ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08693

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 626 del 17/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 17/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BOMBASSEI ALBERTO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA 17/05/2016


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 17/05/2016
Stato iter:
18/05/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 18/05/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
 
RISPOSTA GOVERNO 18/05/2016
Resoconto BELLANOVA TERESA ERRORE:TROVATE+CARICHE - (ERRORE:TROVATI+MINISTERI)
 
REPLICA 18/05/2016
Resoconto GALGANO ADRIANA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 18/05/2016

SVOLTO IL 18/05/2016

CONCLUSO IL 18/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-08693
presentato da
GALGANO Adriana
testo di
Martedì 17 maggio 2016, seduta n. 626

   GALGANO e BOMBASSEI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   l'Elettrocarbonium è una storica fabbrica narnese, fondata alla fine dell'800, ed è l'unica in Italia capace di produrre elettrodi in grafite di alta qualità, elemento essenziale dei forni elettrici per realizzare acciaio. La fabbrica è stata di proprietà della Siemens ed è diventata Sgl Carbon nel 1992. L'organico è composto da 110 dipendenti, vende i suoi elettrodi soprattutto nei Paesi del bacino Mediterraneo e fino al 2013 fatturava circa 75 milioni di euro. È il secondo stabilimento al mondo per basso indice di difettosità del prodotto;
   a febbraio 2014 la multinazionale Sgl Carbon chiude lo stabilimento di Narri Scalo e gli uffici amministrativi di Lainate ad esso collegati in attuazione di un programma «di contenimento dei costi». «La decisione del Gruppo non è in alcun modo legata alla qualità del personale italiano o del prodotto, entrambe eccellenti da molti anni — ha detto Mauro Montani, allora amministratore delegato di Sgl Carbon Spa — bensì su altri, cruciali fattori, quali i costi totali di produzione e l'utilizzo della capacità produttiva attuale e futura»;
   a gennaio 2015 la fabbrica viene acquisita in comodato d'uso dall'azienda Morex di Michele Monachino, specializzata nel campo della logistica, che la ribattezza Elettrocarbonium: tecnicamente il sito industriale di Narri Scalo è passato alla società controllata M2I di Bari facente capo allo stesso Monachino;
   a febbraio 2015 viene presentato ufficialmente il piano industriale della M2I, che porta anche la firma dell'economista Nicola Rossi, che prevede che la produzione di elettrodi possa ripartire da luglio 2015 con il rientro in fabbrica di 50 operai. Il piano, che indica Narri 2, la parte dello stabilimento risalente agli anni ’80, quale sede dell'attività core, ovvero la produzione degli elettrodi, prevede altresì, a metà 2016, l'assorbimento pieno dei dipendenti e un fatturato a quota 36 milioni. A tal fine Morex investe 8,5 milioni di euro che servono per automatizzare il ciclo produttivo e realizzare all'interno dello stabilimento tutte le parti dell'elettrodo. Si punta anche a ridurre il costo dell'energia con la realizzazione di un impianto fotovoltaico e una centrale a biomasse tra i 2 e i 5 megawatt. Alla fine l'investimento complessivo potrebbe aggirarsi sui 28 milioni di euro;
   successivamente, nel triennio 2016-2018, il piano della M2I prevede la riqualificazione dell'area dello stabilimento, da anni inutilizzata, denominata Narni 1, dove si ipotizza la creazione di una zona destinata ad attività artigianali-industriali ed un'altra al terziario e alla logistica. All'interno dell'area in questione, un edificio viene interamente dedicato agli incubatori di impresa e alle start up, da riportare all'interno della rete nazionale di incubatori;
   a decorrere da marzo 2015 la forza lavoro riprende gradualmente l'attività e il 13 luglio 2015 la storica sirena della Sgl Carbon di Narni torna a suonare con la ripresa dell'attività di produzione. «Entro la fine di agosto — aveva annunciato l'amministratore delegato Monachino — occuperemo due terzi dei lavoratori che hanno operato nella fabbrica fino alla chiusura del 2014. A livello di commesse, siamo riusciti a portare a casa già il 33 per cento dei volumi produttivi previsti dal Piano». In merito alla produzione, l'obiettivo è di raggiungere le 6.000 tonnellate nel 2015 e le 12.000 nel 2016, per arrivare poi a 20.000 nel 2019;
   a settembre 2015 i sindacati Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil incontrano la proprietà dell'azienda che conferma la volontà di rispettare gli impegni presi e quindi di riassumere i quaranta lavoratori altamente qualificati in attesa di essere ricollocati nella Elettrocarbonium;
