ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09624

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 682 del 29/09/2016
Abbinamenti
Atto 5/09599 abbinato in data 20/10/2016
Firmatari
Primo firmatario: RIZZETTO WALTER
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Data firma: 29/09/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 29/09/2016
Stato iter:
20/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/10/2016
Resoconto DE FILIPPO VITO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 20/10/2016
Resoconto RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA-ALLEANZA NAZIONALE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 29/09/2016

SOLLECITO IL 11/10/2016

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/10/2016

DISCUSSIONE IL 20/10/2016

SVOLTO IL 20/10/2016

CONCLUSO IL 20/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09624
presentato da
RIZZETTO Walter
testo di
Giovedì 29 settembre 2016, seduta n. 682

   RIZZETTO. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   in data 27 settembre 2016, dalle testate giornalistiche si è appreso che a Trieste, una pediatra convenzionata addetta alle vaccinazioni ha contratto la tubercolosi polmonare; la scoperta della malattia è avvenuta soltanto mesi dopo, pertanto, avendo la professionista prestato assistenza a numerosi bambini, che potrebbero essere stati contagiati, i vertici dell'azienda sanitaria hanno deciso di sottoporre a controlli precauzionali i 3.500 bambini, in una fascia d'età che va da 0 a 6 anni, entrati a contatto con la pediatra nei distretti sanitari. Per circa 500-600 bambini vaccinati dall'operatrice è stato adottato anche il piano di profilassi;
   in base al principio di massima precauzione, è opportuno adottare un idoneo piano di prevenzione e condurre un'indagine rispetto al ceppo di origine di malattie di tal genere; ciò include un urgente esame anche sulla efficacia delle procedure di profilassi predisposte a fronte del massiccio numero di immigrati nel nostro Paese –:
   se e quali siano gli esami, nonché le tempistiche del loro espletamento, a cui sono sottoposti gli operatori del servizio sanitario che prestano assistenza ai minori;
   quali siano i controlli ed ogni attività prevista dai piani di profilassi che vengono compiuti rispetto ai numerosi ingressi, via terra, di immigrati e richiedenti asilo in Friuli Venezia Giulia. (5-09624)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 20 ottobre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-09624

