Legislatura: 17Seduta di annuncio: 686 del 05/10/2016
Primo firmatario: TERROSI ALESSANDRA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/10/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 05/10/2016 COVA PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 05/10/2016
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 05/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 06/10/2016 Resoconto TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 06/10/2016 Resoconto CASTIGLIONE GIUSEPPE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI) REPLICA 06/10/2016 Resoconto TERROSI ALESSANDRA PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 06/10/2016
SVOLTO IL 06/10/2016
CONCLUSO IL 06/10/2016
TERROSI, OLIVERIO e COVA. —
Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali
. — Per sapere – premesso che:
l'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall'Unione europea, a dimostrazione del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane al territorio di origine;
uno dei prodotti a denominazione tra i più famosi nel mondo è il pecorino romano DOP che è un formaggio a pasta dura e cotta, prodotto con latte fresco di pecora proveniente da greggi allevate allo stato brado la cui zona di produzione comprende il territorio della regione Lazio, e ad oggi, prevalentemente quello della Sardegna;
secondo lo studio realizzato dalla Professoressa Anna Carbone (università degli studi della Tuscia Viterbo, 2003) esiste una differenziazione merceologica per le due produzioni, laziale e sarda, identificate rispettivamente come «pecorino romano genuino» e «pecorino sardo tipo romano», riconosciuta dal mercato in termini di differenza di prezzo a vantaggio della provenienza laziale e quantificabile con larga approssimazione in un 10-15 per cento (Anelli, De Santis 1989; Ismea 2002);
secondo lo studio citato, esiste uno spazio di mercato distinto per le due produzioni: nonostante il maggior prezzo, il prodotto laziale occupa un segmento di mercato perlopiù nazionale e negli ultimi anni internazionale mentre al pecorino romano sardo è stato assegnato un ruolo del tutto diverso poiché sono altre in quella regione le produzioni a denominazione considerate di più alta qualità;
delle 38 aziende laziali che producevano l'apprezzato formaggio è rimasta una sola, nel comune di Nepi (VT), che ha incrementato negli ultimi anni il proprio fatturato del 20 per cento e il numero dei dipendenti che attualmente sono pari a 40, assicurando ai circa 400 allevatori il ritiro del latte in modo continuativo e tempi certi di pagamento;
il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali il 9 marzo 2016 ha approvato il piano di regolazione dell'offerta del pecorino romano DOP proposto dal Consorzio e ha assegnato all'unica azienda laziale che produce pecorino romano, denominata «I Buonatavola Sini», una produzione massima pari a 6.000 quintali a fronte dei 12.000 quintali trasformati –:
se non intenda favorire il riequilibrio delle quote di produzione da assegnare all'azienda laziale, considerando lo splafonamento verificatosi nell'anno corrente, legato all'andamento positivo delle richieste di prodotto provenienti soprattutto dal mercato americano, anche adottando misure per sostenere le produzioni e comunicare al consumatore distintamente le diverse tipologie di prodotto, laziale e sardo. (5-09679)
Il Piano di regolazione dell'offerta del Pecorino Romano è stato presentato dal Consorzio del Formaggio Pecorino Romano, in applicazione della relativa normativa europea (articolo 150, Regolamento UE n. 1308 del 2013).
Come richiesto, il Piano ha avuto l'approvazione di oltre i 2/3 dei produttori di Pecorino Romano e del Ministero della politiche agricole alimentari e forestali, ed è applicabile «erga omnes» a tutte le aziende che producono il Pecorino Romano DOP.
Ciò posto, fermo restando che il Piano non prevede l'attribuzione di quantitativi produttivi a livello regionale, bensì indicazioni di produzione ad ogni singola azienda, sulla base delle produzioni realizzate negli anni precedenti, faccio presente che il Ministero non può modificare dette indicazioni.
In ogni caso, pur non potendo intervenire direttamente nella ripartizione delle indicazioni produttive tra le varie aziende, né tantomeno nella distinzione tra la produzione di Pecorino Romano DOP laziale e quella sarda, abbiamo manifestato la nostra disponibilità nell'individuazione di idonee soluzioni finalizzate a valorizzare il comparto ovino laziale. In tale direzione, sono già stati avviati una serie di incontri con i rappresentati dei produttori e degli Assessorati all'agricoltura delle Regioni Lazio e Sardegna.
Assicuro, quindi, la massima disponibilità del Ministero a continuare ad approfondire la questione al fine di valutare possibili soluzioni nel pieno rispetto di quanto stabilito dalla normativa europea.
Preciso, infine, che la possibilità di segnalare in etichetta la provenienza del Pecorino Romano dalle diverse aree geografiche in cui è prodotto è già prevista dal disciplinare di produzione, il cui articolo 3 prevede la possibilità di un logo aggiuntivo regionale in cui in cui compare la dicitura «Pecorino Romano del Lazio».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):produzione nazionale
denominazione di origine
mercato