ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08608

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 620 del 09/05/2016
Firmatari
Primo firmatario: MONGIELLO COLOMBA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BORDO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
BOCCIA FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
GINEFRA DARIO PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
VENTRICELLI LILIANA PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
GRASSI GERO PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
LOSACCO ALBERTO PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
CAPONE SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
MARIANO ELISA PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
PELILLO MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
VICO LUDOVICO PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
DI GIOIA LELLO MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) 09/05/2016
IORI VANNA PARTITO DEMOCRATICO 09/05/2016
BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 01/03/2017


Commissione assegnataria
Commissione: XII COMMISSIONE (AFFARI SOCIALI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 09/05/2016
Stato iter:
01/03/2017
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/03/2017
Resoconto FARAONE DAVIDE SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
 
REPLICA 01/03/2017
Resoconto BENI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/05/2016

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 01/03/2017

DISCUSSIONE IL 01/03/2017

SVOLTO IL 01/03/2017

CONCLUSO IL 01/03/2017

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08608
presentato da
MONGIELLO Colomba
testo presentato
Lunedì 9 maggio 2016
modificato
Mercoledì 1 marzo 2017, seduta n. 751

   MONGIELLO, MICHELE BORDO, BOCCIA, GINEFRA, VENTRICELLI, GRASSI, LOSACCO, CAPONE, MARIANO, PELILLO, VICO, DI GIOIA, IORI, BENI. — Al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   sul sito istituzionale dell'Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare), il 3 maggio 2016 è stato pubblicato un rapporto scientifico sui «Contaminanti da processo in oli vegetali e alimenti» ed in tale ambito si è evidenziato che i contaminanti da processo a base di glicerolo presenti nell'olio di palma, ma anche in altri oli vegetali, nelle margarine e in alcuni prodotti alimentari trasformati, danno adito a potenziali problemi di salute per il consumatore medio di tali alimenti di tutte le fasce d'età giovanile e per i forti consumatori di tutte le fasce d'età;
   l'Efsa ha valutato i rischi per la salute pubblica derivanti dalle sostanze: glicidil esteri degli acidi grassi (GE), 3-monocloropropandiolo (3-MCPD), e 2-monocloropropandiolo (2-MCPD) e loro esteri degli acidi grassi. Tali sostanze si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200o C);
   i più elevati livelli di GE, come pure di 3-MCPD e 2-MCPD (compresi gli esteri) sono stati rinvenuti in oli di palma e grassi di palma, seguiti da altri oli e grassi. Per i consumatori di tre anni di età e oltre, margarine e «dolci e torte» sono risultati essere le principali fonti di esposizione a tutte le sostanze;
   il gruppo di esperti scientifici dell'Efsa ha esaminato le informazioni sulla tossicità del glicidolo (composto precursore dei GE) per valutare il rischio dai GE, ipotizzando una conversione completa degli esteri in glicidolo dopo l'ingestione. La dottoressa Helle Knutsen, presidente del gruppo Contam, la dichiarato che «Ci sono evidenze sufficienti che il glicidolo sia genotossico e cancerogeno, pertanto il gruppo Contam non ha stabilito un livello di sicurezza per i GE», e che «L'esposizione ai GE dei bambini che consumino esclusivamente alimenti per lattanti costituisce motivo di particolare preoccupazione, in quanto è fino a dieci volte quella che sarebbero considerata di lieve preoccupazione per la salute pubblica»;
   il gruppo ha concluso che i GE sono un potenziale problema di salute per tutte le fasce d'età più basse e mediamente esposte, nonché per i consumatori di tutte le età che risultino fortemente esposti;
   la stima della media e le esposizioni elevate al 3-MCPD di entrambe le forme per le fasce di età più bassa, adolescenti compresi (fino a 18 anni di età), superano la DGT e costituiscono un potenziale rischio per la salute;
   l'olio di palma contribuisce in maniera rilevante all'esposizione a 3-MCPD e 2-MCPD nella maggior parte dei soggetti. I livelli di 3-MCPD e dei suoi esteri degli acidi grassi negli oli vegetali sono rimasti in gran parte invariati nel corso degli ultimi cinque anni;
   anche nel nostro Paese è stato condotto uno studio sanitario sugli effetti dell'olio di palma sulla salute. In particolare, l'Istituto superiore di sanità, in data del 19 febbraio 2016, ha fornito risposte al Ministero della salute in seguito alla sua richiesta di parere tecnico scientifico «sull'eventuale tossicità dell'olio di palma come ingrediente alimentare»;
   il documento in oggetto, nel descrivere il contesto di riferimento dell'olio di palma ed i dati di mercato che lo riguardano, ha tratto conclusioni assai importanti in ordine ai potenziali rischi per la salute che tale sostanza può arrecare se utilizzato come ingrediente;
