ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08955

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 640 del 22/06/2016
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/13521
Firmatari
Primo firmatario: AGOSTINELLI DONATELLA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/06/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/06/2016
Stato iter:
28/06/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/06/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 28/06/2017
Resoconto AGOSTINELLI DONATELLA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 22/06/2016

SOLLECITO IL 02/05/2017

DISCUSSIONE IL 28/06/2017

SVOLTO IL 28/06/2017

CONCLUSO IL 28/06/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08955
presentato da
AGOSTINELLI Donatella
testo di
Mercoledì 22 giugno 2016, seduta n. 640

   AGOSTINELLI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   L'Arpam, Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche – dipartimento di Ancona – servizio di epidemiologia ambientale – ha pubblicato uno studio del maggio 2016 intitolato «aborto spontaneo ed inquinamento atmosferico: i dati nella Regione Marche»;
   lo scopo dello studio epidemiologico, pubblicato sul sito dell'Arpam, è quello di «descrivere la distribuzione e l'andamento temporale dell'evento sanitario “aborto spontaneo” nei comuni della Regione Marche e, più in particolare, di effettuare valutazioni analitiche sul rapporto della sua incidenza con la qualità stimata dell'aria outdoor attraverso la concentrazione del particolato sottile (PM2,5)»;
    è noto infatti che, se la madre è esposta ad inquinanti ambientali, il prodotto del concepimento, sia nella fase embrionale che in quella fetale, può subire dei danni in ragione della sua particolare vulnerabilità;
   recentemente si assiste ad un crescente interesse della ricerca per lo studio dei possibili effetti nocivi sulla salute riproduttiva da parte dei cosiddetti contaminanti diffusi in aria. Nella letteratura scientifica non mancano studi in cui è stata identificata un'associazione significativa tra l'aborto spontaneo ed i contaminanti atmosferici; tra questi «una recente indagine ha valutato l'associazione tra l'abortività spontanea e l'inquinamento atmosferico rilevando una correlazione positiva tra le concentrazioni in aria di PM10 e Ozono (non di biossido di azoto (NO2) ai valori misurati) e l'occorrenza degli aborti spontanei, anche a livelli di concentrazione al di sotto dei limiti indicati dalle norme sulla qualità dell'aria» (cfr. studio Arpam 2016);
    è in questo filone di ricerca che si colloca lo studio dell'Arpam 2016 che, appunto, si propone di descrivere la distribuzione spaziale e temporale dell'evento «aborto spontaneo» nei comuni della regione Marche nel periodo preso in considerazione. Lo scopo del predetto studio è, quindi, «quello di individuare l'influenza di alcuni fattori di rischio sull'occorrenza dell'evento sanitario e, più nello specifico, di effettuare valutazioni analitiche sull'incidenza della qualità dell'aria e, in particolare, dell'impatto del particolato sottile (PM2,5)»;
    esso si articola in una prima fase descrittiva del fenomeno dei ricoveri ospedalieri per abortività spontanea a livello comunale ed in una seconda fase, di tipo analitico, che tenta di indagare gli eventuali fattori di rischio associati (studio Arpam 2016). I dati dell'indagine epidemiologica de quo sono stati ricavati dalle schede di dimissione ospedaliera (SDO) fornite dall'Agenzia regionale sanitaria della regione Marche per il periodo che va dal 2006 al 2012; sono stati analizzati i ricoveri, ordinari e day hospital, delle donne in età fertile (15-49 anni) residenti nelle Marche, selezionate sulla base della diagnosi principale e delle diagnosi secondarie della SDO, codificata secondo la IX revisione della classificazione internazionale delle malattie (cfr. studio Arpam 2016);
    il campione oggetto di analisi riguarda i ricoveri ospedalieri per aborto spontaneo delle donne fertili (15-49 anni) residenti nei 236 comuni delle Marche nel periodo 2006-2012; gli aborti spontanei per l'intero periodo considerato in tutta la regione sono risultati 15.319, con un rapporto di abortività percentuale pari a 12,2;
   conclusivamente dall'indagine emergono «alcune anomalie del fenomeno abortivo che si manifestano in determinate aree geografiche della Regione, portando altresì all'individuazione di associazioni causali tra l'abortività spontanea e i fattori di rischio indagati, tra i quali trova un ruolo determinante soprattutto il particolato atmosferico. I risultati dell'analisi multivariata mostrano un'associazione statisticamente significativa con la classe di età 35-49 anni, la cittadinanza, i precedenti aborti e l'esposizione al particolato sottile. In particolare un'esposizione a PM2,5 compresa tra 10 e 14 μg/m3 incrementa il rischio di aborto spontaneo del 9 per cento rispetto a esposizioni inferiori a 10 μg/m3, mentre un'esposizione a PM2,5 superiore a 14 μg/m3 lo incrementa del 13 per cento»; nello studio sono quindi elencati i comuni della regione Marche per i quali emerge una situazione di criticità rispetto al riferimento regionale e che, pertanto, necessitano di particolare attenzione;
   Jesi è il comune dove è stata registrata la significatività statistica di quasi tutti gli indicatori epidemiologici utilizzati. Lo studio evidenzia criticità importanti anche con riguardo ad altri comuni delle Marche quali, in particolare, Castel di Lama, Falconara Marittima, Osimo, Macerata e Spinetoli — «che hanno fatto rilevare eccessi significativi di abortività spontanea e l'appartenenza del comune ad aggregati spaziali dell'evento in questione (cluster)»;
    anche il comune di Monteprandone è tra i comuni elencati, «tuttavia esso si differenzia per il fatto di non far rilevare una significatività statistica dell'eccesso del rapporto di abortività standardizzato (SIR), mostrando, di contro, un trend dell'esito sanitario in ascesa e, quindi, opposto rispetto al trend regionale –:
   il Ministro interrogato non ritenga necessario, per quanto di competenza:
    a) adottare iniziative con riferimento alle criticità riscontrate nei comuni delle Marche indicati in premessa ed eventualmente quali;
    b) avviare indagini ulteriori con riguardo a quelle realtà territoriali segnalate nello studio Arpam per le quali l'evento sanitario considerato (aborto spontaneo) è risultato, sulla base di un approccio descrittivo, più frequente della media regionale o in incremento, in modo da approfondire l'eziologia del fenomeno riscontrato. (5-08955)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 28 giugno 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-08955

