ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/09347

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 666 del 02/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: TURCO TANCREDI
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Data firma: 02/08/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
ARTINI MASSIMO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016
BALDASSARRE MARCO MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016
BECHIS ELEONORA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016
BRIGNONE BEATRICE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016
CIVATI GIUSEPPE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016
MAESTRI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016
MATARRELLI TONI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016
PASTORINO LUCA MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016
SEGONI SAMUELE MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE 02/08/2016


Commissione assegnataria
Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 02/08/2016
Stato iter:
03/08/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 03/08/2016
Resoconto TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
 
RISPOSTA GOVERNO 03/08/2016
Resoconto FERRI COSIMO MARIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (GIUSTIZIA)
 
REPLICA 03/08/2016
Resoconto TURCO TANCREDI MISTO-ALTERNATIVA LIBERA-POSSIBILE
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 03/08/2016

SVOLTO IL 03/08/2016

CONCLUSO IL 03/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-09347
presentato da
TURCO Tancredi
testo di
Martedì 2 agosto 2016, seduta n. 666

   TURCO, ARTINI, BALDASSARRE, BECHIS, BRIGNONE, CIVATI, ANDREA MAESTRI, MATARRELLI, PASTORINO e SEGONI. — Al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   analizzando la relazione della Corte dei conti sul rendiconto generale dello Stato per l'anno 2015, è evidente come le spese di giustizia nei procedimenti penali e civili risultano esser diminuite nel 2015 rispetto all'esercizio precedente essendo stati stanziati 88,2 milioni di euro, a fronte degli stanziamenti definitivi di competenza del 2014, pari a 509 milioni;
   i fondi destinati al pagamento degli indennizzi per violazione del termine di ragionevole durata del processo sono stati nel 2015 pari 180 milioni di euro (nel 2014 erano circa 100 milioni di euro; 50 milioni nel 2013);
   dai dati forniti dalle corti di appello, risulta che nel 2015 sono stati emessi complessivamente n. 9.668 decreti di condanna per l'importo complessivo di 85,8 milioni di euro (di cui 76,7 milioni per indennizzi e 9,1 per spese di lite); nel 2015 sono stati pagati 142,3 milioni. Quindi, l'entità del debito pregresso, al 31 dicembre 2015, è pari a 399,9 milioni, parzialmente in diminuzione rispetto alla fine del 2014 a fronte di uno stanziamento per l'anno 2016 lievemente inferiore, pari a 177,72 milioni;
   la Corte dei Conti afferma dunque che «dalla rappresentazione sinottica degli stanziamenti di bilancio e dell'entità degli obblighi risarcitori per l'equa riparazione, emerge l'insufficienza delle risorse e l'urgenza sempre più acclarata di pervenire a soluzioni sia organizzative che funzionali per definire l'arretrato debitorio», osservando che l'efficienza organizzativa della giustizia e del settore giudiziario in generale sono elementi decisivi per il paese nell'ottica della crescita;
   gli esiti valutativi della Commissione europea del quadro di valutazione dell'Unione europea della giustizia 2016, nel rapporto pubblicato nel mese di aprile 2016, pur evidenziando ancora la lunghezza dei processi civili, riscontrano un miglioramento rispetto al 2013, con segnali di trasformazione positiva dell'efficienza del sistema giudiziario italiano, soprattutto per la diminuzione del numero delle cause civili pendenti e sul fronte dell'informatizzazione del processo ponendo dunque come obbiettivo sempre più urgente il raggiungimento di risultati concreti nel settore giustizia;
   tuttavia, permangono criticità nell'ambito delle spese per l'equa riparazione, dove la Corte dei conti ha riscontrato nuovi debiti fuori bilancio (85,7 milioni di euro) e nelle spese di funzionamento nel programma dell'Amministrazione penitenziaria (14,5 milioni di euro) evidenziando come non siano ancora risolte le situazioni debitorie pregresse, che, pur se ridotte nell'importo ancora dovuto, ammontano a 22 milioni per intercettazione e 399,9 milioni per equa riparazione;
   relativamente poi alla durata eccessiva dei processi, che ha comportato una notevole dimensione finanziaria della spesa dovuta per l'equa riparazione in applicazione della legge 4 marzo 2001, n. 89, il Ministero della giustizia aveva varato un piano straordinario diretto ad ottenere un progressivo rientro del debito, che al 31 dicembre 2015 risulta ancora notevole (399,9 milioni di euro), nonostante in diminuzione rispetto al passato;
   è da evidenziare inoltre che, al fine di ridurre la massa debitoria nel 2015, è stato sottoscritto un accordo di collaborazione con la Banca d'Italia;
   nonostante si siano registrati dei sensibili miglioramenti dei tempi di risoluzione del contenzioso di secondo grado (-6,9 per cento), del civile ordinario di tribunale (42,5 per cento) e del contenzioso commerciale in tribunale (-7,6 per cento), tuttavia dall'analisi effettuata con la «targatura degli affari civili pendenti», l'amministrazione ha rilevato che le cause ultra-triennali sono aumentate e le pendenze globali sono diminuite, ma sono invecchiate: risultano pertanto a rischio di indennizzo ex «legge Pinto» circa 3,5 milioni di cause –:
   quali iniziative urgenti di competenza, il Ministro interrogato intenda intraprendere per migliorare i tempi di risoluzione del contenzioso garantendo la ragionevole durata dei processi. (5-09347)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 3 agosto 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione II (Giustizia)
5-09347

