ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08817

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 633 del 07/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: D'UVA FRANCESCO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/06/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI MAIO LUIGI MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
GIORDANO SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 07/06/2016
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 07/06/2016
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 06/06/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 06/06/2016
Stato iter:
08/06/2016
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 07/06/2016

RITIRATO IL 08/06/2016

CONCLUSO IL 08/06/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08817
presentato da
D'UVA Francesco
testo di
Martedì 7 giugno 2016, seduta n. 633

   D'UVA, LUIGI DI MAIO, SIBILIA, FICO, DE LORENZIS, DIENI, NESCI, LOREFICE, PARENTELA, LUPO, TOFALO, SILVIA GIORDANO, COLONNESE, CANCELLERI, D'AMBROSIO, PISANO, RIZZO, MANNINO, LIUZZI, VILLAROSA, MICILLO e SCAGLIUSI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca . — Per sapere – premesso che:
   l'Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) sovraintende al sistema pubblico nazionale di valutazione della qualità delle università e degli enti di ricerca, cura la valutazione esterna della qualità delle attività delle Università e degli Enti di Ricerca destinatari di finanziamenti pubblici e indirizza le attività dei Nuclei di valutazione e, infine, valuta l'efficacia e l'efficienza dei programmi pubblici di finanziamento e di incentivazione alle attività di ricerca e innovazione;
   tra i compiti essenziali dell'agenzia figurano la valutazione della qualità dei processi», i risultati e i prodotti delle attività di gestione, formazione, ricerca, trasferimento tecnologico delle attività delle università e degli enti di ricerca, nonché la definisce i criteri e le metodologie per la valutazione delle sedi e dei corsi di studio, ivi compresi i dottorati di ricerca, i master e le scuole di specializzazione, ai fini dell'accreditamento periodico delle strutture da parte del Ministro interrogato;
   tra le funzioni di fondamentale rilievo vi è l'elaborazione, su richiesta del Ministro, dei parametri di riferimento per l'allocazione dei finanziamenti statali, ivi inclusa la determinazione dei livelli essenziali di prestazione e dei costi unitari riferiti a specifiche tipologie di servizi, compito che negli ultimi anni risulta essere essenziale per la determinazione dei finanziamenti da erogare all'università italiane per assicurarne il corretto funzionamento;
   l'importanza dell'Agenzia di valutazione viene determinata con maggiore chiarezza dall'articolo 1, comma 4, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, la cosiddetta «riforma Gelmini», secondo il quale «il Ministero, nel rispetto della libertà di insegnamento e dell'autonomia delle università, indica obiettivi e indirizzi strategici per il sistema e le sue componenti e, tramite l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR) per quanto di sua competenza, ne verifica e valuta i risultati secondo criteri di qualità, trasparenza e promozione del merito»
   la stessa norma dispone che tale valutazione dovrà essere effettuata, inoltre, «anche sulla base delle migliori esperienze diffuse a livello internazionale, garantendo una distribuzione delle risorse pubbliche coerente con gli obiettivi, gli indirizzi e le attività svolte da ciascun ateneo, nel rispetto del principio della coesione nazionale, nonché con la valutazione dei risultati conseguiti»;
   per il raggiungimento di tali fini andranno utilizzati criteri specifici, quali l'introduzione «di un sistema di valutazione periodica basato su criteri e indicatori stabiliti ex ante, da parte dell'Anvur, dell'efficienza e dei risultati conseguiti nell'ambito della didattica e della ricerca dalle singole università e dalle loro articolazioni interne, il potenziamento del sistema di autovalutazione della qualità e dell'efficacia delle proprie attività da parte delle università, anche avvalendosi dei propri nuclei di valutazione e dei contributi provenienti dalle commissioni paritetiche»;
   con l'approvazione della legge 30 dicembre 2010, n. 240, nonché dei successivi decreti attuativi, il legislatore ha così inteso introdurre per il sistema universitario e della ricerca italiano un modello di valutazioni periodiche affidato alla gestione dell'agenzia;
   tuttavia, a oggi, risultano rilevanti ed evidenti le distorsioni derivate dall'applicazione materiale di tali precetti normativi, i quali hanno condotto ad uno svilimento della funzione formativa universitaria, nonché ad un progressivo allontanamento qualitativo e funzionale tra gli atenei italiani, i quali beneficiano di finanziamenti «premiali» basati su criteri non evidentemente adeguati a valorizzare il merito, ovvero su attribuzioni economiche direttamente sottratte all'ordinario finanziamento delle università italiane, in quanto parte integrante del Fondo di finanziamento ordinario (FFO);
