ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/08605

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 620 del 09/05/2016
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/12201
Firmatari
Primo firmatario: VILLAROSA ALESSIO MATTIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 06/05/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2016
PESCO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2016
ALBERTI FERDINANDO MOVIMENTO 5 STELLE 06/05/2016
PISANO GIROLAMO MOVIMENTO 5 STELLE 14/10/2016


Commissione assegnataria
Commissione: V COMMISSIONE (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 06/05/2016
Stato iter:
26/10/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/10/2016
Resoconto MORANDO ENRICO VICE MINISTRO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 26/10/2016
Resoconto VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 09/05/2016

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 14/10/2016

DISCUSSIONE IL 26/10/2016

SVOLTO IL 26/10/2016

CONCLUSO IL 26/10/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-08605
presentato da
VILLAROSA Alessio Mattia
testo presentato
Lunedì 9 maggio 2016
modificato
Venerdì 14 ottobre 2016, seduta n. 692

   VILLAROSA, CASO, PESCO, ALBERTI, PISANO. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   ai sensi dell'articolo 106, paragrafo 2, del Trattato che istituisce l'Unione europea gli Stati membri hanno la possibilità di coniare le monete metalliche in euro previa approvazione del relativo volume dalla Banca centrale europea;
   gli Stati membri sottopongono alla Banca centrale europea le proprie stime del volume di conio accompagnando la richiesta da note esplicative sulla metodologia utilizzata per formulare tali stime;
   lo Stato italiano dal 2000 al 2015 ha richiesto un volume di conio complessivo pari a 7,586 miliardi di euro;
   analizzando il volume di conio richiesto – ed autorizzato – dagli altri Stati membri si desumono i seguenti dati: Germania: 17,329 miliardi di euro; Belgio: 2,718 miliardi di euro; Spagna: 7,041 miliardi di euro; Irlanda: 1,557 miliardi di euro; Lussemburgo: 802 milioni di euro; Paesi Bassi: 2,444 miliardi di euro; Austria: 4,216 miliardi; Portogallo: 1,777 miliardi di euro; Finlandia: 1,470 miliardi di euro; Grecia: 1,683 miliardi di euro;
   la quantità di volume di conio dei suddetti Stati membri, parametrata al prodotto interno lordo ed al debito pubblico, non è coerente con la quantità di volume di conio richiesta dallo Stato italiano. Fatta eccezione della Germania i citati Stati membri dispongono di un prodotto interno lordo inferiore al dello Stato italiano ed in particolar modo:
    a) per l'Irlanda nel 2014 il debito pubblico era pari al 125,4 del prodotto interno lordo ed il relativo prodotto interno lordo nazionale è pari a circa il 10 per cento del prodotto interno lordo italiano;
    b) per la Spagna nel 2014 il debito pubblico era pari al 117,8 del prodotto interno lordo ed il relativo prodotto interno lordo nazionale è pari a circa il 60 per cento del prodotto interno lordo italiano;
   sulla base dei suddetti dati – a parere degli interroganti – lo Stato italiano ha richiesto un volume di conio inferiore, in relazione al prodotto interno lordo, rispetto agli altri Stati membri. Un adeguamento della richiesta del volume di conio – che potrebbe quindi essere pari a diversi miliardi di euro – potrebbe aumentare la base monetaria con effetti positivi per l'economia italiana e per la ripresa economica –:
   quali siano le metodologie utilizzate dallo Stato italiano per richiedere il volume di conio da sottoporre all'approvazione della Banca centrale europea, quali siano le ragioni per le quali lo Stato italiano ha richiesto dal 2000 al 2015 un volume di conio pari a solo 7,586 miliardi di euro, per quali ragioni gli Stati membri richiedano un volume di conio, in relazione al prodotto interno lordo, maggiore rispetto al volume di conio dello Stato italiano e, sulla base delle indicazioni di cui in premessa, se reputi opportuno richiedere alla Banca centrale europea un aumento del volume di conio così come più volte richiesto dagli altri Stati membri.
(5-08605)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 26 ottobre 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione V (Bilancio)
5-08605

