ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09396

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 667 del 03/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: PILI MAURO
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 03/08/2016


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 03/08/2016
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09396
presentato da
PILI Mauro
testo presentato
Mercoledì 3 agosto 2016
modificato
Giovedì 4 agosto 2016, seduta n. 667

   PILI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti . — Per sapere – premesso che:
   il patto per la Sardegna sottoscritto nei giorni scorsi dal Presidente del Consiglio e da quello della regione Sardegna appare al firmatario del presente atto un assegno a vuoto senza precedenti;
   il Presidente del Consiglio e quello della regione hanno prospettato risorse, a giudizio del firmatario del presente atto, di fatto inesistenti;
   la relazione allegata al def 2016 svela la realtà dei fatti clamorosamente;
   il ministro dell'economia e delle finanze aveva previsto di spendere 13,4 miliardi di euro per i patti, mentre, prima che arrivasse in Sardegna, Renzi aveva assunto impegni per oltre 20 miliardi di euro;
   nel documento economico-finanziario approvato dal Parlamento è previsto il master plan per il Mezzogiorno;
   per attuarlo sono previsti i patti con le regioni e le città metropolitane. Il Ministro dell'economia e delle finanze mette nero su bianco le cifre, 13,4 miliardi di euro;
   quando è arrivato a Sassari per la firma del patto per la Sardegna il Presidente del Consiglio aveva già promesso ben 22 miliardi e 500 milioni di euro;
   si tratta, secondo l'interrogante, di «assegni a vuoto», senza copertura;
   Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria e Campania hanno ottenuto impegni di spesa per oltre 20 miliardi di euro;
   le città di Bari, Catania, Palermo e Reggio Calabria sfiorano complessivamente i due miliardi di euro;
   si tratta di cifre imponenti, quasi quanto il buco che questi «pseudopatti» genererebbero;
   si è ad una operazione in grande stile, secondo il firmatario del presente atto priva di concretezza, firmata alla larga dalle vertenze più calde, con il programma più «furtivo» della storia autonomistica, lontano dalle sedi istituzionali della regione, a significare la poca verosimiglianza del progetto ferragostano dei Presidenti Renzi e Pigliaru;
   non ha avuto nessun problema il Presidente Renzi a passare nel giro di poche ore dai 2,5 miliardi di euro addirittura alla cifra tonda dei tre;
   si tratta di vane promesse destituite di ogni fondamento e alla luce dei patti già firmati del tutto irrilevanti;
   lo schema messo in campo appare collaudato: ricognizione di tutti gli stanziamenti pregressi, restyling, «riciclo» e propaganda;
   peccato che questa volta l'inganno è ben più consistente e non riguarda solo la Sardegna ma l'intero Mezzogiorno, se è vero, come è vero, che l'operazione passa anche attraverso una decurtazione di 17 miliardi di euro dal fondo di sviluppo e coesione;
   nel 2014 erano disponibili 55 miliardi, nel 2016 sono diventati 38 miliardi. 17 miliardi sottratti al sud e usati per banda larga, ricerca, beni culturali;
   si rileva un non modesto dettaglio: il criterio di riparto di quei fondi era fissato per legge 80 per cento al Sud, 20 al Nord. Questo Governo lo ha ribaltato: 73 per cento al Nord, solo il 27 al Sud;
   non solo, in questo pateracchio ferragostano non si intravede una minima strategia per abbattere il gap insulare; niente è stato fatto per restituire alla Sardegna il maltolto dei fondi comunitari;
   il 18 aprile del 2014 il Cipe approvava il riparto dei fondi comunitari; ancora una volta la Sardegna non solo viene umiliata nel riparto delle somme, ma paga ancora una volta lo sforamento del rapporto sul prodotto interno lordo medio europeo, a giudizio dell'interrogante per responsabilità di Saras e di certa politica;
   basti un dato: 5 regioni, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia si portano a casa 22 miliardi di euro, Sardegna con Abruzzo e Molise appena 1,3 miliardi;
   in quella «delibera scandalo», quasi vergognandosi dell'atto, si legge che nella successiva fase di programmazione si dovrà tener conto dell'esigenza di riequilibrare il finanziamento a favore delle regioni in transizione, la Sardegna appunto;
   di quel dato devastante nessuno parla e la sottrazione maturata nel patto non restituisce nemmeno un euro di quei 22 miliardi assegnati alle regioni meno sviluppate;
   la Sardegna risulta penalizzata e di fatto raggirata;
   ad avviso si tratta di un'operazione plausibile solo per i creduloni, dalla prima all'ultima cifra;
   solo chi non capisce niente di bilancio dello Stato può pensare che con uno slogan si assegnano tre miliardi di euro alla Sardegna senza colpo ferire;
