ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09614

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 681 del 28/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 28/09/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VIII COMMISSIONE (AMBIENTE, TERRITORIO E LAVORI PUBBLICI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 28/09/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 19/10/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 28/09/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 19/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09614
presentato da
PILI Mauro
testo di
Mercoledì 28 settembre 2016, seduta n. 681

   PILI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   con quello che l'interrogante ritiene un blitz della Presidenza del Consiglio dei ministri il progetto «scempio» di Decimoputzu denominato Flumini Mannu sul termodinamico passa a Palazzo Chigi per l'approvazione della valutazione di impatto ambientale;
   il progetto è stato ufficialmente trasmesso al Presidente del Consiglio dei ministri, con il parere contrario del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e quello favorevole della commissione di valutazione impatto ambientale;
   il progetto che devasta le terre agricole del campidano, secondo quanto riportato dal sito ufficiale del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, è nelle mani del Presidente del Consiglio dei ministri;
   sul piano, ad avviso dell'interrogante, spregiudicato della Flumini Mannu, società con sede a Londra, che devasta il territorio agricolo di Decimoputzu a colpi di impianti solari destinati a cancellare centinaia di ettari agricoli, cambia la sede decisionale;
   passa dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare direttamente a Palazzo Chigi;
   ad esprimere il «via libera» era stata prima delle ferie estive la commissione di valutazione di impatto ambientale, nonostante il parere totalmente contrario del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo;
   la decisione di trasmettere gli atti a Palazzo Chigi è, a giudizio dell'interrogante, un vero e proprio «blitz» contro comuni, associazioni e soprattutto contro i proprietari di quelle aree, allevatori e agricoltori da generazioni, che non solo non hanno mai venduto quei terreni ma sono totalmente contrari a farlo;
   in questo «scempio» sono diversi gli aspetti, ad avviso dell'interrogante, inquietanti della decisione di trasmettere questi atti alla Presidenza del Consiglio dei ministri;
   prima di tutto la procedura: un progetto devastante sul piano ambientale e paesaggistico approvato su terreni di cui la società cinese, a quanto risulta all'interrogante, non risulta proprietaria;
   sarebbe il primo caso in Italia di esproprio per una discutibile pubblica utilità di aree agricole private tolte ad un allevatore per metterle nelle mani di quelli che all'interrogante appaiono speculatori e faccendieri della pseudo energia rinnovabile;
   un piano, secondo l'interrogante, scellerato che nasconde faccendieri e speculatori, visto che pur di ottenere incentivi milionari pubblici si occupano terre agricole con il sostanziale assenso di organi dello Stato e il silenzio di molti;
   non è dato sapere se la decisione sarà in capo alla figura del Presidente del Consiglio o del consiglio dei ministri;
   si tratta di un aspetto non secondario, visto che nell'ipotesi che sia il Presidente a decidere da solo, la regione non verrebbe coinvolta, mentre nel caso fosse il Consiglio dei ministri sarebbe obbligatoria la partecipazione del presidente della regione alla seduta collegiale per decidere le sorti finali del progetto;
   a prescindere da tutto la regione deve impugnare, senza se e senza ma, il provvedimento gravissimo del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che costituirebbe, se attuato, un precedente devastante per l'autonomia sarda;
   è inquietante che una società privata, giapponese con solide basi italiane, abbia presentato un progetto su aree, a quanto risulta all'interrogante, non proprie;
   questo aspetto è semplicemente devastante per tutti i principi del diritto, proprio perché si aprirebbe un precedente inquietante: non esisterebbe più la proprietà privata che verrebbe calpestata a favore di altri privati, per giunta, ad avviso dell'interrogante, speculatori;