   nel mese successivo, tuttavia, la trattativa si inasprisce per il mancato versamento da parte dell'aziende di tre mensilità ai lavoratori. Sono ancora Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil a rivelare che «l'accordo con l'azienda prevedeva il pagamento delle spettanze entro il 15 settembre, poi rinviato fino al 30 settembre, senza che però fino a oggi venisse versato un euro nei conti correnti della sessantina di operai progressivamente ricollocati in Elettrocarbonium. Chiaro è che all'emergenza sul pagamento degli stipendi si somma anche quella che i rappresentanti dei lavoratori definiscono una situazione di smarrimento e abbandono vissuta all'interno della fabbrica, dove la proprietà risulta assente da oltre 15 giorni». La crisi degli stipendi viene superata a fine ottobre, e la proprietà riesce a versare le due mensilità di luglio e agosto;
   intanto al Ministero dello sviluppo economico viene recapitata formalmente la richiesta di convocazione del tavolo con tutte le parti coinvolte per verificare gli impegni assunti in fase di accordo, tra cui l'azione di «moral suasion» che il Governo avrebbe dovuto mettere in campo sui consumatori italiani di elettrodi;
   il passaggio fondamentale è tuttavia rappresentato dalla conferenza dei servizi per trovare un accordo sulla bonifica tra Sgl Carbon, Elettrocarbonium e le istituzioni che avrebbe dovuto portare alla cessione definitiva della proprietà degli impianti;
   a fine ottobre i tecnici dell'Arpa e i periti delle due aziende iniziano a compiere carotaggi, campionamenti e analisi per definire gli interventi necessari e soprattutto il valore economico. La conferenza servizi si chiude con la richiesta a Sgl Carbon di ulteriori specifiche da presentare entro il 15 febbraio 2016 al fine di concludere l'istruttoria, propedeutica alla definizione dell'Accordo di programma;
   al tavolo convocato presso il Ministero dello sviluppo economico, sia Sgl sia Morex — stando a quanto riportato dai sindacati – si sono impegnati a condurre in porto la cessione degli impianti e delle aree in modo definitivo. Anche le Istituzioni locali e lo stesso Ministero si sono impegnati, nel rispetto delle norme, ad agevolare l'avvio della nuova azienda;
   tuttavia, il 4 gennaio 2016, la Sgl Carbon — che ha concesso alla Morex il sito di Narni in comodato d'uso con scadenza a maggio poi prorogato a dicembre 2015 — intima alla Elettrocarbonium la restituzione dell'immobile e degli impianti di Narni Scalo entro il 24 gennaio 2016, motivandola con il mancato raggiungimento delle condizioni sospensive nei termini previsti dai contratti tra le parti. Gli accordi sono quelli del 27 gennaio 2015, tutti condizionati alla definizione di un accordo di programma per la disciplina degli aspetti di natura ambientale e della continuità produttiva nel sito;
   il 7 gennaio scorso il vicepresidente della regione Umbria Fabio Paparelli, d'intesa con la governatrice Catiuscia Marini e il sindaco di Narni Francesco De Rebotti, in seguito alla comunicazione del 4 gennaio della Sgl Carbon, chiedono al Ministero dello sviluppo economico l'apertura di un tavolo tecnico di urgenza per Sgl Carbon-Elettrocarbonium per far emergere le reali intenzioni delle due aziende sul sito industriale di Narni. La regione e il comune confermano «la volontà di porre in essere ogni provvedimento nelle sue possibilità per salvaguardare la produzione e livelli occupazionali e assicurare il rispetto delle normative vigenti in tema di bonifica, auspicando che la discussione si rimetta su un piano di correttezza di rapporti e di messa in chiaro dei reali obiettivi delle imprese coinvolte»;
   la partita relativa alla Sgl Carbon-Elettrocarbonium corre, quindi, su due binari: da una parte la compravendita del sito di Narni che vecchia proprietà e nuovi imprenditori devono definire, dall'altra la bonifica dell'area su cui da 120 anni opera Sgl Carbon e su cui è stata avviata una conferenza servizi con le istituzioni;
   proprio sulla bonifica l'operazione si sarebbe impantanata: Sgl Carbon — stando alle cifre emerse dalla trattativa in atto — dovrebbe versare, in virtù del piano di caratterizzazione sul livello di inquinanti nel sito, una cifra compresa tra 5 e 7 milioni di euro. Tuttavia il vero problema sono gli impegni futuri nel caso in cui l'industria di Narni dovesse fermarsi, con l'area che dovrebbe essere bonificata radicalmente (si ipotizza una cifra di 100 milioni), ma anche nell'ipotesi in cui, con gli impianti in funzione e gli operai al lavoro, dovessero emergere criticità ambientali da sanare;
   la Sgl Carbon sarebbe in cerca della cosiddetta manleva, ossia una quantizzazione del danno ambientale, chiaramente superiore ai 5-7 milioni previsti per la bonifica in continuità, che verrebbe versata dalla multinazionale per essere sollevata da qualsiasi responsabilità futura. Obbligazioni di questo tipo vengono però solitamente assunte a livello ministeriale su siti di interesse nazionale (Sin), classificazione in cui Narni non rientra;