  Con riferimento all'interrogazione in esame, desidero preliminarmente ringraziare l'onorevole interrogante per l'opportunità che mi offre di affrontare un tema, quello della prevenzione della salute della donna in ogni fase della vita, compresa la gravidanza, di costante interesse del Ministero della Salute.
  Come noto, in detta regione è stata avviata dall'ARPAM una valutazione epidemiologica al fine di descrivere il fenomeno dei ricoveri ospedalieri per aborto spontaneo nei singoli comuni della regione e di studiare la possibile associazione del rischio con fattori personali e sociali rilevabili dai dati sanitari correnti.
  Come riportato dall'onorevole interrogante, i comuni di Jesi e Monteprandone hanno manifestato un tendenziale incremento significativo degli eventi sanitari in esame, sebbene Monteprandone non abbia mostrato eccessi per tutti gli indicatori epidemiologici indagati.
  Al riguardo, ritengo opportuno segnalare che la stessa ARPAM ha precisato che le indagini di epidemiologia descrittiva non sono finalizzate e non possono dare informazioni sulle cause degli eventi studiati.
  Ed invero, la parte analitica dello studio ha riportato i risultati delle valutazioni di tipo causale evidenziando tra i fattori studiati una associazione statisticamente significativa tra il rapporto di abortività spontanea e la classe di età 35-49 anni; la cittadinanza diversa da quella italiana; la storia di precedenti aborti e l'esposizione ai livelli maggiori di particolato fine.
  Ciò in quanto l'aborto presenta una natura piuttosto eterogenea: si pensi agli aborti dovuti ad anomalie genetiche o cromosomiche, agli aborti dovuti ad anomalie dello sviluppo fetale e alle anomalie anatomiche dell'utero e della placenta. I vari fattori di rischio biologici, demografici, occupazionali e ambientali, nonché le forti interazioni tra i potenziali fattori di rischio e le difficoltà a misurare alcuni di essi (ad esempio lo stress e il fumo di tabacco) rendono gli studi epidemiologici su questo argomento non sempre facili da condurre o da valutare.
  Proprio per tali motivi, si è reso necessario mantenere attiva la sorveglianza epidemiologica nella regione Marche effettuando ulteriori indagini descrittive.
  A tal proposito, desidero comunicare che a fine anno 2016 l'ARPAM ha ottenuto dalla Regione Marche l'aggiornamento dei dati sanitari, con disponibilità dei dati di mortalità e dimissioni ospedaliere a tutto l'anno 2013. Da allora sono in corso attività di aggiornamento delle valutazioni epidemiologiche di molte realtà comunali e regionali.
  Tra tali attività segnalo la prossima revisione da parte dell'ARPAM anche dello studio citato sull'abortività spontanea tra le donne residenti nella regione.
  Inoltre, sono in via di pubblicazione le valutazioni – comprendenti osservazioni (con metodologie epidemiologiche in parte diverse) sull'abortività spontanea – sui residenti in alcuni comuni delle Marche.
  Oltre all'aggiornamento dei dati sanitari, sono state acquisite altresì nuove fonti di dati ambientali, in particolare sui contaminanti atmosferici, ricavati da sistemi combinati di catasto delle emissioni, analisi dei risultati delle centraline di monitoraggio della qualità dell'aria, rilievo analitico con strumenti posti su satelliti e modellizzazione matematica della distribuzione superficiale (ricadute) riferite all'anno 2010.
  In altri termini, l'ARPAM sta ripetendo lo studio richiamato nell'interrogazione utilizzando la stessa metodologia, ma con disponibilità di dati ambientali e sanitari più aggiornati.
  Dalla prima analisi di questi dati ambientali, confrontati con le diverse fonti disponibili in precedenza e riferite al 2007, l'ARPAM ha rilevato una generale tendenza alla riduzione delle esposizioni ai contaminanti atmosferici.
  In conclusione, mi sento di poter rassicurare l'onorevole interrogante sulla costante attenzione risposta dal Ministero della salute alla problematica in esame: l'istituto Superiore di Sanità, infatti, ha in progetto l'aggiornamento dello studio epidemiologico «Sentieri» sulle popolazioni residenti nei Siti di Interesse Nazionale (SIN di Falcona Marittima). Inoltre, ha richiesto le risultanze dell'indagine in corso, al fine di valutare eventuali ipotesi di implementazione di studi più specifici ed etiologici. Ciò consentirà al Ministero della salute di valutare le iniziative più idonee da adottare per la risoluzione delle criticità evidenziate.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

aborto

ricerca medica

epidemiologia