ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08455

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 610 del 20/04/2016
Abbinamenti
Atto 5/08454 abbinato in data 21/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: PAGLIA GIOVANNI
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 20/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FASSINA STEFANO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/04/2016


Commissione assegnataria
Commissione: VI COMMISSIONE (FINANZE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 20/04/2016
Stato iter:
21/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 21/04/2016
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 21/04/2016
Resoconto ZANETTI ENRICO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
REPLICA 21/04/2016
Resoconto PAGLIA GIOVANNI SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/04/2016

DISCUSSIONE IL 21/04/2016

SVOLTO IL 21/04/2016

CONCLUSO IL 21/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-08455
presentato da
PAGLIA Giovanni
testo di
Mercoledì 20 aprile 2016, seduta n. 610

   PAGLIA e FASSINA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze . — Per sapere – premesso che:
   nelle scorse settimane ha tenuto banco su tutti i media internazionali lo scandalo finanziario denominato « Panama Papers», che sta investendo centinaia di nomi più o meno noti e più o meno importanti dell'imprenditoria, della finanza, della politica e dello sport di tutto il mondo e che stante la dimensione dei file svelati viene considerata la più grande fuga di notizie di tutti i tempi;
   secondo la ricostruzione di Wikileaks e dell'agenzia giornalistica internazionale Icji, che hanno diffuso in rete la miriade di documenti e file segreti comprovanti la loro inchiesta, tutti i soggetti coinvolti nel suddetto scandalo si sarebbero rivolti negli ultimi quarant'anni ad un influente studio legale, il Mossack Fonseca, con sede a Panama, per aprire all'estero società «di comodo», allo scopo di evadere le tasse e riciclare denaro facendolo confluire nei paradisi fiscali;
   sarebbero circa 800 i concittadini sedotti dal meccanismo ideato dallo studio Mossak Fonseca per evadere il Fisco attraverso la movimentazione dei loro capitali verso paradisi fiscali;
   lo scandalo dimostra che, nonostante siano stati firmati accordi di disclosure con alcuni dei principali paradisi fiscali europei (primo fra tutti quello con la confederazione elvetica sullo scambio di informazioni), le vie dell'evasione fiscale non si sono chiuse e che i flussi di capitale sottratti al fisco italiano, grazie anche al ruolo centrale di smistamento svolto dalla stessa Svizzera, hanno virato verso i Paesi esotici;
   in principio fu la lista Falciani a far vacillare la sicurezza dell'evasione fiscale internazionale, con la consegna da parte di un dipendente del colosso HSBC, Hervé Falciani, ai magistrati d'oltralpe di un corposo dossier contenente i nomi dei clienti della banca che avevano illegalmente esportato i loro fondi in Svizzera, con finalità di evasione fiscale; incrociando i dati che emersero a quei tempi con quelli dello scandalo Panama Papers emergono, infatti, molti legami tra la banca Hsbc e lo studio legale Mossack Fonseca;
   nella giurisprudenza della Corte di cassazione-sezione tributaria si rinvengono decisioni che evidenziano come la violazione delle regole dell'accertamento tributario non comporti necessariamente l'inutilizzabilità degli elementi acquisiti «in mancanza di una specifica previsione in tal senso» (Cassazione sezione tributaria n. 14058 del 2006 che richiama Cassazione n. 8344 del 2001): è evidente, dunque, che indipendentemente dalla valutazione dell'utilizzabilità delle prove in sede penale, la documentazione acquisita in qualsiasi modo da cui emerga, ad esempio, che molti cittadini dei diversi Paesi dell'Unione europea (e quindi anche dell'Italia) dispongono presso la banca di cospicui fondi, non denunciati al fisco, come nel caso relativo alla cosiddetta lista Falciani, possa legittimante essere utilizzata dall'Agenzia delle entrate per disporre accertamenti fiscali, la cui contestazione in sede di giudizio tributario è possibile in forza dei normali criteri di illegittimità degli atti e degli accertamenti dell'Agenzia, senza tuttavia poter dedurre l'illegittima acquisizione degli atti da cui è originata l'indagine fiscale, anche se fossero ritenuti inutilizzabili dall'autorità penale; pur trattandosi, pertanto, di documenti di origine illecita, il loro contenuto può essere utilizzato nel processo tributario anche alla luce della giurisprudenza della Suprema Corte che consente che dati bancari «irritualmente» acquisiti nell'indagine penale a carico del contribuente o di terzi siano sempre utilizzabili ai fini dell'accertamento fiscale;
   nel corso di un'intervista rilasciata il 13 aprile 2016 al Sole 24 Ore, il Ministro interrogato ha testualmente annunciato: «Stiamo facendo un tagliando ai meccanismi di rientro dei capitali, se una macchina funziona e ci sono ancora chilometri da fare si può usare ancora», alludendo alla eventualità di avviare una nuova procedura di « voluntary disclosure», nonostante solo una settimana prima il Viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Zanetti avesse promesso, testualmente, «giusta e profonda tribolazione» e «sanzioni salatissime» per i circa ottocento italiani coinvolti nel caso Panama papers che «non hanno sfruttato la finestra per l'emersione dei capitali all'estero, appena chiusa», e il consigliere economico del Ministro dell'economia e delle finanze Vieri Ceriani avesse dichiarato che la voluntary disclosure chiusasi a fine 2015 sia stata l'ultima «occasione per fare pace con il Fisco italiano» –:
   se il Governo intenda, realmente adottare nuove iniziative normative relative al rientro dei capitali dall'estero, ed in caso contrario come intenda l'amministrazione finanziaria gestire i dati acquisiti grazie all'inchiesta denominata « Panama papers». (5-08455)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 aprile 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione VI (Finanze)
5-08455

