ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/10239

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 722 del 11/01/2017
Abbinamenti
Atto 5/10241 abbinato in data 12/01/2017
Firmatari
Primo firmatario: GULLO MARIA TINDARA
Gruppo: FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 11/01/2017
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE 11/01/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/01/2017
Stato iter:
12/01/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 12/01/2017
Resoconto BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
 
RISPOSTA GOVERNO 12/01/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 12/01/2017
Resoconto BERGAMINI DEBORAH FORZA ITALIA - IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/01/2017

DISCUSSIONE IL 12/01/2017

SVOLTO IL 12/01/2017

CONCLUSO IL 12/01/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-10239
presentato da
GULLO Maria Tindara
testo di
Mercoledì 11 gennaio 2017, seduta n. 722

   GULLO e BERGAMINI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   i casi di meningite meningococcica registrati in Toscana nel 2016 sono 40, mentre nel 2015 sono stati 38. Nel 2015 sono decedute 7 persone, mentre nel 2016 sono decedute 5 persone;
   l'Istituto superiore della sanità in Toscana ha reso noto che, nei primi 10 mesi del 2016, la regione Toscana si conferma come nel 2015 in cima alla classifica per numero di casi di meningite meningococcica in rapporto alla popolazione residente;
   come riportato dalle maggiori fonti giornalistiche, secondo gli esperti si tratterebbe di «iper-endemia» cioè «di un eccesso di persone – portatrici sane del batterio – che aumentano così la probabilità che un individuo si ammali o trasmetta il germe ad altri»;
   i contagi sono più frequenti nella zona che la sanità regionale ha definito «la valle dell'Arno», ovvero i territori tra Firenze, Pistoia e Prato, ma non risparmiano le altre province toscane;
   non si può escludere la possibilità che all'origine della meningite meningococcica possa esservi anche la costante crescita del numero di migranti residenti in Toscana, considerato che le province più colpite dall'epidemia sono quelle in cui risiedono il maggior numero di immigrati della fascia subsahariana, ovvero da quella zona definita «cintura della meningite»;
   come riportato dal Centers for disease control and prevention il meningococco si trova in tutto il mondo, ma la più alta incidenza si registra nella cosiddetta «cintura della meningite», area che comprende i Paesi dal Senegal all'Etiopia. In questa regione, la malattia meningococcica è iperendemica e le epidemie ricorrenti durante la stagione secca arrivano a colpire fino a 1.000 persone ogni 100.000 abitanti;
   a fronte dell'alto numero dei casi di meningite, in Toscana è attiva da due anni una campagna vaccinale (e lo stesso Ministero della salute ha raccomandato ai cittadini di altre regioni che si rechino spesso in Toscana di vaccinarsi alla stregua dei residenti). Ciononostante sono noti alle interroganti numerosi casi di cittadini che si sono sentiti dire dalle proprie istituzioni sanitarie di riferimento che per accedere ai vaccini vi era una lista di attesa di alcuni mesi –:
   se il Ministro interrogato, alla luce di quanto esposto in premessa, possa fornire gli opportuni chiarimenti, per quanto di competenza, circa gli accertamenti sanitari a cui sono sottoposti gli immigrati provenienti in particolar modo dal continente africano, nonché in merito alle misure intraprese per garantire l'accesso al vaccino a tutti i cittadini italiani che ne facciano richiesta. (5-10239)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 12 gennaio 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-10239