  Gli interroganti chiedono quali interventi il Governo intenda adottare per migliorare i tempi di risoluzione del contenzioso civile.
  Vorrei preliminarmente fornire un aggiornamento dei dati relativi alla «targatura» dei procedimenti civili pendenti che, secondo l'articolazione ministeriale competente per le statistiche, risultano essere – al 30 giugno 2016 – circa 3,9 milioni in tutti i gradi di giudizio.
  Si tratta di un livello più basso di oltre il 30 per cento rispetto al 2009. Di questo dato complessivo di stock, solo una parte può definirsi a rischio di indennizzo ai sensi della legge Pinto ed è quella degli affari più «vecchi», i quali – sempre al 30 giugno 2016 – risultano pari a circa 910 mila unità e non a 3,5 milioni come indicato nell'interrogazione. Il dato delle pendenze e dell'arretrato, analizzato nelle sue varie componenti, è periodicamente monitorato e reso pubblico sul sito del Ministero della giustizia.
  In merito ai tempi di risoluzione delle controversie sia ordinarie che commerciali, le prime rilevazioni del 2016 hanno inoltre confermano il trend positivo di sensibile riduzione già registrato nel biennio 2014-2015.
  L'introduzione del processo civile telematico – su cui tornerò in seguito – ha portato ad una sensibile diminuzione dei tempi di emissione dei decreti ingiuntivi, che sono stati dimezzati nei distretti di Milano e Roma, e ridotti del 40 per cento in quello di Napoli.
  Questi risultati incoraggianti sono stati raggiunti promuovendo linee d'intervento sul piano organizzativo, normativo e di potenziamento dell'innovazione tecnologica, ponendo particolare attenzione sia all'esigenza di una maggiore specializzazione dei giudici che, d'altro lato, all'utilizzo di ulteriori strumenti alternativi della risoluzione delle controversie.
  In particolare, quanto alla riforma del processo civile, l'ottica nella quale ci si è mossi è quella della maggiore semplificazione con l'introduzione di una serie di misure di accelerazione del processo esecutivo; della più marcata specializzazione del giudice delineando un nuovo assetto per la disciplina delle sezioni in materia di impresa; della riforma delle procedure di insolvenza e nella predisposizione di interventi normativi in materia di strumenti alternativi alla risoluzione delle controversie.
  Grazie alle misure intraprese, il nostro Paese ha già migliorato la propria posizione nella classifica «Enforcing contracts», indicatore misurato dalla Banca mondiale nel rapporto «Doing Business» 2016, passando – in soli tre anni – dalla 160a alla 111a posizione e recuperando, pertanto, 49 posizioni.
  Possiamo, pertanto, oggi affermare che molti passi avanti sono stati compiuti per migliorare i tempi di risoluzione del contenzioso civile.
  Per continuare questo positivo percorso abbiamo inoltre proposto il disegno di legge di riforma del processo civile che ha ricevuto l'approvazione della Camera dei deputati lo scorso marzo ed è, attualmente, all'esame del Senato.
  Il disegno si ispira alla valorizzazione, in primo grado, della proposta di conciliazione del giudice ed alla semplificazione della procedura, nel rispetto del principio del contraddittorio.
  Particolarmente significativa è la proposta di trasformare il rito sommario di cognizione in rito esclusivo nelle cause in cui il tribunale giudica in composizione monocratica.
  Questo intervento inciderà immediatamente sulla durata dei procedimenti, posto che nel 2014 la durata media di quelli celebrati con rito sommario è risultata essere di 385 giorni, contro una durata media di quelli celebrati con rito ordinario di 840 giorni.
  Inoltre, tale misura risponderebbe in pieno alle richieste formulate nel già citato rapporto «Doing business» della Banca mondiale, permettendo di migliorare immediatamente il ranking del Paese, nella classifica «Enforcing contracts», dalla 111a alla 42a posizione, così recuperando ulteriori 69 posizioni.
  Anche in merito ai giudizi di impugnazione, sono numerosi gli interventi proposti, finalizzati a contenere i tempi per la proposizione dei ricorsi, a snellire i giudizi d'appello prevedendone in taluni casi la definizione da parte di un giudice monocratico, a razionalizzare i procedimenti di legittimità attraverso una più estesa applicazione del rito camerale, l'adozione di modelli sintetici di motivazione dei provvedimenti e il potenziamento della funzione nomofilattica della Corte di Cassazione.
