ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/10099

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 711 del 06/12/2016
Firmatari
Primo firmatario: BUSTO MIRKO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/12/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DAGA FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 06/12/2016
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 06/12/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 06/12/2016
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/12/2016
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 06/12/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 06/12/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 06/12/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-10099
presentato da
BUSTO Mirko
testo di
Martedì 6 dicembre 2016, seduta n. 711

   BUSTO, DAGA, DE ROSA, MICILLO, TERZONI e ZOLEZZI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   nel 2016 l'azienda Ondulato Santerno ha presentato un progetto per una centrale cogenerativa termo elettrica alimentata da fonti rinnovabili, precisamente olio di palma, da 1 megawatt, finalizzato a produrre energia elettrica per i propri impianti industriali nella Vallata del Santerno;
   l'impianto ha già ricevuto l'autorizzazione dell'Arpae e l'Autorizzazione unica ambientale (AUA) ma non lo screening di valutazioni di impatto ambientale, opportuna ai fini di saggiare la sostenibilità dell'impianto; il Consiglio di Stato, tramite le sentenze 04729/2014, n. 04727/2014, n. 04730/2014, ha ritenuto illegittime le autorizzazioni rilasciate senza la preventiva sottoposizione a screening di valutazioni di impatto ambientale ed escluse da tale procedura sulla base della sola soglia dimensionale;
   l'impianto dovrebbe sorgere a ridosso di una zona sottoposta a vincolo ambientale, il parco regionale della Vena del Gesso;
   gli alti livelli di inquinanti dell'Emilia Romagna, così come emerso dal rapporto dell'Arpa sulla qualità dell'aria, sono tali da indicare un percorso di salvaguardia della popolazione da fonti inquinanti, escludendo l'installazione di nuovi impianti potenzialmente inquinanti;
   la pressione della società civile e delle associazioni ambientaliste, riportata da diversi atti politici del M5S in sede regionale e locale (Casalfiumanese) tesi a chiedere spiegazioni sull'impianto i con particolare attenzione alle valutazioni di impatto ambientale e all'insostenibilità dell'olio di palma usato come biomassa;
   molti dubbi riguardano la sostenibilità dell'olio tropicale a fronte dell'impatto ambientale della sua produzione in termini di deforestazioni in zone ad alta biodiversità, con conseguente drenaggio della torba. La deforestazione del sud-est asiatico, negli ultimi 30 anni, ha comportato la perdita di un'area di foresta pari ai territori di Italia, Svizzera e Austria, convertendo depositi di carbonio organico in fonti di emissione climalteranti. Le emissioni prodotte hanno reso l'Indonesia il terzo Paese per emissioni di gas serra, subito dopo USA e Cina. Tonnellate di torba bruciano sottotraccia, e ributtano in atmosfera tutto il carbonio catturato dal suolo, fino a 300 tonnellate per ettaro;
   per ottenere 1 tonnellata di olio di palma vengono prodotte infatti dalle 10 alle 30 tonnellate di CO2, senza considerare la gran quantità di combustibili i fossili usati per i macchinari, per arare e seminare i campi, applicare fertilizzanti e pesticidi, raccogliere, trasportare, immagazzinare ed elaborare i raccolti. Si tratta di fertilizzanti che, tra l'altro, rilasciano una considerevole quantità di protossido di azoto (N20), un gas serra quasi 300 volte più potente della CO2;
   secondo gli studi commissionati dalla Unione europea, per raggiungere gli obiettivi della direttiva 2009/28/CE si è prodotto un cambiamento d'uso del suolo che ha coinvolto 8,8 milioni di ettari. Tra questi, vi sono 2,1 milioni di ettari impiegati per l'espansione delle piantagioni di palma a discapito delle foreste pluviali e delle torbiere nel Sudest asiatico. A ciò si aggiunge il fallimento degli stessi sistemi di certificazioni, quali la RSPO, che non è riuscito a garantire una reale riduzione del tasso di deforestazione e delle emissioni di gas serra a causa dell'illegalità diffusa in cui operano moltissimi operatori del settore –:
   se non si ritenga opportuno assumere iniziative ai fini di una rivalutazione, in sede comunitaria, degli incentivi concessi agli impianti utilizzanti bioliquidi derivanti dalla palma, in considerazione dell'impatto ambientale della produzione di olio di palma e delle indicazioni della direttiva 2009/28/EC sulla provenienza sostenibile delle fonti rinnovabili;
   a intraprendere opportune iniziative normative volte ad introdurre il divieto dell'utilizzo di olio di palma (in ogni sua forma) per la produzione di energia elettrica (anche in assetto cogenerativo).
   (5-10099)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

impatto ambientale

industria elettrica

inquinamento stratosferico