  Con l'interrogazione in Commissione n. 5-08605 dell'Onorevole Villarosa ed altri, concerne l'emissione di monete metalliche in euro da parte degli Stati membri dell'area dell'euro.
  In particolare l'interrogante osserva che, dal 2000 al 2015, il volume del conio richiesto dall'Italia e autorizzato dalla Banca centrale europea, (BCE) «non è coerente» con quello di alcuni Stati membri, che dispongono, per la maggior parte, di un prodotto interno lordo inferiore a quello italiano. In tale contesto, l'On. Villarosa sottolinea che un «adeguamento nella richiesta del volume conio ... potrebbe aumentare la base monetaria con effetti positivi per l'economia nazionale e per la ripresa economica».
  L'Onorevole Villarosa chiede, pertanto, al Ministro dell'economia e delle finanze quali siano le metodologie utilizzate dallo Stato italiano per determinare il volume del conio da sottoporre all'approvazione della Banca Centrale Europea; per quali ragioni le richieste italiane siano risultate, in rapporto al PIL, inferiori a quelle degli altri Stati membri e se non sia opportuno assumere iniziative per richiedere alla Banca Centrale Europea un innalzamento dei volume del conio.
  Il quadro normativo comunitario (articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea) prevede che gli Stati membri possano emettere monete in euro subordinatamente all'approvazione della Banca Centrale Europea. In particolare, l'aggregato autorizzato dalla Banca Centrale Europea comprende: (i) le monete destinate alla circolazione che i singoli Stati membri emettono, tramite le banche centrali nazionali, a favore degli operatori economici, al netto dell'importo di monete riversati agli Stati stessi («emissioni nette»); (ii) le monete da collezione, non destinate a essere immesse in circolazione.
  I volumi di monete in euro da coniare vengono determinati dai singoli Stati membri sulla base di previsioni dell'andamento della domanda di monete degli operatori economici a livello nazionale. Più in dettaglio, i singoli Stati membri sottopongono annualmente alla Banca Centrale Europea i volumi di monete (destinati alla circolazione e da collezione) che prevedono di emettere nell'anno seguente. Alla luce di tali richieste, la Banca Centrale Europea autorizza l'ammontare massimo per ciascuno Stato membro. In caso di superamento di tale «tetto», il singolo Stato deve sottoporre formalmente alla Banca Centrale Europea una richiesta di innalzamento del limite iniziale. Al fine di poter far fronte a picchi imprevisti della domanda, gli Stati membri possono incorporare nelle previsioni un «margine di sicurezza», I criteri e le metodologie di stima sono definiti autonomamente dai singoli Stati membri.
  Per i singoli Stati membri, il massimale annuo autorizzato dalla Banca Centrale Europea può eccedere l'ammontare delle monete effettivamente messe in circolazione nell'anno in relazione a: (i) entità del «margine di sicurezza» incorporato nelle stime dai diversi Stati membri; (ii) entità delle monete da collezione incluse nel massimale. Poiché entrambi gli aspetti in discorso vengono decisi autonomamente dai singoli Stati, il divario tra massimale autorizzato e monete effettivamente messe in circolazione può variare significativamente da Paese a Paese.
  Il volume delle monete effettivamente emesse, destinate alla circolazione, dipende dalla domanda degli operatori economici, che a sua volta è influenzata dall'andamento dell'economia (in particolare dei consumi) e della diffusione degli strumenti alternativi al contante, oltre che dalla velocità di circolazione delle monete.
  Con Decisione della Banca Centrale Europea n. 2332 del 4 dicembre 2015, sono stati mossi passi nella direzione di una maggiore armonizzazione nelle procedure di richiesta alla BCE, da parte degli Stati Membri, del massimale alle emissioni di monete. In particolare, è previsto tra l'altro che tali richieste debbano essere accompagnate dall'illustrazione della metodologia usata per stimare la domanda di monete.
  In tale contesto, la Banca d'Italia ha chiarito che fornisce annualmente al MEF previsioni sull'andamento delle emissioni nette di monete elaborate sulla base di metodologie statistiche. Il Ministero dell'economia, tenendo conto delle richiamate previsioni e integrandole con quelle relative alle emissioni di monete da collezione, a sua volta, in un'ottica di efficienza, economicità e razionalizzazione della circolazione delle monete metalliche in euro nel Paese, elabora il fabbisogno annuale in termini di numero di pezzi per ogni singolo taglio di nuove monete, che sarà prodotto dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato nel corso dell'anno successivo, tenendo conto di fattori esterni come il saldo dei flussi migratori di monete tra i Paesi dell'Area euro e di fattori endogeni come le scorte di monete metalliche nel frattempo accumulate soprattutto nel taglio da 1 euro e 50 centesimi e le richieste delle banche e dei gestori del contante.
  Sulla base del fabbisogno di nuova moneta e della stima delle immissioni in circolazione per ogni singolo taglio di moneta, in termini di numero di pezzi, viene determinato il volume del conio complessivo, in termini di valore, da sottoporre all'approvazione della Banca Centrale Europea in ottemperanza alla normativa UE sopra citata.
  La Banca d'Italia, ha inoltre fatto presente che per l'Italia, il divario tra il massimale alle emissioni totali autorizzato della Banca Centrale Europea e le emissioni effettive di monete destinate alla circolazione è inferiore rispetto agli altri principali Paesi dell'area dell'euro è effettivamente inferiore rispetto agli altri principali Paesi dell'area dell'euro, ma tale scostamento deriverebbe dalle metodologie utilizzate, dall'importo delle monete da collezione e dalla stima del margine di sicurezza.
  L'Istituto ha inoltre fatto presente che il rapporto tra massimali autorizzati ed emissioni effettive, a fine 2015, risultava pari in media ad oltre il 240 per cento per i 5 maggiori Paesi dell'area euro, mentre era di circa il 170 per cento per l'Italia; tali scostamenti riflettono le metodologie utilizzate, l'importo delle monete da collezione e la stima del margine di sicurezza. Il rapporto tra le monete in circolazione a fine 2015, (pari alla gamma delle emissioni di monete destinate alla circolazione dal 2002 al 2015) e il PIL risulta superiore rispetto alla media dei principali Paesi dell'Eurosistema; nel 2015, tale rapporto è stato pari allo 0,27 per cento in Italia, a fronte dello 0,23 per cento nella media dei cinque maggiori Paesi dell'area Euro.
  Il volume delle monete effettivamente emesse, destinate alla circolazione, dipende inoltre dalla domanda degli operatori economici, che a sua volta è influenzata dall'andamento dell'economia (in particolare dei consumi) e dalla diffusione degli strumenti alternativi al contante, oltre che dalla velocità di circolazione delle monete.
  Da quanto dinanzi esposto, non sembra emergere, al momento, l'esigenza di aumentare il volume di conio, che risulta sostanzialmente coerente con le dimensioni del nostro Prodotto Interno Lordo e con la situazione economica del Paese.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto interno lordo

paese membro

Banca centrale europea