ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/09334

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 666 del 02/08/2016
Firmatari
Primo firmatario: GRILLO GIULIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/08/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARONI MASSIMO ENRICO MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
DI VITA GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 02/08/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 02/08/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 02/08/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-09334
presentato da
GRILLO Giulia
testo di
Martedì 2 agosto 2016, seduta n. 666

   GRILLO, BARONI, COLONNESE, DI VITA, SILVIA GIORDANO, LOREFICE, MANTERO, NESCI, CRIPPA e LOMBARDI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   gli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza, pur essendo stati trasformati e assumendo personalità giuridica di diritto privato, rimangono titolari di tutti i rapporti attivi e passivi dei corrispondenti enti previdenziali e dei rispettivi patrimoni (si veda l'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo n. 509 del 1994);
   la sentenza del Consiglio di Stato, sezione VI, n. 6014 del 2012, ha chiarito che la trasformazione operata dal decreto legislativo n. 509 del 1994, ha lasciato immutato il carattere pubblicistico dell'attività istituzionale di previdenza e assistenza svolta dagli enti sopracitati, che conservano una funzione strettamente correlata all'interesse pubblico, costituendo la privatizzazione un'innovazione di carattere essenzialmente organizzativo;
   la sentenza del Consiglio di Stato, sopra citata, in particolare scrive: «l'attrazione degli enti previdenziali nella sfera privatistica operata dal decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509, riguarda il regime della loro personalità giuridica, ma lascia ferma l'obbligatorietà dell'iscrizione e della contribuzione (articolo 1 decreto legislativo citato); la natura di pubblico servizio, in coerenza con l'articolo 38 della Costituzione, dell'attività da essi svolte (articolo 2); il potere di ingerenza e di vigilanza ministeriale (articolo 3, per il cui comma 2 tutte le deliberazioni in materia di contributi e di prestazioni, per essere efficaci, devono ottenere l'approvazione dei Ministeri vigilanti), e fa permanere il controllo della Corte dei conti sulla gestione per assicurarne la legalità e l'efficacia (articolo 3)»;
   la Corte dei conti, audita presso la Camera dei deputati nell'aprile 2016, in occasione dell'esame della risoluzione n. 7-00747 della deputata Lombardi, si è espressa in questo modo: «stante la delicatezza della missione affidata le casse privatizzate pur essendo soggetti privati esercitano, occorre ribadirlo, una funzione nel pubblico interesse – con un'attenzione particolare agli equilibri tra costi sostenuti e proventi conseguiti, [...] alla redditività del patrimonio»;
   la Corte, nella medesima occasione, ha stigmatizzato la mancata adozione, a distanza di quasi cinque anni dalla norma di legge che lo prevedeva (articolo 14, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98), del decreto interministeriale di disciplina dell'investimento delle risorse finanziarie delle casse dei professionisti che di fatto impedisce, ancora oggi, ogni valutazione di merito da parte dei soggetti preposti al controllo e alla vigilanza degli enti previdenziali. Analoga posizione critica è stata sottolineata dalla Covip intervenuta, nel medesimo ciclo di audizioni alla Camera dei deputati;
   la fondazione ENPAM (Ente nazionale di previdenza ed assistenza medici) è sottoposta a vigilanza ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 1994, n. 509 del Ministero del lavoro e delle politiche sociale e del Ministero dell'economia e delle finanze;
   da alcuni mesi si susseguono notizie di un provvedimento legislativo volto all'istituzione di un fondo «Atlante 2» per salvare il Monte dei Paschi di Siena dai suoi crediti deteriorati; a tale fondo, si paventerebbe la partecipazione di ingenti capitali degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza;
   in un'intervista al Sole 24 Ore del 11 luglio 2016 al presidente di Adepp – Associazione degli enti privati di previdenza – Alberto Oliveti (che è anche presidente di ENPAM) dichiara: «Ci sono tre condizioni che potrebbero spingere le casse a partecipare ad Atlante 2: vogliamo che sia riconosciuta la nostra natura privata (...)»;
   dal sito di ADUSBEF (Associazione difesa utenti servizi bancari finanziari postali e assicurativi) l'11 luglio del 2016 si legge:
