore di sanità specifica testualmente sul suo sito internet che «la principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5 per cento dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia»;
   i dati dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha evidenziato come, nel 2014, oltre 65 mila persone sbarcate in Italia su un totale di 160 mila fossero di provenienza subsahariana, mentre nel primo trimestre di quest'anno gli sbarchi sulle nostre coste di immigrati provenienti da quella fascia sono oltre l'80 per cento del totale. La malattia meningococcica è iperendemica in questa regione, e le epidemie periodiche durante la stagione secca (dicembre-giugno) arrivano fino a 1.000 casi ogni 100.000 abitanti. Al contrario, i tassi di malattia negli Stati Uniti, Europa, Australia e Sud America vanno da 0,3 a 3 casi ogni 100.000 abitanti per anno –:
   se il Ministro interrogato, essendo a conoscenza della situazione, non intenda assumere iniziative per la realizzazione di una campagna di vaccinazione dei migranti che quotidianamente sbarcano sulle coste italiane al fine di tutelare la salute pubblica. (5-10241)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 gennaio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-10241

  Rispondo congiuntamente alle due interrogazioni attesa l'analogia della tematica e dei quesiti sollevati. La gestione dei flussi migratori, sotto l'aspetto sanitario, in particolar modo con riferimento al periodo di prima accoglienza e per tutta la durata della loro permanenza nei centri e nelle strutture dedicati, richiede un approccio coordinato da parte di tutte le Amministrazioni ed i soggetti a vario titolo coinvolti, per la migliore tutela possibile della salute dei cittadini e dei migranti stessi.
  L'arrivo di un elevato numero di immigrati nel territorio nazionale, in tempi relativamente brevi, richiede, quindi, da parte delle Autorità Sanitarie interessate, d'intesa con tutte le Amministrazioni coinvolte, uno sforzo notevole per identificare e gestire tempestivamente gli eventi che riguardano lo stato di salute di queste persone, e che possono avere conseguenze sia a livello individuale sia a livello della comunità ospitante.
  Allo stesso tempo, è necessario che alle persone che arrivano e soggiornano nel nostro Paese sia assicurata un'assistenza sanitaria in linea con le loro necessità e nel rispetto dei principi costituzionali.
  L'Accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 relativo alle indicazioni per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome è finalizzato a garantire la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera: sia i migranti regolari, sia i soggetti temporaneamente presenti per motivi vari nel territorio nazionale, sia i migranti irregolari, che costituiscono il gruppo più vulnerabile, a cui devono essere garantite cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti e, in un'ottica di tutela della collettività. Il decreto del Ministero dell'interno 20 ottobre 2014 «Regolamento recante criteri per l'organizzazione dei centri di identificazione ed espulsione», affronta in dettaglio anche i punti relativi all'accertamento delle condizioni di salute del migrante e all'erogazione dell'assistenza medica necessaria.
  Segnalo, inoltre, che il sistema ordinario, quanto i sistemi aggiuntivi di sorveglianza delle malattie infettive – quali il sistema di sorveglianza sindromica, messo in atto a seguito del massiccio afflusso di migranti dai Paesi dell'Africa Settentrionale – non hanno mai messo in evidenza situazioni di allarme per la popolazione residente e per quella migrante, anche se in situazioni di promiscuità e di disagio.
  Aggiungo che i sistemi di sorveglianza delle malattie infettive e le attività di controllo sanitario, messe in atto direttamente a bordo delle navi della Marina Militare, nonché i controlli effettuati ordinariamente al momento dello sbarco da parte degli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera e dei Servizi Territoriali di Assistenza Sanitaria al personale navigante di questo Ministero, non hanno evidenziato situazioni che potessero costituire una emergenza sanitaria.
  Queste attività hanno, inoltre, consentito di gestire immediatamente, ed in modo appropriato, casi sospetti di malattie infettive, nonché altre situazioni sanitarie richiedenti immediata attenzione, sia che si trattasse di malattie infettive, legate alle disagiate condizioni di vita prima e durante gli imbarchi, sia che si trattasse di condizioni patologiche quali ustioni, traumatismi, cardiopatie, diabete, esiti di poliomielite o altre affezioni neurologiche o di condizioni fisiologiche. Quanto alla malattia meningococcica, si tratta di una malattia molto grave ma piuttosto rara: in Italia si verificano meno di 200 casi l'anno, concentrati prevalentemente nella fascia di età del bambino, dell'adolescente e del giovane adulto.
  Non si registra, nel nostro Paese, un «trend» in aumento dei casi, né una situazione di emergenza che possa richiedere l'adozione di azioni straordinarie, se non momentaneamente legate all'aumento della richiesta di vaccinazione e di accesso ai servizi vaccinali da parte della popolazione e correlate all'aumentata attenzione mass-mediatica.
  In caso di positività per meningococco di una persona sana (stato di portatore), non è prevista alcuna misura restrittiva o terapeutica, anche perché la condizione di portatore dura generalmente per brevi periodi di tempo. Ne consegue che uno «screening» dei soggetti provenienti da aree anche ad alta incidenza non viene considerato utile.
  È necessario precisare che i sierogruppi di meningococco più diffusi in Italia ed Europa sono il B e il C, mentre in Africa (soprattutto in quella Sub-Sahariana) il sierogruppo prevalente è l'A, del quale si registrano in Italia pochi casi sporadici l'anno.
  Ecco perché mi sento di confermare anche in questa sede che le misure di controllo sono la vaccinazione, come previsto dal Calendario vaccinale e, nel caso di un caso clinico, la ricerca dei contatti da sottoporre alla relativa chemioprofilassi.
  Pertanto, non sussistono azioni ulteriori che questo Ministero possa o debba intraprendere nei confronti dei migranti, relativamente a un «possibile» aumentato rischio di meningite da meningococco.
  Riguardo all'accesso al vaccino, il nuovo PNPV 2017-2019 – come ho avuto già modo di riferire in occasione della risposta all'On.le Binetti – è in attesa di definitiva approvazione in Conferenza Stato-Regioni, amplia la protezione vaccinale nei confronti dei meningococchi, inserendo anche l'offerta attiva e gratuita del vaccino anti-meningococco B per i nuovi nati (3 dosi nel corso del primo anno di vita più una dose di richiamo dopo l'anno d'età) e del vaccino tetravalente per gli adolescenti, sia come richiamo che come prima vaccinazione in caso di soggetti suscettibili, andando a sostituire il monovalente anti-meningococco C.
  Il vaccino è, quindi, offerto gratuitamente solo ad alcune fasce di popolazione, che sono quelle a maggiore rischio di malattia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia

malattia del sistema nervoso

protezione del consumatore