   il 19 gennaio 2016 è stato convocato il tavolo tecnico d'urgenza al Ministero dello sviluppo economico, richiesto dalla regione Umbria e dal comune di Narni, al termine del quale è stato stabilito un timing di tre giorni per trovare, coi tecnici del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, un compromesso per definire poi l'accordo di programma, dove devono essere stabiliti gli impegni per le bonifiche, propedeutici al perfezionamento della compravendita;
   il 21 gennaio il Ministero dello sviluppo economico consegna una bozza di accordo sulla ripartizione delle bonifiche al liquidatore di Sgl-Carbon Petrucci e all'amministratore delegato di Elettrocarbonium Monachino. Il 24 gennaio, alla scadenza del termine richiesto dal Ministero, la Elettrocarbonium invia una nota ufficiale nella quale precisa che «non c’è nessun accordo tra ministero, enti, Sgl ed Elettrocarbonium per evitare la chiusura dell'impianto di Narni. Nulla al momento è stato ufficialmente comunicato ad Elettrocarbonium. Non trova alcun riscontro la notizia secondo cui ci sarebbe stata trasmessa la richiesta di sospensione del termine del 24 gennaio per la restituzione a Sgl degli impianti dello stabilimento di Narni»;
   il 26 gennaio, due giorni dopo la scadenza del termine, viene convocato presso il Ministero dello sviluppo economico un nuovo tavolo tra i due privati e le istituzioni per tentare di chiudere la partita della ripartizione della bonifiche nella fabbrica di Narni. In quella sede non partecipa il liquidatore di Sgl Petrucci, che conferma la disponibilità a procedere alla quantizzazione del danno e a pagarlo per ottenere la cosiddetta manleva che, stando a quanto chiarito da Ministeri e regione, sarebbe inattuabile perché il sito industriale di Narni non rientra nel perimetro di legge entro il quale si può concedere;
   il 1o febbraio 2016 riprende il tavolo tecnico al Ministero dello sviluppo economico al quale sono però assenti sia il liquidatore di Sgl Petrucci sia l'amministratore delegato di Elettrocarbonium Monachino. Dalla riunione emerge l'accantonamento definitivo dell'ipotesi manleva e si decide di riconvocare un nuovo tavolo al quale le istituzioni hanno chiesto all'amministratore delegato Monachino di presentare un piano industriale più dettagliato, anche in considerazione degli interventi pubblici per sostenere Elettrocarbonium nell'operazione di rilancio del sito industriale di Narni;
   l'ipotesi di accordo conseguente all'ultima riunione al Ministero dello sviluppo economico — stando a quanto riportato dalla stampa locale — prevederebbe una mini bonifica di 7 milioni di euro a carico di Sgl, così come definito dal piano di caratterizzazione degli inquinanti a cui si è lavorato in conferenza dei servizi per l'accordo di programma sul futuro del sito di Narni. Elettrocarbonium sarebbe invece chiamata a stipulare una fideiussione da 4 milioni di euro per gli asset industriali;
   il 26 febbraio 2016 la Conferenza dei servizi ha approvato il progetto di bonifica in continuità produttiva da 7,2 milioni di euro per la fabbrica di Narni. Nella serata precedente gli ultimi otto operai assunti in prova per tre mesi dall'amministratore delegato dell'Elettrocarbonium Monachino hanno ricevuto la lettera di licenziamento facendo scattare la mobilitazione di rappresentanze sindacali unitarie e sindacati che hanno indetto lo sciopero ad oltranza, preoccupati anche dalla richiesta di attivare la cassa integrazione ordinaria. I rappresentanti dei lavoratori della fabbrica hanno ribadito che Elettrocarbonium non ha saldato le tre mensilità di stipendio arretrato, la tredicesima e le posizioni contributive e previdenziali degli operai che non vengono versate da novembre;
   il 4 marzo 2016 il Ministero dello sviluppo economico ha convocato un nuovo incontro per esaminare la grave situazione della Sgl carbon, oggi Elettrocarbonium, di Narni. Tale incontro è stato però disertato dal liquidatore di Sgl Carbon, Marco Petrucci, e dall'amministratore delegato di Elettrocarbonium, Michele Monachino. Le assenze sono state fortemente criticate da tecnici del Ministero dello sviluppo economico, istituzioni e organizzazioni sindacali che hanno dato un ultimatum alle proprietà: «qualora entro il prossimo 11 marzo non sarà trovata una soluzione di continuità produttiva, verrà convocato sollecitamente, presso il Mise, il confronto con Sgl (Casa Madre) e Sgl in liquidazione che sono responsabili della dismissione produttiva e proprietari degli impianti e degli immobili»;
   il 10 marzo il liquidatore di Sgl Carbon Petrucci ha inviato una nota ufficiale dichiarando cessata la trattativa con Elettrocarbonium, richiedendo definitivamente la restituzione di impianti e immobili di Narni e invitando l'amministratore delegato Monachino a lasciare in tempi rapidi il sito industriale, per il quale sono scaduti dal 31 dicembre scorso gli accordi inizialmente definiti, tanto che già il 4 gennaio gli è stata chiesta la restituzione degli asset;
