ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/09681

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 686 del 05/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LENZI DONATA PARTITO DEMOCRATICO 05/10/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 05/10/2016
Stato iter:
06/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 06/10/2016
Resoconto BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 06/10/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 06/10/2016
Resoconto BURTONE GIOVANNI MARIO SALVINO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 06/10/2016

SVOLTO IL 06/10/2016

CONCLUSO IL 06/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-09681
presentato da
BURTONE Giovanni Mario Salvino
testo di
Mercoledì 5 ottobre 2016, seduta n. 686

   BURTONE e LENZI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   nei giorni scorsi la regione siciliana ha annunciato la definizione di un piano di riordino ospedaliero ai sensi del decreto ministeriale n. 70 del 2 aprile 2015;
   suddetta ipotesi di piano, pur nella necessità di una riorganizzazione della rete ospedaliera sul territorio regionale, ha evidenziato da subito limiti e incongruenze che necessitano di un ulteriore approfondimento;
   non si è trattata della consueta obiezione di «campanile», ma in molti casi di questioni di merito e di oggettive condizioni che riguardano i territori;
   non a caso a quanto appreso dagli organi di informazione, la regione siciliana avrebbe deciso di aprire una fase di confronto con i territori e di non inasprire i toni del confronto anche con le organizzazioni sindacali e gli operatori sanitari;
   in particolare, si porta all'attenzione del Governo la questione concernente l'ospedale di Militello Val di Catania che, in base ad una prima ipotesi di piano veniva classificato come ospedale di comunità, il che sostanzialmente si sarebbe declinato con la chiusura di reparti fondamentali come chirurgia e medicina e di fatto dello stesso pronto soccorso;
   l'ospedale di Militello, ubicato in un comprensorio complesso e si configura sulla base dei criteri già individuati dal cosiddetto «decreto Balduzzi», come ospedale al servizio di aree disagiate;
   da Militello si impiega un'ora per raggiungere la struttura ospedaliera di Caltagirone e un'ora per una qualsiasi struttura ospedaliera della città di Catania;
   un piano che non prenda in considerazione tale oggettiva difficoltà è un piano che viene meno al principio fondamentale di cercare di assicurare ai cittadini il diritto di cura; Militello Val di Catania non è il solo caso di evidente criticità presente all'interno della suddetta ipotesi di piano di riordino;
   per questo diventa imprescindibile un'attenzione da parte del Governo, nell'ambito delle proprie prerogative, al fine di supportare un'azione di riorganizzazione maggiormente conforme alle esigenze dei territori e più razionale  –:
   se il Ministro sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative, nel rispetto delle competenze regionali in materia sanitaria, intenda assumere in tempi rapidi al fine di salvaguardare i livelli essenziali di assistenza e scongiurare il declassamento dell'ospedale di Militello Val di Catania, in considerazione della sua assoluta strategicità in un comprensorio disagiato, nonché per rivedere le criticità complessive emerse nell'ambito della suddetta ipotesi di piano di riorganizzazione ospedaliera sul territorio siciliano, tutelando il diritto alla salute e di cura dei cittadini. (5-09681)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 6 ottobre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-09681

  Il decreto ministeriale 70/2015, nel programmare una riqualificazione sostenibile dei servizi sanitari regionali, prevede un modello di cooperazione tra le strutture erogatrici che devono avere ruoli definiti, sulla base di specifiche caratteristiche (cd. standard: bacino di utenza, volumi di attività erogati, esiti delle cure).
  Come è noto, la competenza in materia di organizzazione sanitaria è affidata all'autonomia regionale, quindi la Regione ha piena facoltà di definire le caratteristiche (reparti, posti letto, ruolo nella rete ecc.) delle strutture che compongono la rete dell'emergenza-urgenza e la rete ospedaliera.
  Le amministrazioni centrali, infatti, verificano, nel pieno rispetto dell'autonomia regionale, l'adesione agli standard previsti dal decreto ministeriale 70/2015 e non le scelte organizzative proprie della Regione (ad esempio: potenziare/depotenziare un presidio ospedaliero, chiudere un reparto piuttosto che un altro).
  Infatti, il Tavolo tecnico per la verifica dell'attuazione del decreto ministeriale 70/2015 valuta il rispetto dello standard del numero di posti letto, il possesso dei requisiti da parte delle strutture della rete (esempio: verifica che la struttura classificata come DEA di II livello abbia il servizio di radiologia nell'arco delle 24h) nonché il rispetto degli standard dei volumi ed esiti.
  La Regione Sicilia, infatti, ai fini dell'attuazione del decreto ministeriale n. 70 del 2015 di definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all'assistenza ospedaliera, ha presentato diversi documenti relativi alla programmazione dell'assetto della rete ospedaliera.
  Dopo un lungo iter istruttorio, caratterizzato da un copioso scambio di corrispondenza e un confronto tra le parti coinvolte, il Tavolo tecnico di monitoraggio del decreto ministeriale n. 70 del 2015 (che, giova ricordare, è composto da Regioni, Amministrazioni Centrali e Agenas), ha chiesto alla Regione delle integrazioni – che devono essere ricomprese nell'atto regionale – concernenti la necessità di adeguamento agli standard delle strutture complesse relative ad alcune discipline (esempio: chirurgia generale e ostetricia e ginecologia), la necessità di programmare la chiusura dei punti di primo intervento attraverso la riorganizzazione delle rete territoriale entro il 2017 e la necessità di tener conto della situazione dell'ISMETT.
  Con particolare riguardo alla provincia di Catania, il Piano di riorganizzazione elaborato dalla Regione Sicilia prevede che gli «spoke» saranno l'Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Catania e il Presidio Ospedaliero di Caltagirone. Vengono previsti gli Ospedali riuniti con i Presidi Ospedalieri «Maria SS. Addolorata» di Biancavilla e «SS. Salvatore» di Paternò, il cui Pronto Soccorso sarà allocato nello stabilimento di Biancavilla. Il presidio ospedaliero di Bronte, in questa proposta viene configurato come ospedale di zona particolarmente disagiata, garantirà le prime cure di stabilizzazione nell'ambito emergenza. I Presidi Ospedalieri «S. Giovanni di Dio, S. Isidoro» di Giarre e «Basso Ragusa Mario» di Militello, strutture con accessi in pronto soccorso inferiori agli standard, vengono riconvertiti in strutture territoriali.
  Svolte queste considerazioni, ribadisco che nell'ambito della propria autonomia in materia di programmazione sanitaria, la Regione Sicilia può adottare sicuramente le modifiche che ritenga utili al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera, anche dopo le fasi di consultazioni e di confronto, fatto salvo il rispetto degli standard previsti nel decreto ministeriale n. 70 del 2015.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

istituto ospedaliero

diritto alla salute

professioni paramediche