  Si risponde congiuntamente alle interrogazioni parlamentari n. 5-09599 e n. 5-09624, attesa l'analogia della materia trattata e rappresento quanto segue.
  Grazie al funzionamento del sistema routinario di sorveglianza delle malattie infettive e al sistema di sorveglianza sindromica, attivato fin dal 2011, si può affermare che in Italia, nonostante i massicci flussi migratori irregolari, non sono stati evidenziati aumenti dell'incidenza e della prevalenza di malattie infettive che richiedono interventi di sanità pubblica.
  Si precisa che la tubercolosi è una malattia endemica nel nostro Paese, anche se è una patologia relativamente rara. L'incidenza negli ultimi anni è stata inferiore a 10 casi di malattia/100.000 abitanti; nel 2015 sono stati notificati n. 3808 casi di tubercolosi con un'incidenza di 6,3 casi di malattia/100.000 abitanti; nello stesso anno i casi notificati dalla regione Friuli Venezia Giulia sono stati n. 69.
  Negli ultimi anni sono emersi motivi di allarme, soprattutto nelle grandi città metropolitane, a causa del progressivo deterioramento delle condizioni di vita, non solo degli immigrati ma, in generale, delle fasce vulnerabili di popolazione: tra queste fasce vulnerabili, l'incidenza di tubercolosi è fino a 4 volte maggiore rispetto alla media nazionale, la tubercolosi multiresistente è in lento ma progressivo aumento e la proporzione di persone che completano il trattamento antitubercolare è inferiore agli standard definiti dall'OMS. I dati del sistema di notifica delle malattie trasmissibili indicano come l'insorgenza della malattia, tra i cittadini non italiani, si verifichi tra il primo ed il secondo anno dall'arrivo in Italia, a testimonianza, quindi, del riacutizzarsi a causa delle disagiate condizioni di vita di infezioni pregresse, non attive al momento dell'arrivo in Italia.
  Come indicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in relazione ai dati sulle malattie endemiche o sulle epidemie in corso nelle varie aree del mondo, nel nostro Paese vengono messe in atto misure di sorveglianza sui viaggiatori internazionali e sui mezzi di trasporto usati per il viaggio internazionale. Tali misure sono rivolte a tutti i viaggiatori internazionali, includendo in questa definizione anche i migranti irregolari.
  Nel corso degli anni il Ministero della Salute ha emanato, in accordo con la Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome, le linee guida per il controllo della tubercolosi sulla base delle indicazioni dell'OMS, mirate a promuovere la standardizzazione della terapia antitubercolare, il follow-up dei pazienti trattati, il miglioramento dell'accesso ai servizi e la prevenzione e controllo della TBC nelle persone venute a contatto con pazienti in fase contagiosa, nelle persone immigrate da paesi ad alta endemia e in ambito sanitario.
  In data 7 febbraio 2013, è stato approvato come Accordo nella Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome il documento del Ministero della Salute «Prevenzione della tubercolosi negli operatori sanitari e soggetti ad essi equiparati». Nel documento sono esplicitati la valutazione del rischio, ai sensi del D.lgs. 81/2008 e successive modifiche, le misure di controllo della trasmissione della tubercolosi, la sorveglianza sanitaria dell'infezione tubercolare latente e la vaccinazione. I programmi di sorveglianza per gli operatori sanitari si basano, oltre che sulla valutazione all'inizio dell'attività lavorativa e la rivalutazione periodica per infezione tubercolare, anche su una continua valutazione del rischio di trasmissione della tubercolosi a pazienti particolarmente suscettibili, mediante un attento monitoraggio dei segni e sintomi clinici compatibili con TB attiva.
  Relativamente al caso di tubercolosi polmonare occorso in una pediatra, che opera presso gli ambulatori vaccinali nei Distretti 1, 2 e 3 di Trieste, l'Area promozione della salute e prevenzione della Regione Friuli Venezia Giulia ha fornito il protocollo di intervento per la profilassi antitubercolare contenente il piano di azione e le indicazioni utili alla conduzione dell'indagine sui contatti del caso e alla individuazione delle infezioni tubercolari latenti secondo le linee guida nazionali.
  Il protocollo prevede il controllo di n. 3495 bambini con meno di sei armi compiuti che nell'ultimo anno (da settembre 2015) sono stati vaccinati, in presenza del caso indice, presso i predetti ambulatori.
  Il piano operativo vede il coinvolgimento dell'Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste (ASUITS), l'Istituto IRCCS «Burlo Garofalo» e i Pediatri di libera scelta.
  È stato predisposto il sistema informatico di registrazione e di comunicazione (URP, CUP e Informatica) e attivati i numeri verdi, coordinati dall'URP.
  Inoltre, fino all'11 ottobre u.s. sono stati effettuati 570 test, un bambino, risultato positivo e ammalato, è ricoverato all'IRCCS per eseguire la terapia del caso e le sue condizioni risultano, attualmente, buone.
  Il caso di cui parlano gli interroganti è ricoverato e le sue condizioni sono in fase di continuo miglioramento; i suoi familiari sono stati sottoposti a test Quantiferon, tre di questi sono risultati positivi e seguono accertamenti mirati.
  Quanto ai contatti di lavoro con il caso della pediatra, preciso che sono stati testati e due su 13 sono risultati positivi al test Quantiferon, e vengono seguiti presso le Strutture di Pneumologia ed Infettivologia dell'Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste (ASUITS).
  Sia il bambino malato e ricoverato che i colleghi di lavoro non rappresentano attualmente alcun rischio di contagiosità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

tutela

asilo politico

principio di precauzione