   i metodi utilizzati da questa società appaiono maldestri e vanno valutati, secondo l'interrogante, anche sotto il profilo della liceità, alla luce delle dichiarazioni, sempre ad avviso dell'interrogante, destituite di fondamento sulle condizioni di utilizzo dei terreni e soprattutto quando si prospettano espropri per pubblico interesse;
   in quelle aree agricole in base alle leggi vigenti possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse non certo attività di produzione energetica di tipo industriale come quella in progetto;
   la competenza sulla pianificazione del territorio è esclusiva della regione Sardegna;
   tutti i decreti nazionali in materia non sono applicabili in contrasto con gli statuti speciali;
   l'inaccettabile piano presentato dalla società Flumini Mannu ltd, è un chiaro ed evidente tentativo di realizzare una centrale solare termodinamica nei comuni di Decimoputzu e Villasor, funzionale solo ed esclusivamente all'ottenimento di ingenti incentivi statali;
   un piano che mira ad un'operazione che appare all'interrogante speculativa e funzionale solo ad ottenere lauti profitti con la contrarietà delle popolazioni interessate;
   un piano che comporta una devastazione per le aree agricole, con ricadute del tutto inesistenti per il territorio e la stessa popolazione locale;
   la società Flumini Mannu ltd, con sede legale a Londra (Bow Road, 221) non dispone, secondo quanto risulta all'interrogante, in alcun modo delle aree oggetto della proposta di intervento;
   gli attuali proprietari di tali aree, come ampiamente documentato e dichiarato, hanno manifestato la piena e totale contrarietà alla cessione dei propri beni, perché queste rappresentano di fatto la loro ragione di vita;
   tale elementare constatazione, ancor prima delle altre di natura tecnica, economica ed urbanistica, costringerà il popolo sardo ad un contrasto senza fine, considerato che tale progetto non ha per l'interrogante alcuna rilevanza pubblica e soprattutto perché la sua approvazione costituisce un indebito arricchimento di privati che, a nessun titolo, per l'interrogante avrebbero potuto ottenere tale autorizzazione su un patrimonio di cui non dispongono;
   l'interesse pubblico di tale intervento è, ad avviso dell'interrogante, destituito di ogni fondamento proprio perché tutti i soggetti pubblici hanno dichiarato la totale contrarietà all'intervento e, quindi, non si vede come possa essere stata avanzata questa ipotesi, che per l'interrogante si rivela surreale e per molti versi inaccettabile;
   a questo si aggiunge la competenza esclusiva della regione autonoma della Sardegna in materia di tutela del paesaggio, la «panoramica», il governo e la pianificazione del territorio;
   competenza che non può in alcun modo essere violata e messa in discussione da un iter autorizzativo che a giudizio dell'interrogante si porrebbe in contrasto con principi elementari di diritto civile, privatistico, urbanistico e non ultimo costituzionale;
   la giunta regionale, secondo l'interrogante, deve opporsi formalmente al provvedimento autorizzativo del progetto in questione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ed evitare che si crei in Sardegna un precedente gravissimo sia per l'autonomia regionale sia per i principi fondanti del diritto;
   l'unica certezza del progetto presentato dalla società Flumini Mannu ltd, è l'impatto di 269 ettari di strutture di acciaio e di specchi che andranno a coprire gran parte della piana, comportando, di fatto, la desertificazione dei suoli e la loro definitiva sottrazione agli usi agricoli, l'utilizzo abnorme di acqua per far funzionare l'impianto, il possibile cambiamento del microclima, per la presenza di un certo quantitativo di tubi che raggiungono elevate temperature, il possibile impatto inquinante sui terreni, l'impatto sulla fauna, l'impatto sulle risorse archeologiche e turistiche della zona –:
   se non ritenga di dover assumere iniziative per rigettare la richiesta della Flumini Mannu per tutte le implicazioni anche di legittimità richiamate;
   se non ritenga di dover assumere iniziative normative per stabilire il divieto alla proposizione di progetti di tale natura in terreni non di proprietà del soggetto richiedente e di progetti ricadenti in aree agricole. (5-09614)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

regione agricola

impatto ambientale

terreno agricolo