ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09861

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 696 del 21/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: BRIGNONE BEATRICE
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 21/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/10/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/10/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/10/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 21/10/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 21/10/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 21/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09861
presentato da
BRIGNONE Beatrice
testo di
Venerdì 21 ottobre 2016, seduta n. 696

   BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI e PASTORINO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   il 16 ottobre 2016 una giovane donna – che aveva fatto ricorso alla procreazione assistita – e che era in attesa di due gemelli al quinto mese di gravidanza è deceduta all'ospedale Cannizzaro (Catania) a causa della sepsi che si era estesa con una setticemia diffusa;
   da fonti di stampa si apprende che la donna era stata ricoverata il 29 settembre 2016 per una dilatazione dell'utero anticipata, situazione che sembrava andando migliorando, ma il 15 ottobre, nonostante le sue condizioni fossero precipitate sarebbe stata curata con antipiretico;
   secondo i famigliari, dai controlli effettuati, sarebbe emerso che uno dei due feti respirava male. Veniva poi eseguita una seconda ecografia e anche il secondo feto mostrava delle difficoltà respiratorie;
   sempre secondo i famigliari, il medico di guardia, nonostante la criticità del caso, avrebbe ribadito che sarebbe intervenuto sulla donna solo dopo che il cuore dei feti portati in grembo avesse cessato di battere, spiegando che era un obiettore di coscienza;
   la donna ha successivamente abortito i due feti, ma subito dopo è avvenuto il tragico epilogo con la sua morte;
   i famigliari della vittima hanno sporto denuncia e secondo il legale che li assiste, il medico che avrebbe dovuto tutelare la sua salute si sarebbe rifiutato di intervenire quando i feti sono entrati in crisi respiratoria, in quanto obiettore di coscienza;
   la procura di Catania ha confermato il contenuto della denuncia, sottolineando però come sia «la prospettazione dei fatti esposta dalla famiglia, che dovrà essere verificata» ha sequestrato la cartella clinica e aperto un'inchiesta sulla morte della donna disponendone l'autopsia e conseguente blocco dei funerali;
   l'applicazione della legge n. 194 del 1978 nelle strutture pubbliche è un diritto di tutte le donne e la presenza di medici non obiettori è e deve essere garantita per evitare tragici epiloghi come quello sopra esposto;
   la recente campagna promossa dal Ministero della salute sul fertility day – contestata da diverse associazioni di donne e dai cittadini, tanto che il Ministro Lorenzin l'ha ritirata – secondo la prima firmataria del presente atto è una campagna retorica, poiché prima di ogni altra cosa va garantito l'accesso ai servizi sanitari che la legge vigente impone in materia di diritto alla salute e all'autodeterminazione;
   la presenza di soli medici obiettori nelle strutture sanitarie, come è accaduto, può comportare notevoli rischi per la salute e il benessere delle donne interessate, il che è il contrario al diritto alla protezione della salute –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti narrati in premessa;
   quali iniziative di competenza intenda assumere in relazione al caso sopra esposto e quali iniziative intenda assumere affinché non si ripetano più tragici eventi come quello della donna deceduta a causa di quello che sembrerebbe agli interroganti il mancato intervento da parte di un medico obiettore;
   se non ritenga di dover assumere specifiche iniziative per assicurare che sia applicata la legge n. 194 del 1978, per garantire il diritto all'interruzione di gravidanza, alla salute e all'assistenza completa alle donne che ne facciano richiesta, ma soprattutto per garantire gli interventi finalizzati a salvare la vita delle donne in casi come quello di Catania;
   se non ritenga di assumere iniziative, per quanto di competenza, volte a incrementare la presenza nelle strutture sanitarie di medici non obiettori, disincentivando la prassi di provvedere all'applicazione della legge vigente in materia di interruzione di gravidanza con medici «gettonisti» che non possono garantire un servizio idoneo e, come in questo caso, la salvaguardia della vita delle donne.
(5-09861)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritto alla salute

embrione e feto

sequestro di beni