ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/08373

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 605 del 11/04/2016
Firmatari
Primo firmatario: CAPELLI ROBERTO
Gruppo: DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 11/04/2016


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 11/04/2016
Stato iter:
13/04/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 13/04/2016
Resoconto CAPELLI ROBERTO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
 
RISPOSTA GOVERNO 13/04/2016
Resoconto GENTILE ANTONIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
REPLICA 13/04/2016
Resoconto CAPELLI ROBERTO DEMOCRAZIA SOLIDALE - CENTRO DEMOCRATICO
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 13/04/2016

SVOLTO IL 13/04/2016

CONCLUSO IL 13/04/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-08373
presentato da
CAPELLI Roberto
testo di
Lunedì 11 aprile 2016, seduta n. 605

   CAPELLI. — Al Ministro dello sviluppo economico . — Per sapere – premesso che:
   il mancato rinnovo del regime di essenzialità per la Sardegna sta creando un vero effetto domino nell'area industriale di Ottana;
   di fatto, a rischio sono tutte le imprese esistenti e gli investimenti già effettuati;
   il blocco della centrale elettrica, avvenuto nel gennaio del 2016, infatti, non rappresenta un problema a se stante, danneggiando in modo molto pesante anche tutte le imprese legate alla centrale elettrica;
   se il blocco fosse definitivo, inoltre si pregiudicherà il riavvio di Ottana Polimeri e andranno in crisi imprese come Corstyerene che dipendono dalla produzione di vapore della centrale, mentre dal 26 aprile 2016 anche i lavoratori di Ottana Energia, dopo quelli di Ottana Polimeri, verranno collocati in cassa integrazione;
   inoltre, la fermata della centrale determinerà a cascata anche la crisi del Consorzio Industriale Provinciale, le cui entrate dipendono per il 90 per cento da Ottana Energia, e fino ad un anno fa anche da Ottana Polimeri;
   la crisi del Consorzio sopra citato, a sua volta, avrà gravi ripercussioni anche sulle imprese insediate nella zona, la cui l'Antica Fornace Villa di Chiesa, Eurozinc, Tirreno Gas, Denti & Company, che si servono dei servizi del Consorzio;
   vive sono le preoccupazioni per la sopravvivenza del Consorzio, che già ora versa in gravi difficoltà economiche, che si aggraverebbero con la fermata di Ottana Energia;
   la centrale elettrica, infatti, ha ruolo strategico per tutta l'area industriale e il mancato rinnovo dell'essenzialità, oltre a determinare la fermata della centrale, causerà la fine dell'intero insediamento che conta circa 430 addetti diretti (di cui già 90 in cassa integrazione), più indotto;
   le preoccupazioni per il mancato rinnovo del regime di essenzialità per la Sardegna erano già state sollevate con atti di sindacato ispettivo: si tratta, in particolare dell'interrogazione risposta scritta n. 4/05841, a firma Capelli, presentata il 7 agosto 2014 e dell'interpellanza urgente n. 2/01154, a firma Capelli-Dellai, presentata il 6 novembre 2015;
   nei succitati atti di sindacato ispettivo si indicavano con chiarezza i rischi legati al mancato rinnovo del regime di essenzialità per la Sardegna, e le risposte del Governo non hanno fugato timori più che giustificati;
   in particolare, nella risposta scritta alla citata Interrogazione n. 4/05841, l'allora sottosegretario De Vincenti affermava che: «Nel merito, si fa presente che, secondo i dati del Gestore dei mercati energetici, il valore medio del prezzo dell'energia sul mercato del giorno prima (Mgp) nel 2013 in Sardegna si è attestato al valore di 61,52 euro/MWh, addirittura inferiore al valore del prezzo unico nazionale (Pun), il cui valore è stato 62,99 euro/MWh. Occorre precisare che il prezzo dell'energia elettrica in Sardegna si è allineato al Pun [prezzo unico nazionale] solo negli ultimi due anni, infatti fino al 2011 si attestava su valori di circa 10-15 euro superiori ai valori del Pun; a tal riguardo è di rilievo il ruolo del cavo Sapei, entrato in servizio nel 2012 e che ha contribuito ad allineare il prezzo della Sardegna a quello delle altre zone continentali. (...). Sul fronte della