  Rispondo congiuntamente alle due interrogazioni attesa l'analogia della tematica e dei quesiti sollevati. La gestione dei flussi migratori, sotto l'aspetto sanitario, in particolar modo con riferimento al periodo di prima accoglienza e per tutta la durata della loro permanenza nei centri e nelle strutture dedicati, richiede un approccio coordinato da parte di tutte le Amministrazioni ed i soggetti a vario titolo coinvolti, per la migliore tutela possibile della salute dei cittadini e dei migranti stessi.
  L'arrivo di un elevato numero di immigrati nel territorio nazionale, in tempi relativamente brevi, richiede, quindi, da parte delle Autorità Sanitarie interessate, d'intesa con tutte le Amministrazioni coinvolte, uno sforzo notevole per identificare e gestire tempestivamente gli eventi che riguardano lo stato di salute di queste persone, e che possono avere conseguenze sia a livello individuale sia a livello della comunità ospitante.
  Allo stesso tempo, è necessario che alle persone che arrivano e soggiornano nel nostro Paese sia assicurata un'assistenza sanitaria in linea con le loro necessità e nel rispetto dei principi costituzionali.
  L'Accordo Stato-Regioni del 20 dicembre 2012 relativo alle indicazioni per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province autonome è finalizzato a garantire la corretta applicazione della normativa per l'assistenza sanitaria alla popolazione straniera: sia i migranti regolari, sia i soggetti temporaneamente presenti per motivi vari nel territorio nazionale, sia i migranti irregolari, che costituiscono il gruppo più vulnerabile, a cui devono essere garantite cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti e, in un'ottica di tutela della collettività. Il decreto del Ministero dell'interno 20 ottobre 2014 «Regolamento recante criteri per l'organizzazione dei centri di identificazione ed espulsione», affronta in dettaglio anche i punti relativi all'accertamento delle condizioni di salute del migrante e all'erogazione dell'assistenza medica necessaria.
  Segnalo, inoltre, che il sistema ordinario, quanto i sistemi aggiuntivi di sorveglianza delle malattie infettive – quali il sistema di sorveglianza sindromica, messo in atto a seguito del massiccio afflusso di migranti dai Paesi dell'Africa Settentrionale – non hanno mai messo in evidenza situazioni di allarme per la popolazione residente e per quella migrante, anche se in situazioni di promiscuità e di disagio.
  Aggiungo che i sistemi di sorveglianza delle malattie infettive e le attività di controllo sanitario, messe in atto direttamente a bordo delle navi della Marina Militare, nonché i controlli effettuati ordinariamente al momento dello sbarco da parte degli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera e dei Servizi Territoriali di Assistenza Sanitaria al personale navigante di questo Ministero, non hanno evidenziato situazioni che potessero costituire una emergenza sanitaria.
  Queste attività hanno, inoltre, consentito di gestire immediatamente, ed in modo appropriato, casi sospetti di malattie infettive, nonché altre situazioni sanitarie richiedenti immediata attenzione, sia che si trattasse di malattie infettive, legate alle disagiate condizioni di vita prima e durante gli imbarchi, sia che si trattasse di condizioni patologiche quali ustioni, traumatismi, cardiopatie, diabete, esiti di poliomielite o altre affezioni neurologiche o di condizioni fisiologiche. Quanto alla malattia meningococcica, si tratta di una malattia molto grave ma piuttosto rara: in Italia si verificano meno di 200 casi l'anno, concentrati prevalentemente nella fascia di età del bambino, dell'adolescente e del giovane adulto.
  Non si registra, nel nostro Paese, un «trend» in aumento dei casi, né una situazione di emergenza che possa richiedere l'adozione di azioni straordinarie, se non momentaneamente legate all'aumento della richiesta di vaccinazione e di accesso ai servizi vaccinali da parte della popolazione e correlate all'aumentata attenzione mass-mediatica.
  In caso di positività per meningococco di una persona sana (stato di portatore), non è prevista alcuna misura restrittiva o terapeutica, anche perché la condizione di portatore dura generalmente per brevi periodi di tempo. Ne consegue che uno «screening» dei soggetti provenienti da aree anche ad alta incidenza non viene considerato utile.
  È necessario precisare che i sierogruppi di meningococco più diffusi in Italia ed Europa sono il B e il C, mentre in Africa (soprattutto in quella Sub-Sahariana) il sierogruppo prevalente è l'A, del quale si registrano in Italia pochi casi sporadici l'anno.
  Ecco perché mi sento di confermare anche in questa sede che le misure di controllo sono la vaccinazione, come previsto dal Calendario vaccinale e, nel caso di un caso clinico, la ricerca dei contatti da sottoporre alla relativa chemioprofilassi.
  Pertanto, non sussistono azioni ulteriori che questo Ministero possa o debba intraprendere nei confronti dei migranti, relativamente a un «possibile» aumentato rischio di meningite da meningococco.
  Riguardo all'accesso al vaccino, il nuovo PNPV 2017-2019 – come ho avuto già modo di riferire in occasione della risposta all'On.le Binetti – è in attesa di definitiva approvazione in Conferenza Stato-Regioni, amplia la protezione vaccinale nei confronti dei meningococchi, inserendo anche l'offerta attiva e gratuita del vaccino anti-meningococco B per i nuovi nati (3 dosi nel corso del primo anno di vita più una dose di richiamo dopo l'anno d'età) e del vaccino tetravalente per gli adolescenti, sia come richiamo che come prima vaccinazione in caso di soggetti suscettibili, andando a sostituire il monovalente anti-meningococco C.
  Il vaccino è, quindi, offerto gratuitamente solo ad alcune fasce di popolazione, che sono quelle a maggiore rischio di malattia.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

malattia del sistema nervoso

malattia

vaccino