   giova ricordare, come per altro meglio chiarisce l'Istituto, che l'olio di palma è una materia grassa che deriva dalla polpa del frutto della palma da olio (Elaeis guineensis) ed è un grasso di consistenza solida a temperatura ambiente. In forma grezza è anche conosciuto come olio di palma rosso per la sua colorazione derivante dall'elevata presenza di carotenoidi. In Europa, l'olio di palma è utilizzato dopo raffinazione, quindi nella forma incolore, quasi del tutto priva di carotenoidi. Anche dai semi della palma si ricava un olio, chiamato olio di palmisto, utilizzato in ambito alimentare quasi esclusivamente per glasse e decorazioni dei prodotti dolciari;
   la palma da olio è coltivata esclusivamente nelle zone tropicali umide. In particolare, l'olio di palma viene prodotto in Indonesia e Malesia che da sole totalizzano l'87 per cento della produzione mondiale. Il suo consumo in Europa si attesta intorno al 12 per cento del totale mondiale, in USA al 3 per cento;
   a livello globale, l'olio di palma viene utilizzato per l'80 per cento nel settore alimentare (olio per frittura, margarine, prodotti di pasticceria e da forno, e gran parte dei prodotti alimentari trasformati), per il 19 per cento nel settore dei cosmetici, saponi, lubrificanti e grassi, prodotti farmaceutici, pitture e lacche, e per 1'1 per cento per la produzione di biodiesel;
   molto evidenti sono i dati dei consumi di questo grasso che ne fa l'Italia: Secondo i dati riportati nei Food Balance Sheet della Food Agricolture Agency (FAO), nel 2011 (ultimo anno per cui sono disponibili dati) in Italia sono state importate 77.000 tonnellate di olio di palma per uso alimentare; questo corrisponde all'8,4 per cento del totale importato, mentre oltre il 90 per cento è destinato ad usi diversi;
   lo storico dei volumi di olio di palma per uso alimentare indica che dal 2008, la quantità di questo ingrediente importata in Italia è andata progressivamente aumentando, da 40.000 tonnellate/anno nel periodo 2005-2008 a 75.000 nel 2009 e 76.000 nel 2010. Relativamente agli anni precedenti, spicca il dato del 2004 quando si è registrata un'impennata nell'importazione di olio di palma in Italia, con un volume di 80.000 tonnellate, rispetto alle 40.000 tonnellate annue del periodo 1993-2003. Le 77.000 tonnellate di olio di palma importate in Italia per uso alimentare (Food Balance Sheet FAO, 2011), ipoteticamente distribuite uniformemente sull'intera popolazione italiana, corrispondono ad un consumo pro capite di 3,15 g/die;
   tale trend di crescita dei consumi in Italia sottende, nell'ultimo decennio, lo spostamento dell'industria alimentare dall'uso di margarine e burro, a quello di olio di palma;
   i risultati dell'indagine nazionale sui consumi alimentari (INRAN-SCAI 2005-2006) hanno mostrato i seguenti apporti giornalieri di acidi grassi saturi: 25,4 g per la fascia di età 3-10 anni e 29,7 e 24,4 g, rispettivamente per maschi e femmine, nella fascia di età 18-64 anni. Il contributo degli alimenti potenzialmente contenenti olio di palma risulta essere il 17,2 per cento e il 9,4 cento (9,7) del totale di acidi grassi assunti, rispettivamente per le fasce di età 3-10 anni e 18-64 anni, pari a 4,4 g/die per la fascia 3-10 anni e circa 2,5 (2,6) g/die per gli adulti;
   le conclusioni della relazione dell'Istituto superiore di sanità evidenziano come l'olio di palma rappresenta una rilevante fonte di acidi grassi saturi, cui le evidenze scientifiche attribuiscono (quando in eccesso nella dieta), effetti negativi sulla salute, in particolare rispetto al rischio di patologie cardiovascolari. Complessivamente emerge che il consumo totale di acidi grassi saturi nella popolazione adulta italiana è di poco superiore (11,2 per cento) all'obiettivo suggerito per la prevenzione (inferiore al 10 per cento delle calorie totali giornaliere);
   al contrario, il consumo complessivo di grassi saturi nei bambini tra i 3 e i 10 anni risulta superiore, se riferito all'obiettivo fisso del 10 per cento;
   le fasce di popolazione quali bambini, anziani, dislipidemici, obesi, pazienti con pregressi eventi cardiovascolari, ipertesi possono presentare una maggiore vulnerabilità rispetto alla popolazione generale. Per tale ragione, nel contesto di un regime dietetico vario e bilanciato, comprendente alimenti naturalmente contenenti acidi grassi saturi, occorre ribadire la necessità di contenere il consumo di alimenti apportatori di elevate quantità di grassi saturi i quali, nelle stime di assunzione formulate nel parere dell'Istituto superiore di sanità, appaiono moderatamente in eccesso nella dieta delle fasce più giovani della popolazione italiana –:
   quali siano gli orientamenti del Ministro interrogato in merito ai rischi per la salute dei consumatori, derivanti dall'utilizzo dell'olio di palma come ingrediente negli alimenti, nonché dalle sostanze che si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati ad alte temperature (circa 200o C), alla luce dei risultati pervenuti dalle ricerche sopra richiamate e come in tale ambito intenderà gestire i potenziali rischi per i consumatori legati all'esposizione alle relative sostanze tossiche negli alimenti;
   se, alla luce di quanto descritto, il Ministro interrogato non intenda ad ogni modo attivarsi affinché siano rivisti tutti i parametri per l'uso dell'olio di palma in campo alimentare e, contestualmente, entro i limiti consentiti dalla normativa comunitaria e nazionale allo scopo applicabile, se non intenda fornire utili indirizzi verso i consumatori perché scelgano alimenti più sani, in particolare prodotti a base di olio extravergine di oliva italiano di qualità, che è spremuto a freddo, è sicuro e, molto più sano. (5-08608)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 1 marzo 2017
nell'allegato al bollettino in Commissione XII (Affari sociali)
5-08608

