ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08847

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 634 del 08/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: PALAZZOTTO ERASMO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 08/06/2016


Commissione assegnataria
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 08/06/2016
Stato iter:
09/06/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 09/06/2016
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 09/06/2016
Resoconto AMENDOLA VINCENZO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE)
 
REPLICA 09/06/2016
Resoconto PALAZZOTTO ERASMO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 09/06/2016

SVOLTO IL 09/06/2016

CONCLUSO IL 09/06/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-08847
presentato da
PALAZZOTTO Erasmo
testo di
Mercoledì 8 giugno 2016, seduta n. 634

   PALAZZOTTO. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale . — Per sapere – premesso che:
   secondo quanto riportato dal quotidiano online gambiano The Point, il 10 maggio 2016 una delegazione composta da rappresentanti della polizia scientifica e della cooperazione italiana si è recata in Gambia;
   la visita sarebbe avvenuta nel quadro del cosiddetto «Migration Compact» e l'incontro avuto con il Ministro degli interni gambiano, Ousman Sonko, pare avesse l'obiettivo di trattare con la dittatura di Yahya Jammeh per facilitare l'espulsione dei migranti gambiani presenti in Italia e per bloccare ulteriori arrivi;
   non è la prima volta che l'Italia prepara e poi firma accordi con il Gambia; altri memorandum erano stati firmati nel 2011 e 2013;
   nell'ambito della cooperazione con la dittatura gambiana per il contrasto all'immigrazione, l'Italia ha promesso di inviare 50 veicoli per il controllo delle frontiere con il Senegal da cui i richiedenti asilo transitano per raggiungere il Mali, l'Algeria, la Libia e l'Italia. Come incentivo affinché il Gambia accetti i connazionali espulsi dal nostro Paese e nell'ottica di rendere efficaci i controlli alle frontiere, l'Italia ha promesso anche 250 computer, 250 scanner, 250 stampanti;
   questa visita appare ancora più grave se si pensa che l'Italia ha riconosciuto, nel 2015: 2546 protezioni umanitarie, 194 sussidiare e 250 status di rifugiati ai cittadini gambiani;
   se l'accordo diventasse operativo, persone che potrebbero ottenere lo status di rifugiato o una qualche forma di protezione, verrebbero rimandate indietro o bloccate prima di partire, lasciando nelle mani di un regime antidemocratico la sorte di chi fugge proprio da quel regime;
   i gambiani sono la seconda nazionalità tra quelle registrate sulle nostre coste, con poco più di 8500 domande d'asilo presentate nel 2015. Nonostante in Gambia ci sia un regime dittatoriale, un'economia asfittica e una repressione sistematica di attivisti e giornalisti, l'Italia punta a rafforzare la polizia gambiana, perché controlli meglio le sue frontiere, impedendo a chi cerca di fuggire di uscire dal Paese;
   negli ultimi mesi si è registrato un aumento delle notifiche di respingimenti differiti a cittadini d'Africa subsahariana arrivati nei porti italiani;
   tale aumento è stato rilevato grazie all'attività delle numerose associazioni italiane presenti sul territorio in attività di assistenza giuridica e sociale ai migranti sbarcati sul territorio italiano e nell'ambito del sistema hotspot, le quali, riunite nel tavolo nazionale asilo avevano già espresso – in una lettera al Ministro del interno dello scorso dicembre – grande preoccupazione sull'applicazione nei centri sbarco e nei punti di accoglienza di prassi contrarie alla normativa interna e internazionale;
   tali preoccupazioni erano state confermate da un reportage della tv belga RTBF, in cui si sarebbe evidenziata la diffusione della pratica di respingimenti differiti sulla sola base discriminante della nazionalità;
   il Consiglio italiano per rifugiati, in data 3 dicembre 2015, ha denunciato le cattive prassi introdotte in Italia in concomitanza con l'apertura del primo hotspot a Lampedusa, in particolare in ordine alla notifica di provvedimenti di respingimento differito e la non ammissione alle procedure di asilo di alcune specifiche nazionalità (specificamente persone provenienti dal Gambia, Senegal e Mali);