   nella nota Petrucci afferma che Elettrocarbonium non solo non ha presentato una bozza della fideiussione, ma non ha neanche indicato il soggetto finanziario che avrebbe dovuto assicurare la garanzia. Non può, quindi, essere assicurata la continuità produttiva — si specifica ancora nel testo — e non si sarebbe stati neanche in grado di evadere gli eventuali ordini di Sgl che ha rilevato anche l'incapacità a reperire sul mercato commesse e quindi a sviluppare la rete commerciale;
   l'amministratore delegato Monachino ha diffuso una propria nota nella quale contesta il progetto di bonifica approvato dalla Conferenza dei servizi che «oltre a togliere, nei termini conosciuti, ogni potere negoziale ad Elettrocarbonium potrebbe concretamente far entrare il sito industriale di Narni nel lungo elenco dei siti inquinati del nostro Paese». Quanto alle pendenze finanziarie, Monachino ha detto che «saranno sanate in breve tempo. I lavoratori devono essere tranquilli perché quanto loro spettante non è in discussione né lo è mai stato»;
   lo scorso 15 marzo il Governo, a nome del sottosegretario di Stato alla Presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti, convoca ufficialmente il Ceo di Sgl Group, Jürgen Köhler, per ridiscutere, alla luce della conclusione del tentativo messo in pratica da Michele Monachino con Elettrocarbonium, la questione del sito di Narni;
   il 22 marzo i sindacati, dopo aver occupato insieme ai lavoratori qualche giorno prima i binari della ferrovia per protestare contro il mancato versamento di stipendio di febbraio 2016, quote relative ai fondi Fonchim (ovvero quelli previdenziali) e Faschim (cioè l'assistenza sanitaria) a partire dal mese di ottobre 2015, nonché i contributi da parte di Elettrocarbonium, hanno proclamato un nuovo sciopero a seguito delle sospensioni delle forniture di acqua e gas. Le segreterie nazionali, regionali e provinciali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, in una lettera aperta, hanno chiesto di avviare le procedure di licenziamento collettivo per poter riattivare la mobilità che era partita nel gennaio 2015;
   a fine marzo l'amministratore delegato Monachino ha comunicato di aver avviato le procedure per il licenziamento collettivo degli operai di Narni scalo. Il provvedimento riguarda i settanta lavoratori che erano stati riassunti poco meno di un anno fa dall'Elettrocarbonium alla ripartenza degli impianti;
   lo scorso 7 aprile è stato convocato il tavolo per i licenziamenti, negli uffici della Confindustria di Terni, cui hanno preso parte il direttore dello stabilimento di Narni, l'ingegner Negrelli, e il legale di Monachino, l'avvocato Besenti. La riunione è stata rinviata perché i sindacati sono tornati a chiedere il pagamento degli stipendi di febbraio e marzo e dei versamenti di contributi previdenziali e sanitari, atto senza il quale non sono disposti ad aprire le trattative sul licenziamento collettivo. Dal canto suo l'Elettrocarbonium, rappresentata dall'avvocato Besenti, è tornata a chiedere lo sblocco della portineria, occupata dagli operai, e l'ingresso di alcuni lavoratori per preparare i materiali da far uscire dalla fabbrica di Narni, richiesta tuttavia respinta dalle sigle sindacali;
   al termine dell'incontro i lavoratori si sono riuniti in assemblea e hanno deciso di concedere un ultimatum a Monachino, fino a giovedì 14 aprile, entro il quale l'azienda avrebbe dovuto pagare le spettanze di febbraio e sedersi a un tavolo per avviare la procedura di licenziamento collettivo. Se i termini non fossero stati rispettati, i lavoratori sarebbero rientrati in fabbrica venerdì 15 aprile, accettando, di fatto, il fallimento dell'azienda;
   nelle scorse settimane Elettrocarbonium ha annunciato che avrebbe restituito entro il 15 aprile il sito di Narni alla Sgl che, attraverso i propri liquidatori, ha ribadito la disponibilità a valutare altre proposte di imprenditori nel settore della grafite. Ad ufficializzarlo è stato il sindaco di Narni Francesco De Rebotti che ha sollecitato la regione e il Ministero dello sviluppo economico, a prendere formali e concrete azioni al fine di attrarre nuovi investitori;
   nel corso dell'ultimo incontro svoltosi al Ministero dello sviluppo economico sull'Elettrocarbonium, alla presenza di rappresentanti aziendali, sindacali e delle istituzioni, il direttore del Dicastero, Giampaolo Castano ha comunicato che non ci sono al momento manifestazioni di interesse per un eventuale vendita del sito. Attualmente gli operai stanno affrontando le partite del licenziamento collettivo e del saldo degli arretrati;
   quali urgenti iniziative il Governo intenda adottare per risolvere definitivamente la vertenza Sgl-Elettrocarbonium, salvaguardando i livelli occupazionali e la continuità produttiva di uno stabilimento che rappresenta una delle imprese storiche del territorio temano e, nel suo settore, un'azienda di eccellenza a livello mondiale, nonché riveste un ruolo decisivo per l'economia e lo sviluppo dell'intera regione umbra. (5-08693)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 18 maggio 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-08693