domanda, pertanto, la Sardegna la quale, essendo ormai da due anni allineata ai prezzi continentali, ricaverà un evidente beneficio da tale norma (diminuzione del Pun). Sul fronte dell'offerta, invece, il provvedimento appare neutro nei confronti dei produttori in Sardegna, il cui prezzo zonale è ormai allineato a quello delle altre zone grazie al Sapei, appare quindi neutra per i produttori sardi anche la decisione di eliminare le macro-zone insulari (..)». Al contrario, risulta che oggi Terna spende di più di quanto non accadeva nel 2015, ossia prima della cancellazione del sistema di essenzialità per la Sardegna, con ovvie conseguenze sui costi in bolletta per gli utenti;
   oltre a compromettere il quadro esistente, il blocco della centrale con la conseguente crisi del Consorzio rischia di pregiudicare la possibilità di avviare i nuovi investimenti previsti e la nuova occupazione, spegnendo così ogni speranza per la ripartenza di un sito industriale che avrebbe, invece, ancora possibilità di rilancio;
   da una parte, infatti, tra investimenti previsti già avviati ed altri potenziali, le aziende hanno messo sul tavolo circa 117 milioni di euro per progetti di ampliamento e rilancio aziendale;
   inoltre, circa 20 milioni sono già destinati ad interventi di riqualificazione industriale: banda larga, illuminazione pubblica, rete elettrica, videosorveglianza antincendio, e altro;
   quindi, mentre da un lato si mettono in campo investimenti privati e risorse pubbliche per rilanciare le attività produttive e le infrastrutture, come previsto da tempo, dall'altro, con il mancato rinnovo dell'essenzialità rischia di compromettere in modo irreversibile la tenuta dell'intero sito industriale;
   si ribadisce, infatti, che la centrale è strategica e se si dovesse giungere al blocco definitivo di Ottana Energia si comprometterebbe l'intera area industriale. Appare, dunque, necessario il massimo impegno della politica per risolvere la questione relativa alla centrale elettrica;
   attorno al rilancio dell'area di Ottana ruotano tre iniziative strategiche strettamente collegate tra loro: 1) il riavvio della centrale elettrica: dopo la scadenza del regime di essenzialità a dicembre 2015, oggi la centrale è ferma. L'azienda ha proposto il servizio di riaccensione per riattivare la rete elettrica regionale in caso di black-out. 2) La realizzazione di un centro di stoccaggio di gas naturale liquido (GNL) a Oristano. L'iniziativa è di una joint venture internazionale e il progetto è propedeutico alla conversione della centrale in un impianto a gas più piccolo da 30 MW. Si garantirebbe così la produzione di energia a prezzi di mercato e la produzione di vapore e altre utilities per Ottana Polimeri e le altre aziende. Il progetto è in attesa delle autorizzazione da giugno 2015. Tra la realizzazione del centro di stoccaggio a Oristano e la conversione a gas della centrale si prevede un investimento di 100 milioni di euro. 3) Il riavvio della filiera del polietilentereftalato (PET) per Ottana Polimeri ferma da oltre un anno, con la conseguente collocazione in Cassa Integrazione dei lavoratori in cig. L'azienda sta lavorando per acquisire l'impianto Eni-Versalis di Sarroch (fermo da un anno) e riavviare la produzione di paraxilene, materia prima per il PET. Su questa partita si è in attesa di una risposta da parte di Eni-Versalis;
   si tratta di iniziative importanti ma che non avranno alcuno sbocco se la centrale elettrica di Ottana rimarrà inerte;
   la situazione che si è venuta a creare con il blocco di Ottana, rischia, tra l'altro, di creare tensioni anche per l'ordine pubblico turbato da una crisi sempre più grave e che sembra non avere prospettive di soluzione positiva –:
   quali iniziative di competenza intenda intraprendere, il Governo per evitare che la fermata della centrale elettrica di Ottana diventi definitiva, con le evidenti conseguenze sopra citate e che inevitabilmente colpiranno un'area importante di una regione, la Sardegna, già in grave crisi economica e occupazionale. (5-08373)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Mercoledì 13 aprile 2016
nell'allegato al bollettino in Commissione X (Attività produttive)
5-08373