  Con il question time in esame l'Onorevole interrogante fa riferimento all'inchiesta giornalistica, conosciuta con il nome di «Panama Papers», che ha portato alla luce una rilevante mole di documenti comprovanti la costituzione, da parte dello studio legale Mossack e Fonseca di Panama, di migliaia di società offshore, fondazioni, trust e società ubicate in paradisi fiscali, allo scopo di consentire ai propri clienti in tutto il mondo di sottrarre a tassazione nei paesi di residenza ingenti flussi finanziari tra il 1975 e il 2015.
  L'interrogante chiede in particolare di quali documenti siano in possesso il Governo e l'Agenzia delle Entrate in merito all'inchiesta in argomento e se e quali azioni il Ministro interrogato intende intraprendere in proposito.
  Al riguardo, sentiti i competenti uffici dell'amministrazione finanziaria, si rappresenta quanto segue.
  Come dichiarato dal Direttore, l'Agenzia delle entrate sta lavorando in sintonia con tutta l'Amministrazione finanziaria, sotto la guida dell'Autorità politica, per utilizzare al meglio le informazioni.
  Il primo obiettivo dell'Agenzia sarà senz'altro la verifica delle istanze presentate per la voluntary disclosure. I benefici ricollegabili all'emersione, infatti, possono essere riconosciuti solo se l'autodenuncia dei capitali esteri è stata completa.
  Con riferimento alla gestione ed alla utilizzabilità dei dati in questione, come ordinariamente accade per le segnalazioni qualificate prima facie da un fumus di fondatezza, i dati ritraibili dall'inchiesta saranno esaminati al fine di verificare eventuali risvolti in merito alla reale capacità contributiva dei soggetti interessati ed al corretto adempimento da parte degli stessi degli obblighi fiscali.
  Deve inoltre osservarsi che l'Italia partecipa ai lavori del Joint International Tax Shelter Information and Collaboration (JITSIC), istituito in seno al «Forum of Tax Administrations» dell'OCSE. Il Gruppo si compone di una rete di esperti fiscali nazionali, cui è demandato il compito di scambiare informazioni e prassi operative finalizzate all'individuazione di soluzioni politiche per il contrasto dell'evasione fiscale internazionale.
  Nell'ultima riunione svoltasi il 13 aprile scorso, cui hanno eccezionalmente partecipato i rappresentati di 35 paesi tra cui l'Italia, si sono analizzate in particolare, le opportunità di collaborazione per l'acquisizione e lo scambio di informazioni fiscali e finanziarie alla luce delle rivelazioni dei cosiddetti «Panama Papers».
  Nel corso dell'incontro è stato concordato un impegno comune volto a rafforzare le iniziative di cooperazione internazionale finalizzare a limitare il ripetersi di fenomeni evasivi di così grande rilevanza.
  In merito ai documenti dell'inchiesta in argomento il Comando Generale della Guardia di Finanza riferisce che, nell'imminenza della pubblicazione delle suddette notizie, il Comando Provinciale di Torino ha diramato un comunicato stampa in cui si evidenzia che il Nucleo di polizia tributaria del capoluogo piemontese è stato delegato dalla locale Procura della Repubblica ad acquisire dati e informazioni in ordine ai contenuti della lista.
  Nel dettaglio, il comunicato specifica che l'attività delegata si inserisce nell'ambito di indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino e già avviate nel corso del 2015 per il reato di riciclaggio, per le quali sono in corso di approfondimento, da parte del citato reparto della Guardia di finanza, le posizioni relative a numerose società panamensi riconducibili allo stesso studio legale «Mossack e Fonseca».
  Il Comando Generale della Guardia di Finanze rileva altresì che tra i nominativi dei soggetti ricompresi negli elenchi diffusi dagli organi di informazione compaiono alcune persone fisiche già emerse nell'ambito di diverse attività operative e di controllo eseguite dalla Guardia di finanza in differenti settori di servizio.
  A tal proposito, il Comando Generale fa presente che è in corso un monitoraggio per verificare presso i reparti dislocati sul territorio nazionale, previo nulla osta delle Autorità Giudiziarie interessate, eventuali iniziative d'indagine autonomamente assunte dalle competenti Procure della Repubblica.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

esportazione comunitaria

riciclaggio di denaro

evasione fiscale