ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10188

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 718 del 28/12/2016
Firmatari
Primo firmatario: BUSINAROLO FRANCESCA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 28/12/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 07/12/2017


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 28/12/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 26/06/2017
Stato iter:
07/12/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/12/2017
Resoconto DELLA VEDOVA BENEDETTO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 07/12/2017
Resoconto DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 28/12/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 26/06/2017

SOLLECITO IL 07/11/2017

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 12/12/2017

DISCUSSIONE IL 07/12/2017

SVOLTO IL 07/12/2017

CONCLUSO IL 07/12/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10188
presentato da
BUSINAROLO Francesca
testo presentato
Mercoledì 28 dicembre 2016
modificato
Martedì 12 dicembre 2017, seduta n. 899

   BUSINAROLO, MANLIO DI STEFANO. — Al Ministro della giustizia, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   da notizie di stampa (vedasi Il fatto quotidiano del 15 dicembre 2016) si è appreso di una squallida vicenda accaduta in Argentina, nella città di Mendoza, che ha come protagonista un religioso italiano 82enne, don N. C., trasferito da diverso tempo nelle sedi argentine dell'Istituto «Antonio Provolo» di Verona, arrestato insieme ad altre quattro persone, tra cui un altro sacerdote e tre impiegati, per gravi abusi perpetrati nei confronti di minori che, figli di famiglie povere, si trattenevano a dormire nella cosiddetta «casita de Dios», edificio ubicato accanto alle aule scolastiche, trasformato in «luogo degli orrori»;
   il sacerdote veronese era stato già coinvolto in episodi analoghi, nello scandalo che aveva travolto la sede veronese della congregazione nel 2009. Il suo nominativo compariva nella lista dei 12 preti e dei 3 laici denunciati dagli ex allievi (bambini sordomuti) dell'istituto «Provolo», per violenze perpetrate tra gli anni sessanta e la prima metà degli anni ottanta, reati che sarebbero ormai prescritti sia per la legge italiana che per il diritto canonico;
   nel 2009 sono state presentate le prime denunce, in seguito alle quali il Vaticano ha istituito una commissione d'inchiesta che ha comminato ai sacerdoti coinvolti la pena più lieve, quella dell'ammonizione canonica, anche se tra questi non compariva il nominativo di don N.C, fino allo scandalo che ha destato grande clamore in Argentina, in seguito al quale il presidente della commissione esteri del Senato di tale Paese, Julio Cobos, ha chiesto al Ministro degli esteri di acquisire con urgenza presso le autorità ecclesiastiche le informazioni sulle verifiche compiute per la pratica d'ingresso, permanenza e radicamento dei sacerdoti coinvolti;
   secondo la stampa argentina don N. C. sarebbe stato trasferito dall'Italia proprio per coprire gli abusi commessi;
   ad oggi risulta che i documenti della commissione di inchiesta del Vaticano non siano consultabili –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti descritti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, anche nell'ambito degli ordinari canali diplomatici, ritengano di adottare per contribuire a fare piena luce su tali vicende e per sviluppare adeguati strumenti di prevenzione che possano evitare il ripetersi di episodi di questa gravità in danno di vittime innocenti. (5-10188)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 7 dicembre 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-10188

  La Farnesina, per il tramite delle rappresentanze diplomatico-consolari italiane in Argentina, segue con grande attenzione il caso segnalato dall'onorevole Interrogante, in ragione della gravità delle accuse e del comune desiderio – delle istituzioni italiane e della magistratura argentina – di far piena luce sulla vicenda.
  L'anziano sacerdote, oggi ultraottantenne, è stato posto in arresto dalle autorità giudiziarie argentine, a Mendoza, il 27 novembre 2016, con l'accusa di aver compiuto una serie di abusi sessuali su un numero indeterminato di minori. Le vittime erano alunni dell'istituto scolastico per ipoacusici «Antonio Provolo» di Verona, sede di Mendoza, ove lavorava il prelato, ed analoghe accuse sono state rivolte anche ad altre quattro persone, tra cui un altro sacerdote, tutte impiegate nella struttura.
  Non è al momento possibile prevedere la tempistica dell'evoluzione delle indagini, ancora in corso. In considerazione della sua età avanzata e del suo stato di salute, il prelato si trova al momento agli arresti domiciliari, in una località segreta dell'Argentina. Da contatti avuti dalle nostre rappresentanze diplomatico-consolari con l'avvocato dell'accusato, emerge comunque come quest'ultimo non intenda tornare in Italia, malgrado il forte auspicio in questo senso espresso dai familiari.
  Sin dalla notifica dell'arresto il 29 novembre 2016, il Consolato a Mendoza, in raccordo con l'Ambasciata e la Farnesina, ha costantemente seguito l'evolversi della situazione, prendendo contatto con gli inquirenti, con il collegio difensivo del prelato, con le autorità ecclesiastiche di Mendoza e con i parenti residenti in Italia.
  Allo stato attuale, non è pervenuta da parte degli inquirenti alcuna richiesta di informazioni riguardo ai precedenti del prelato, ma è stata fatta solo istanza di conoscere se questi avesse o meno la cittadinanza italiana.
  A seguito di verifiche sull'accusato, è risultato come il prelato avesse ottenuto nel 1973 la cittadinanza argentina, ma si fosse in seguito avvalso di quanto previsto dall'Accordo italo-argentino sulla cittadinanza del 1973 per acquisire nuovamente la cittadinanza italiana. Essa è stata quindi ripristinata il 22 marzo 2017.
  Il collegio difensivo ha invece fatto richiesta per ottenere il certificato del casellario giudiziario italiano del loro assistito.
  Secondo gli elementi fomiti dal Ministero della Giustizia italiano il 14 novembre 2017, risulta che presso la Procura di Verona risulta archiviato, per prescrizione, un procedimento per violenza sessuale a carico di altro appartenente alla stessa Congregazione, in relazione ad abusi sessuali su minori ad opera di sacerdoti, indagine rispetto alla quale il prelato oggetto dell'interrogazione risulta estraneo.
  La Procura di Verona ha, inoltre, aggiunto che, «di recente, è stata depositata una denunzia da un ex allievo dello stesso Istituto Provolo per reati analoghi in danno di minori sordomuti ex allievi dell'istituto e a carico di sacerdoti, tra i quali viene citato anche Don N. C.», il prelato oggetto dell'interrogazione. Nella medesima denunzia alla Curia veronese, in particolare «si addebiterebbe la violazione del dovere di vigilanza e l'omissione dei nominativi dei sacerdoti interessati dagli episodi, tra cui quello di Don N. C.». Il predetto Ufficio giudiziario, sulla base della richiamata denunzia – fa sapere il nostro Ministero della giustizia – ha aperto un procedimento penale per favoreggiamento.
  Su questa delicatissima vicenda, che urta la sensibilità dell'opinione pubblica, il Governo continuerà a fornire ogni utile cooperazione alle controparti argentine, nell'auspicio che la procedura giudiziaria avviata possa condurre in tempi rapidi all'accertamento della verità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto canonico

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