   un comunicato dall'associazione ARCI denunciava che un numero importante di persone a cui è stato notificato un respingimento in differita sono di nazionalità gambiana;
   nella road map italiana sull'immigrazione, a pagina 12 si evince che un accordo in tal senso sarebbe stato firmato. Nel documento in particolare si legge: «In questo contesto, un accordo tecnico con il Gambia è stato sottoscritto il 6 giugno 2015 e, al contempo, grazie al supporto da parte della rete diplomatica italiana all'estero, il Dipartimento di Pubblica Sicurezza sono stati stabiliti proficui contatti con le autorità competenti dei seguenti Paesi asiatici e africani, da cui originano consistenti flussi di immigrazione irregolare diretti verso l'Italia: Costa d'Avorio, Ghana, Senegal, Bangladesh e Pakistan»;
   l'11 novembre 2015 il quotidiano spagnolo El País pubblicava un reportage sulle gravi condizioni che spingono i gambiani a lasciare il Paese, i quali meriterebbero protezione in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati;
   nel rapporto 2014-2015 di Amnesty international si ricorda che in Gambia il Presidente Yahya Jammeh ha festeggiato il suo 20o anno al potere nel 2014. Due decenni caratterizzati da una forte intolleranza nei confronti del dissenso, in cui giornalisti, oppositori politici e difensori dei diritti umani hanno continuato a essere vittime di intimidazioni e tortura. Il 2014 è terminato con un tentativo di colpo di Stato nella notte del 30 dicembre, che ha portato a decine di arresti e a un duro giro di vite sugli organi di stampa;
   il 22 luglio 2014 in molti Paesi del mondo organizzazioni non governative come Amnesty international, Artide 19 Afrique de l'Ouest, Rencontre africaine pour la défense des droits de l'homme e la comunità gambiana in esilio hanno organizzato proteste e manifestazioni per ricordare il colpo di Stato che ha portato al potere il presidente Yahya Jammeh e per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla terribile situazione dei diritti umani in Gambia, dove la gente teme di subire un arresto arbitrario e dove la tortura e la scomparsa degli oppositori sono una pratica ricorrente;
   il Governo del Gambia, nel novembre 2014, ha vietato ai 2 ispettori dell'ONU, Christof Heins (sudafricano, relatore speciale sulle esecuzioni extra-giudiziali, sommarie o arbitrarie) e Juan Mandes (statunitense, relatore speciale sulla tortura), l'accesso al braccio della morte nelle galere di Banjul, la capitale del Gambia. Heins e Mandez volevano entrare nell'ex colonia britannica per indagare su torture ed esecuzioni di attivisti, giornalisti e oppositori politici, uccisioni extragiuridiziarie. I due sono rimasti nel Paese dal 3 al 7 novembre 2014 e hanno raccolto molte informazioni in pro sito: la pena di morte è stata reintrodotta nel 2012 e nell'immediato sono state uccise 9 persone;
   indipendentemente dagli accordi internazionali coi Paesi di provenienza, andrebbero garantite alle persone, al di là delle modalità di ingresso e di soggiorno, i diritti fondamentali come ad esempio, il diritto ad una difesa effettiva, diritto che, in base a quanto esposto in premessa, appare gravemente compresso;
   altrettanto può dirsi per il divieto di non refoulement sancito all'articolo 33 della Convenzione di Ginevra, che esclude la possibilità di respingimenti collettivi che siano in qualsiasi modo collegati, esclusivamente, alla nazionalità. A questo riguardo, la dottrina più attenta ha sollevato dei seri dubbi di costituzionalità in ordine al respingimento differito per come previsto dal Testo unico immigrazione e la commissione De Mistura, già nel 2007, ne chiedeva una revisione profonda –:
   se il Ministro interrogato non ritenga di chiarire il contenuto degli accordi Italia-Gambia stipulati dal 2011 ad oggi e richiamati in premessa, con particolare riguardo agli aspetti connessi ad eventuali accordi di riammissione o comunque finalizzati al contenimento dei flussi migratori. (5-08847)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 9 giugno 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione III (Affari esteri)
5-08847