   in data 27 luglio 2015 il quotidiano consultabile online il Sole 24 ore, riportava alcuni dati che ben evidenziavano come i maggiori effetti di tali distorsioni si siano prodotti a danno degli atenei meridionali, dal momento che «accanto a università che si sono viste ridurre l'assegno di quasi un terzo, ci sono (pochi) atenei che addirittura poggiano su fondi più robusti del passato. Ai due capi della classifica si incontrano da un lato Messina e Palermo, che nel 2015 hanno ricevuto il 30 per cento abbondante in meno rispetto ai fondi statali su cui avevano potuto contare sette anni prima, e dall'altro Bergamo e il Politecnico di Torino, che possono contare rispettivamente su un +11,4 per cento e su un +7,3 per cento»;
   la bontà di tali dati, anche se indirettamente, veniva confermata dallo stesso Anvur, il quale in data 18 marzo 2014 presentava il «Rapporto sullo stato dell'università e della ricerca in Italia», dal quale emergeva l'allarmante condizione del sistema universitario nazionale, con significative differenze territoriali e, soprattutto, con un numero degli immatricolati, «in calo del 10 per cento nelle regioni del Nord Italia, del 25 per cento nelle regioni del Sud e, infine, del 30 per cento nel Mezzogiorno»;
   in data 25 aprile 2015 il comitato di selezione dell'Agenzia emanava il relativo bando, attuando le disposizioni previste dal decreto del Presidente della Repubblica 1o febbraio 2010, n. 76, in merito alla raccolta delle candidature a membro del consiglio direttivo dell'Anvur, nel quale veniva richiesta ai candidati la produzione di un elaborato scritto in cui illustrare sinteticamente le principali linee d'intervento, indirizzi di gestione, strategie di sviluppo, criteri e metodi di valutazione dell'Agenzia in base ai quali lo stesso candidato intendeva orientare la propria funzione, nel caso in cui avesse assunto il ruolo di componente del consiglio direttivo dell'Anvur;
   l'importanza e l'incidenza dell'Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca in relazione al funzionamento del sistema universitario italiano appaiono, quindi, in tutta la loro evidenza, e sono confermate dallo stesso Ministero, dal momento che lo stesso ha inteso selezionare i candidati al Consiglio dell'Anvur attraverso un elaborato che rendesse conoscibili ex ante le principali «linee d'intervento, indirizzi di gestione, strategie di sviluppo» dei consiglieri candidati, così da poter effettuare una selezione che garantisse una parziale conoscenza delle future scelte poste in essere dall'Anvur;
   nel corso delle procedure venivano selezionati per la nomina 15 candidati: Fabio Beltram, Daniele Checchi, Raffaele Di Raimo, Mario Diani, Maria Cristina Marcuzzo, Guido Martinelli, Maria Luisa Meneghetti, Paolo Miccoli, Luigina Mortari, Paolo Rossi, Raffaella Rumiati, Guido Saracco, Giorgio Sesti, Susanna Terracini, Maurizio Vichi;
   in data 6 agosto 2015, il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Stefania Giannini, approvava l'avvio della procedura per la nomina di Daniele Checchi, Paolo Miccoli, Raffaella Rumiati e Susanna Terracini quali componenti del Consiglio direttivo dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca;
   il 16 settembre la VII Commissione del Senato esprimeva parere favorevole sulla nomina di tutti i candidati, evidenziando, tuttavia, un'insufficiente trasparenza in merito ai criteri di scelta dei candidati, non conoscendosi, infatti, le motivazioni che hanno portato alla selezione di queste personalità a fronte di 121 candidati;
   tra questi, in particolare, figurava il professor Paolo Miccoli, indicato dal Ministro Giannini come uno dei quattro nuovi membri del consiglio direttivo dell'Anvur, e risultato al centro di numerose polemiche, dal momento che alcune linee programmatiche esposte nell'elaborato propedeutico alla sua selezione, apparivano identiche a passaggi di alcuni testi facilmente reperibili sul sito diritto.it, alimentando ulteriormente i dubbi sui metodi e sui criteri di valutazione dell'agenzia;
   in data 24 settembre 2015 veniva presentata dal primo firmatario del presente atto l'interrogazione a risposta in commissione n. 5-06483, attraverso la quale si richiedeva al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca di «assicurare al consiglio direttivo dell'ANVUR», anche in considerazione del fondamentale ruolo ricoperto dall'Agenzia, «una maggior rappresentatività di tutte le università italiane, assicurando l'adozione di politiche idonee ad arginare il progressivo allontanamento degli atenei»;
   nello stesso atto si richiedeva, in particolare, adeguata trasparenza nella procedura di nomina di quattro consiglieri dell'Agenzia, selezionati a seguito di regolare bando di concorso ma i cui relativi verbali ed elaborati non venivano resi pubblici, e quindi conoscibili, né dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, né dall'Anvur;
   già all'interno della citata interrogazione veniva rilevato «come dei tre consiglieri dell'Anvur già eletti, solo uno risulti essere un possibile riferimento di Atenei del meridione, comportando, per tali motivi, un evidente squilibrio territoriale nella rappresentanza dell'Agenzia, essendo ben 6 i consiglieri certamente legati, per propria estrazione, ad università situate nel settentrione d'Italia»;
   ad avviso degli interroganti la condizione del sistema universitario italiano, all'interno del quale si determinava, e si determina ancora oggi, una evidente sofferenza funzionale degli atenei meridionali, strettamente connessa sia ai progressivi tagli di spesa relativi al fondo di finanziamento ordinario, nonché alla sottrazione delle risorse da destinare per fini premiali così come evidenziata, avrebbe dovuto condurre ad una maggiore rappresentanza all'interno del consiglio dell'agenzia;