  Con riferimento all'interrogazione in esame, mi preme, preliminarmente precisare che l'EFSA ha reso un parere «sui rischi per la salute umana associati alla presenza di 2- e 3-MCPD, dei 2- e 3-MCPD esteri e dei glicidil esteri (GE) negli alimenti». Tali sostanze sono identificate come contaminanti di processo in quanto si formano durante le lavorazioni alimentari, in particolare quando gli oli vegetali vengono raffinati (ad esempio, deodorati) ad alte temperature (circa 200o C).
  L'EFSA ha evidenziato che i livelli più elevati di GE e di 2- e 3-MCPD (inclusi gli esteri) sono stati riscontrati nella categoria dei grassi/oli vegetali, soprattutto in quelli di palma, ma ha precisato che anche altri oli vegetali e margarine ne contengono. La contaminazione interessa anche altri gruppi alimentari contenenti grassi/oli vegetali raffinati come ingredienti, quali patatine, dolci da forno, biscotti, alimenti per l'infanzia.
  Dunque l'olio di palma, anche se rappresenta una delle principali fonti di esposizione a queste sostanze indesiderate, non è certamente l'unico motivo di preoccupazione per la salute dei consumatori.
  Alla luce di tali risultanze, il Ministero della salute, al fine di valutare l'eventuale necessità di procedere all'adozione di misure finalizzate alla tutela della salute dei consumatori di tutte le età, si è prontamente attivato nell'ottica di una più ampia gestione del rischio, ritenendo che il ricorso a strumenti comunitari – anche attraverso la sensibilizzazione del settore produttivo – costituisca un approccio realmente tutelante ed omogeneo in tutto il territorio dell'Unione europea.
  A fronte della valutazione del rischio effettuata dall'EFSA, la questione relativa alla presenza negli alimenti del 2- e 3-MCPD (forme libere e loro esteri) e dei GE è stata immediatamente affrontata in Commissione europea, nell'ambito del Gruppo di esperti sui contaminanti ambientali e industriali, dando seguito anche alla richiesta del Ministro della salute di un pronto intervento a livello europeo per tutelare la salute dei cittadini comunitari e, al contempo, di considerare l'adozione di eventuali misure sulla produzione alimentare.
  Nelle prime discussioni, la Commissione europea ha evidenziato la disponibilità dell'intero settore industriale oleario a collaborare per prevenire/ridurre la presenza di queste sostanze in tutti i grassi/oli raffinati, nonché l'impegno concreto assunto dall'industria olearia della UE di assicurare, a decorrere da settembre 2017, un livello massimo di 1,0 ppm di GE in tutti i grassi/oli vegetali raffinati per uso alimentare e, nel contempo, di continuare ad implementare tutte le misure di prevenzione e riduzione per gli MCPD esteri.
  Anche l'EFSA ha rivelato che i livelli di GE nel settore dei grassi/oli di palma si sono dimezzati tra il 2010 e il 2015, grazie alle misure volontarie adottate dai produttori. Ciò ha contribuito a un calo importante nella esposizione dei consumatori a queste sostanze.
  Attualmente, in sede di Commissione europea, sono all'esame diverse misure di gestione dei possibili rischi associati all'esposizione dei consumatori agli esteri dell'MCPD e del glicidolo, quali l'intensificazione del monitoraggio della presenza dei questi contaminanti negli alimenti, l'elaborazione e l'implementazione di linee guida di prevenzione/riduzione (Toolbox), la fissazione di tenori massimi per il 3-MCPD e i GE negli alimenti che rappresentano le principali fonti di esposizione per i consumatori.