  Non posso sottacere che proprio oggi è stata definitivamente approvata la legge di conversione del decreto-legge 30 giugno 2016, n. 117, che rappresenta un significativo passo avanti verso l'adozione di quelle misure strutturali che – in un'ottica duratura – intendono irrobustire l'organizzazione della giurisdizione sul piano della dotazione delle risorse umane e tecnologiche, per dare concreta attuazione al progetto di modernizzazione del servizio giustizia portato avanti in questi anni.
  Quanto alla prima linea di intervento – tesa ad introdurre nuove tecnologie per ridurre i tempi di lavorazione dei singoli processi – in questi giorni compie due anni l'introduzione della telematica nel processo civile, intrapresa il 30 giugno 2014 e poi estesa alle corti di appello. A maggio di quest'anno è stato rilevato, rispetto a un anno fa, un aumento di circa un terzo sia dei depositi telematici da parte di avvocati e professionisti sia degli atti generati fin dall'inizio in forma digitale dai magistrati.
  Quanto al processo penale numerosi sono gli applicativi informatici per renderne più rapida ed efficace la gestione (dall'informatizzazione dei registri generali per la gestione integrata dei dati nel processo di primo e secondo grado al TIAP, trattamento informatizzato per la dematerializzazione degli atti e digitalizzazione del fascicolo) e questo è l'anno cruciale – come annunciato dal Ministro – per l'uniformazione del sistema alla base del processo penale telematico con la reingegnerizzazione dei sistemi in uso per arrivare a un unico sistema che sia completo, integrato e sicuro.
  Nel quadro di tale premessa il processo amministrativo è a pieno titolo coinvolto in questo percorso di innovazione che è destinato ad accorciare le distanze tra il giudice e i suoi utenti, che sono in fondo tutti i cittadini. Già il codice del processo amministrativo aveva previsto la facoltà, per il giudice, le parti e il personale degli uffici, di sottoscrivere atti e provvedimenti con firma digitale. Un deciso passo avanti è stato compiuto con l'articolo 38, comma 1-bis, del decreto-legge n. 90 del 2014 che introduce l'obbligo della sottoscrizione con firma digitale.
  Nel 2016 vi è stata un'altra tappa fondamentale con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 febbraio 2016, n. 40 (Regolamento recante le regole tecnico-operative per l'attuazione del processo amministrativo telematico) che ha introdotto – fino al 30 giugno 2016 – la sperimentazione delle nuove disposizioni presso TAR e Consiglio di Stato, con le modalità individuate dagli organi della giustizia amministrativa. Con il decreto-legge n. 117 del 2016 si posticipa di sei mesi – dal 1o luglio 2016 al 1o gennaio 2017 – l'obbligatoria adozione delle modalità telematiche nel deposito degli atti del processo amministrativo essendo necessario – come è accaduto per il processo civile e per quello penale – consentire il perfezionamento della sperimentazione e la graduale introduzione dei meccanismi di recepimento di questo nuovo modello.
  Venendo al secondo profilo è chiaro che bisogna investire nell'acquisizione di nuovo personale qualificato per soddisfare la domanda proveniente dai diversi Uffici giudiziari del Paese e in questa direzione si è mosso il Ministero nel triennio 2014-2016, percorrendo diverse strade tra loro parallele: attingendo ad altre graduatorie in corso di validità, attraverso la mobilità volontaria per 1.031 unità e ricorrendo infine alla mobilità obbligatoria per assorbire le unità di personale dichiarate in sovrannumero da parte della CRI (600) ed Enti di Area vasta (1.000 unità).
  Il decreto oggi convertito in legge rappresenta un ulteriore tassello nella realizzazione di questo disegno di riorganizzazione in quanto il Ministero è stato autorizzato a procedere ad assunzioni straordinarie in deroga alla vigente normativa sui limiti assunzionali (cosiddetto turn over) che consentirà di assumere, per il triennio 2016-2018, fino a 1000 unità di personale amministrativo non dirigeaziale a tempo indeterminato da inquadrare nei ruoli dell'amministrazione giustizia, che potrà essere selezionato sia bandendo nuovi concorsi sia attingendo a graduatorie ancora valide.
  Il vicepresidente della Commissione Europea, Jyrki Katainen, ha riconosciuto la bontà delle riforme avviate in materia civile, osservando che «La riforma del sistema della giustizia civile è l'esempio perfetto di una riforma che avrà certamente un impatto positivo nel creare un ambiente più favorevole all'impresa e che attirerà investimenti sostenibili».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

responsabilita' civile