   in data 24 novembre 2015 l'Anvur annunciava l'entrata in carica dei quattro nuovi componenti del consiglio direttivo dell'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, il professor Daniele Checchi, ordinario presso l'Università Statale di Milano, il professor Paolo Miccoli, ordinario presso l'Università di Pisa, la professoressa Raffaella Rumiati, ordinario presso la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste e la professoressa Susanna Terracini, ordinario presso l'Università di Torino;
   i consiglieri sono stati nominati con Decreto del Presidente della Repubblica del 19 ottobre 2015, su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e sentite le competenti commissioni parlamentari. A partire da tale data decorrono i quattro anni dei rispettivi mandati, ai sensi dell'articolo 22, comma 1, lettera a), dei decreto-legge del 12 settembre 2013, n. 104, convertito con modificazioni dalla legge dell'8 novembre 2013, n. 128;
   in data 2 maggio 2015 il sito internet Roars.it pubblicava alcune dichiarazioni di uno dei quattro neo consiglieri dell'Anvur citati in premessa, il professor Daniele Checchi, il quale, pur evidenziando le note difficoltà degli atenei meridionali, proponeva una visione delle possibili cause, nonché delle eventuali soluzioni, certamente preoccupanti per il futuro delle università del Sud Italia;
   in tale sede il consigliere dell'Anvur affermò come «il Sud, come ho scritto nel titolo, a mio parere, si è suicidato, non è stato ucciso, allora il problema è che per poter creare una base di discussione che sia, tra virgolette, «accettabile» al resto del paese, occorre chiarire i meccanismi di accountability», affermando, inoltre, «al Sud basta facoltà di Giurisprudenza con rispetto ai colleghi eventualmente presenti che siano laureati in Giurisprudenza in università del Sud. Perché è un input produttivo che non serve, non serve a quella regione lì. E quindi uno dice: chiudo dei corsi, li chiudo d'autorità, sposto il personale da altre parti perché invece voglio promuovere degli altri corsi»;
   nel corso della sua analisi il membro del consiglio ha quindi chiarito che «le università del Sud, a finanziamenti attuali, non ce la faranno mai a ridiventare competitive con le università del Nord. Però, questo è un problema da discutere politicamente: cioè se il paese vuole o non vuole avere un sistema universitario degno di questo nome al Sud»;
   tuttavia dalle parole apprese dal docente si rileva l'attuale condizione degli atenei meridionali sostenendo come prendendo quale «punto di riferimento, il 2008, per cui andiamo a vedere nel corso dei tre anni, qui vedete che sostanzialmente le università del Sud perdono circa due o tre punti percentuali sia su tutto il versante delle entrate sia sul versante delle iscrizioni sia sul versante dei docenti – leggermente meno sul versante dei docenti. Il che ci dice, fondamentalmente, che il fenomeno è un fenomeno di ridimensionamento, di cui è difficile dire che cosa parta per primo: calano i docenti, calano gli iscritti, calano i finanziamenti»;
   «Quando si sentono ogni tanto in CRUI i rettori delle università del Sud», concludeva il consigliere «loro invocano la loro funzione sociale nel contenimento del tasso di disoccupazione giovanile. È una terza missione anche questa, se si vuole. Però, diciamolo esplicitamente: allora diciamo che un pezzo della necessità di mantenere alcune università in alcune aree problematiche del paese è svolgere questa cosa qui»;
   dall'analisi del professor Daniele Checchi viene confermato un preoccupante quadro dell'attuale condizione meridionale, con valutazioni che, tuttavia, sollevano forti perplessità sia sotto il profilo del merito, anche in considerazione del fondamentale ruolo ricoperto dallo stesso docente, sia per l'aspetto dei possibili profili discriminatori a cui queste potrebbero condurre;
   è bene ricordare come già in data 18 febbraio 2015 il quotidiano consultabile on-line Il Corriere della Sera riportava le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale, pur sostenendo l'idea della «presenza di università di serie A e di serie B», dichiarava di non voler adoperarsi affinché a tutti gli atenei italiani venisse data la possibilità di risultare competitive;
   tali dichiarazioni, ad avviso degli interroganti, in considerazione del ruolo ricoperto dal professor Daniele Checchi, richiedono una urgente valutazione di merito da parte del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, dal momento che l'Anvur svolge un ruolo determinante sia nell'assegnazione dei finanziamenti agli atenei, sia nel sistema di accreditamento e di valutazione dei corsi universitari –:
   quale sia l'orientamento del Ministro interrogato in merito alla possibilità di sopprimere alcuni corsi universitari presso gli atenei meridionali, così come proposta dal consigliere dell'Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, professor Daniele Checchi, e, in caso di parere difforme, quali iniziative intenda assumere per garantire l'imparzialità del sistema di valutazione del sistema universitario, in considerazione del fondamentale ruolo ricoperto dal docente. (5-08817)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

metodo di valutazione

universita'

politica dell'istruzione