ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09639

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 682 del 29/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: TERROSI ALESSANDRA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 29/09/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 29/09/2016
Stato iter:
04/10/2016
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 29/09/2016

RITIRATO IL 04/10/2016

CONCLUSO IL 04/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09639
presentato da
TERROSI Alessandra
testo di
Giovedì 29 settembre 2016, seduta n. 682

   TERROSI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:
   l'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari a denominazione di origine e a indicazione geografica riconosciuti dall'Unione europea, a dimostrazione della grande qualità delle produzioni nazionali, ma soprattutto del forte legame che lega le eccellenze agroalimentari italiane al proprio territorio di origine;
   il sistema delle indicazioni geografiche dell'Unione europea, infatti, favorisce il sistema produttivo e l'economia del territorio, tutela l'ambiente, perché il legame indissolubile con il territorio di origine esige la salvaguardia degli ecosistemi e della biodiversità e sostiene la coesione sociale dell'intera comunità;
   secondo l'articolo 2, paragrafo 1, lettera a) del regolamento (UE) n. 510/2006 «[...] si intende per “denominazione d'origine”, il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese, la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata.»;
   uno dei prodotti a denominazione d'eccellenza del made in Italy agroalimentare, tra i più famosi nel mondo, è il pecorino romano che rientra tra le 258 denominazioni italiane, iscritte nel registro delle denominazioni di origine protette, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite ai sensi del regolamento (UE) n. 1151/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012;
   il pecorino romano Dop è un formaggio a pasta dura e cotta, prodotto con latte fresco di pecora proveniente da greggi allevate alla stato brado; la zona di produzione del pecorino romano Dop comprende il territorio della regione Lazio, e ad oggi, prevalentemente quello della Sardegna: nel 1989 venne istituito il marchio Dop per il pecorino romano, estendendolo, per una singolare forma di «continuità» territoriale, alla provincia di Grosseto e alla regione Sardegna. Si tratta di un prodotto di primaria importanza per il sistema agroalimentare italiano con una grande visibilità sui mercati esteri;
   secondo lo studio realizzato dalla professoressa Anna Carbone (università degli studi della Tuscia – Viterbo, 2003) fino a tutti gli anni ’70 esisteva di fatto una differenziazione merceologica per la produzione laziale identificata come «Pecorino romano genuino» e quella sarda, quest'ultima individuata con la dicitura «Pecorino sardo tipo romano». Tale differenziazione è stata riconosciuta sul mercato, anche successivamente, in termini di differenza di prezzo a vantaggio della provenienza laziale e quantificabile con larga approssimazione in un 10-15 per cento (Anelli – De Santis, 1989; Ismea, 2002);
   sempre a detta dello stesso studio sopra citato, esiste uno spazio di mercato distinto per le due produzioni, quella laziale e quella sarda: nonostante il maggior prezzo, infatti, il prodotto laziale ha conservato un suo spazio occupando un segmento di mercato perlopiù nazionale e negli ultimi anni internazionale, che ne riconosce e apprezza la specificità. Nelle strategie commerciali dei caseifici sardi, al pecorino romano è stato assegnato un ruolo del tutto diverso poiché sono altre in quella regione le produzioni a denominazione considerate di più alta qualità;
   pertanto, ad una differenziazione di fatto della produzione non corrisponde una reale identificazione del prodotto, venduto nel suo insieme come «pecorino romano»;
   nel corso degli anni, molte imprese, specialmente del territorio laziale, sono uscite dal mercato e gli allevamenti più piccoli hanno cessato di esistere;
   ad oggi delle 38 aziende laziali che un tempo producevano l'apprezzato formaggio piccante ne è rimasta una sola, ricadente nel comune di Nepi (Viterbo), la quale ha incrementato negli ultimi anni il proprio fatturato del 20 per cento circa nonché il numero dei dipendenti che attualmente sono pari a 40, assicurando ai circa 400 allevatori, al contempo, il ritiro del latte in modo continuativo e tempi certi di pagamento;
   il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali il 9 marzo 2016 ha approvato il piano di regolazione dell'offerta del pecorino romano Dop proposto dal consorzio ed ha assegnato all'unica azienda laziale che produce pecorino romano, denominata «I Buonatavola Sini», una produzione massima pari a 6.000 quintali sul totale dei 270.000 quintali di produzione assegnati alle aziende sarde che producono il pecorino romano e a fronte dei 12.000 quintali trasformati –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;
   se il Ministro interrogato non intenda adoperarsi per un riequilibrio delle quote di produzione da assegnare all'azienda laziale attualmente in attività, considerando lo splafonamento verificatosi nell'anno corrente, legato ad un andamento positivo delle richieste di pecorino romano provenienti soprattutto dal mercato americano, tenendo conto che il latte ritirato ai circa 400 allevatori è stato remunerato in tempi certi e che la stessa azienda impiega circa 40 persone e presenta buone prospettive di ulteriore crescita;
   se e quali iniziative il Governo intenda adottare per sostenere distintamente le produzioni di pecorino romano, laziale e sarda, le quali dovrebbero essere oggetto di chiara comunicazione al consumatore, poiché risultano di fatto differenziate sia per tipologia di prodotto, sia per spazi di mercato penetrati, sia per segmenti di domanda interessati. (5-09639)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

denominazione di origine

protezione dell'ambiente

allevamento