  In conclusione, considerato che tali contaminanti sono agenti cancerogeni e che per alcuni ci sono anche sufficienti evidenze di genotossicità, il Ministero della salute mantiene un elevato livello di attenzione e di attività sulla presenza di questi contaminanti negli alimenti, sia in ambito nazionale che in ambito comunitario, attraverso la collaborazione con gli Istituti scientifici nazionali e la partecipazione ai gruppi di lavoro degli esperti UE sui contaminati negli alimenti.
  Ciò posto, si ritiene che, allo stato attuale, le azioni assunte a livello di Unione europea non renda necessaria l'assunzione di ulteriori azioni in ambito nazionale.
  Per quel che concerne gli aspetti nutrizionali, ritengo doveroso, comunque, far presente che il Ministero della salute si impegna attivamente in iniziative ad hoc per affrontare i problemi connessi con gli stili di vita non corretti, collaborando con altri dicasteri, coinvolgendo imprese e consumatori e muovendosi nella direzione dell'intersettorialità.
  In questo senso, particolare importanza assumono a livello OMS e UE la Declaration on Nutrition and NoncommunicableDiseases in the Context of Health 2020 (OMS), e « The EU Action Plan on ChildhoodObesity 2014-2020» che hanno l'obiettivo principale di favorire un'azione decisiva per affrontare questioni comuni come l'obesità infantile, l'assunzione di grassi, zuccheri e sale, le politiche economiche e le disuguaglianze sociali.
  Il Ministero della salute ha, inoltre, adottato le seguenti, ulteriori misure a tutela del benessere complessivo della comunità:
   «Linee di indirizzo per la comunicazione commerciale relativa ai prodotti alimentari e alle bevande, a tutela dei bambini e della loro corretta alimentazione»: si tratta di misure decisive per ridurre la pressione del marketing alimentare rivolto ai bambini per quanto riguarda i cibi ad alto contenuto energetico, grassi saturi, acidi grassi trans, zuccheri o sale. La tutela del consumatore ha rappresentato la principale motivazione per definire un documento che mira ad esplicitare buone pratiche e trasmettere all'esterno il sistema di valori e il modo di essere e di agire delle imprese più sensibili.
   «Obiettivi condivisi per il miglioramento delle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari con particolare attenzione alla popolazione infantile (3-12 anni)». In questo contesto significativo, mi piace rimarcare il forte impegno registratosi anche da parte dell'industria, che ha condiviso obiettivi di riduzione dei grassi saturi, zuccheri, sale, al fine di migliorare lo stato nutrizionale della popolazione infantile, contrastare l'aumento di sovrappeso e obesità e, più in generale, delle patologie croniche degenerative.

  Concludendo sul punto, si può affermare che la promozione di norme di autodisciplina del settore produttivo, in termini di pubblicità di alimenti ad alto contenuto energetico destinati a bambini e ragazzi, unita ad una idonea collaborazione dell'industria alimentare con i referenti istituzionali, può contribuire a realizzare una efficace strategia globale di lotta all'obesità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

olio vegetale

protezione del consumatore

rischio sanitario