ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08449

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 610 del 20/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: BORDO FRANCO
Gruppo: SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Data firma: 20/04/2016
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FOLINO VINCENZO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/04/2016
SCOTTO ARTURO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA' 20/04/2016


Commissione assegnataria
Commissione: IX COMMISSIONE (TRASPORTI, POSTE E TELECOMUNICAZIONI)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/04/2016
Stato iter:
21/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RINUNCIA ILLUSTRAZIONE 21/04/2016
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
 
RISPOSTA GOVERNO 21/04/2016
Resoconto GIACOMELLI ANTONELLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 21/04/2016
Resoconto BORDO FRANCO SINISTRA ITALIANA - SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 21/04/2016

SVOLTO IL 21/04/2016

CONCLUSO IL 21/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-08449
presentato da
BORDO Franco
testo di
Mercoledì 20 aprile 2016, seduta n. 610

   FRANCO BORDO, FOLINO e SCOTTO. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   in un parere espresso sul decreto ministeriale inerente il canone Rai, il Consiglio di Stato ha espresso gravi criticità di forma e contenuto inerenti il provvedimento;
   in particolare, il Consiglio di Stato lamenta che il decreto non offre una definizione di apparecchio Tv. E si rileva che il decreto neanche precisa che il canone si versa una volta sola, anche se si hanno più televisori in casa. È dunque indispensabile chiarire che la famiglia deve versare la gabella un'unica volta, e soltanto se possiede un apparecchio televisivo che riceve i programmi in modo diretto «oppure attraverso il decoder», come anche sottolinea l'alta corte amministrativa;
   il Consiglio di Stato osserva anche che la riscossione del nuovo canone pone un problema di privacy, vista l'elevata mole di dati che si scambieranno gli «enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l'energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell'interno, Comuni e società private)». Eppure il decreto ministeriale non prevede neanche una «disposizione regolamentare» che assicuri il rispetto delle normativa sulla riservatezza;
   sempre il Consiglio di Stato stigmatizza la scarsa chiarezza del decreto ministeriale che pure tratta una materia molto sentita dagli italiani. Oscuro, ad esempio, è il passaggio che definisce le categorie di utenti tenute al pagamento dell'imposta per la Rai;
   c’è poi il capitolo della dichiarazione che bisogna inviare all'Agenzia delle entrate per attestare di non avere il televisore. Gli adempimenti in capo a chi non deve versare la gabella Tv sarebbero tali da imporre allo Stato una campagna d'informazione capillare, che il decreto però non prevede;
   si tratta di osservazioni chiare e circostanziate che richiedono un immediato intervento correttivo per scongiurare a giudizio degli interroganti una mole di ricorsi e impugnazioni che mettono a repentaglio, da un lato, in termini di certezza del diritto, rapporto tra fisco e contribuente e, dall'altro, certezza della riscossione del contributo;
   già in una mozione presentata in Assemblea in materia di pagamento a mezzo di bolletta del canone Rai, il gruppo di Sinistra italiana – Sinistra ecologia e libertà aveva ribadito come la novella introdotta dalla legge di stabilità 2016 in materia di pagamento del canone di abbonamento radiotelevisivo non ha modificato il presupposto impositivo, cioè il «fatto economico» che fa sorgere l'obbligo di corrisponderlo, quanto piuttosto il regime probatorio ed i meccanismi di riscossione dello stesso, accollando al contribuente l'onere di provare, ai sensi dell'articolo 2697 del codice civile, la non debenza dello stesso, e quindi spostandolo dallo Stato (Agenzia delle entrate) al contribuente. Viene inoltre meno il principio di presunzione di innocenza fissato dalla Costituzione e per il quale la prova della contestazione dell'evasione deve restare a carico dell'Agenzia delle entrate;
   anche le associazioni dei consumatori come l'Unione dei consumatori, a seguito del parere del Consiglio di Stato, hanno chiesto di modificare urgentemente la procedura di riscossione del canone Rai, e di rinviare la scadenza della prima rata al mese di ottobre –:
   quali iniziative a carattere urgente s'intendano mettere in campo al fine di recepire le osservazioni e le criticità emerse dal parere del Consiglio di Stato sul provvedimento in questione, con particolare riferimento alla possibilità di posporre ulteriormente la data ultima per la presentazione dell'autocertificazione di non possesso dell'apparecchio televisivo in scadenza il 30 aprile 2016. (5-08449)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 21 aprile 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione IX (Trasporti)
5-08449

