ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08621

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 621 del 10/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: GALGANO ADRIANA
Gruppo: SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Data firma: 10/05/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 10/05/2016
Stato iter:
17/05/2016
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 10/05/2016

RITIRATO IL 17/05/2016

CONCLUSO IL 17/05/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08621
presentato da
GALGANO Adriana
testo di
Martedì 10 maggio 2016, seduta n. 621

   GALGANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   l'interesse da pagare per un mutuo a tasso variabile è dato da Euribor + spread (ossia la percentuale di guadagno della banca), quest'ultimo concordato con il cliente. Se l'Euribor, come ormai da un anno, è negativo, il tasso di interesse deve essere più basso dello spread; tuttavia, molte banche lo considerano zero, anche se è sottozero;
   da quando l'Euribor è diventato negativo, quindi, gli istituti di credito per i mutui variabili avrebbero dovuto sottrarlo allo spread concordato con il cliente. Invece, secondo Altroconsumo e Federconsumatori, alcune banche avrebbero fissato a zero il livello minimo (« floor») del tasso di riferimento cui sommare lo spread, diversamente da quanto previsto nei contratti. Di conseguenza, starebbero applicando ai loro clienti dei tassi d'interesse più alti del dovuto;
   per un mutuo variabile, infatti, il tan (tasso annuo nominale) si forma aggiungendo all'Euribor, che è il tasso di interesse con cui le banche si scambiano le provviste di denaro e che varia ogni giorno, uno spread, che è la percentuale di guadagno della banca. Ad esempio, se l'Euribor è pari all'1 per cento e lo spread concordato tra cliente e banca è l'1 per cento, il tasso è il 2 per cento. Se invece l'Euribor è negativo, va sottratto allo spread. Per cui se l'Euribor è –0,26 per cento, il tasso che il cliente deve pagare è 1 — 0,26, ossia 0,74 per cento. Molte banche, invece, considerano l'Euribor zero, e non negativo come è, per cui nel caso precedente fanno pagare un tasso dell'1 per cento;
   il danno ingiusto per i clienti è evidente (e per importi elevati e per periodi prolungati anche consistente), a meno che nel contratto banca-cliente non sia stato previsto espressamente che, in caso di Euribor negativo, nel calcolo del tasso l'Euribor stesso non possa scendere sotto lo zero. Ma quasi mai, soprattutto per i mutui contratti fino al 2014, c’è questa clausola, perché è la prima volta che l'Euribor è negativo (conseguenza dei tassi zero della Bce) e tale scenario non era previsto dagli istituti di credito;
   a febbraio 2016 è intervenuta anche la Banca d'Italia per ricordare agli istituti che non possono applicare un tasso minimo se la clausola non è stata pubblicizzata e inclusa nella documentazione di trasparenza e nel contratto: «Da alcune segnalazioni pervenute sono emerse ipotesi in cui gli intermediari hanno neutralizzato l'erosione dello spread derivante dal sopravvenuto valore negativo del parametro, attribuendo a quest'ultimo valore pari a zero. Ciò ha determinato l'applicazione di tassi d'interesse non allineati con le rispettive previsioni contrattuali»;
   per questa ragione la Banca d'Italia ha chiesto agli istituti d'intervenire su tre fronti: attenersi a «una rigorosa applicazione delle condizioni pattuite con la clientela», ovvero non introdurre unilateralmente clausole di tasso minimo non indicate nei contratti; nel caso in cui i tassi interbancari scendano in negativo, «verificare che gli applicativi e le procedure in uso determinino correttamente il tasso d'interesse applicabile a ciascun rapporto e l'ammontare degli interessi dovuti»; operare «sollecitamente una verifica delle condotte sinora seguite nella determinazione degli interessi dovuti» ed, eventualmente, «provvedere alle conseguenti restituzioni» se sono stati applicati tassi minimi pari a zero. In questi casi bisognerà anche inviare un'informativa alla Banca d'Italia, la quale nei prossimi mesi controllerà che le richieste contenute nella sua comunicazione siano state rispettate;
   intanto, anche le associazioni dei consumatori sono pronte a chiedere conto agli istituti di credito del perché molti di essi non hanno ridotto — e non sta o riducendo — di quanto dovrebbero le rate dei mutui a tasso variabile, visto che l'Euribor (il tasso di riferimento su cui viene calcolata la rata) è negativo dai primi mesi del 2015, ed hanno intenzione di organizzare un'azione collettiva per ottenere il rimborso dell'importo delle rate pagato in più;
   Altroconsumo ha lanciato una vera e propria campagna: «Con il tasso Euribor negativo, tanti mutui a tasso variabile avrebbero dovuto trarre beneficio e, di conseguenza, i clienti avrebbero dovuto pagare rate più leggere. Invece molte banche hanno fatto finta di niente e applicato sempre e comunque il valore zero. Controlla il tuo mutuo e reclama per riavere quanto ti spetta» –:
   se il Governo sia a conoscenza della vicenda e quali iniziative di competenza, anche normative, intenda adottare per fare in modo che gli istituti di credito che non hanno rispettato le prescrizioni si adeguino e rimborsino i clienti che hanno versato rate più alte di quanto dovuto per i loro mutui a tasso variabile. (5-08621)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Euribor

banca

contratto