ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/09547

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 677 del 21/09/2016
Firmatari
Primo firmatario: VEZZALI MARIA VALENTINA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 21/09/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RABINO MARIANO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 21/09/2016
PISICCHIO PINO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 21/09/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO delegato in data 21/09/2016
Stato iter:
22/09/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 22/09/2016
Resoconto RABINO MARIANO MISTO
 
RISPOSTA GOVERNO 22/09/2016
Resoconto BIANCHI DORINA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (BENI, ATTIVITA' CULTURALI E TURISMO)
 
REPLICA 22/09/2016
Resoconto RABINO MARIANO MISTO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 22/09/2016

SVOLTO IL 22/09/2016

CONCLUSO IL 22/09/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-09547
presentato da
VEZZALI Maria Valentina
testo di
Mercoledì 21 settembre 2016, seduta n. 677

   VEZZALI, RABINO e PISICCHIO. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo . — Per sapere – premesso che:
   lo stanziamento del fondo unico per lo spettacolo (FUS) nell'ultimo anno ha rilevato un incremento, in valore assoluto, di quasi 1 milione di euro. Nonostante ciò la percentuale di attribuzione del FUS all'ambito della musica è rimasta invariata al 14 per cento;
   la riforma ha introdotto profonde trasformazioni nella rete dei teatri di tradizione, richiedendo fusioni e riorganizzazioni per riuscire a rimanere concorrenziali rispetto alle regole imposte dal FUS, innescando, di fatto, una competizione insostenibile per le realtà minori e moltiplicando il numero di eventi in cartellone a scapito della qualità dell'offerta;
   i teatri di tradizione rappresentano per le realtà in cui operano una risorsa e, forse, l'unica possibilità che turisti e residenti hanno per godere di uno spettacolo dal vivo. A differenza delle fondazioni lirico sinfoniche, offrono un prodotto culturale di qualità, pur se in dimensioni inferiori, con il vantaggio di una snellezza organizzativa e gestionale (non hanno le masse artistiche corali/orchestrali/corpo di ballo fisse), e una maggiore economicità a livello produttivo;
   per evitare che la crisi e la competizione con le realtà più grandi possano farli sparire (già operano cercando di superare difficoltà di ogni tipo), questi teatri vanno sostenuti ed incentivati, e vanno garantite loro risorse adeguate;
   va considerata l'attenzione che il Governo sta mostrando rispetto alle peculiarità territoriali che caratterizzano il nostro Paese, per valorizzarle e ottimizzare l'offerta turistico-culturale sostenendo l'economia –:
   cosa ritenga di dover fare anche per aiutare a sopravvivere e proteggere i teatri di tradizione e i festival che difendono la memoria e promuovono la cultura e per il territorio rappresentano opportunità di lavoro, turismo e identità. (5-09547)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 22 settembre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-09547

  L'On.le Vezzali, unitamente ad altri onorevoli colleghi, chiede al Governo: «cosa ritiene di dover fare anche per aiutare a sopravvivere e proteggere i Teatri di tradizione e i festival che difendono la memoria e promuovono la cultura e per il territorio rappresentano opportunità di lavoro, turismo e identità».
  Come è noto, i Teatri di tradizione ed i Festival rappresentano una risorsa importantissima per le realtà in cui operano, dando particolare impulso alle locali tradizioni artistico musicali ed assicurando la formazione e l'educazione musicale del pubblico.
  Queste importantissime realtà sono state interessate, di recente, dalla riforma del sistema di finanziamento pubblico agli organismi di spettacolo dal vivo – delineato dal decreto ministeriale 1o luglio 2014 – al fine di migliorare dal punto di vista qualitativo l'offerta culturale ed estendere il proprio raggio di azione in un ambito più vasto rispetto al territorio «provinciale».
  A tale proposito l'Amministrazione dei beni culturali ha tenuto in grande considerazione le predette realtà aumentando, ad esempio, negli ultimi anni, la quota di stanziamento del Fondo unico per lo spettacolo assegnata al settore Teatri di tradizione (ovvero l'articolo 19 del decreto ministeriale 1o luglio 2014) che è pertanto passata dai 15 milioni di euro del 2014 ai quasi 16 milioni di euro del 2015 e del 2016 e quella assegnata al settore Festival ovvero gli articoli 25 e 42 del decreto ministeriale 1o luglio 2014 che è passata da 7.323.000 del 2014 ad 8.396.006 del 2015 e del 2016.
  Quanto ho sopra evidenziato, non vuol dire, però che il meccanismo di finanziamento attualmente in vigore non sia migliorabile nell'immediato futuro. Nelle prossime settimane il Ministero dovrà necessariamente tener conto sia dei pronunciamenti giurisdizionali in merito all'applicazione del decreto ministeriale 1o luglio 2014 sia – qualunque sia l'esito dei contenziosi in atto – della concreta esperienza maturata dagli Uffici e dagli operatori del settore nell'anno e mezzo di attuazione del predetto provvedimento.
  Con riferimento, poi, ai Teatri di tradizione non si può non tener conto del fatto che, più di recente, il legislatore all'articolo 24 del decreto-legge n. 113 del 2016, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 160/2016 ha delegato il Governo ad adottare, entro il 30 giugno 2017, uno o più regolamenti per il riordino del settore lirico-sinfonico. Tale riordino potrebbe essere l'occasione per rivedere in meglio, a margine di un intervento più ampio, gli aspetti di particolare criticità che oggi connotano i «teatri lirico-sinfonici» anche in relazione ai teatri di tradizione.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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