ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09420

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 668 del 05/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: PETRINI PAOLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 05/08/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 05/08/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 05/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09420
presentato da
PETRINI Paolo
testo di
Venerdì 5 agosto 2016, seduta n. 668

   PETRINI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   con i provvedimenti nn. 553 del 2015, 554 del 2015, 555 del 2015 e 556 del 2015 del 21 novembre 2015, approvati dal Ministro dell'economia e delle finanze con decreti in data 22 novembre 2015, la Banca d'Italia ha disposto, ai sensi dell'articolo 32 del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180, l'avvio della risoluzione di quattro banche in amministrazione straordinaria: Banca delle Marche s.p.a., Banca popolare dell'Etruria e del Lazio - società cooperativa, Cassa di risparmio di Ferrara s.p.a., e Cassa di risparmio della Provincia di Chieti s.p.a.;
   con il decreto-legge 22 novembre 2015, n. 183, i cui effetti sono fatti salvi dall'articolo 1, comma 854, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, sono state costituite quattro società per azioni bancarie denominate Nuova Cassa di risparmio di Ferrara s.p.a., Nuova Banca delle Marche s.p.a., Nuova Banca dell'Etruria e del Lazio s.p.a. e Nuova Cassa di risparmio di Chieti s.p.a., aventi per oggetto lo svolgimento dell'attività di «ente-ponte» ai sensi dell'articolo 42 del decreto legislativo n. 180 del 2015, con l'obiettivo di mantenere la continuità delle funzioni essenziali precedentemente svolte dalle medesime banche e, al verificarsi di adeguate condizioni di mercato, cedere a terzi le partecipazioni al capitale o i diritti, le attività o le passività acquistate dalle banche in risoluzione, in conformità con le disposizioni del citato decreto legislativo;
   il Governo e la Banca d'Italia, in stretta collaborazione e intesa, agendo ciascuno in base alle proprie competenze e responsabilità, e a seguito di complesse interlocuzioni con le istituzioni europee, hanno dunque individuato, nella procedura di risoluzione della crisi delle quattro banche, una soluzione che assicurasse la continuità operativa degli istituti e il loro risanamento, preservando tutti i rapporti di lavoro in essere nell'interesse dell'economia dei territori in cui sono insediate, e la piena tutela dei risparmi di famiglie e imprese detenuti nella forma di depositi, conti correnti e obbligazioni ordinarie;
   sulla base del programma di risoluzione, articolato secondo uno schema di separazione delle attività per cui ciascuna delle quattro banche è stata separata – ai sensi dell'articolo 43, comma 4, del decreto legislativo n. 180 del 2015 – in una bad bank, priva di licenza bancaria, dove sono stati concentrati i prestiti in sofferenza, e in una bridge bank, dove sono state conferite tutte le attività diverse da quelle di dubbio realizzo, le citate «banche ponte» vengono provvisoriamente gestite, sotto la supervisione dell'unità di risoluzione della Banca d'Italia, da amministratori da questa appositamente designati;
   agli amministratori è stato attribuito il preciso compito di vendere le quattro good bank in tempi brevi al miglior offerente, con procedure trasparenti e di mercato; in conformità con le disposizioni del decreto legislativo n. 180 del 2015, l'intero capitale sociale di ciascun ente ponte è detenuto dal fondo nazionale di risoluzione;
   l'impegno finanziario immediato del fondo di risoluzione è, complessivamente per le quattro banche, così suddiviso: circa 1,7 miliardi di euro a copertura delle perdite delle banche originarie, circa 140 milioni di euro per dotare le bad bank del capitale minimo necessario a operare e circa 1,8 miliardi di euro per ricapitalizzare le good bank (recuperabili con la vendita delle stesse);
   la liquidità necessaria al fondo di risoluzione per iniziare immediatamente a operare è stata anticipata da tre grandi banche (Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit e UBI Banca), a tassi di mercato e con scadenza massima di 18 mesi;
   la Banca d'Italia, in qualità di gestore del fondo nazionale di risoluzione, ha dunque invitato qualunque soggetto in possesso dei requisiti previsti dalle disposizioni nazionali e comunitarie applicabili ai fini dell'ottenimento delle necessarie autorizzazioni di vigilanza, in grado di garantire la continuità operativa ed economica degli enti ponte, nonché la rapidità ed efficienza nella realizzazione dell'acquisizione, a presentare manifestazioni di interesse per l'acquisto di uno o più degli enti ponte o di tutti gli enti ponte, ovvero per una o più delle non-core entities, evidenziando che costituirà elemento positivo di valutazione la presentazione di offerte relative a tutti e quattro gli enti ponte e che presentino particolare attenzione agli ambiti territoriali di riferimento dei medesimi;
   il 12 maggio 2016 sono scaduti i termini per la presentazione delle offerte non vincolanti da parte dei soggetti abilitati alla partecipazione; in linea con le aspettative, circa metà di coloro che avevano manifestato iniziale interesse – private equity in prevalenza, banche e compagnie assicurative – hanno sottoposto una propria offerta non vincolante;
   il 22 luglio 2016 la Banca d'Italia ha reso noto che, nel rispetto dei termini previsti dalla procedura per la cessione delle good bank, sono pervenute tre offerte economiche impegnative, che verranno analizzate dagli advisor (Societè Generale come advisor finanziario, Oliver Wyman per la consulenza strategia e Chiomenti per gli aspetti legali); ulteriori comunicazioni dell'autorità nazionale di risoluzione seguiranno all'esito delle valutazioni;
   secondo indiscrezioni di stampa, fra le offerte economiche impegnative per l'acquisto delle quattro good bank rientrano quelle di due fondi, Apollo e Lone Star, il primo assistito nell'operazione da McKlnsey, il secondo da Bain; in entrambi i casi sembrerebbe che la valutazione sia per un ammontare tra i 500 e i 600 milioni di euro, cifra decisamente inferiore a quanto atteso rispetto alle risorse impiegate per ricapitalizzare le quattro good bank;
   la terza offerta giunta all'Autorità nazionale di risoluzione per le good bank riguarderebbe solo le società di assicurazioni Bap di Banca Etruria, un'eventualità prevista dal bando emesso a gennaio dalla Banca d'Italia;
   non avrebbe, invece, presentato un'offerta concreta, ma avrebbe scritto una lettera all'Autorità nazionale di risoluzione il fondo di private equity Apax, che si dichiarerebbe disposto a prendere eventualmente parte ad un piano di acquisto;
   la situazione economica che verrebbe ad individuarsi, qualora si rivelassero fondate le anticipazioni stampa richiamate, risulterebbe problematica, in considerazione del fatto che quanto incassato dalla cessione dei quattro istituti servirà, infatti, all'Autorità di risoluzione per rimborsare il prestito ancora in essere con Intesa, UniCredit e Ubi –:
   quale sia l'orientamento del Ministro interrogato in merito a quanto esposto in premessa e quali iniziative intenda intraprendere, nei limiti delle proprie competenze e nel rispetto di quelle della autorità di vigilanza, affinché venga individuata la migliore soluzione in questa cruciale fase di gestione della procedura di vendita relativa a Nuova Banca delle Marche spa, Nuova Banca popolare dell'Etruria e del Lazio – Società cooperativa, Nuova Cassa di risparmio di Ferrara spa e Nuova Cassa di risparmio della provincia di Chieti s.p.a. (5-09420)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

banca

istituzione dell'Unione europea