  A seguito della comunicazione della multinazionale tedesca SGL Carbon della cessazione dell'attività dello stabilimento di Narni, il Ministero dello sviluppo economico ha aperto, nel corso dell'anno 2014, un tavolo di confronto finalizzato a ricercare una soluzione diversa dalla mera liquidazione dello stabilimento.
  Tale vicenda ha suscitato una forte preoccupazione nel territorio per il venir meno di oltre 110 posti di lavoro che si sarebbero sommati a quelli delle numerose aziende in difficoltà.
  Dopo un difficile confronto, nell'ambito del quale sono state monitorate alcune manifestazioni di interesse, si è inteso individuare una soluzione che prevedeva la cessione degli immobili e degli impianti del sito produttivo di Narni ad un imprenditore che, pur non operando direttamente nel settore, aveva dato garanzia di immediata continuità produttiva.
  Purtroppo negli ultimi mesi è apparso evidente che, a causa della mancanza di adeguate risorse finanziarie, l'Elettrocarbonium Srl non era in grado di garantire la produzione a Narni che necessita di capitale circolante molto consistente soprattutto se paragonato ai volumi produttivi.
  Dopo vari confronti presso il Ministero dello sviluppo economico, sia con le parti sociali, sia con la società Elettrocarbonium e con il liquidatore del sito di Narni per conto di SGL Carbon, è emerso che non è possibile continuare la produzione a Narni.
  Pertanto, come noto agli interroganti, il 10 marzo scorso il liquidatore del sito di Narni, ha rotto le trattative fra SGL Carbon Spa in liquidazione e Elettrocarbonium S.r.l., comunicando alle Istituzioni centrali e locali, alle organizzazioni sindacali e ad Elettrocarbonium S.r.l. che avrebbe proceduto con ogni azione eventualmente necessaria a rientrare al più presto in possesso del sito e dei macchinari.
  Come si evince da quanto esposto, il Governo ha profuso il massimo impegno ed intende proseguire con la medesima determinazione nella ricerca di una soluzione alla vicenda dello stabilimento di Narni.
  L'Ufficio gestione vertenze del Ministero dello sviluppo economico resta infatti in costante contatto con il liquidatore del sito di Narni per conto di SGL Carbon, al fine di verificare, qualora si manifestassero, l'apertura verso eventuali nuovi progetti imprenditoriali che possano consentire la ripresa duratura delle attività nel sito di Narni, evitando in tal modo il grave problema sociale che diversamente ne deriverebbe.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

edificio per uso industriale

sindacato

professioni tecniche