   in realtà, l'estensore materiale del progetto appare al firmatario del presente atto un abile imbonitore considerato che da quattro anni si prospettano soluzioni, mai attuate, per i lavoratori di Alcoa, convincendoli ogni volta che si è fatto un passo in avanti;
   la regola appare sempre la stessa prendere tutti gli stanziamenti esistenti, vecchi e finti, metterli in lavatrice, stirarli e riciclarli come fossero euro appena emessi dalla Banca d'Italia;
   lo stesso dicasi per il capitolo della continuità territoriale;
   in effetti ci sono 30 milioni di euro per un anno destinati alla continuità territoriale: le casse della regione nemmeno li vedranno, finiranno direttamente ad Alitalia, per quello che appare all'interrogante l'ennesimo «regalo» alla compagnia sostenuta dal Governo Renzi;
   in questo caso i millantati 120 milioni di euro per 4 anni non esistono;
   non esiste un solo provvedimento che li stanzi tanto che nell'accordo si fa esplicito riferimento all'utilizzo dei fondi di coesione, gli stessi destinati per legge alla Sardegna;
   il risultato sarebbe ancora più grave; per avvantaggiare l'Alitalia lo Stato non metterebbe nemmeno un euro, ma farebbe mettere le risorse direttamente alla regione;
   si tratterebbe di un «regalo» di Stato ad Alitalia con le risorse dei sardi;
   il quadro finanziario di questo fantomatico patto è devastante: nemmeno una risorsa aggiuntiva dello Stato ma solo i fondi di pertinenza della regione, quelli che spettano in base ad una percentuale, 12 per cento, sulla base di calcolo;
   385 milioni di euro risultano fondi già assegnati in base al riparto proporzionale, un miliardo e mezzo è la quota della Sardegna nel riparto nazionale, un modesto stanziamento ordinario di 215 milioni di euro all'anno per 7 anni e poi cifre secondo il firmatario del presente atto del tutto destituite di fondamento, senza alcuna copertura e destituite di ogni fondamento giuridico;
   nel 2017 si potranno spendere 277 milioni di euro, si tratta della quota annuale e una parte del pregresso del settennio 2014-2020, considerato che è iniziato con un ritardo di due anni e mezzo;
   è la conferma che si tratta di un vero proprio «inganno» per la Sardegna e per i sardi;
   ci sono 100 milioni inediti nel contratto con RFI per le reti ferroviarie sarde, stanziamento strappato con una personale battaglia dell'interrogante in commissione trasporti, come risulta da atti e verbali, comunque insufficienti e marginali rispetto alle esigenze della più inadeguata rete ferroviaria d'Europa. Di altre risorse non si ha traccia e comunicazione, né con accordi di programma né tantomeno con contratti di servizio;
   a questo si aggiunge la governance di questo «pateracchio», con la regione messa in un angolo e il presidente della regione che, secondo il firmatario del presente atto, assume un ruolo marginale e di sottomissione;
   il comitato di indirizzo e gestione viene di fatto commissariato dallo Stato che nomina 3 componenti su 4, lasciando un solo membro alla regione;
   la stessa presidenza del comitato finisce nelle mani di un rappresentante statale dell'Agenzia per la coesione territoriale;
   si tratta di uno schiaffo all'autonomia, considerato che, anziché nominare il presidente della regione commissario con pieni poteri, lo si relega a quello che appare al firmatario del presente atto un ruolo di comparsa inutile e marginale;
   a questo si aggiunge un ultimo aspetto: comparando l'allegato del piano si rilevano con facilità le partite doppie e il «gioco delle tre carte». Opere già finanziate e rimesse come nuove nell'elenco di Palazzo Chigi;
   stanziamenti vecchi e reiterati, dal versante di Ponente di Montevecchio, passando per la strada di Burcei, richiamando gli interventi nelle università per finire sulla Sassari-Olbia;
   si tratta di interventi prospettati e dichiarati due o tre volte, con tanto di proclami pubblici. Si registra spregiudicatezza e memoria corta. Tutto questo è inaccettabile e va denunciato con forza e chiarezza;
   un piano che non solo non affronta le questioni dell'insularità ma fa fare alla Sardegna un ulteriore passo indietro;
   si registrano meno risorse, zero potere gestionale e istituzionale e ancora una volta la Sardegna è vittima di reiterate iniziative penalizzanti dello Stato –:
   se il Governo intenda assumere le iniziative di competenza per addivenire a una piena copertura finanziaria degli impegni annunciati;
   se non intenda assumere iniziative per restituire le somme sottratte alla Sardegna negli stanziamenti del fondo di sviluppo e coesione;
   se non intenda promuovere un piano di riequilibrio insulare in termini economici, infrastrutturali e fiscali, a partire dall'istituzione della zona franca integrale di riequilibrio insulare;
   se non intenda fornire un puntuale piano temporale di avvio e conclusione degli interventi annunciati. (5-09396)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

trasporto aereo

contratto di prestazione di servizi

riciclaggio di denaro