    il rendimento del 6 per cento del Fondo Atlante, alle attuali condizioni di tassi e di mercato contempla una rischiosità dell'investimento (...), analogamente all'accusa che le previdenze ENPAM e di Adepp possano tenere congelato un enorme patrimonio, che al contrario deve essere investito in maniera prudenziale, in titoli di Stato ed immobili, per poter pagare le future prestazioni previdenziali»;
   da Il Fatto Quotidiano del 12 luglio 2016 si legge: «Ma l'auspicata soluzione di mercato ancora non arriva (il lancio di un fondo Atlante 2 per intervenire sui crediti, deteriorati dell'istituto senese sembra ancora arenato)»;
   nella seduta del 21 luglio 2016, della Commissione parlamentare bicamerale di controllo delle attività degli enti gestori, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla gestione del risparmio previdenziale da parte dei fondi pensione e casse professionali, con riferimento agli investimenti mobiliari ed immobiliari e tipologia delle prestazioni fornite anche nel settore assistenziale, è stato udito Giuseppe Santoro, presidente di INARCASSA (Cassa nazionale di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti liberi professionisti);
   alla domanda sulla contrarietà di Inarcassa al Fondo Atlante, il presidente di Inarcassa, Giuseppe Santoro ha dichiarato, nell'ambito della sopracitata audizione: «Inarcassa lo ha detto più volte e lo ha ribadito ieri al Ministro delle infrastrutture (...) Assumere un rischio in un'ipotesi di portafoglio di questo genere ci lascia perplessi. In questo senso, Inarcassa ha più volte affermato che non è interessata a questo investimento. Ovviamente, la situazione sarebbe diversa qualora alcune condizioni si riversassero su tutte le casse di previdenza, non solo su Inarcassa. La prima condizione è la natura privatizzata dell'ente a 360 gradi, come il presidente di questa Commissione ha più volte chiesto»;
   l'associazione Adepp (Associazione degli enti privati di previdenza) a cui fanno capo 19 casse di previdenza privata per un totale di due milioni di professionisti iscritti, ha deliberato nella sua assemblea del 25 luglio 2015 di sostenere l'iniziativa Atlante 2;
   da il Corriere della Sera del 25 luglio 2016, si legge: «Nel frattempo però la Commissione dell'Unione europea impone vincoli sull'intervento pubblico che scoraggiano gli investitori privati e rendono molto più difficile proprio la ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena ...»;
   da il Corriere della Sera del 27 luglio 2016 si legge: «Così allora l'attenzione si sposta su Atlante, il fondo privato che dovrà farsi carico di acquisire le sofferenze in portafoglio a Siena. Atlante lunedì ha raccolto il via libera da parte delle casse Adepp per 500 milioni»;
   da il Sole 24 ore del 1o agosto 2016, si legge: «Sono state 16 Casse che hanno firmato la delibera Adepp del 25 luglio»;
   da il Corriere della Sera del 2 agosto si legge in merito all'investimento nel fondo Atlante2: «Ieri il presidente Adepp, Alberto Oliveti, ha detto che le casse previdenziali non vedono possibilità di redditività» –:
   nel caso di un eventuale investimento di 500 milioni di euro annunciato dall'associazione Adepp (Associazione degli enti privati di previdenza) nel fondo Atlante 2, come si intendano tutelare le prestazioni obbligatorie, che ammontano a circa 2 milioni, dovute dagli enti previdenziali ai propri iscritti, in termini di assistenza e di previdenza;
   se siano a conoscenza delle decisioni dei singoli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza nel merito dell'eventuale investimento di 500 milioni di euro nel fondo Atlante 2 e, in particolare, delle scelte dell'ENPAM;
   se non ritengano di tener conto dell'orientamento contrario dell'Inarcassa ad una partecipazione degli enti gestori al Fondo Atlante 2;
   se le diciannove casse di previdenza siano state messe in grado di valutare l'intera operazione del fondo Atlante 2;
   se siano a conoscenza dell'orientamento dell'Unione europea dinanzi ad un eventuale partecipazione di capitale delle casse previdenziali, che conservano una natura di pubblico servizio;
   se il Governo sia in procinto di adottare un'eventuale imminente iniziativa che privatizzerebbe del tutto gli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza, così come auspicato dalla dichiarazione del presidente di Adepp, Alberto Oliveti, e ribadito, in modo a giudizio degli interroganti contraddittorio, dal presidente di Inarcassa Giuseppe Santoro;
   se non ritengano di fornire elementi in merito al business plan del Fondo Atlante2, anche alla luce del coinvolgimento della casse previdenziale dei professionisti. (5-09334)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

atlante

investimento

Commissione CE