  Il Governo è a conoscenza delle difficoltà in cui si trova da anni il polo chimico di Ottana, e segue con particolare attenzione le ricadute sul fronte occupazionale, la cui minimizzazione costituisce sicuramente una priorità della sua azione.
  In questo ambito, si inserisce la vicenda della centrale elettrica di Ottana, inizialmente dedicata al polo chimico e poi, con la fermata della produzione chimica, inserita come impianto «essenziale» per la sicurezza della rete elettrica.
  Bisogna precisare che lo strumento dell'essenzialità elettrica, che ha avuto indirettamente un ruolo di sostegno all'area industriale della zona ed al relativo indotto, e che è stato per vari anni utilizzato nelle isole per sopperire alle carenze strutturali della rete, è soggetto a inevitabili variazioni nel tempo. La valutazione dell'essenzialità degli impianti è ripetuta ogni anno da Terna, proprio perché le condizioni di sicurezza della rete si modificano con lo sviluppo dei nuovi progetti.
  Nel caso della Sardegna, l'elemento di forte discontinuità è costituito dall'entrata in esercizio del nuovo elettrodotto e dei dispositivi installati.
  Dunque, con l'entrata in esercizio delle nuove infrastrutture di rete, Terna ha aggiornato l'elenco degli impianti essenziali anche in Sardegna, escludendo vari impianti tra cui la centrale di Ottana. Le centrali non più essenziali possono oggi continuare a produrre ed offrire servizi per il mercato e per la rete, ovviamente mettendosi in condizione di competere sul mercato delle offerte, dal momento che non possono più contare su una remunerazione extra mercato.
  In quest'ottica, si coglie l'occasione per confermare che sono in corso, come precisato dall'On. interrogante, le verifiche tecniche da parte di Terna sull'offerta formulata dall'azionista di Ottana Energia, per garantire il servizio di riaccensione del sistema elettrico della regione attraverso la RIU (rete interna di utenza) di Ottana. Le attività in atto prevedono un'ultima prova tecnica che avverrà nei prossimi giorni e all'esito della quale si potrà dare una risposta definitiva circa la capacità della RIU di Ottana di dare il servizio proposto, ed ottenere la relativa remunerazione.
  Su questo il Governo fornirà prontamente al Parlamento tutti gli elementi informativi una volta terminate le verifiche tecniche in questione.
  Per quanto riguarda altre iniziative finalizzate alla risoluzione della crisi industriale nell'area di Ottana, informo che il Ministero dello Sviluppo Economico sta valutando una serie di progetti relativi alla metanizzazione della Sardegna presentati da vari operatori soprattutto a valle dell'approvazione del Piano energetico regionale che, come noto, prevede espressamente la metanizzazione dell'Isola.
   In particolare, si segnala che vi sono due progetti di depositi di GNL, entrambi nell'area del porto industriale di Oristano. Il primo, presentato dalla società Edison, ha una capacità di stoccaggio di circa 10.000 mc, mentre il secondo, presentato dalla società HIGAS, ha una capacità modulare ampliabile fino a 9.000 mc.
  Entrambi i progetti possono consentire il carico e lo scarico del GNL dalle navi metaniere e dalle navi per il servizio di cabotaggio e, tramite autocisterne criogeniche, la fornitura ai centri di consumo: utenze industriali, reti cittadine, stazioni di rifornimento carburanti. Tali progetti, qualora realizzati, risulterebbero utili per l'alimentazione a GNL anche della centrale elettrica di Ottana.
  Come si è avuto modo di illustrare, quindi, vi sono alcune soluzioni che consentirebbero di assicurare che la centrale di Ottana continui a rivestire un ruolo di rilievo con riguardo ai profili occupazionali dell'area in cui la centrale è situata.
  In questo senso desidero rassicurare l'Onorevole interrogante che il Governo si adopererà fattivamente nelle prossime settimane profondendo ogni sforzo per un esito positivo di questa vicenda.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

stazione energetica

cassa integrazione

edificio per uso industriale