ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08806

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 633 del 07/06/2016
Firmatari
Primo firmatario: LENZI DONATA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/06/2016


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 06/06/2016
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 07/06/2016
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 13/07/2016
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 07/06/2016

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 13/07/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08806
presentato da
LENZI Donata
testo di
Martedì 7 giugno 2016, seduta n. 633

   LENZI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   la Conferenza Stato-regioni nella seduta del 2 luglio 2015 ha approvato il taglio al vigente finanziamento statale ordinario (FSO) del servizio sanitario nazionale (SSN) per il 2015 di 2,352 miliardi di euro attraverso una serie di misure tra cui la rinegoziazione dei contratti e il payback per i dispositivi medici, meccanismo quest'ultimo già in vigore per il settore del farmaco, dove la sua gestione è a carattere nazionale ed è curata dall'Aifa. Nel caso dei dispositivi medici dovrebbe prevedere, invece, una gestione su base regionale, ma non sono noti ad oggi i criteri di gestione né tantomeno quali siano i dispositivi effettivamente interessati, essendo oltre 760 mila i codici di prodotti registrati presso il Ministero della salute;
   dette misure sono state inserite all'interno del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78 (cosiddetto enti territoriali), con l'emendamento 9.0.1000 del Governo;
   il citato decreto-legge prevede, nella fattispecie, che, al fine di rispettare il tetto nazionale massimo di spesa sanitaria in dispositivi medici, fissato al 4,4 per cento della spesa sanitaria nazionale, gli enti del servizio sanitario nazionale sono tenuti a proporre ai fornitori di dispositivi medici una rinegoziazione dei relativi contratti, per ridurre i prezzi unitari di fornitura o volumi di acquisto. Inoltre, si prevede che le aziende fornitrici di dispositivi medici siano tenute a ripianare parte del valore eccedente il tetto in ciascuna regione, in proporzione alle vendite effettuate a livello regionale;
   le politiche pubbliche di acquisto dei dispositivi medici da almeno 7 anni mostrano una crescente tendenza ad aggiudicare al massimo ribasso, con valori medi annui che oscillano tra -12 per cento e -18 per cento rispetto alle basi d'asta (cfr Centro studi Assobiomedica, studi n. 30 marzo 2015) spesso a loro volta fissate a livelli inferiori rispetto alle condizioni medie dei mercati di riferimento nei dodici mesi precedenti, con evidenti ripercussioni sui prezzi e sui fatturati delle imprese;
   il livello medio dei prezzi dei dispositivi medici negli ultimi 7 anni ha infatti perso il 25 per cento e a questa caduta verticale dei prezzi si è accompagnata una diminuzione del fatturato delle imprese di circa il 10 per cento dal 2010 al 2013;
   in questi ultimi anni per taluni dispositivi il crollo dei prezzi è stato ancora più pesante, come ad esempio è avvenuto per le siringhe (-34 per cento) e gli stent (-30 per cento); e lo stesso dicasi per la contrazione di taluni mercati specifici che è stata dell'ordine del 40-50 per cento, come ad esempio è avvenuto per i dispositivi per monitoraggio funzionale in ambito cardiologico (-42 per cento), l'elettromedicina (-44 per cento), e soprattutto l’imaging diagnostico (-49 per cento). Tali dinamiche, sia pure con un rallentamento, sono proseguite anche nel 2014, mantenendo nella maggior parte dei casi i valori di fatturato al di sotto dei livelli 2008;
   in parallelo, è altresì diminuita la quota di mercato assorbita dalle strutture sanitarie pubbliche, passata dal 74,9 per cento nel 2010 al 73,4 per cento nel 2013 e al 72,1 per cento nel 2014;
   tutti gli indicatori succitati dimostrano come la spesa pubblica in dispositivi medici e la relativa marginalità delle imprese, soprattutto italiane, del settore siano drasticamente diminuite negli ultimi anni, arrivando oggi a toccare un livello al di sotto del quale non è più possibile parlare, a parere dell'interrogante, di efficienza e razionalizzazione della spesa;
   peraltro, non va dimenticato che senza dispositivi medici all'interno di un ospedale non è possibile erogare nessun tipo di prestazione sanitaria, neppure la più semplice;
   secondo la Federazione di Confindustria che rappresenta i produttori e i distributori di dispositivi medici, Assobiomedica, il payback rischia di provocare un aumento vertiginoso dei contenziosi tra imprese e pubblica amministrazione, e quindi di spese legali a carico di entrambi, una riduzione drastica della qualità dei servizi di assistenza sanitaria per i cittadini ed un impatto negativo per molte aziende stimabile fra i 300 e i 450 milioni, che rappresenterebbero una percentuale fra il 5,5 per cento e l'8 per cento del totale dei ricavi in Italia;
   fra le 3000 aziende del settore vi sono moltissime piccole e medie imprese italiane, i cui margini sono di gran lunga inferiori a queste percentuali e che sarebbero quindi nell'oggettiva impossibilità di concorrere per la loro parte a questa misura, con inevitabile e forzosa chiusura o drastico ridimensionamento dell'attività. Mentre sul fronte delle grandi imprese multinazionali, largamente presente in Italia con importanti attività di ricerca e produzione, si assisterebbe ad una lunga sequenza di disinvestimenti e delocalizzazioni;
   il meccanismo del payback, seppur non ancora esecutivo sta producendo effetti negativi sulle imprese, poiché sono costrette ad accantonare nei loro bilanci previsionali appositi fondi per rischi e oneri pari a circa 1 miliardo di euro nel triennio 2015-2017, fondi che evidentemente potrebbero essere destinati ad investimenti in studi clinici, formazione, ricerca e sviluppo, occupazione qualificata e altro –:
   se sia a conoscenza della situazione e quali iniziative intenda assumere per evitare che l'applicazione del payback per i dispositivi medici produca gli effetti distorsivi citati sia in termini di perdita di posti di lavoro che di produttività del comparto. (5-08806)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

attrezzature medico-chirurgiche