  Credo utile ricordare che il Consiglio di Stato, con il proprio parere interlocutorio, ha rivolto al Ministero quello che io voglio considerare un contributo costruttivo affinché siano meglio chiarite alcune tematiche sottese al decreto ministeriale.
  Come è evidente, l'Organo consultivo non ha espresso gravi criticità di forma e contenuto bensì ha suggerito di considerare alcuni elementi per la migliore definizione del regolamento. Si tratta, quindi, del normale dialogo che il Governo instaura con l'organo di consulenza giuridico-amministrativa per eccellenza.
  Tanto premesso, sugli specifici punti sollevati dagli Onorevoli Interroganti, si può osservare quanto segue.
  Quanto alla definizione di apparecchio tv, si rammenta che essa è già contenuta nella legge e che le recenti novità sul canone RAI hanno modificato esclusivamente le modalità di pagamento, non la platea di chi deve pagare.
  Comunque, non è possibile inserire nel decreto ministeriale una definizione di apparecchio televisivo poiché nella fonte primaria da attuare (ossia, la legge di stabilità), non era rinvenibile alcun mandato o aggancio normativo che consentisse di intervenire sul presupposto oggettivo dell'imposta, cioè sulla definizione di apparecchio televisivo.
  Ciò non significa, però, che il Governo voglia lasciare margini di incertezza: il Ministero provvederà – in tempi brevi – a un aggiornamento della circolare già diramata nel 2012, per chiarire ciò che dovrebbe essere già chiaro: si deve pagare il canone se si ha un apparecchio televisivo in grado, direttamente o con decoder, di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare. Non sono considerati, quindi, apparecchi televisivi tablet, smartphone, pc ed ogni altro apparecchio, anche se collegati ad internet, se non sono in grado di visualizzare il segnale digitale terrestre o satellitare.
  Quanto al numero di apparecchi per i quali deve versarsi il canone, il regolamento non precisa che il canone deve essere corrisposto per un unico apparecchio, prescindendo dall'effettivo numero di apparecchi posseduti dal singolo contribuente, poiché tale aspetto è già stabilito – con estrema chiarezza – dalla legge. Sul punto, quindi, non possono residuare particolari dubbi.
  Sul tema della privacy, il Ministero ha inteso recepire e valorizzare i suggerimenti del Consiglio di Stato. Sicché, anche a seguito di una costruttiva interlocuzione con il Garante Privacy, nella versione finale del decreto ministeriale si sono previste specifiche disposizioni a tutela della riservatezza dei dati personali e si è altresì stabilito che le imprese elettriche tratteranno i dati acquisiti esclusivamente ai fini dell'addebito delle rate relative al canone Rai nella fattura elettrica o del rimborso del canone non dovuto, nonché ai fini del riversamento delle somme relative al canone Rai all'Erario.
  Con riferimento alla chiarezza del regolamento, occorre tenere in mente che esso non è uno strumento rivolto principalmente agli utenti bensì agli operatori professionali che devono intervenire nel processo di fatturazione (Agenzia Entrate, AEEGSI, Acquirente Unico, imprese elettriche). Questi ultimi, nei tavoli tecnici, hanno più volte espresso la necessità che il decreto ministeriale fosse improntato a un sufficiente grado di precisione tecnica. Il Governo assicura, comunque, che l'esigenza di ulteriore chiarezza non rimarrà disattesa: la risoluzione dei casi controversi sarà, infatti, affidata ad una circolare dell'Agenzia delle Entrate, alla quale sarà data ampia pubblicità.
  Quanto alla campagna informativa sugli adempimenti richiesti al contribuente, ossia l'invio di una dichiarazione all'Agenzia delle Entrate nel caso in cui l'utente non possegga un apparecchio, il Governo, unitamente all'Agenzia delle Entrate, sta già portando avanti – e continuerà a farlo – una capillare campagna informativa per orientare con chiarezza e lealtà il contribuente. Non v’è alcun bisogno, quindi, che il decreto ministeriale disciplini la campagna pubblicitaria. Quest'ultima è già realtà e il Governo continuerà a portarla avanti con ogni mezzo.
  Il Governo, quindi, presto invierà al Consiglio di Stato il decreto ministeriale, illustrando le modifiche conseguenti all'accoglimento di alcuni suggerimenti e le ragioni che, in taluni casi, hanno suggerito di lasciare invariato il testo.
  Con riferimento ai termini entro cui deve essere presentata la dichiarazione di non detenzione di un apparecchio tv, il Governo come dichiarato il 6 aprile in Aula alla Camera prevede di far slittare le date originariamente previste (30 aprile per gli invii postali; 10 maggio per gli invii telematici), verso la metà del mese di maggio come termine ultimo, recuperando quindi qualche tempo, per consentire a tutti di venire a conoscenza in modo corretto di modalità e di termini. Si precisa che il modello di dichiarazione potrà essere utilizzato anche per segnalare i casi in cui il canone non è dovuto perché pagato da altro componente del nucleo familiare. Ne daremo, in queste ore chiaramente, comunicazione formale e adeguata informazione.
  Il Governo, comunque, al di là del regolamento, rimane impegnato su ogni fronte per orientare gli utenti nei confronti di questa nuova modalità di pagamento del canone. Tale nuova modalità, – e ciò, credo, sia a tutti chiaro – ha la finalità di cambiare il modo di pagare il canone RAI per eliminare l'evasione e consentire a chi ha sempre pagato (7 italiani su 10) di pagare meno e con più semplicità.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

parafiscalita'

societa' dei consumi

apparecchio televisivo