  Vorrei iniziare il mio intervento segnalando che, su un piano generale, dall'inizio dell'anno sono sbarcati in Italia oltre 48.000 migranti. Si tratta di un flusso migratorio misto all'interno del quale cresce la componente dei migranti economici rispetto a quella dei richiedenti asilo.
  In linea con l'approccio proposto dal nostro Paese con il Migration Compact, la Commissione Europea ha presentato martedì scorso delle proposte che prevedono strumenti immediati per contenere i flussi, nonché strumenti di medio lungo periodo per lo sviluppo e gli investimenti nei paesi africani, fondamentali per affrontare in maniera sostenibile, ed in un quadro di partnership, il grande fenomeno delle migrazioni.
  Il Governo è infatti fortemente convinto che sia necessario affrontare le cause profonde delle migrazioni in Africa. Per tale motivo, in ambito Europeo, l'Italia sostiene con 10 milioni di euro il Fondo Fiduciario di emergenza lanciato nel novembre scorso a La Valletta.
  In tale contesto, assume particolare importanza anche una efficace politica di rimpatri dei migranti irregolari. Il Ministero dell'interno ha infatti intrapreso mirate forme di collaborazione pratica volte al rafforzamento della collaborazione operativa per la lotta all'immigrazione irregolare e in materia di riammissione con i principali Paesi di origine dei flussi, per conferire maggiore efficacia alla politica di rimpatrio, in linea con le strategie di contenimento dei flussi migratori illegali adottate dall'Unione europea.
  Riguardo al caso specifico della Gambia, i migranti che arrivano in Italia e che si dichiarano di nazionalità gambiana sono stati 8.707 nel 2014, 8.454 nel 2015 e al 7 giugno 2016 sono già 4.273, il che ne fa la terza nazionalità di provenienza dopo Nigeria ed Eritrea.
  Il 29 luglio 2010 è stato firmato a Banjul tra i rispettivi Ministeri dell'interno un accordo fra Italia e Gambia per il rafforzamento della cooperazione di polizia nella lotta contro il traffico di migranti e l'immigrazione irregolare, che prevede forme di assistenza tecnica e di fornitura di materiali, corsi di formazione, nonché lo scambio di funzionari. Tale accordo è stato sostituito il 6 giugno 2015 da un memorandum d'intesa, sottoscritto dal Capo della Polizia e il suo omologo della Gambia, che ricalca e aggiorna i contenuti del precedente. Esso prevede che all'impegno italiano nel settore dell'assistenza tecnica e della formazione in favore delle autorità gambiane corrisponda l'impegno di queste ultime a rilasciare, entro 48 ore dal riconoscimento della nazionalità sulla base dell'intervista a cura degli esperti di polizia gambiani già presenti in Italia, il lasciapassare necessario per eseguire il rimpatrio. Nel Memorandum si prevede anche la possibilità di estendere la cooperazione a specifici aspetti economici e sociali connessi con l'immigrazione, coinvolgendo a tal fine le competenti amministrazioni dei due Paesi e avvalendosi del supporto dell'Unione Europea.
  Come precisa il competente Ministero dell'interno, il Memorandum d'intesa firmato con la Gambia il 6 giugno 2015, così come gli altri analoghi accordi ancora in fase negoziale, non deroga alle norme nazionali, europee ed internazionali che sanciscono i diritti del migrante in generale e il diritto di asilo e alla protezione internazionale. Ne deriva che i cittadini gambiani, al pari degli altri stranieri che giungono in Italia o vengono soccorsi in mare, vedono garantiti i loro diritti fondamentali in virtù delle procedure nazionali di gestione dei migranti, da sempre ispirate ai principi di legalità e di pieno rispetto dei diritti fondamentali dell'individuo e, peraltro, applicate in stretta collaborazione con le competenti istituzioni e agenzie dell'Unione europea.
  Il Ministero dell'interno segnala, inoltre, che nel quadro dei seguiti dell'intesa del giugno 2015, ha condotto nell'aprile scorso una missione tecnica in Gambia per valutare la possibilità di realizzare in quel Paese un sistema automatizzato di rilevamento e comparazione delle impronte digitali (AFIS) utilizzabile anche ai fini dell'identificazione dei migranti giunti irregolarmente in Italia. Inoltre, è in discussione un organico progetto volto a porre in essere iniziative concrete di prima assistenza e reintegrazione dei gambiani rimpatriati, creando così le condizioni per il loro definitivo radicamento nel proprio Paese. Il Ministero dell'interno segnala, infine, che sono in programma iniziative miranti a rafforzare le capacità operative delle competenti autorità gambiane. In tale contesto operano attualmente in Italia, per collaborare con le autorità di polizia italiane, due ufficiali gambiani.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

asilo politico

regolamentazione doganale

sorveglianza all'importazione